un passo avanti di Roberto Favro - Il Metodo Silva
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La scala dell’Evoluzione umana<br />
Riflettiamo sul titolo del libro:<br />
“Evoluzione: <strong>un</strong> <strong>passo</strong> <strong>avanti</strong>”<br />
A qualc<strong>un</strong>o può sfuggire <strong>un</strong> sorrisetto <strong>di</strong> fronte a <strong>un</strong>a tale affermazione: come si fa a sapere<br />
come saremo nel futuro? <strong>Il</strong> futuro è <strong>un</strong> libro ancora tutto da scrivere, conosciamo a malapena<br />
il nostro passato. L’<strong>un</strong>ico dato certo infatti è il passato vicino a noi, poi man mano che ci addentriamo<br />
nel passato più lontano, le cose si fanno in<strong>di</strong>stinte.<br />
Sappiamo che tutto sta mutando, a seguire le teorie <strong>di</strong> Darwin, ma con quale velocità, e in<br />
quale <strong>di</strong>rezione?<br />
Talvolta mi piace immaginare la storia del mio personale DNA, che è scritta in ogni cellula del<br />
mio corpo, da <strong>un</strong>a scheggia <strong>di</strong> capello a <strong>un</strong>a goccia <strong>di</strong> saliva.<br />
Mi piace soffermarmi a pensare quante tribolazioni, sofferenze, avventure, questi miei progenitori<br />
hanno patito pur <strong>di</strong> trasmettere <strong>di</strong> generazione in generazione il prezioso DNA che ha<br />
infine prodotto il sottoscritto.<br />
Come sarà stato il DNA, e l’aspetto, dei miei antenati?<br />
Se vado in<strong>di</strong>etro nel tempo, calcolando che per ogni secolo ci siano state in me<strong>di</strong>a quattro generazioni,<br />
da qui a Gesù Cristo i miei padri riempirebbero <strong>un</strong> pullman turistico da circa 80 posti.<br />
<strong>Il</strong> più antico dentro l’autobus, non credo fosse molto <strong>di</strong>verso da me: forse <strong>un</strong> po’più basso <strong>di</strong><br />
statura, ma non è detto, forse è morto più giovane <strong>di</strong> me, questo è molto più probabile.<br />
E se an<strong>di</strong>amo ancora più in<strong>di</strong>etro, riesco a immaginare 10, 20 mila anni, gli antenati cavernicoli<br />
con la clava e vestiti con la pelliccia, ma poi, se cominciamo a parlare dei primi Homo Sapiens,<br />
dei Cro- Magnon e dei Neanderthal, le cose si fanno già più confuse.<br />
Figuriamoci poi se an<strong>di</strong>amo in<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> milioni <strong>di</strong> anni!<br />
Vi racconto <strong>un</strong> episo<strong>di</strong>o:<br />
Anni fa, vissi <strong>un</strong>o degli eventi più significativi nella vita <strong>di</strong> <strong>un</strong>a persona: <strong>di</strong>ventare padre!<br />
Ricordo l’ansia dell’attesa <strong>di</strong> fronte alla sala parto dove sarebbe nata mia figlia (a quei tempi<br />
non usava che il marito stesse vicino alla partoriente, come invece oggi fanno molti genitori).<br />
Poi la scena classica: gli strilli della neonata, <strong>un</strong> ottimo segnale che è viva e vispa, la mia ansia<br />
<strong>di</strong> farla vedere subito al mio caro amico pe<strong>di</strong>atra che avevo trascinato con me affinché<br />
visitasse subito la bimba e controllasse che tutto era a posto.<br />
Mentre io saltellavo intorno al me<strong>di</strong>co con domande stupide, tipo “conta le <strong>di</strong>ta,” oppure<br />
“ce le ha le orecchie?”, il mio amico mi zittì <strong>di</strong>chiarando perentorio: “E’ molto più importante<br />
fare altre verifiche!”<br />
Con la bimba stesa supina su <strong>un</strong> tavolo, il me<strong>di</strong>co avvicinò le sue <strong>di</strong>ta in<strong>di</strong>ce ai palmi della<br />
mano della neonata, la quale, appena avvertì il contatto, strinse con <strong>un</strong>a presa spasmo<strong>di</strong>ca<br />
le <strong>di</strong>ta, tanto che il me<strong>di</strong>co la sollevò in aria, e la bimba rimase sospesa aggrappata alle <strong>di</strong>ta<br />
del me<strong>di</strong>co!<br />
Io rimasi esterrefatto, per caso non avevo mica messo al mondo <strong>un</strong>a scimmietta, mentre<br />
invece il mio amico si mostrò del tutto sod<strong>di</strong>sfatto: “molto bene, i riflessi primari ci sono:<br />
bisognerebbe anche gettare la bimba in <strong>un</strong>a vasca d’acqua, e controllare se riesce a stare a<br />
galla”.<br />
A questo p<strong>un</strong>to mi <strong>di</strong>chiarai sod<strong>di</strong>sfatto, e lo esentai da ulteriori verifiche.<br />
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