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DISSESTO IDROGEOLOGICO Il pericolo geoidrologico e la ... - Sigea

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Dal Piano di assetto<br />

idrogeologico al Piano di gestione<br />

del rischio di alluvioni ai sensi<br />

del<strong>la</strong> direttiva 2007/60/CE<br />

PREMESSA<br />

<strong>Il</strong> Piano di bacino fu inteso dal<strong>la</strong> legge<br />

183/89 come il principale strumento<br />

dell’azione di pianificazione e programmazione<br />

del bacino idrografico dell’ Autorità<br />

di bacino.<br />

E’ infatti lo strumento di pianifi cazione<br />

e programmazione delle azioni e delle norme<br />

d’uso fi nalizzate al<strong>la</strong> conservazione, al<strong>la</strong><br />

difesa e al<strong>la</strong> valorizzazione del suolo e al<strong>la</strong><br />

corretta utilizzazione delle acque, sul<strong>la</strong> base<br />

delle caratteristiche fi siche e ambientali del<br />

territorio interessato” (legge183/89 art. 17,<br />

comma 1).<br />

<strong>Il</strong> Piano di bacino, secondo le intenzioni<br />

del legis<strong>la</strong>tore, doveva governare il ciclo<br />

dell’acqua con riguardo principale a:<br />

• difesa dalle piene<br />

• difesa dai dissesti<br />

• salvaguardia delle acque dall’inquinamento<br />

• ottimale gestione del<strong>la</strong> risorsa<br />

I contenuti specifi ci e gli obiettivi dei piani<br />

sono defi niti dal<strong>la</strong> legge 183 /89, che rendono<br />

conto del<strong>la</strong> molteplicità e del<strong>la</strong> complessità<br />

delle materie da trattare e del<strong>la</strong> portata innovativa<br />

del piano.<br />

La prima innovazione legis<strong>la</strong>tiva circa i<br />

contenuti del Piano di bacino si ha con il D.Lgs<br />

152 del 1999, in base al quale <strong>la</strong> programmazione<br />

circa <strong>la</strong> salvaguardia delle acque fu<br />

affi data, con <strong>la</strong> redazione dei Piani di Tute<strong>la</strong><br />

delle Acque, alle regioni.<br />

I Piani di assetto idrogeologico, detti<br />

anche P.A.I, discendono direttamente dal<strong>la</strong><br />

legge 183/89, come modifi cata dal<strong>la</strong> legge<br />

493/93, quali Stralci del Piano di Bacino.<br />

I Piani stralcio per il governo dell’assetto<br />

idrogeologico (Fig. 1) furono introdotti<br />

come specifi ci argomenti dal Decreto Sarno<br />

(D.Lgs.180/98) che impose per il 30 giugno<br />

‘99 <strong>la</strong> redazione di partico<strong>la</strong>ri Piani straordinari<br />

che dovevano contenere l’individuazione<br />

e <strong>la</strong> perimetrazione delle aree a maggior rischio<br />

idrogeologico. Detti Piani Straordinari<br />

rimanevano in vigore fi no all’approvazione dei<br />

successivi Piani di Assetto.<br />

La risposta positiva delle Autorità di bacino<br />

(Fig. 2) sul tema del<strong>la</strong> salvaguardia idrogeologica<br />

è senza dubbio positiva; infatti già<br />

nel 2003 tutte le Autorità di bacino nazionali<br />

Figura 1 – I caratteri del<strong>la</strong> prima e<strong>la</strong>borazione del progetto di piano di bacino.<br />

hanno redatto i progetti per i PAI, delineando<br />

i limiti delle aree <strong>pericolo</strong>se e ponendo norme<br />

di utilizzo delle stesse con indicazione delle<br />

opere necessarie al<strong>la</strong> messa in sicurezza.<br />

I Piani di assetto idrogeologico hanno<br />

avuto poi un lungo iter di approvazione per<br />

il tramite delle Conferenze programmatiche<br />

Figura 2 – Le autorità di bacino di rilievo nazionale.<br />

CARLO FERRANTI<br />

Autorità di bacino del Tevere<br />

VALENTINA VITALE<br />

Autorità di bacino del Tevere<br />

convocate dalle Regioni (introdotte dal<strong>la</strong> Legge<br />

267 del ‘98 con il compito di raccogliere le<br />

osservazioni dei privati e degli Enti e di e<strong>la</strong>borare<br />

un conseguente parere).<br />

I PAI, estendendo quanto fatto con lo<br />

strumento emergenziale del Piano Straordinario<br />

PST, si confi gurano quindi come uno<br />

strumento di pianifi cazione specialistica che<br />

ha <strong>la</strong> capacità di incidere profondamente ai<br />

fi ni del<strong>la</strong> tute<strong>la</strong> del territorio, costituendo un<br />

chiaro punto di riferimento anche al fi ne di<br />

indirizzare i soggetti preposti al governo del<br />

territorio verso scelte di programmazione coerenti<br />

con le reali possibilità di trasformazione<br />

del territorio stesso.<br />

I dati di sintesi rilevati dal Ministero Ambiente<br />

mostrano che <strong>la</strong> superfi cie del territorio<br />

italiano a “potenziale rischio idrogeologico<br />

più elevato R4” è pari a oltre 22.000 kmq, di<br />

cui 14.000 per frane, e 8000 kmq per alluvioni.<br />

Si tratta di circa il 10 % del<strong>la</strong> superfi cie<br />

del<strong>la</strong> nazione con circa il 70 % dei comuni<br />

italiani.<br />

Le risorse individuate come necessarie<br />

per <strong>la</strong> messa in sicurezza delle aree a più alto<br />

rischio - le risorse individuate per <strong>la</strong> messa<br />

in sicurezza delle aree a più alto rischio erano<br />

stimate in 10 – 11 miliardi di € mentre<br />

per determinare assetti generali compatibili<br />

Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 2/2012<br />

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