CONNESSIONI LEGGENDARIE - Domenico Quaranta
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Mongrel Project<br />
National Heritage<br />
1995<br />
Mongrel è un collettivo<br />
londinese (nel gruppo base ci<br />
sono Graham Harwood,<br />
Matsuko Yokokoji, Richard<br />
Pierre-Davis) che applica la cultura<br />
di strada alla produzione di<br />
software e hardware<br />
“culturalmente posizionati”, che<br />
tengono cioè in considerazione<br />
condizioni e bisogni sociali che<br />
vengono normalmente omessi<br />
nella produzione dei software<br />
commerciali.<br />
National Heritage impegna il<br />
gruppo tra il 1995 e il 1998<br />
coinvolgendo decine di amici e<br />
conoscenti che decidono di<br />
“mettere in comune le loro<br />
pelli”. Nell’ambiente multiculturale<br />
londinese le pelli sono caraibiche,<br />
africane, giapponesi, nordeuropee,<br />
britanniche.<br />
Digitalizzando e sovrapponendo<br />
circa cento foto-ritratto, il gruppo<br />
elabora otto prototipi umani, in<br />
cui ognuno può riconoscere una<br />
parte del proprio volto. Gli otto<br />
prototipi emulano quattro razze,<br />
classificate in base al colore della<br />
pelle: bianco, nero, giallo e<br />
marrone. Su di essi viene cucita<br />
una maschera nera.<br />
22<br />
Il logo e il titolo del progetto<br />
sono una parodia del<br />
Department of National<br />
Heritage, istituito da John Major<br />
(e sostituito nel 1997 da quello<br />
della Cultura dei Media e dello<br />
Sport). Un dipartimento che<br />
secondo gli autori distribuiva “il<br />
76% dei fondi per l’arte a persone<br />
di reddito medio-alto”,<br />
seguendo dei metodi di<br />
classificazione socio-culturale in<br />
cui si legge in controluce la vera<br />
eredità nazionale dell’Impero Britannico.<br />
Mongrel parodia questi metodi<br />
classificatori producendo un<br />
poster cartaceo e un CD-rom<br />
interattivo, in cui è possibile<br />
scorrere gli otto prototipi con il<br />
mouse e ascoltare le loro storie<br />
di “mongrel” (di persone di<br />
razza ibrida e “bastarda”). Ogni<br />
volta che l’utente clicca, il volto<br />
viene colpito da uno sputo; se<br />
teniamo il tasto del mouse<br />
premuto, il viso si contrae e si<br />
espande, come se fosse sotto<br />
pressione. Costringendolo ad<br />
abusare dell’immagine, National<br />
Heritage invita l’utente a non<br />
considerare questa griglia<br />
interpretativa come qualcosa<br />
di separato da sé.<br />
[Marco Deseriis]