di Romolo Brugiolo - Ossicella

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MADONNA ASSUNTA Via Petrarca, 25 Si vede nel cortile della famiglia Cervellin, proprietaria della statua, vicino al sottopasso ferroviario per Arquà Petrarca. Ha le mani aperte in segno di accoglienza e una veste bianca con il mantello celeste che le copre anche il capo ed è stata collocata all' inizio del 2009. Via Francesco Petrarca è intitolata al grande poeta che risiedette ad Arquà, mentre a Monselice godeva di un canonicato presso la Collegiata di Santa Giustina, sul colle della Rocca. La strada fu così denominata nel 1921, precedentemente era detta ‘via delle valli’, come si chiama tuttora il tratto successivo che conduce ad Arquà. MADONNA DI LOURDES Via Isola Verso Monte, 22 68 La statua della Madonna è posta in una piccola grotta realizzata dalla famiglia Zerbetto nell' anno 2000, per devozione verso la Vergine Maria. La statua ha le mani giunte in preghiera, indossa una veste bianca con un orlo dorato raccolta con una cinta celeste e porta sul petto una croce. Via Isola verso Monte è una denominazione antica ed è citata già nel ’600 come ‘contrada della parrocchia di San Paolo che porta al Monte Ricco’. Nelle mappe catastali austriache è segnata in evidenza, tra il canale e la strada delle Valli. Il nome isola è assai diffuso nelle nostre contrade e sta ad indicare luoghi circondati dalle acque. Capitelli, edicole e icone votive nella contrada del Carmine NICCHIA DELLA MADONNA Via Isola Verso Monte, 22 Casa di proprietà della famiglia Pulze. Nella nicchia ricavata nella parete che guarda la strada, fino a qualche decina di anni fa, era collocata una statua della Madonna con Bambino. Era tradizione delle famiglie della contrada raccogliersi in preghiera presso questa nicchia varie volte durante l’anno, ma sopratutto nel mese di maggio, tradizionalmente dedicato ai riti della Vergine. Col passare del tempo e con l’affacciarsi delle nuove generazioni questa tradizione è stata progressivamente abbandonata, ed anche la statua della Madonna è stata rimossa. MADONNA CON BAMBINO Via Pignara, incrocio con via Isola Verso Monte Antico affresco di Madonna con Bambino sulla parete di una casa dichiarata pericolante verso Arquà Petrarca. Da quello che si può intravedere, raffigura la Madonna con una tunica marrone-rossiccia e il mantello azzurro, che avvolge anche il Bambino. Maria porta sul capo un velo bianco attorniato da stelle, alcune scolorite. In alto alla sua sinistra è guardata da un angioletto e se ne intravede un altro ancora. L’affresco avrebbe bisogno di un urgente restauro; alle spalle della Madonna stanno infatti scomparendo del tutto il paesaggio e alcuni personaggi della raffigurazione. 69
ORATORIO DI SAN GIORGIO Via Solario, 5 Nel cortile della scuola elementare ‘Giorgio Cini’ c'è una chiesetta edificata in mattoni; sopra la porta di entrata si nota l’affresco di san Giorgio che trafigge il drago. Attorno al 1950 qui venivano celebrate le messe con regolarità, in un primo tempo dai Francescani di San Giacomo e poi da un cappellano della parrocchia. Il Solario, così chiamato per la felice esposizione al sole, venne edificato nel 1934 come convitto-collegio dal senatore Vittorio Cini in memoria del padre e venne destinato ad accogliere bambini del Monselicense gracili, bisognosi di sole e di vita sana. La funzione di collegio-convitto fu attiva fino agli anni ’60 del secolo scorso e sono molti i monselicensi che ancora oggi ricordano di avervi soggiornato per qualche periodo. Abbandonata negli anni ’70 la funzione di convitto-collegio, l’intero luogo è stato restaurato e trasformato in scuola elementare a tempo pieno, funzione che svolge tuttora, favorita dalla eccellente posizione in luogo assolato e tranquillo sulla costa del Monte Ricco. La via Solario inizia proprio davanti alla stazione ferroviaria e sale sul colle. Il nome è un chiaro riferimento alla realizzazione del convitto-collegio donato dal conte Cini. Cappella di san Giorgio, all’interno del complesso della scuola ‘Giorgio Cini’. Sopra l’ingresso l’affresco che raffigura il santo. Nell’altra pagina il parroco del Carmine don Francesco Alberti con Giovanni Belluco presso il capitello di San Giovanni Battista durante i festeggiamenti per la notte del solstizio d’estate. 70 Capitelli, edicole e icone votive nella contrada del Carmine CAPITELLO DI SAN GIOVANNI BATTISTA Via Monte Ricco, 16 E' un capitello antico, oggi di proprietà della famiglia Belluco. Narrano gli anziani del luogo che i montericcani il 24 di giugno di ogni anno, giornata dedicata al santo, partecipavano alla processione sino al capitello. Dopo la celebrazione della messa, salivano sul Monte Ricco per raccogliere la rugiada per mescolarla con la farina, in modo da ottenere un pane dal sapore particolare e delizioso, ‘il pane di San Giovanni’. La famiglia Belluco sta cercando di mantenere viva la tradizione storica ed il 24 giugno nei pressi del capitello fa celebrare una santa messa in ricordo della cerimonia di un tempo. Poi la giornata termina con una cena di ringraziamento in ricordo del pane di San Giovanni Battista. E’ protettore di albergatori, sarte, lavoranti del cuoio. Il nome Monte Ricco è documentato per la prima volta nel secolo 13°, anche nei testamenti del cardinale Simone Paltanieri. Il termine Ricco (di origine longobarda) viene a sostituire nelle pergamene notarili la denominazione Mons Vinearum (Monte delle vigne). Una leggenda racconta che nei tempi antichi un cercatore trovò sul colle tracce di oro, infatti sembra che un carro tutto d’oro ricoperto da pietre preziose fosse stato sommerso da una frana. Molti da allora si misero sulle tracce del fantomatico carro dell’oro, ma le ricerche non diedero alcun risultato, rimase però il nome del colle che da allora si sarebbe chiamato Monte Ricco. CROCE DI GESU’ Salita al Monte Ricco E’ situata lungo la salita all’eremo Santa Domenica, in una curva quasi in cima al colle. E' un grande Crocefisso in cemento senza la statua, collocato su di un basamento fatto di mattoni e cemento ed è stato posto a protezione del colle della Rocca e della città di Monselice, che occhieggiano dal panorama sottostante. E' proprietà della Basilica di Sant'Antonio di Padova. 71
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