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DISSESTO IDROGEOLOGICO Il pericolo geoidrologico e la ... - Sigea

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Figura 7 – IGM, foto aerea BN 1954-1955. Autorizzazione a scopo di studio, Conc. SMA del 7.4.1970.<br />

sca<strong>la</strong> nazionale, è rappresentata dal<strong>la</strong> accentuata<br />

erosione dei litorali che da alcuni<br />

decenni ha cominciato a manifestarsi creando<br />

seri problemi a manufatti e strutture di<br />

pubblica utilità.<br />

Tali processi rappresentano, ad oggi, l’effetto<br />

più vistoso connesso alle modifi cazioni<br />

geoambientali antropogeniche per <strong>la</strong> piana<br />

costiera e del litorale di Sapri. In questo senso,<br />

le ricerche condotte, confortate anche da<br />

documentazione fotografi ca storica, hanno<br />

evidenziato che durante i primi anni del ‘900<br />

si realizza il massimo utilizzo dei depositi<br />

sabbiosi per usi edifi catori con il completo<br />

smantel<strong>la</strong>mento dei cordoni dunari; con gli<br />

anni ’50 e ’60, si raggiunge il massimo dello<br />

sfruttamento dei settori di spiaggia emersa<br />

con <strong>la</strong> costruzione di insediamenti balneari<br />

e infrastrutture con soluzioni di tipo “rigido”.<br />

La foto aerea del 1955 (Fig. 7) evidenzia<br />

chiaramente l’assenza di strutture antropiche<br />

lungo il ristretto litorale del<strong>la</strong> pocket beach ed<br />

una omogenea e continua distribuzione dei<br />

sedimenti di spiaggia.<br />

Una serie di osservazioni e dati sperimentali<br />

hanno confermato che le correnti<br />

prevalenti lungo costa, all’interno del<strong>la</strong> baia,<br />

alimentate da mareggiate indotte dai venti<br />

regnanti dai settori di SW e SE, risultavano<br />

responsabili dello spostamento dei sedimenti<br />

litoranei, periodicamente ed alternativamente,<br />

in senso orario ed antiorario, soprattutto<br />

in corrispondenza dell’alternarsi delle stagioni<br />

autunnale-invernale e primaverile-estiva.<br />

Questa partico<strong>la</strong>re condizione consentiva un<br />

periodico ed alternato ripascimento naturale<br />

Geologia dell’Ambiente • Supplemento al n. 2/2012<br />

lungo tutto il litorale del<strong>la</strong> baia compensando<br />

eventuali e momentanee mancanze di sedimenti.<br />

La costruzione del molo foraneo del porto<br />

di Sapri al margine orientale, unitamente<br />

al<strong>la</strong> realizzazione di un’altra struttura rigida<br />

radente costruita lungo il litorale all’estremità<br />

occidentale, hanno interferito quindi con quello<br />

che era il principale contributo delle azioni<br />

meteomarine nel ripascimento naturale del<strong>la</strong><br />

spiaggia. <strong>Il</strong> molo di soprafl utto (Fig. 8) ha defi<br />

nitivamente ostaco<strong>la</strong>to le correnti principalmente<br />

provenienti dal settore di SE, rendendo<br />

predominanti quelle provenienti dal settore di<br />

SW. <strong>Il</strong> prevalente spostamento dei sedimenti<br />

litoranei mobilizzabili in senso orario, ha inne-<br />

Figura 8 – La dinamica costiera in presenza del porto e di strutture “rigide” lungo litorale.<br />

scato un sensibile ripascimento dei settori più<br />

orientali del<strong>la</strong> baia (cfr. frecce ad oriente) con<br />

conseguente aggradazione del fondale antistante<br />

(settore evidenziato), protetto dal molo<br />

di sottofl utto del porto, per svariate decine di<br />

metri dal<strong>la</strong> attuale linea di costa.<br />

Contestualmente, <strong>la</strong> struttura radente<br />

realizzata (anni ’50) al margine occidentale<br />

del litorale, sporgendo in quel settore di una<br />

trentina di metri rispetto al<strong>la</strong> linea di battigia,<br />

ha innescato, localmente, un marcato processo<br />

erosivo (Fig. 9) ad est dello stesso, ostaco<strong>la</strong>ndo<br />

il periodico trasporto dei sedimenti<br />

litoranei ed il conseguente ripascimento del<br />

settore costiero.<br />

Proprio questo settore di litorale, in re<strong>la</strong>zione<br />

al<strong>la</strong> profonda erosione ed al<strong>la</strong> marcata<br />

modifi cazione dei fondali, risente dei danni<br />

provocati da eventi meteomarini di eccezionale<br />

intensità che periodicamente si abbattono<br />

sul litorale del Golfo di Policastro.<br />

4. INDIVIDUAZIONE DEI PRINCIPALI FAT-<br />

TORI DI RISCHIO COSTIERO<br />

I fenomeni osservati confermano <strong>la</strong> necessità<br />

di acquisire una adeguata conoscenza<br />

del<strong>la</strong> storia geologica di una spiaggia e delle<br />

tendenze morfoevolutive a supporto delle valutazioni<br />

di rischio geoambientale di aree costiere,<br />

e come, riferendoci al caso partico<strong>la</strong>re, l’erosione<br />

dei litorali, intesi come risorsa geomorfologica,<br />

innescata dai processi di antropizzazione, stia<br />

interferendo in modo marcato con il medesimo<br />

sviluppo urbano ed infrastrutturale, lungo le<br />

aree costiere sempre pìù progressivamente vulnerabili,<br />

sia nel<strong>la</strong> sua attuale distribuzione che<br />

nel<strong>la</strong> sua potenziale evoluzione.<br />

In tal senso, in principali fattori di rischio<br />

geoambientale delle aree costiere indotti da<br />

modifi cazioni naturali e/o antropogeniche,<br />

vengono defi niti in termini di <strong>pericolo</strong>sità e<br />

vulnerabilità, a partire, in questo caso, dal-

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