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Di solito a Zurigo si andava con i pullman organizzati - il nostro<br />

gruppetto di veterani del rave aveva fatto un ragionamento sbagliatissimo<br />

- “’Sto pullman lo parano di certo! Dobbiamo trovare un’auto”...<br />

Quindi Manolo il regista si era fatto prestare la Golf Gt dalla<br />

madre - a bordo erano saliti altri tre - Peppe l’avvocato - Massimino<br />

del Forte e poi il solito Luchino... Di notte - alla frontiera - l’ufficio<br />

per comprare il bollino per le autostrade svizzere era chiuso - avremmo<br />

dovuto aspettare lì fino al mattino... Ci siamo buttati in un bar<br />

notturno a Como con dentro certi elementi da sbarco tipici di ogni<br />

posto di frontiera... Guardie finanzieri tossici prostitute papponi camionisti<br />

e contrabbandieri - noi stavamo lì - sconvolti e carichi di<br />

droga - quella che ci era servita per viaggiare stava ormai calando -<br />

quella che avremmo dovuto usare al rave era imboscata alla meglio -<br />

mentre una piccola parte stava superimboscata per il viaggio di ritorno<br />

- pensavamo che in Svizzera le droghe ci sarebbero costate<br />

troppo... Finalmente all’alba riaprì l’ufficio per il bollino - facendo<br />

gli indifferenti tentammo di passare la frontiera in scioltezza... Invece<br />

i doganieri si insospettirono e controllarono i nostri documenti.<br />

Luchino - rosso in faccia - si frugava disperato tutte le tasche... Aveva<br />

tragicamente dimenticato a casa la sua carta d’identità... Provammo<br />

a un’altra frontiera. Niente da fare... Be’ - nel giro di un’ora ci sgommammo<br />

tutti i posti di confine possibili. Forse eravamo già segnalati<br />

sui loro terminali. Ci fermavano - ci chiedevano i documenti - non li<br />

avevamo e non potevamo passare. Dopo il decimo tentativo Luchino<br />

si rassegnò a e tornò indietro da solo. Aveva in quei giorni una fidanzata<br />

a Milano e tempo un’ora sarebbe arrivato da lei - in più proprio<br />

quella mattina trasmettevano alla Rai il nostro film - Batti il tuo<br />

tempo - la storia delle posse a Roma - quello che aveva girato Manolo<br />

con l’aiuto di Nanni Balestrini e Sergio Bianchi - ambientato tra San<br />

Lorenzo - l’università e il Forte Prenestino... Rimasti in quattro imboccammo<br />

la frontiera più vicina - ma ormai la nostra macchina era<br />

sputtanatissima - i doganieri presero i nostri documenti ed entrarono<br />

nel gabbiotto per fare i controlli. Più passava il tempo e più il<br />

down si faceva pesante... I doganieri uscirono infilandosi dei guanti<br />

in lattice... Lì mi sono ricordato che - qualche anno prima - il mio culo<br />

aveva già provato quell’esperienza - sempre qui in Svizzera. Ero<br />

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