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di Romolo Brugiolo - Ossicella

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iori paesaggistici, ma molti anziani ricordano con nostalgia l’imponente ‘processione dei<br />

frati’ in mezzo al verde maculato della campagna, agli odori <strong>di</strong> un frumento dorato che<br />

prometteva, <strong>di</strong> lì a pochi giorni, una faticosa festante mietitura.<br />

I SANTI FRANCESCANI<br />

Al secondo posto, nelle scelte <strong>di</strong> coloro che hanno affidato alla protezione d’un santo la<br />

propria <strong>di</strong>mora, troviamo sant’Antonio <strong>di</strong> Padova (e non da Padova, essendo nato a<br />

Lisbona) con una ventina <strong>di</strong> presenze, <strong>di</strong>stanziando <strong>di</strong> gran lunga l’unico santo novecentesco<br />

propostosi quale domestico a<strong>di</strong>utore: p. Pio da Pietrelcina, anch’esso francescano, a<br />

cui toccano 4 de<strong>di</strong>che. Va sottolineato come il ‘santo dei miracoli’ sia ben ra<strong>di</strong>cato nello<br />

spazio urbano antico o vecchio, mentre làtita nei nuovi quartieri, come San Giacomo o il<br />

Carmine; pure in àmbito rurale ha i suoi affezionati seguaci, vantando un vetusto inse<strong>di</strong>amento<br />

tra San Bortolo e Ca’ Oddo. Qui la parrocchia lo onora quale titolare il 13 giugno,<br />

debitrice in realtà d’un <strong>di</strong>ffuso culto locale che si è espresso in forme popolarmente coinvolgenti.<br />

Dell’onoratissimo patrono patavino era infatti impregnata la fede campagnola,<br />

accudendo un annoso capitello affidato all’intera contrada della Cortazza, senza contare<br />

la miriade <strong>di</strong> minuscole ancone ricavate sulle facciate delle abitazioni rurali, ornate d’una<br />

statuina del santo accanto magari all’immagine <strong>di</strong> Maria. Da una ricerca scolastica, sviluppata<br />

in collaborazione con alcune mie allieve, Paolo Giuriati ha ricomposto la succosa<br />

pagina inserita nel volume de<strong>di</strong>cato alla devozione antoniana in <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Padova (1982):<br />

«Il confine tra burla, pratiche me<strong>di</strong>co-popolari, devozione, contaminazione col culto <strong>di</strong><br />

altri santi, superstizione <strong>di</strong> solito è labile e arduo da tracciare. Anche se per s. Antonio non<br />

sembra esistere e a quanto pare neppure essere esistito un vero e proprio fascio <strong>di</strong> escrescenze<br />

in questo terreno, tuttavia qualche germoglio può venire in<strong>di</strong>viduato, soprattutto in<br />

aree periferiche al processo <strong>di</strong> circolazione culturale.<br />

Così a Brugine e Bovolenta è conosciuta ‘l’erba <strong>di</strong> s. Antonio’ che si acquista sul sagrato<br />

della basilica per il 13 giugno e serve per spalmarla sui foruncoli e farli scoppiare. Forse<br />

c’è sotto uno scambio <strong>di</strong> attribuzione con s. Antonio abate, riscontrabile chiaramente in zona<br />

<strong>di</strong> Monselice dove si pensa, senza sapere perché, che l’herpes zoster, impropriamente detto<br />

24<br />

La Porta romana<br />

(part.) con lunetta<br />

in ferro battuto<br />

alludente al<br />

santo deposito<br />

<strong>di</strong> ‘martiri’<br />

catacombali.<br />

25<br />

Icone pubbliche e devozione popolana<br />

‘fuoco <strong>di</strong> S. Antonio’, derivi il suo nome dall’Antonio portoghese invece che da quell’altro<br />

egiziano e più antico <strong>di</strong> un millennio. Ad ogni modo per liberarsi da tale incomodo, ben<br />

<strong>di</strong>verso dall’ergotismo cancrenoso, a Ca’ Oddo <strong>di</strong> Monselice vengono in<strong>di</strong>cati vari rime<strong>di</strong>:<br />

una guaritrice (donna <strong>di</strong> molta fede) bagna il proprio anello nuziale nell’acqua benedetta e<br />

fa delle piccole croci sulle piaghe messe a nudo pregando in latino, dopo<strong>di</strong>ché conduce l’ammalato<br />

presso una cassapanca in noce e l’apre ritmicamente tre volte; oppure si prende uno<br />

scopino <strong>di</strong> vischio, lo si scotta al fuoco e si scopa la parte ammalata (lo può fare lo stesso<br />

infermo); o ancora, antidoto per far scomparire anche i porri (escrescenze epidermiche), ci<br />

si reca in chiesa con un po’ <strong>di</strong> sale in mano, lo si tiene <strong>di</strong>etro il corpo e lo si fa cadere a terra<br />

