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magliette con il faccione baffuto di Zapata e la scritta - “non comprare<br />

pane - compra dinamite!” Avevo visto anche volantini dei<br />

campesinos attacchinati sotto i portici della piazza principale - con il<br />

logo di Emiliano Zapata - pensavo fosse una cosa nostalgica - o un<br />

business per sfruttare l’immagine pop del rivoluzionario messicano -<br />

che per me aveva sempre avuto il volto di Marlon Brando nel film<br />

hollywoodiano. Noi dello zapatismo non ne sapevamo un cazzo...<br />

A Tulum stavamo in una splendida spiaggia - senza palme ma con<br />

enormi piante grasse - la sabbia era di polvere bianca - iguane - barriera<br />

corallina davanti - le rovine maya alle spalle - un mare splendido<br />

- sembrava un paradiso... Esistevano tre campeggi - ma in uno solo<br />

c’erano i letti - dall’infamissimo Don Armando - negli altri due solo<br />

amache. Siccome dormo di pancia e non sopporto le amache - la<br />

scelta del campeggio era obbligata... Da Don Armando becchiamo<br />

un pusher e gli chiediamo della cocaina - visto che di marijuana ne<br />

avevamo un bel cartoccio - e il fungo non si compra ma ti incontra -<br />

come dicono tutti in Messico e lo spiega pure quel bollito di Salvatores<br />

per bocca di Abatantuono... Il pusher fa i soliti giri - va viene -<br />

torna se ne va - ci fa la tarantella - ma alla fine ce la porta e pure molto<br />

buona... La famosa “escaia de pescado” - ne avevamo sentito parlare...<br />

Ci chiede se gli offriamo un tiro - gli diciamo ok... Stavamo per<br />

acchittare in spiaggia - ma lui ci dice che è meglio andare nel nostro<br />

bungalow... Facciamo un grave errore - perché ’sto stronzo - in questa<br />

maniera - ormai sapeva dove stava la nostra capanna... Pippiamo<br />

e ce ne usciamo tutti. Dopo una lunga passeggiata in spiaggia - ormai<br />

era notte - io e Zazà rientriamo a pippare e con la coda dell’occhio<br />

vediamo il pusher che parla con una guardia in borghese... Una<br />

branda d’uomo... Lo stesso che avevamo incontrato la sera prima<br />

nella discoteca di Don Armando - lo stesso che aveva tirato fuori a<br />

Zazà la piastrina argentata - come quella dei soldati - con su scritto<br />

POLICIA FEDERAL e s’era fatto pagare un whisky da noi... Lo stronzo<br />

aveva il grado di tenente - ricordava molto quello del film di Abel<br />

Ferrara - certo lo stile non era quello di Harvey Keitel - ma la fattanza<br />

era uguale. Pippiamo e sentiamo bussare violentemente alla porta<br />

- “Chi è?” - “Polizia!”... Butto il pacchetto della coca sul pavimento<br />

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