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un passo avanti di Roberto Favro - Il Metodo Silva

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Quando siamo in stato <strong>di</strong> veglia, e i nostri sensi sono in piena azione, trasmettono segnali al<br />

cervello che è impegnato in <strong>un</strong> continuo lavoro d’interpretazione.<br />

Allora i ritmi cerebrali si fanno più veloci, le frequenze possono oscillare tra i 14 e i 30 cicli al secondo.<br />

Se siamo in <strong>un</strong>o stato emotivamente agitato, la frequenza può salire fino a 40 e più cicli al secondo.<br />

Queste frequenze veloci Berger le ha chiamate “onde Beta”<br />

(“onde“ perché danno <strong>un</strong> tracciato sinusoidale, guardando il grafico sembra <strong>di</strong> vedere il susseguirsi<br />

delle onde del mare)<br />

Al <strong>di</strong> sotto della frequenza dei 14 cicli al secondo, vengono ancora sud<strong>di</strong>vise in <strong>di</strong>verse categorie.<br />

• Onde Alpha, con frequenza compresa tra i 14 e i 7 cicli al secondo;<br />

• Onde Theta, con frequenza compresa tra i 7 e i 4 cicli al secondo;<br />

• Onde Delta, con frequenza compresa tra 4 e 0 cicli al secondo.<br />

Le <strong>di</strong>verse onde cerebrali sono anche correlate al nostro stato <strong>di</strong> coscienza.<br />

Quando il cervello produce onde Beta, siamo coscienti, o, tanto per intenderci, siamo svegli.<br />

Se siamo agitati la frequenza aumenta, se siamo calmi, <strong>di</strong>minuisce.<br />

Quando il cervello produce onde Alpha, siamo in <strong>un</strong>o stato <strong>di</strong> dormiveglia o <strong>di</strong> sonno leggero.<br />

Quando il cervello produce onde Theta e Delta siamo immersi nel sonno profondo, oppure<br />

siamo anestetizzati per <strong>un</strong>’operazione chirurgica, oppure siamo tramortiti da <strong>un</strong> trauma, oppure<br />

siamo in coma.<br />

Quando il cervello non produce più attività elettrica, siamo al famigerato “elettroencefalogramma<br />

piatto” ovvero la morte clinica.<br />

Nei secoli passati la morte veniva accertata ponendo <strong>un</strong>o specchio d<strong>avanti</strong> alla bocca del morente,<br />

per controllare se cessava <strong>di</strong> respirare; in tempi successivi si auscultava il cuore, per controllare<br />

se cessava <strong>di</strong> battere; oggi si controlla il cervello: si è legalmente morti solamente se<br />

cessa l’attività elettrica dei neuroni.<br />

Passiamo ora a <strong>un</strong> secondo fondamentale argomento:<br />

2 - Gli emisferi cerebrali<br />

Se avete <strong>un</strong>a pur minima nozione <strong>di</strong> anatomia, sapete che il cervello ha <strong>un</strong>a forma molto<br />

strana: assomiglia al gheriglio <strong>di</strong> <strong>un</strong>a noce.<br />

E’ formato da due mezzi – cervelli, che vengono app<strong>un</strong>to chiamati “emisferi” che sono vicini tra<br />

<strong>di</strong> loro, ma separati da <strong>un</strong>a membrana; sono però collegati tra <strong>di</strong> loro me<strong>di</strong>ante <strong>un</strong>a specie <strong>di</strong><br />

cordone nella zona inferiore, chiamato “corpo calloso”, costituito da <strong>un</strong> fascio <strong>di</strong> fibre nervose<br />

che consentono l’interscambio d’informazioni tra i due emisferi cerebrali.<br />

Ciasc<strong>un</strong> emisfero controlla la parte opposta del corpo.<br />

La scoperta fondamentale riguardo ai meccanismi del pensiero proviene dal neurochirurgo stat<strong>un</strong>itense<br />

Roger Sperry (1913 – 1994), premio Nobel per la me<strong>di</strong>cina nel 1981.<br />

Sperry ha portato l’umanità alla scoperta dei segreti della coscienza.<br />

Di fronte a pazienti epilettici incurabili, per bloccare il passaggio delle convulsioni da <strong>un</strong> emisfero<br />

all’altro, effettuò interventi chirurgici <strong>di</strong> rescissione del corpo calloso. In tal modo gli emisferi<br />

non com<strong>un</strong>icavano più tra <strong>di</strong> loro.<br />

I pazienti sopravvivevano, ma lo scienziato dovette constatare che essi venivano <strong>di</strong> fatto a <strong>di</strong>sporre<br />

<strong>di</strong> due cervelli autonomi che si ignoravano a vicenda.<br />

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