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AFFRESCO DI SAN MARTINO<br />
Via San Martino, 17<br />
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E’ un affresco che si trova all’ingresso<br />
del condominio dove<br />
abita la famiglia Tognin, che ha<br />
patrocinato l’opera, in via San<br />
Martino, visibile arrivando presso<br />
il fianco sinistro guardando la<br />
facciata dell’omonima chiesa.<br />
L’affresco è stato <strong>di</strong>pinto dal pittore<br />
monselicense Massimo<br />
Gol<strong>di</strong>n, alcuni anni fa, nell’ambito<br />
dei festeggiamenti per la<br />
vittoria della contrada <strong>di</strong> San<br />
Martino alla ‘Giostra della<br />
Rocca’, rievocazione me<strong>di</strong>oevale<br />
e gara <strong>di</strong> abilità che si tiene<br />
ogni anno a settembre tra tutte le<br />
contrade della città <strong>di</strong> Mon-<br />
selice. L’affresco copre tutta la<br />
parete frontale dell’ingresso del<br />
condominio.<br />
Via San Martino prende il nome<br />
dall’omonima chiesa come tutto<br />
il quartiere. Alla fine della strada<br />
c’era l’antica porta ‘detta<br />
Adriatica’ che costituiva l’ingresso<br />
a est della città e conduceva<br />
verso il Conselvano; era <strong>di</strong><br />
una sola arcata con portale in<br />
legno ed aveva il ponte levatoio;<br />
fu demolita, come quasi tutte le<br />
altre porte e ampi tratti <strong>di</strong> mura,<br />
nella prima metà dell’800, perchè<br />
in quell’epoca si considerava<br />
che le mura e le porte costituissero<br />
un ostacolo all’espansione<br />
economica e abitativa<br />
della città.<br />
La chiesa <strong>di</strong> San Martino.<br />
In alto, l’affresco del santo<br />
nell’androne <strong>di</strong> ingresso<br />
dell’abitazione <strong>di</strong> fronte.<br />
Capitelli, e<strong>di</strong>cole e icone votive in centro storico<br />
CAPITELLO MURALE DI SAN MARTINO<br />
Via San Martino, 28<br />
L’e<strong>di</strong>cola è collocata sulla facciata esterna del bel palazzetto della famiglia<br />
Mingardo; l’affresco attuale rappresenta san Martino che con la spada taglia<br />
il mantello per donarlo ad un povero è stato <strong>di</strong>pinto nel 2000. E’ opera dell’artista<br />
monselicense Luciano Zambolin ed ha sostituito una precedente<br />
immagine del tutto deteriorata. In epoca veneziana il palazzetto era proprietà<br />
della famiglia Duodo.<br />
NICCHIA DI SANT’ANTONIO<br />
Via Marconi, 8<br />
L’e<strong>di</strong>cola con la statua del santo, che ha in braccio<br />
il Bambino, si trova sopra la porta <strong>di</strong> entrata della<br />
trattoria ‘al Santo’. E’ chiusa da un vetro per proteggerla<br />
dalle intemperie e da furti.<br />
Il primo proprietario della trattoria, attorno agli<br />
anni ’30 del secolo scorso, era così devoto del santo<br />
<strong>di</strong> Padova da in<strong>di</strong>care il nome del locale come<br />
‘Trattoria al Santo’, punto <strong>di</strong> sosta e ristoro per<br />
vetturini e carrettieri e successivamente per i<br />
camionisti in transito sulla nuova circonvallazione<br />
<strong>di</strong> Monselice.<br />
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