a metà messa senza farsi scorgere, altrimenti si perde l’effetto. Invece nella stessa Ca’ Oddo<br />

sarebbero non più praticate le usanze <strong>di</strong> cucire all’interno <strong>di</strong> ogni capo <strong>di</strong> vestiario le medagliette<br />

benedette del santo per tener lontano il pericolo, la malasorte, il demonio con le sue<br />

tentazioni, mettendo le suddette medaglie anche sulle cuciture interne dei pantaloni per la<br />

fedeltà dei mariti; così pure sarebbero finite le ‘tre<strong>di</strong>cine <strong>di</strong> S. Antonio’ recitate per 13 giorni,<br />

prima del 13 giugno, con la sequenza <strong>di</strong> 13 Pater-Ave-Gloria intervallati da qualche decina<br />

<strong>di</strong> minuti, durante i quali si doveva uscire dall’ambiente in cui ci si trovava (andando a<br />

fare un giro all’aperto o nella stalla o facendo almeno un giro attorno alla camera se si era a<br />

letto) o cambiando capitello se la pratica era fatta col sacerdote e altri fedeli».<br />

Ricorderò, esaurendo i brevi cenni sul locale culto antoniano, che uno dei primi miracoli<br />

attribuiti a frate Antonio è accaduto proprio a una devota monseliciana. Lo attesta la ‘Vita<br />

prima’ o ‘Assidua’ (c. 1232), vale a <strong>di</strong>re la biografia più restia a concedere spazio al meraviglioso<br />

popolare che esploderà più tar<strong>di</strong> in altri testi. Il manoscritto latino racconta <strong>di</strong> ‘una<br />

donna buttatasi nel fiume senza bagnarsi’, dopo che, <strong>di</strong>sillusa dalla negata promessa del<br />

marito <strong>di</strong> recarsi con lei in pellegrinaggio a S. Jacopo de Compostela, volle ven<strong>di</strong>carsi e,<br />

lasciatasi vincere da un impulso suicida, invocando s. Antonio si gettò a capofitto nelle acque<br />

correnti del Bisatto mentre camminava sulla via alzaia per Padova. Tratta in salvo a fatica<br />

dalle compagne <strong>di</strong> viaggio, queste uscirono a riva tutte inzuppate, constatando con somma<br />

meraviglia che la nostra ‘eroina’ non s’era bagnata nemmeno un filo della sottoveste.<br />

Discorrendo <strong>di</strong> frati e <strong>di</strong> francescani, va rilevato che al Poverello d’Assisi tocca una sola<br />

nicchia con una piccola statua collocata nell’omonima via, intitolatagli per espressa volontà<br />

del proprietario della vasta area lottizzanda che ha poi abbracciato, con la rapida espansione<br />

del nuovo quartiere, la secolare chiesa <strong>di</strong> San Giacomo. E ripensando a s. Francesco<br />

e alla sua incrollabile volontà <strong>di</strong> totale adesione al Vangelo e ai più duri insegnamenti <strong>di</strong><br />

Cristo, è giusto sottolineare le presenze votive de<strong>di</strong>cate al Sacro Cuore al Crocefisso e a<br />

Cristo Re, anche se non credo siano state tutte il frutto consapevole e coerente <strong>di</strong> un intimo<br />

rapporto spirituale, quanto piuttosto <strong>di</strong> una catechizzante volontà sacerdotale, come<br />

appare evidente dalle schede dell’inchiesta. È un dato inoppugnabile che le ferventi perorazioni<br />

d’aiuto celeste, rivolte dagli antenati anche prossimi a una schiera d’ausiliatori<br />

numerosa e <strong>di</strong>sseminata nell’arco intero dell’anno, sono venute meno quasi d’improvviso<br />

e non basta qualche capitello a smentire un fenomeno più che evidente. Se il culto d’un s.<br />

Carlo Borromeo ad esempio, attivatosi fin dal seicento per volontà, immagino, <strong>di</strong> un’anima<br />

colta, è sopravvissuto a Monticelli, lo si deve alla chiesa parrocchiale a lui votata e alla<br />

sagra paesana che continua a perpetuarsi il 4 novembre, priva tuttavia della caratterizzante<br />

coloritura folclorica <strong>di</strong> anni ormai lontani. Pure l’omaggio al capitello <strong>di</strong> San Giovanni<br />

Battista, ristorato dal sodale Giovanni Belluco che ha riproposto con successo l’adunanza<br />

contradaiola montericcana nella famosa ‘vigilia’ solstiziale del 24 giugno, foriera nelle<br />

credenze popolane d’eventi portentosi, è vissuto oggi quale nostalgico retaggio <strong>di</strong> costumanze<br />

non più resuscitabili se non con la fantasia. Basterà por mente alla testimonianza<br />

d’un vecchione per cogliere l’invalicabile barriera che ci separa da quanto accadeva fino<br />

ai tragici esor<strong>di</strong> della seconda guerra mon<strong>di</strong>ale.

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