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SCRITTO MISTO - Coolclub.it

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idicolo motivetto che la distribuzione<br />

<strong>it</strong>aliana aveva utilizzato come sigla per il<br />

suo programma: «Si trasforma in un razzomissile<br />

con circu<strong>it</strong>i di mille valvole…».<br />

Bleah! Roba da far venire il vom<strong>it</strong>o anche<br />

al più intronato degli alieni. Già, gli alieni.<br />

Quanta nostalgia per quegli sfigati aveva<br />

adesso il Grande Mazinga. C’era stato un<br />

tempo in cui il suo nome incuteva rispetto<br />

e maestos<strong>it</strong>à. Mazinga, cazzo! Non quel<br />

cacasotto di suo cugino Mazinga Z, col<br />

quale, per anni, continuavano a scambiarlo,<br />

ma l’unico, il vero Grande Mazinga, flagello<br />

degli invasori extraterrestri e beniamino<br />

delle folle acclamanti. Ricordava con gioia<br />

le copertine su Time e la rubrica di posta<br />

del cuore sul New Yorker, le foto assieme<br />

ai bambini e la grat<strong>it</strong>udine della gente per<br />

strada. Camminava per le vie di Tokyo con<br />

orgoglio, allora.<br />

Poi il governo giapponese aveva cominciato<br />

a porre dei freni. Niente più Pugni-a-Razzo,<br />

potrebbero colpire qualche innocente, e<br />

basta coi Raggi Fotonici, che inquinano<br />

l’ambiente e c’è il protocollo di Kyoto da<br />

rispettare. E poi cos’è tutto ‘sto accanimento<br />

contro le popolazioni provenienti da sistemi<br />

siderali diversi dal nostro? Non vogliamo<br />

mica essere accusati di razzismo, noi, che la<br />

comun<strong>it</strong>à internazionale ci sta col fiato sul<br />

collo! ‘Scolti, sìor Mazinga, perché non si<br />

prende un periodo di riposo, che ormai c’ha<br />

un’età? Tutto spesato, s’intende… Guardi<br />

che la maggior parte dei suoi colleghi sono<br />

in pensione. Non si può andare in giro<br />

a massacrare alieni così, come se niente<br />

fosse. Tenga, contatti questo numero,<br />

la seguiranno con un programma di<br />

riabil<strong>it</strong>azione e poi, magari, potrà cercarsi<br />

un lavoro vero…<br />

Mazinga riconobbe il numero di cellulare<br />

e lo gettò nell’immondizia con rabbia:<br />

era di Gundam, quel montato pieno di<br />

boria mil<strong>it</strong>are. Mai andato a genio, a lui,<br />

quel fighetto tutto armi strategiche e<br />

costellazioni sconosciute.<br />

Assurdo! Per anni aveva fatto baruffa con<br />

le più mostruose creature spaziali per<br />

salvaguardare la pace del pianeta e adesso,<br />

di botto, lo avevano trasformato in una<br />

12 <strong>SCRITTO</strong> <strong>MISTO</strong><br />

specie di psicopatico fascista. Ecco perché,<br />

avvil<strong>it</strong>o e senza speranza, si era fatto<br />

abbindolare da quel venduto di Goldrake.<br />

Depos<strong>it</strong>ò le proprie valigie all’ingresso<br />

e tastò con il palmo metallico della sua<br />

mano il campanello della reception. Sub<strong>it</strong>o<br />

al suo cospetto comparve un inserviente<br />

con la faccia da cane bastonato. Il Grande<br />

Mazinga ebbe un frem<strong>it</strong>o di frustrazione<br />

quando lo riconobbe.<br />

«Megaloman!», esclamò sorpreso, e l’altro<br />

arrossì, chinando verso il pavimento la<br />

faccia luccicante incastonata in una lunga<br />

chioma argentea di capelli sfibrati. «Spero<br />

tu abbia fatto buon viaggio, amico mio…»,<br />

sibilò poi, a voce bassa.<br />

«Ti davano per morto, ormai!», avvertì<br />

Mazinga, mentre una punta d’imbarazzo<br />

ingolfava il suo stupore.<br />

«Ci sono giorni in cui penso che sarebbe molto<br />

meglio così, amico…», rispose sconsolato<br />

Megaloman afferrando le valigie dell’eroe e<br />

issandole con sforzo sulla propria schiena.<br />

Ma il Grande Mazinga, con un gesto fiero e<br />

solidale, lo bloccò per un braccio facendosi<br />

interamente carico del bagaglio. «Lascia<br />

stare», disse, non è assolutamente il caso».<br />

Poi salirono insieme al piano superiore<br />

della pensione.<br />

Quella sera, nella squallida saletta<br />

ristorante, Mazinga mangiò un’impepata<br />

di cozze, un piattone d’orecchiette e<br />

lampascioni e una decine di friselle coi<br />

pomodorini. Poi, fumando come uno<br />

scannato, fece fuori alcune bottiglie<br />

di Prim<strong>it</strong>ivo di Manduria. Quando fu<br />

completamente ciucco, pregò Megaloman<br />

di lasciare la cucina per accomodarsi a<br />

tenergli compagnia. L’altro si liberò in<br />

fretta e furia del grembiule unto e andò a<br />

sedersi col vecchio compagno allungando<br />

sul tavolo una bottiglia di Limoncino a 60<br />

gradi.<br />

«Cazzo, amico… non riesco a crederci di<br />

aver fatto questa fine!», confessò con lo<br />

sguardo ossidrico obnubilato dalle lacrime<br />

il Grande Mazinga. Si sentiva davvero un<br />

rudere alla deriva.

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