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Capitolato delle Opere Bioedili e Impiantistiche

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1. QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI<br />

<strong>Capitolato</strong> <strong>delle</strong> <strong>Opere</strong> <strong>Bioedili</strong> ed <strong>Impiantistiche</strong><br />

1.1 – MATERIALI IN GENERE – PRESCRIZIONI PARTICOLARI<br />

Nella scelta dei materiali da costruzione è opportuno rivolgersi a materiali naturali che permettano all’edificio<br />

nel suo complesso di respirare e di interagire con l’ambiente esterno. Un materiale per agire beneficamente<br />

sul clima interno di un’abitazione (e quindi sull’uomo) deve avere caratteristiche di porosità, igroscopicità e<br />

traspirabilità. La permeabilità all’aria (traspirabilità) e la capacità di assumere e cedere vapore acqueo<br />

influendo sul microclima abitativo (igroscopicità) sono legate entrambe alla porosità del materiale. Al fine di<br />

realizzare interventi edilizi ecocompatibili è essenziale che i materiali siano reperibili in loco: per ridurre i<br />

consumi energetici connessi al trasporto, per valorizzare la tradizione e l’esperienza dell’industria e<br />

dell’artigianato locali, per salvaguardare aspetti formali e materici caratterizzanti l’identità e l’immagine d’ogni<br />

particolare ambiente urbano.<br />

1.2 – INERTI<br />

Sabbia, ghiaia e pietrisco, pomice, perlite, vermiculite, argilla espansa, pozzolana, coccio pesto, cenere,<br />

cereali, sabbia di cemento triturato, terra di recupero, pietre naturali e marmi.<br />

Inerti ed aggregati - In base al D. M. 9 gennaio 1996, Allegato I, gli inerti, naturali o di frantumazione, devono<br />

essere costituiti da elementi non gelivi e non friabili, privi di sostanze organiche, limose ed argillose, di<br />

gesso, ecc., in proporzioni nocive all’indurimento del conglomerato od alla conservazione <strong>delle</strong> armature.<br />

Tra le caratteristiche chimico-fisiche degli aggregati occorre considerare anche il contenuto percentuale di<br />

acqua, per una corretta definizione del rapporto a/c, ed i valori di peso specifico assoluto per il calcolo della<br />

miscela d’impasto. La granulometria inoltre dovrà essere studiata scegliendo il diametro massimo in funzione<br />

della sezione minima del getto, della distanza minima tra i ferri d’armatura e dello spessore del copriferro.<br />

La ghiaia o il pietrisco devono avere dimensioni massime commisurate alle caratteristiche geometriche della<br />

carpenteria del getto ed all’ingombro <strong>delle</strong> armature.<br />

Gli inerti normali sono, solitamente, forniti sciolti; quelli speciali possono essere forniti sciolti, in sacchi o in<br />

autocisterne. Entrambi vengono misurati a metro cubo di materiale assestato su automezzi per forniture di<br />

un certo rilievo, oppure a secchie, di capacità convenzionale pari ad 1/100 di metro cubo nel caso di minimi<br />

quantitativi.<br />

1.2.1 – INERTI MINERALI<br />

Sabbia<br />

Le ghiaie, i pietrischi e la sabbia da impiegarsi nella formazione dei calcestruzzi, dovranno avere le qualità<br />

stabilite dal R. decreti n. 2228 e 2229, in data 16 novembre 1939, per i leganti idraulici e per i conglomerati<br />

cementizi semplici od armati. In base al suddetto decreto, la sabbia naturale o artificiale dovrà risultare bene<br />

assortita in grossezza, sarà pulitissima, non avrà tracce di sali, di sostanze terrose, limacciose, fibre<br />

organiche, sostanze friabili in genere e sarà costituita di grani resistenti, non provenienti da roccia<br />

decomposta o gessosa.<br />

Essa non deve contenere materie organiche, melmose o comunque dannose; deve essere lavata ad una o<br />

più riprese con acqua dolce, qualora ciò sia necessario, per eliminare materie nocive e sostanze eterogenee.<br />

La sabbia maggiormente usata in edilizia, particolarmente nel caso degli intonaci, è la sabbia proveniente<br />

dalle cave oppure ricavata dal letto dei fiumi o dai laghi purché sia adeguatamente lavata e priva di calcari<br />

teneri in modo da evitare possibili inconvenienti, come fessurazioni e fioriture.<br />

Si può inoltre reperire la sabbia sotto la superficie del suolo, a diverse profondità, in banchi di vario spessore,<br />

depositata da remote alluvioni. Per quanto riguarda la sabbia proveniente dalla frantumazione di rocce,<br />

prima dell’impiego deve essere sottoposta a lavaggio poiché esce dai frantoi mista a una finissima polvere di<br />

roccia che deve essere eliminata, altrimenti riempirebbe gli spazi che devono essere occupati dal legante e<br />

renderebbe la malta meno resistente. “La sabbia risulta sufficientemente pulita se, stropicciandola con le<br />

mani, i granelli non rimangono appiccicati e non lasciano residui terrosi sul palmo della mano oppure se,<br />

immergendo la sabbia di prova in un bicchiere pieno d’acqua, questa non si intorbida rapidamente né<br />

l’intorbidimento si mantiene a lungo.<br />

La sabbia dovrà essere costituita da grani di dimensioni tali da passare attraverso un setaccio con maglie<br />

circolari del diametro di mm 2 per murature in genere e del diametro di mm 1 per gli intonaci e murature di<br />

paramano od in pietra da taglio. L’accettabilità della sabbia verrà definita con i criteri in dicati nell’allegato 1<br />

del d. M. 3 giugno 1968, nell’allegato 1, punto 2 del D. M. 27 luglio 1985.<br />

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