DISSESTO IDROGEOLOGICO Il pericolo geoidrologico e la ... - Sigea
DISSESTO IDROGEOLOGICO Il pericolo geoidrologico e la ... - Sigea
DISSESTO IDROGEOLOGICO Il pericolo geoidrologico e la ... - Sigea
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
128<br />
Proposta di una metodologia<br />
di analisi del rischio territoriale<br />
RIASSUNTO<br />
L’obiettivo del <strong>la</strong>voro è l’identificazione<br />
dei livelli di “rischio territoriale”, di<br />
tipo ambientale, ottenuti confrontando<br />
parametri urbanistici con alcuni parametri<br />
geo-morfologici, quali le formazioni<br />
geo-litologiche e l’acclività: per raggiungere<br />
tale scopo si è presa in esame, come area di<br />
studio il bacino del <strong>la</strong>go di Nemi.<br />
Si è costruito, quindi, un modello di rischio<br />
utilizzando un sistema informativo<br />
GIS: in tale sistema sono state inserite e<br />
geo-referenziate le informazioni desunte da<br />
dati satellitari e da diversi livelli cartografi -<br />
ci re<strong>la</strong>tivi al<strong>la</strong> struttura geologica e morfologica<br />
del territorio in esame. I livelli di rischio<br />
vengono restituiti attraverso un indice che<br />
registra <strong>la</strong> vulnerabilità del territorio sul<strong>la</strong><br />
base valutativa dei fenomeni basati sui<br />
connotati geo-morfologici opportunamente<br />
corretti tenendo conto di alcune variabili<br />
pregresse.<br />
Si è e<strong>la</strong>borata una “feature c<strong>la</strong>ss” di<br />
rischio dal<strong>la</strong> quale e’ stata estratta una<br />
“carta di rischio” e si è, poi, confrontato il<br />
modello ottenuto con <strong>la</strong> consistenza edilizia<br />
attuale ed infi ne, in proiezione, si sono va-<br />
Figura 1: L’area del cratere del <strong>la</strong>go di Nemi da modello digitale SARDEM (ESA/ESRIN).<br />
Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 2/2012<br />
lutate le previsioni urbanistiche dei piani<br />
rego<strong>la</strong>tori del comune di Nemi e di Genzano.<br />
La c<strong>la</strong>ssifi cazione dei valori dell’indice in<br />
diversi ranges ha permesso di valutare <strong>la</strong><br />
portata del rischio rispetto al<strong>la</strong> urbanizzazione<br />
del territorio.<br />
PREMESSA<br />
L’azione dell’uomo è molto spesso il primo<br />
motore di un evento dannoso: <strong>la</strong> costruzione<br />
di interi paesi sotto versanti a rischio,<br />
vedi il recente caso di Messina (1) o di interi<br />
quartieri delle città in aree di esondazione,<br />
il disboscamento selvaggio di montagne costituiscono<br />
tutti comportamenti così comuni<br />
che portano a discutere circa l’uso del termine<br />
“naturale” spesso attribuito alle ca<strong>la</strong>mità,<br />
che ormai sempre più spesso colpiscono<br />
il nostro territorio.<br />
<strong>Il</strong> <strong>la</strong>voro propone <strong>la</strong> applicazione di una<br />
metodologia di valutazione del “rischio insediativo”<br />
(2) collegandosi ad un fi lone di<br />
ricerca (3-6) dei fenomeni di interferenza<br />
verso l’integrità eco-sistemica, con partico<strong>la</strong>re<br />
attenzione al consumo di suolo conseguente<br />
all’ espansione territoriale delle aree<br />
urbanizzate.<br />
EMANUELE LORET<br />
Dottore di ricerca in Geoinformazione,<br />
consulente Esa-Esrin<br />
FRANCO MEDICI<br />
Professore di Scienza e Tecnologia dei Materiali,<br />
Dipartimento di Ingegneria Chimica Materiali<br />
e Ambiente, Sapienza Università di Roma<br />
CARLO TESTANA<br />
Dottore di ricerca in Ingegneria Edile Architettura<br />
Come zona di studio si è scelto il bacino<br />
del <strong>la</strong>go di Nemi, dove di recente, nell’ anno<br />
2008 ed ancora nel 2009, si sono verifi cati<br />
fenomeni di dissesto idrogeologico nel<strong>la</strong> conca<br />
del <strong>la</strong>go causati da disboscamento, dal<strong>la</strong><br />
pressione urbanistica ed aggravati da incendi<br />
verifi catesi nel<strong>la</strong> stagione estiva.<br />
L’impatto antropico e una progettazione<br />
non attenta ai fattori di rischio amplificano<br />
i fenomeni spesso aumentandone <strong>la</strong><br />
potenza, rompendo in ogni caso equilibri<br />
che <strong>la</strong> natura ha costruito negli anni secondo<br />
una sua peculiare diversità verso <strong>la</strong><br />
quale troppo spesso non vi è quell’ attenzione<br />
e quel<strong>la</strong> sensibilità capaci di decifrarne<br />
codici e segnali: questa continua azione di<br />
instabilità va ormai analizzata nel contesto<br />
storico-sociale di un paese per studiare un<br />
modello di difesa che possa intervenire sul<br />
concetto di rischio ambientale, cercando di<br />
attenuarlo.<br />
I fattori che intervengono sul “rischio<br />
territoriale” connessi al dissesto idrogeologico<br />
sono di due tipi: il primo “<strong>la</strong> <strong>pericolo</strong>sità<br />
ambientale” riguarda aspetti di<br />
tipo geologico e ambientale, il secondo<br />
riguarda, invece, problematiche connesse