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lindato che stava a chiudere la via - erano inseguiti dai bianchi e poi<br />
da tutto un corteo urlante come una tribù di apache. Correndo avevo<br />
incontrato Roberto del 32 - il Rozzo di Pirateria e altri che conoscevo<br />
- intenti a raccogliere da terra quello che trovavano - sotto il<br />
consolato americano era scattata una sassaiola - gli sbirri con caschi e<br />
scudi erano avvantaggiati - ma avevano la necessità di ripararsi - non<br />
li potevamo inseguire perché si rintanavano dentro la questura centrale...<br />
Tornando indietro mettevamo le auto in mezzo alla strada per<br />
impedire ai blindati di arrivarci addosso - nel frattempo erano giunti<br />
i conchettari ancora uniti che si portavano dietro tutto il corteo di<br />
cani sciolti...<br />
Era una bellezza vederli in azione - le prime cinque file procedevano<br />
compatte - mentre i tifosi e i motociclisti con i caschi si staccavano<br />
dai cordoni a turno per colpire poliziotti - vetrine e per mettere altre<br />
auto all’imbocco di ogni trasversale... Una tattica che sarebbe piaciuta<br />
persino a quelli che organizzavano gli scontri durante gli anni<br />
settanta... Proprio mentre stavano imboccando piazza della Repubblica<br />
- portando in salvo tutto il resto del corteo - Primo Moroni era<br />
scivolato a terra - ma Robx - un vichingo dei motociclisti di Conchetta<br />
- l’aveva subito raccolto - quasi al volo... Nei pressi della stazione<br />
Centrale - avevo incontrato una volpe del Forte Prenestino che si dirigeva<br />
verso la fermata metrò - lo sentivo urlare - “Scappiamo sotto!<br />
In metropolitana!” - un coro gli aveva risposto - “a’ scemo, te blindano!”.<br />
Di fianco a me un gruppo di compagni veneti tutti bardati imprecavano<br />
contro dio nel loro dialetto slavo... Io nel frattempo avevo<br />
beccato il Bugia della Garbatella con addosso un passamontagna peruviano<br />
coloratissimo - si trascinava appresso a mo’ di clava un tronco<br />
d’albero che aveva strappato in un’aiuola o non so dove... S’era rivolto<br />
a me - “A’ Duka andiamo al capolinea degli autobus e prendiamo<br />
il primo che parte - tanto gli scontri sono finiti - così evitiamo di<br />
continuare a correre con le guardie appresso” - “Va bene” gli avevo<br />
risposto. Stavo salendo sul bus quando la porta mi si era chiusa in<br />
faccia - bussavo convinto che il conducente non si fosse accorto di<br />
noi - invece quello mi guardava e con l’indice mi faceva segno di no<br />
indicandomi il Bugia che aveva addosso ancora il passamontagna e<br />
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