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DISSESTO IDROGEOLOGICO Il pericolo geoidrologico e la ... - Sigea

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220 c) supporto analitico dall’idraulica fluviale<br />

e dal<strong>la</strong> geomorfologia fluviale per ridurre<br />

l’arbitrarietà e offrire vincoli quantitativi<br />

alle molteplici incognite:<br />

• il cardine è l’ipotesi che <strong>la</strong> portata di<br />

bankfull Q B coincida sostanzialmente<br />

con <strong>la</strong> portata efficace Q E, quel<strong>la</strong> cioè<br />

che massimizza il trasporto solido atteso<br />

di fondo, dato che questo è il flusso che,<br />

in media, trasporta <strong>la</strong> maggior quantità<br />

di sedimenti ed è quindi responsabile di<br />

dare <strong>la</strong> forma di equilibrio all’alveo 4;<br />

• re<strong>la</strong>zioni empiriche per stabilire il morfotipo<br />

(distinguendo, in partico<strong>la</strong>re, tra “sinuoso/meandriforme”<br />

e “di transizione”) 5.<br />

• equazioni di bi<strong>la</strong>ncio di massa e di energia<br />

per delineare il profilo del pelo libero<br />

in moto stazionario.<br />

d) Coerenza:<br />

• coerenza geometrico-topografica: l’assetto<br />

previsto deve essere coerente con il<br />

reale profilo del terreno. Questa precisazione<br />

può sembrare banale, ma è invece<br />

estremamente importante 6.<br />

accordo al<strong>la</strong> propria natura diventa più lungo<br />

riducendo così <strong>la</strong> propria pendenza (s); inoltre, se<br />

ha subito un processo di incisione-restringimento,<br />

tenderà a rial<strong>la</strong>rgarsi. Ma, per mantenere una capacità<br />

di trasporto adeguata (e, anzi, incrementar<strong>la</strong><br />

per far fronte all’apporto locale aggiuntivo) deve al<br />

contrario incrementare <strong>la</strong> pendenza, quindi il profi lo<br />

longitudinale si alza facendo “perno” sul<strong>la</strong> soglia a<br />

valle.<br />

4 Matematicamente, questo implica una ricerca<br />

iterativa sul<strong>la</strong> geometria fl uviale (pendenza, <strong>la</strong>rghezza<br />

e profondità di bankfull e <strong>la</strong>rghezza dell’alveo<br />

golenale) in modo da produrre una QB circa uguale<br />

al<strong>la</strong> portata effi cace QE , defi nita come:<br />

QE = arg x(x1, x2, ...xn) [QS (x)*P(x) = max] ,<br />

dove <strong>la</strong> capacità di trasporto solido QS (x) è data da<br />

una formu<strong>la</strong> di trasporto (es. Meyer-Peter-Müller) in<br />

funzione del<strong>la</strong> portata x – mentre P(x) denota <strong>la</strong><br />

probabilità che <strong>la</strong> portata cada nell’x-esimo intervallo<br />

discreto di valori di portata [x1 , x2 ), e può essere<br />

così espresso in termini del tempo di ritorno TR :<br />

P(x1)= [1- 1/TR(x2)] - [1 - 1/TR(x1)] assumendo per<br />

xn , TR(xn+1) = (in pratica, un numero molto alto).<br />

5 Per esempio, Wolman (1957) citata in Lebreton<br />

J.C. (1974).<br />

6 Infatti, se ad esempio per un tratto inciso si<br />

ipotizza il recupero di parte dell’incisione, il nuovo<br />

thalweg verrà a trovarsi ad una quota zb maggiore<br />

del<strong>la</strong> precedente. E’ quindi necessario verifi care che<br />

<strong>la</strong> nuova quota zw del pelo libero (zw = zb + hb , dove<br />

hb è <strong>la</strong> nuova profondità media di bankfull in quel<br />

tratto), non superi <strong>la</strong> quota del piano campagna zC circostante: il pelo libero non può infatti “giacere<br />

nell’aria” in un tratto sprovvisto di arginature; se<br />

ciò avviene, signifi ca che <strong>la</strong> morfologia prevista è<br />

fi sicamente irrealizzabile e deve essere modifi cata<br />

(il caso opposto però – ovvero zw inferiore al piano<br />

campagna – è invece possibile, perché fi umi incisi,<br />

una volta recuperati, tendono a ricreare una pianura<br />

inondabile più contenuta a quota inferiore all’originale).<br />

Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 2/2012<br />

• coerenza di sistema: a rigore, tutti i ragionamenti<br />

e le predizioni sviluppate per<br />

ognuno dei tronchi fluviali dovrebbero essere<br />

verificati nel loro insieme per assicurarne<br />

<strong>la</strong> coerenza. Da un punto di vista<br />

pratico, però, questo è proprio il tipo di<br />

re<strong>la</strong>zioni che solo un modello matematico<br />

(o fisico) può realmente rispettare; “a<br />

mano”, possiamo affrontare solo alcune<br />

delle condizioni.<br />

LA PREDIZIONE MORFOLOGICA IN PRATICA<br />

I passi necessari ad implementare i criteri<br />

di cui sopra sono di seguito descritti. Innanzitutto<br />

si procede all’identifi cazione di tronchi<br />

fl uviali geomorfologicamente omogenei. Successivamente,<br />

per ogni tronco si procede a:<br />

• sviluppare <strong>la</strong> storia del fiume e <strong>la</strong> teoria<br />

