un passo avanti di Roberto Favro - Il Metodo Silva
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Capitolo 4: andare a livello<br />
La prima cosa che l’allievo impara è quello che nel nostro gergo chiamiamo “andare a livello”: è<br />
<strong>un</strong> modo spiccio per definire il nuovo stato <strong>di</strong> coscienza <strong>di</strong> cui ci impadroniamo: andare ai livelli<br />
Alpha e Theta in stato <strong>di</strong> perfetta auto-consapevolezza. (andare in Alpha e Theta lo sappiamo<br />
già fare tutti, lo facciamo ogni notte, il guaio è che si dorme).<br />
Questo nostro “andare a livello” è composto <strong>di</strong> tre fattori:<br />
1. Portare il cervello a f<strong>un</strong>zionare ai ritmi “alpha”.<br />
2. Mettere in azione l’emisfero Destro.<br />
3. Portare la nostra personalità maggiormente verso il polo positivo.<br />
Passiamo ora ad analizzare ciasc<strong>un</strong>o <strong>di</strong> questi tre p<strong>un</strong>ti.<br />
P<strong>un</strong>to 1: Portare il cervello a f<strong>un</strong>zionare ai ritmi “alpha”.<br />
È <strong>un</strong>a cosa nuova per noi, dobbiamo “imparare” qualcosa <strong>di</strong> nuovo.<br />
Come si fa a “imparare” qualcosa?<br />
La capacità <strong>di</strong> apprendere a fare cose nuove è <strong>un</strong>a prerogativa <strong>di</strong> tutti gli esseri viventi, sicuramente<br />
tutti gli animali, forse persino anche qualche vegetale.<br />
Avete certamente assistito a spettacoli del circo equestre: ve<strong>di</strong>amo per esempio l’elefante che<br />
si siede su <strong>un</strong>o sgabellone, lo sguardo dell’animale sempre concentrato sul domatore, che tiene<br />
in <strong>un</strong>a mano <strong>un</strong>a frusta, e con l’altra mano, a esercizio concluso, si fruga nella tasca ed estrae<br />
<strong>un</strong>a minuscola nocciolina, che infila nella bocca del bestione.<br />
E questo immenso pachiderma mostra <strong>un</strong>’inusitata gioia per il misero premio.<br />
Altri si servono <strong>di</strong> <strong>un</strong> cane a trovare i preziosi tartufi nascosti profondamente sotto terra:<br />
Affinché impari a trovare il tubero, il cane viene nutrito per <strong>un</strong> certo periodo con cibo cui viene<br />
mescolato <strong>un</strong> po’ <strong>di</strong> tartufo; quando l’animale avrà associato il profumo (qualc<strong>un</strong>o lo chiama<br />
puzza) <strong>di</strong> tartufo con il cibo, viene portato a scorrazzare nei boschi: non appena il suo finissimo<br />
olfatto percepisce quel sentore, il cane si mette a scavare, e alla fine dell’estrazione del tubero<br />
riceverà come premio <strong>un</strong> bocconcino <strong>di</strong> pane, affinché non cessi l’associazione “profumo <strong>di</strong> tartufo<br />
= cibo”<br />
La parola – chiave è “associazione”<br />
Le due cose: cibo e profumo <strong>di</strong> tartufo vengono in<strong>di</strong>ssolubilmente legate tra <strong>di</strong> loro nei circuiti<br />
neuronali del cervello.<br />
Altre volte l’associazione è meno gradevole, il cane da <strong>di</strong>fesa personale deve sedersi imme<strong>di</strong>atamente<br />
al comando del padrone: se non lo fa, sa che riceverà <strong>un</strong>a frustata : l’associazione non<br />
obbe<strong>di</strong>re = frustata è molto meno piacevole che obbe<strong>di</strong>re = premio, ma f<strong>un</strong>ziona altrettanto<br />
bene.<br />
Un famoso, eccezionale artista italiano del Rinascimento, il cui nome è Benvenuto Cellini,<br />
(1500 -1571), ebbe <strong>un</strong>a vita l<strong>un</strong>ga e tumultuosa, finì anche in prigione nel Castel Sant’Angelo<br />
<strong>di</strong> Roma, da cui evase in modo rocambolesco per fuggire in Francia alla corte del re, poi ritornò<br />
in Italia per finire nuovamente in prigione; avventure, passioni, liti erano per lui all’or<strong>di</strong>ne del<br />
giorno.<br />
Vecchio e stanco, scrisse le sue memorie, che sono la piacevole lettura <strong>di</strong> <strong>un</strong>o spaccato della<br />
vita ai tempi del Rinascimento.<br />
Nelle sue memorie riporta <strong>un</strong> episo<strong>di</strong>o accadutogli nell’infanzia: era assieme al padre, e videro<br />
<strong>un</strong>a salamandra nel focolare <strong>di</strong> casa: il padre, che non aveva i mezzi per mandarlo a scuola,<br />
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