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DISSESTO IDROGEOLOGICO Il pericolo geoidrologico e la ... - Sigea

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studi. Per tutto questo il PAI prevede in sé il<br />

meccanismo del suo aggiornamento.<br />

Per il bacino del fi ume Tevere si è giunti<br />

già al I° aggiornamento approvato come<br />

progetto nel dicembre 2010 dal Comitato<br />

Istituzionale e ora in fase di osservazione. La<br />

fase delle osservazioni è un appesantimento<br />

dell’ iter di approvazione dell’aggiornamento,<br />

ma necessaria quando si proceda vinco<strong>la</strong>ndo<br />

nuove aree e quindi limitando i diritti dei terzi<br />

che devono poter osservare.<br />

Nel<strong>la</strong> fi gura 6 è rappresentato lo schema<br />

del procedimento per determinare gli aggiornamenti<br />

del Piano sia nel settore idraulico che<br />

in quello geomorfologico.<br />

Nel settore idraulico l’ABT ha studiato il<br />

reticolo principale con modelli di propagazione<br />

del<strong>la</strong> piena e con modelli DEM nonchè<br />

l’assetto complessivo che ne veniva dal<strong>la</strong><br />

connessione tra reticolo secondario e minore.<br />

Nel settore dell’assetto dei versanti è<br />

stato invece individuato un meccanismo di<br />

aggiornamento legato alle segna<strong>la</strong>zioni successive<br />

al<strong>la</strong> redazione del progetto Pai .<br />

IL TRAVAGLIO DELLE COMPETENZE<br />

<strong>Il</strong> d.lgs 152/06 “Norme in materia ambientale”,<br />

in ossequio al<strong>la</strong> Direttiva 2000/60/CE,<br />

introduce nell’ordinamento nazionale il concetto<br />

di Distretto idrografi co (art. 3, comma 1<br />

del<strong>la</strong> Direttiva) quale nuova realtà territoriale<br />

oggetto del<strong>la</strong> pianifi cazione di gestione del<strong>la</strong><br />

risorsa idrica e del<strong>la</strong> pianifi cazione dell’assetto<br />

idrogeologico.<br />

<strong>Il</strong> d.lgs 152/06 prevede all’art. 64, comma<br />

1, <strong>la</strong> ripartizione dell’intero territorio nazionale<br />

in 8 distretti idrografi ci, tra i quali quello<br />

dell’Appennino Centrale, comprendente piu’<br />

bacini idrografi ci .<br />

<strong>Il</strong> distretto idrografi co è defi nito come<br />

“area di terra e di mare, costituita da uno o<br />

più bacini idrografi ci limitrofi e dalle rispettive<br />

acque sotterranee e costiere che costituisce<br />

<strong>la</strong> principale unità per <strong>la</strong> gestione dei<br />

bacini idrografi ci”.<br />

<strong>Il</strong> Distretto idrografi co quale unità di gestione<br />

somma di più bacini perde quindi <strong>la</strong><br />

forte caratterizzazione fi sica come ambito<br />

idrografi co unitario.<br />

<strong>Il</strong> successivo D.Lgs n. 49/10 - “Attuazione<br />

del<strong>la</strong> direttiva 2007/60/CE re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> valutazione<br />

e al<strong>la</strong> gestione dei rischi di alluvioni” -<br />

ha disciplinato, sempre a livello distrettuale,<br />

<strong>la</strong> pianifi cazione di gestione del rischio di alluvione,<br />

prevedendo misure di coordinamento<br />

con <strong>la</strong> disciplina del d. lgs. 152/06.<br />

La pianifi cazione concernente i distretti è<br />

coordinata, nelle more del<strong>la</strong> costituzione del<strong>la</strong><br />