interpretativa attraverso un’approfondita<br />

indagine storica<br />

• valutare lo stato attuale di equilibrio (da<br />

confronto di foto aeree recenti ed altro)<br />

• identificare “punti fissi” (es. soglie,<br />

formazioni rocciose, difese longitudinali<br />

rigide,…) presenti nell’Alternativa considerata;<br />

sono gli elementi che bloccano il<br />

letto fluviale in una posizione data verticalmente<br />

o <strong>la</strong>teralmente<br />

• inferire in termini qualitativi, dal<strong>la</strong> teoria<br />

interpretativa e dal<strong>la</strong> valutazione dello<br />

stato di equilibrio, come il tronco fluviale<br />

risponderà all’Alternativa considerata<br />

• ipotizzare come primo tentativo quale<br />

sarà <strong>la</strong> corrispondente morfologia del<br />

bankfull di equilibrio (cioè assegnare un<br />

valore di prima approssimazione a pendenza,<br />

lunghezza o sinuosità, <strong>la</strong>rghezza<br />

e profondità), applicando ragionamenti<br />

meccanicistico-ingegneristici (vedi<br />

esempio)<br />

• (per tronchi puramente alluvionali) applicare<br />

le condizioni analitiche idraulicofluviomorfologiche,<br />

modificando iterativamente<br />

<strong>la</strong> morfologia supposta al passo<br />

precedente, fino a convergere a una soluzione<br />

coerente<br />

• (per tronchi puramente alluvionali e sostanzialmente<br />

privi di opere) verificare<br />

<strong>la</strong> coerenza con le re<strong>la</strong>zioni empiriche, ed<br />

eventualmente modificare <strong>la</strong> morfologia.<br />

Infi ne, al<strong>la</strong> sca<strong>la</strong> di corridoio fl uviale:<br />

• tradurre <strong>la</strong> morfologia predetta in un<br />

tracciato p<strong>la</strong>nimetrico rispettando <strong>la</strong><br />

forma e <strong>la</strong> lunghezza previste e considerando<br />

evidenze geomorfologiche (es.<br />

paleoalvei, zone umide), nonché il fatto<br />

che l’evoluzione del fiume sarà in certa<br />

misura control<strong>la</strong>ta evitando, per quanto<br />

possibile, di interessare insediamenti urbani<br />

e infrastrutture (inserendo protezioni<br />

ad hoc costituite da interventi puntuali<br />

tipicamente di ingegneria naturalistica)<br />

• verificare <strong>la</strong> coerenza topografica e di<br />

sistema ed eventualmente reiterare sul<strong>la</strong><br />

morfologia di ogni tronco e sul tracciato<br />

p<strong>la</strong>nimetrico.<br />

CASO STUDIO<br />

La metodologia descritta è stata applicata<br />

all’intero corso sub-<strong>la</strong>cuale (ca. 70 km) del<br />

fi ume Chiese a valle del <strong>la</strong>go d’Idro (uno dei<br />

<strong>la</strong>ghi pedemontani post g<strong>la</strong>ciali naturali, ma<br />

rego<strong>la</strong>ti da un sistema di paratoie), fi no al<strong>la</strong><br />

sua confl uenza con il fi ume Oglio. La maggior<br />

parte del fi ume scorre in una zona semirurale,<br />

toccando comunque numerosi centri abitati e<br />

insediamenti rurali. Quasi tutto il suo corso è<br />

fortemente artifi cializzato, con <strong>la</strong> presenza di<br />

molteplici imponenti traverse di derivazione<br />

ed estese difese longitudinali e arginature<br />

anche multiple. Per questo fi ume, l’Autorità di<br />

Bacino del Po ha sviluppato da tempo uno Studio<br />

di Fattibilità del<strong>la</strong> sistemazione idraulica<br />

piuttosto dettagliato (AdBPo, 2004, “SdF” in<br />

quanto segue) per defi nire un assetto idraulico<br />

di progetto che include alcuni interventi<br />

parziali di riqualifi cazione (principalmente riforestazione<br />

del corridoio fl uviale e rimozione<br />

di difese obsolete), ma soprattutto numerose<br />

nuove opere di difesa o adeguamenti di quelle<br />

esistenti. Lo scopo dell’applicazione era investigare<br />

se una diversa soluzione di progetto,<br />

con molto meno “cemento nel fi ume”, potesse<br />

condurre a signifi cativi risparmi in investimenti<br />

per le opere da non realizzare (rispetto<br />

allo SdF) e in costi di gestione, manutenzione<br />

e rimpiazzo (nel seguito OMR: Operation,<br />

Maintenance, Rep<strong>la</strong>cement) delle opere che<br />

potrebbero essere dismesse (ma che nello<br />

SdF vengono mantenute), mentre, dall’altro<br />

<strong>la</strong>to, l’incremento di rischio idro-morfologico<br />

corrispondente non subisse incrementi inaccettabili.<br />

Naturalmente, l’idea è che una nuova<br />

soluzione con meno opere implicherebbe<br />

anche un miglioramento dello stato ecologico<br />

complessivo, in accordo con <strong>la</strong> Direttiva Europea<br />

sulle Acque.<br />

A tal fi ne abbiamo defi nito un certo numero<br />

di Alternative di assetto.<br />

ALTERNATIVE CONSIDERATE<br />

Tutte le Alternative sono state defi nite a<br />

partire dall’assetto esistente e dagli interventi<br />

previsti nello SdF. Concretamente, a causa<br />

del notevole sforzo di e<strong>la</strong>borazione e analisi,<br />

abbiamo davvero sviluppato fi no in fondo tre<br />

Alternative:<br />

• ALT_0: rappresenta sostanzialmente lo<br />

stato attuale, integrato da qualche intervento<br />

ritenuto indispensabile dall’Autorità<br />

di bacino del Po, come ad esempio<br />

alcuni rialzi arginali localizzati; si tratta<br />

di una situazione con forti costi OMR<br />

• ALT_SdF: rappresenta <strong>la</strong> soluzione proposta<br />

nello SdF (AdB Po, 2004) che sostan-

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