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18 15 Settembre 2008<br />
ISOLA NOSTRA<br />
Estate 2007 – Inaugurazione della mostra personale di Donatella<br />
Bartoli (a sinistra) presso Villa Cattaneo a San Quirino (Porde<strong>non</strong>e).<br />
Con lei la prof. Daniela Mugittu, a cui si deve il catalogo “Donatella<br />
Bartoli – Pittura poetica e poesia pittorica”<br />
Daniela Mugittu<br />
Daniela Mugittu, figlia di Giovanni<br />
e dell’isolana Antonietta<br />
Bergamasco, nasce a Trieste<br />
dove si laurea in Lettere<br />
presso la locale Università<br />
discutendo la tesi Il linguaggio<br />
pittorico di P. Marussig, V.<br />
Bolaffio, A. Nathan in rapporto<br />
al Postimpressionismo francese,<br />
lavoro di ricerca critica<br />
successivamente pubblicato<br />
dall’“Archeografo Triestino”.<br />
All’Università di Siena si<br />
specializza in Archeologia e<br />
Storia dell’Arte discutendo<br />
con il prof. Enrico Crispolti<br />
la tesi Bruno Croatto (1875-<br />
1948): un pittore fra Trieste<br />
e Roma. Frequenta i Corsi di<br />
Alta Formazione in Gestione<br />
e Comunicazione dei Beni<br />
Culturali della Scuola Normale<br />
Superiore di Pisa, i seminari<br />
dell’Istituto Italiano per gli<br />
Studi Filosofici di Napoli e della<br />
Fondazione Giorgio Cini di<br />
Venezia. Possiede la qualifica<br />
post-lauream di guida didattica<br />
museale. Dal 1996 al 2000<br />
collabora con i Civici Musei<br />
di Storia ed Arte di Trieste.<br />
Nel 1999 partecipa alla realizzazione<br />
del catalogo-mostra I<br />
Sartorio. L’arte del dono. Nel<br />
2000 pubblica la monografia<br />
Bruno Croatto, edita dalla<br />
Fondazione CRTrieste. Annovera<br />
diverse pubblicazioni<br />
e interventi critici sui pittori<br />
triestini vissuti a cavallo fra<br />
’800 e ’900. Dal 2002 segue<br />
l’attività pittorica dell’artista di<br />
origini istriane Donatella Bartoli,<br />
proponendone una chiave<br />
di lettura in diversi contesti<br />
culturali cittadini.<br />
Abilitata all’insegnamento è<br />
docente di materie letterarie<br />
nella scuola secondaria.<br />
Il Carso e l'Istria<br />
Daniela Mugittu<br />
Nel mese di maggio ho<br />
avuto il piacere di pubblicare<br />
per i tipi delle<br />
edizioni “Parnaso” di Trieste<br />
il catalogo Donatella Bartoli.<br />
Pittura poetica e poesia pittorica.<br />
Si tratta di una presentazione<br />
critica dell’opera di una giovane<br />
artista, triestina di nascita<br />
ma di salde origini istriane.<br />
Condensare in poche righe<br />
l’attività di Donatella Bartoli<br />
è piuttosto arduo perché la sua<br />
produzione, iniziata attraverso<br />
le prime mostre collettive, ha<br />
conosciuto una costante evoluzione<br />
nel progressivo dominio<br />
del “mestiere” ossia del fare<br />
arte e promette, per il futuro,<br />
nuovi e interessanti sviluppi.<br />
La Bartoli è partecipe della<br />
scena culturale triestina già da<br />
diversi anni e, precisamente,<br />
dal 1998 quando frequenta i<br />
corsi della Libera Scuola di Figura<br />
“Nino Perizi”, dove affina<br />
la propria vocazione verso la<br />
tavolozza dei colori.<br />
La sua fervida attività nasce<br />
anche grazie alla spinta determinata<br />
dalle segnalazioni in<br />
vari concorsi di pittura e grafica<br />
fra le quali emerge nel 2000 il<br />
“Concorso Nazionale di pittura,<br />