Autorità di bacino distrettuale, dall’Autorità<br />

di bacino di rilievo nazionale in forza del di-<br />

Figura 7 – Evoluzione del<strong>la</strong> pianificazione di bacino<br />

sposto di cui all’art. 4 del d. lgs. 10 dicembre<br />

2010, n. 219 - di concerto con le Regioni - ed<br />

è attualmente artico<strong>la</strong>ta come segue:<br />

• Piano di Gestione del<strong>la</strong> risorsa idrica (entro<br />

il 2009)<br />

• Piano di Gestione del rischio di alluvione<br />

(entro il 2015)<br />

L’unità di riferimento del<strong>la</strong> pianifi cazione<br />

quindi non piu’ il bacino, ma il Distretto (FIG 8).<br />

<strong>Il</strong> territorio del<strong>la</strong> costituenda Autorità di<br />

Distretto Idrografi co dell’ Appennino Centrale,<br />

di cui l’ Autorità di bacino del Tevere fa parte,<br />

si estende su una superfi cie di 35.800 km,<br />

comprendente i seguenti bacini idrografi ci:<br />

1. Tevere - già bacino nazionale;<br />

2. Tronto – già bacino interregionale;<br />

3. Sangro – già bacino interregionale;<br />

4. Bacini dell’Abruzzo – già bacini regionali;<br />

5. Bacini del Lazio – già bacini regionali;<br />

6. Potenza, Chienti, Tenna, ecc., Aso, Menocchia,<br />

Tesino e bacini minori delle Marche<br />

– già bacini regionali.<br />

BACINO IDROGRAFICO<br />

DISTRETTO<br />

(SOMMA DI PIU’ BACINI IDROGRAFICI)<br />

COSA È NECESSARIO FARE, AI FINI DELLA<br />

PIANIFICAZIONE DEL RISCHIO, PER PAS-<br />

SARE DAL BACINO AL DISTRETTO.<br />

Per passare dal bacino al distretto nel<br />

settore del rischio idraulico è necessario:<br />

SALVAGUARDARE IL LAVORO FATTO (20 ANNI DALLA<br />

LEGGE 183 IN POI).<br />

Occorre che <strong>la</strong> pianifi cazione di bacino già<br />

redatta confl uisca nel modo più diretto possibile<br />

nel<strong>la</strong> pianifi cazione di Distretto, l’Italia<br />

ha anticipato le previsioni del<strong>la</strong> CE in questa<br />

materia. In questo settore infatti si era ormai<br />

già raggiunto un buon livello di pianifi cazione,<br />

seppure con qualche problema di effettivo<br />

avvio delle azioni. Esiste ora il rischio di dover<br />

ricominciare, per non aver saputo contrastare<br />

a livello strategico le logiche delle Direttive<br />

che impongono in modo generalizzato ed indistinto<br />

metodologie ed attività da svolgere.<br />

Gli obiettivi indicati dalle Direttive dovevano<br />

trovare sviluppi diversifi cati in ragione<br />

dei diversi contesti (vedere ad esempio il<br />

fi ume Danubio ed una fi umara ca<strong>la</strong>brese…).<br />

SCHEMA EVOLUTIVO DELLA PIANIFICAZIONE DI BACINO<br />

Legge 183/89<br />

per <strong>la</strong> Difesa del Suolo<br />

Piano di bacino Piano di bacino<br />

Piani<br />

Stralcio<br />

Norme comunitarie<br />

Norme nazionali<br />

1989<br />

Piani<br />

Stralcio<br />

Atti di Pianificazione<br />

D.lg.<br />

152/99<br />

Piani di Tute<strong>la</strong><br />

Acque Regionale<br />

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _<br />

Direttiva 2000/60<br />

D.lg. 152/06<br />

Piano di distretto<br />

P.G.A. P.A.I.<br />

Piani<br />

Stralcio<br />

Piani<br />

Stralcio<br />

Piano di distretto<br />

1999<br />

Direttiva 2007/60<br />

D.lg. 49/2010<br />

Piano<br />

Gestione<br />

Alluvione<br />

P.G.AL.<br />

P.G.A. P.A.I. P.G.AL.<br />

Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 2/2012<br />

PIANIFICA COORDINA<br />

Direttiva Uso<br />

del Suolo<br />

?<br />

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