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Settembre 2010 - Universitinforma

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INFORMA 7 ateneo<br />

sormontabile per uno studente<br />

che ha appena concluso il liceo».<br />

Con lo stesso tono polemico,<br />

Silvia Nicotra - che sta «disperatamente<br />

provando ad entrare<br />

nella maggior parte delle<br />

facoltà: Ingegneria, Medicina,<br />

Odontoiatria, Professioni sanitarie,<br />

Scienze geologiche e chi<br />

più ne ha più ne metta: a mali<br />

estremi estremi rimedi» - reputa<br />

i test d’ingresso «del tutto<br />

inadeguati a valutare le attitudini<br />

e le capacità degli studenti,<br />

considerando soprattutto<br />

che il liceo non prepara a questa<br />

tipologia d’esame. Le domande<br />

erano difficili e fuorvianti.<br />

Con la tensione e lo<br />

stress che già si provano - con-<br />

«Arturo<br />

La tassa<br />

per partecipare<br />

alle prove:<br />

40 euro,<br />

per ricevere in<br />

cambio cosa»?<br />

tinua la ragazza - diventa quasi<br />

impossibile eseguire una<br />

prova che dia il giusto valore<br />

allo studente, facendogli dimostrare<br />

quel che vale e quello<br />

che sa. In aula si respirava la<br />

massima tensione. L’unica cosa<br />

su cui sono fiduciosa è che<br />

ci sia lealtà nello svolgersi delle<br />

varie prove. La mia percezione<br />

su questo piano - conclude<br />

- è stata positiva. I test invece<br />

sono pura speculazione. La<br />

tassa per l’iscrizione è una vergogna<br />

dato che ogni studente<br />

prova il test almeno in 4 o 5<br />

facoltà differenti e, ciò nonostante,<br />

rischia di rimanere<br />

fuori da tutte».<br />

Test d’ingresso bocciati senza<br />

appello da altri ragazzi. «Re-<br />

puto l’introduzione di questi<br />

test una cosa assurda - lamenta<br />

il 19enne Alberto Natola -<br />

non è possibile togliere il diritto<br />

allo studio a un ragazzo che<br />

vuole continuare il suo percorso.<br />

Vorrei che si creasse una<br />

manifestazione, una ribellione<br />

pacifica per riavere la possibilità<br />

di iscriversi all’università<br />

senza ostacoli. Ho già fatto il<br />

test per Ingegneria e a giorni<br />

farò quello per Giurisprudenza.<br />

Alcuni quesiti non sono<br />

possibili da svolgere nemmeno<br />

per chi ha frequentato i corsi<br />

estivi di preparazione: 200 euro<br />

buttati al vento».<br />

Pietro Gitto vorrebbe studiare<br />

Giurisprudenza, ma ha anche<br />

provato i test per Medicina e<br />

Scienze politiche internzazionali:<br />

«Non ho seguito alcun<br />

corso di preparazione - ammette<br />

- ma posso dire che il livello<br />

di stress dei ragazzi era davvero<br />

elevatissimo. Eravamo tutti<br />

consapevoli di essere di fronte<br />

a un bivio che avrebbe potuto<br />

direzionare, nel bene o nel male,<br />

la nostra vita e la nostra<br />

carriera futura. È eccessivo<br />

sottoporre dei ragazzi così giovani,<br />

dopo un’estate trascorsa<br />

studiando per l’esame di Stato,<br />

a uno studio e una tensione<br />

così elevati».<br />

Maria Lucia La Spina, che vorrebbe<br />

diventare un medico,<br />

sbotta contro i test: «Come la<br />

maggior parte degli studenti,<br />

sono delusa e amareggiata,<br />

perchè ognuno di noi vale molto<br />

di più di questi test. Stanno<br />

uccidendo le nostre aspirazioni».<br />

D.R., 18enne in cerca di<br />

un posto a Ingegneria o a Economia,<br />

critica «la disorganizzazione<br />

riscontrata alla prova<br />

del 1° settembre, nelle pratiche<br />

di accettazione. L’inizio del<br />

test, preannunciato per le 9 è<br />

slittato alle 11,30 facendo sì<br />

«Maria Lucia<br />

«Ognuno di noi<br />

vale molto di più<br />

di questi test.<br />

Stanno uccidendo<br />

le nostre<br />

aspirazioni»<br />

che gran parte dei candidati<br />

arrivati in anticipo aspettasse<br />

per ore sotto una canicola insopportabile,<br />

con il rischio che<br />

qualcuno avesse un mancamento.<br />

Queste prove - continua<br />

- hanno una finalità, a<br />

mio parere, sbagliata. Se da<br />

un lato può essere giusto svolgere<br />

un test d’ingresso, dall’altro<br />

questo deve avere carattere<br />

non selettivo; dovrebbe, cioè,<br />

servire semplicemente ad indicare<br />

i soggetti che avessero bisogno<br />

di un potenziamento<br />

delle loro conoscenze tramite<br />

corsi di recupero organizzati<br />

dalla facoltà, non stroncare i<br />

sogni degli studenti».<br />

Il ministro Gelmini, intervenendo<br />

sulla polemica dei quiz<br />

d’ingresso, da un lato ammette<br />

che «sono troppo nozionistici»<br />

e promette di «riformarli, dopo<br />

approfondita riflessione» perchè<br />

- ha dichiarato - «valutano<br />

le nozioni e poco le capacità di<br />

ragionamento» e presentano<br />

«lacune a cui occorre mettere<br />

riparo» per «migliorare il sistema»;<br />

dall’altro, però, difende<br />

la valenza dei test e del numero<br />

chiuso, in quanto «garantisce<br />

una buona scrematura<br />

e premia la qualita».<br />

Ormai però è fatta: l’università<br />

a numero chiuso, o aperta a<br />

pochi, o non per tutti, è diventata<br />

realtà. E se un qualsiasi<br />

bambino esprimesse il desiderio<br />

di voler fare da grande il<br />

medico, sarebbe meglio avvertirlo:<br />

“volere è potere”, certo,<br />

ma quel che più conta è mettere<br />

le “ics” al posto giusto. Ui

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