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percorso è ormai una bazzecola per me, ce<br />
la posso fare e ne sono consapevole. Il<br />
gradino si avvicina, lo vedo chiaramente<br />
attraverso lo specchio della maschera.<br />
Ormai mi fa paura, mi sembra<br />
insuperabile, come una barriera<br />
immaginaria, ma devo oltrepassarlo e<br />
saprò di avercela fatta. Purtroppo anche la<br />
catena che mi stringe i fianchi risulta<br />
essere inutile. Penso che i miei<br />
stramaledetti polmoni abbiano<br />
immagazzinato tanta di quell’aria che con<br />
un soffio potrei sospingere una<br />
mongolfiera e farle sorvolare i grattacieli<br />
di New York. E dire che, beffa delle beffe!,<br />
sono un fumatore incall<strong>it</strong>o da quando<br />
avevo 16 anni. Ora che ne ho quasi 30<br />
come posso avere ancora dei polmoni così<br />
sani e così capienti? Flipper è ancora su di<br />
me, proprio non può starmi accanto, non<br />
può lim<strong>it</strong>arsi a farmi compagnia: deve<br />
accompagnare la mia discesa, spingermi<br />
verso il fondo, indurmi a toccarlo. Sarà<br />
scocciato, ma non me lo darà a vedere una<br />
volta riemersi, è il suo mestiere. Intanto la<br />
grande parete azzurra della piscina si apre<br />
di fronte a me, completamente sommersa.<br />
I raggi del sole che filtrano attraverso la<br />
superficie si riflettono su di lei, sembra un<br />
muro ricoperto di cristalli, che dovrei<br />
infrangere o contro il quale vorrei andare<br />
a sbattere. Grazie a Flipper procedo<br />
lentamente sfiorando il fondo, ag<strong>it</strong>ando<br />
piano i piedi intrappolati in queste enormi<br />
pinne, che non fanno parte di me. La corsa<br />
è fin<strong>it</strong>a, abbiamo raggiunto l’altro capo<br />
della piscina, ma ha fatto tutto lui, il mio<br />
accompagnatore. Flipper mi inv<strong>it</strong>a a<br />
sedermi e mi si siede accanto, tenendomi<br />
saldamente per un braccio. Siamo qui,<br />
accovacciati a circa cinque metri dall’aria.<br />
Mi fanno male le orecchie e non posso dirlo<br />
a nessuno, non voglio. Flipper mi guarda<br />
attraverso la sua maschera. Forse gli<br />
faccio un po’ pena, forse pensa che sono<br />
uno sfigato, un incapace. Ebbene sì,<br />
signori, faccio fatica a toccare il fondo,<br />
adesso come non mai, in molti sensi.<br />
Faccio fatica a toccare la profond<strong>it</strong>à delle<br />
cose che mi circondano. Negli anni ho<br />
perso quel dono magnifico di interrogarmi<br />
su tutto, di cercare di capire la realtà più<br />
immediata, non necessariamente le grandi<br />
questioni che affliggono il genere umano.<br />
Io vivo in superficie, caro Flipper, non sono<br />
ancora avvezzo agli abissi. Questo vorrei<br />
dirgli. Insegnami il segreto, allora, caro<br />
Flipper, per restare sul fondo, per toccarlo<br />
almeno con le d<strong>it</strong>a. Per restare totalmente<br />
immerso in quest’acqua che a un tratto<br />
non mi sembra più così calda di corpi e di<br />
movimenti e di sole. Perchè vorrei restare<br />
qui, sul fondo di questa vasca, a cercare in<br />
qualche ostrica giocattolo la perla della<br />
mia profond<strong>it</strong>à, la mia essenza perduta.<br />
Vorrei rimanere almeno qualche anno qui<br />
sotto, a med<strong>it</strong>are, novello Buddha, a<br />
prendermi del tempo per rifarmi delle<br />
domande. Ma tu Flipper non hai tempo da<br />
perdere con le mie chiacchiere, tu sei un<br />
uomo di carne, di quelli che hanno poche<br />
solidissime certezze e se le tengono ben<br />
strette. Un uomo da un amore per tutta la<br />
v<strong>it</strong>a, da sesso per procreazione, da lavoro<br />
per passione. Tu non sei complicato come<br />
me. Ora mi esorta a riprendere la marcia,<br />
c’è da rifare il trag<strong>it</strong>to a rebours, spalmati<br />
sul fondo. E’ tempo di risalire, la v<strong>it</strong>a fuori<br />
dall’acqua ci aspetta e noi non siamo di<br />
questo mondo, io meno di lui, poi. Flipper<br />
è stato il mio compagno in questo piccolo<br />
frammento di esistenza, pur non<br />
essendone consapevole mi ha<br />
accompagnato in un breve viaggio dentro<br />
me stesso che forse, senza di lui, senza la<br />
sua presenza casuale, non avrei mai fatto.<br />
Mi tiene la mano e non sa niente di me e<br />
nemmeno immagina quello che mi passa<br />
per la testa. Riemergiamo finalmente,<br />
riprendiamo in mano le redini delle nostre<br />
v<strong>it</strong>e che si sono incrociate ora per<br />
separarsi per sempre. Flipper mi saluta e<br />
prima di accomiatarsi ci tiene a<br />
rammentarmi che ho troppa aria nei<br />
polmoni. Grazie. Non penso che<br />
frequenterò quel corso. Adesso io non ho<br />
fretta, non voglio averne più.<br />
<strong>SCRITTO</strong> <strong>MISTO</strong><br />
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