grafica e arti visive” bandito dal<br />
mensile “Arte” della editoriale<br />
Giorgio Mondadori. In quell’occasione<br />
il curatore Enzo<br />
Fabiani fornisce all’interno<br />
del relativo catalogo una breve<br />
scheda critica sul quadro ivi<br />
pubblicato Fioriscono pietre<br />
(2001), una tela dove si ravvisavano<br />
lontane reminescenze<br />
cézanniane, piegate tuttavia ad<br />
una decisa volontà di trovare<br />
una propria matrice stilistica.<br />
Questa singolare attitudine<br />
prende poi corpo attraverso<br />
la partecipazione a numerosi<br />
eventi collettivi di ambito <strong>non</strong><br />
solo regionale e nazionale - in<br />
quanto ha esposto a Roma, Bologna,<br />
Padova, Ancona, Amalfi,<br />
Benevento, Caserta, Taormina<br />
solo per citare alcune importanti<br />
città italiane… - ma anche di<br />
respiro internazionale. Corposo<br />
è infatti il suo curriculum, basti<br />
ricordare le sue presenze presso<br />
gallerie e spazi espositivi di<br />
Slovenia, Austria, Croazia e<br />
Finlandia.<br />
Un suo dipinto raffigurante<br />
la Baia di Sistiana è stato esposto<br />
e pubblicato sul relativo<br />
catalogo (la cui prefazione è<br />
firmata dal Ministro francese<br />
della Cultura e della Comunicazione)<br />
della 115ª mostra organizzata<br />
nello storico “Salon des<br />
Artistes Indépendants”, presso<br />
l’Espace Auteuil di Parigi.<br />
I soggetti affrontati vertono<br />
per lo più sul paesaggio carsico<br />
e istriano con peculiare<br />
riferimento a Grisignana, <strong>non</strong><br />
mancano comunque studi di figura<br />
con particolare attenzione<br />
al nudo <strong>non</strong>ché incursioni nel<br />
tema della musica con l’omaggio<br />
a Mozart, anche se per il<br />
momento il dato naturalistico<br />
predomina sull’analisi del corpo<br />
umano.<br />
La prima personale risale al<br />
febbraio 2002 allorché presenta<br />
nelle sale di Palazzo Galatti -<br />
con il patrocinio della Provincia<br />
di Trieste e alla presenza dell’Assessore<br />
alla Cultura Guido<br />
Galetto - una scelta di vedute<br />
ispirate alla realtà locale.<br />
In quella sede si poteva<br />
constatare la primigenia radice<br />
postimpressionista, riscontrabile<br />
nell’adozione della tecnica<br />
a cellette, ossia nella giustapposizione<br />
di toppe di colore.<br />
Tuttavia a questa maniera se<br />
ne affiancava un’altra, indubbiamente<br />
più nuova e genuina,<br />
mediata dall’apporto originale<br />
di un segno filamentoso che,<br />
seguendo il naturale sviluppo di<br />
forme vegetali o minerali, dava<br />
origine a complesse matasse<br />
di colore, quasi delle circonvoluzioni<br />
che si stratificavano<br />
l’una sull’altra con uno strano<br />
effetto di accentuata bidimensionalità.<br />
Sulla base di quest’ultimo<br />
spunto è maturata la seconda<br />
personale intitolata Le fascinazioni<br />
carsiche di Donatella<br />
Bartoli, tenutasi nell’ottobre<br />
2003 nella sede dell’agenzia del<br />
Lloyd Adriatico Bossi e Viatori.<br />
I dipinti esposti erano anch’essi<br />
intimamente legati alla dimensione<br />
carsica con potenziali<br />
proiezioni più astratizzanti.<br />
Restando al 2003, parallelamente<br />
alla produzione pittorica<br />
si affianca quella poetica,<br />
una produzione che, rimasta<br />
silente per un lungo periodo, si