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SCRITTO MISTO - Coolclub.it

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sempre dover atterrare da un momento all’altro. Nei bagni poi ci sono quei fantastici<br />

lavandini cromati a fontanella, con l’acqua che sgorga miracolosamente in avanti come<br />

uno scaracchio al solo sfiorare del sensore metallico.<br />

Noi ci si entra per rifarsi il trucco. Per l’inganno. Per la perpetuazione della noia e la<br />

possibil<strong>it</strong>à. Soprattutto la domenica mattina presto, quando ci sono i rientri dai lunghi<br />

week end goduriosi e le facce smunte e soddisfatte di chi vive davvero. Noi ci si va<br />

essenzialmente per invidia. Ché tutti hanno posti precisi in cui andare, un appuntamento<br />

e biglietti elettronici e codici a barre e l’ultimo caffè da prendere e l’ impellenza della v<strong>it</strong>a<br />

nelle caviglie. Invece noi l’aeroporto.<br />

(?????)Bastava avere uno zainetto e una trousse per divertirsi un po’. Per noi solo quello:<br />

rossetto, cipria, l’assorbente in bustina e il piglio affilato come un bisturi. Un offuscato<br />

dagherrotipo dell’esistenza altrui.<br />

Oggi la preda è stata una rossa con le efelidi a sacchi.<br />

Rideva davanti alla specchiera e si lavava i denti con un mini spazzolino rosa, di quelli<br />

con il click nel centro. Di certo arrivava, non partiva. Anche lei come molti altri intorno.<br />

Una g<strong>it</strong>a, un regalo. Aveva una specie di vento piatto nei capelli, per cui su un lato erano<br />

schiacciati e gommosi, sull’altro crespi come cespugli di more sparavano verso i neon sul<br />

soff<strong>it</strong>to. Un collo da cigno liscio, liscio e le pupille come palline di un flipper. Per quello<br />

che ne sapevamo poteva essere anche in un viaggio di gruppo: sembrava sfugg<strong>it</strong>a ad<br />

una nuvola gonfia di caciara con l’alone delle voci intorno da poco attut<strong>it</strong>e dalla porta<br />

basculante dei cessi. Magari studenti. Fottutissimi studenti in g<strong>it</strong>a del liceo, con me e<br />

Paola ad osservarli nel nostro popoloso deserto da bassa profumeria.<br />

- Dio, che stanchezza! ( Paola sa essere una splendida attrice, spalanca le braccia e<br />

la bocca rossa e riempie gli specchi, mentre la sua astenia scompare del tutto).<br />

- È stata dura soprattutto per via dell’ultimo scalo, no? ( la scolara ha finalmente<br />

volto lo sguardo assonnato verso il nostro mondo di matrone follemente<br />

interpretative)<br />

- Durissima. Puoi dirlo forte. Hai un Lines, uno normale? Ti spiace? ( Paola resta<br />

con gli occhi dentro la specchiera per non ridere)<br />

- Sì. Eccolo. ( le sono accanto, riflesse parallele; apro la borsa, rovisto sapientemente<br />

e sub<strong>it</strong>o mi spunta tra le d<strong>it</strong>a il complice d’ovatta)<br />

- Sai, ogni mese un fiume. Un dissanguamento.<br />

-<br />

Non dirlo a me. Come da adolescente. U-gua-le. Pure io. Da non credere.<br />

La rossa ragazzina, l’ho visto, ha avuto un blocco da atterraggio scomodo per almeno<br />

cinque minuti. Stava con le gote gonfie, a trattenere un fiato tondo e profumato da<br />

ninfa dei boschi aeroportuali. Così, senza respirare, ha ascoltato tutta la nostra teatrale<br />

conversazione con attenzione. Passando da me a Paola, da Paola a me, con la bocca<br />

socchiusa e muovendo a scatti la testa, i capelli e gli occhi. I suoi occhi. Dio mio, i suoi<br />

occhi. Una parete immacolata i suoi occhi. Più cresceva l’apnea, più le si allargavano gli<br />

occhi. Paola, quando qualcuno la guarda, diventa un toro. Vede rosso, appunto. I suoi occhi<br />

sono così diversi da quelli della ragazzina con lo zaino, hanno un fondo opaco e granuloso.<br />

Senza arte, senza capriccio, senza sesso. Quelli di Paola sono vecchi filtri da cui tutto<br />

sembra essere già passato. Glieli ha tenuti puntati addosso fissi come un archibugio.<br />

La bimbetta boccolosa alla fine s’era persino incapricciata delle nostre storie mestruanti,<br />

secondo me, e io ero arrivata fino a farle una specie di smorfia, spazzolandomi. Poi era<br />

usc<strong>it</strong>a e con lei il suo profumo di borotalco.<br />

-<br />

Sei troppo madre, tu.<br />

Tornando in casa in auto, Paola mi ha rimproverata per quella smorfia che aveva<br />

annacquato la nostra sceneggiata della resistenza. Ma io non me ne pento. La giovinezza<br />

adesso mi fa ridere più che mai.<br />

<strong>SCRITTO</strong> <strong>MISTO</strong><br />

23

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