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CONNESSIONI LEGGENDARIE - Domenico Quaranta

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Epilogo<br />

<strong>Domenico</strong> <strong>Quaranta</strong><br />

Avvisi ai naviganti<br />

Invito alla lettura e alla navigazione<br />

Come nota Amy Alexander in una intervista a se stessa – plagiando a sua volta una discussione tra Olia<br />

Lialina e Josephine Bosma – la storia della net.art si costruisce con le interviste. Le interviste – assieme<br />

ai proclami e alle discussioni – conservate in archivi online come Nettime (www.nettime.org), Rhizome<br />

(http://www.rhizome.org), The Thing (http://www.thething.net), Telepolis (http://www.telepolis.de),<br />

Metamute (http://www.metamute.com). Magazine e mailing list come queste consentono a chiunque un<br />

accesso immediato, ma disordinato, ai materiali grezzi della leggenda. Tilman Baumgaertel – assieme a<br />

Josephine Bosma, uno dei più accaniti intervistatori della fase “eroica” – ha raccolto quasi tutte le sue<br />

interviste, in inglese e tedesco, in due bei volumi: T. BAUMGAERTEL (a cura di), net.art - Materialien zur<br />

Netzkunst, Verlag für moderne Kunst, Nürnberg 1999; T. BAUMGAERTEL (a cura di), net.art 2.0. - Neue<br />

Materialien zur Netzkunst / New Materials towards Net Art, Institut für moderne Kunst, Nürnberg 2002.<br />

La stessa Nettime ha provveduto a pubblicare in forma cartacea una succulenta antologia, e un bel<br />

compendio è offerto dal catalogo del padiglione sloveno della Biennale di Venezia del 2001: A. FONDA (a<br />

cura di), Absolute One. Vuk Cosic, Tadej Pogacar, 0100101110101101.ORG, Venezia, 2001: che è anche una<br />

storica testimonianza di un momento decisivo della net.art, il suo approdo, appunto, alla Biennale veneziana.<br />

In italiano, alcune di queste risorse sono state rese disponibili in ottima traduzione sul sito di d-i-n-a<br />

(digital-is-not-analog, http://www.d-i-n-a.net), mentre alcune riviste – come Neural (http://www.neural.it),<br />

The Thing Italia (http://www.thething.it), Random (http://www.random-magazine.net) e Exiwebart<br />

(http://www.exibart.it) si sono impegnate a divulgare la net.art attraverso articoli e recensioni.<br />

Per chi nutra una (imperdonabile) attrazione per la carta stampata, e senta il (perdonabile) bisogno di un<br />

filtro che tolga la pula a tutto questo materiale, o di una mappa che lo aiuti ad orientarsi, si consigliano<br />

alcune pubblicazioni: con l’avvertenza che i filtri hanno maglie molto diverse, e che le mappe sono più<br />

simili a portolani quattrocenteschi che a riprese satellitari. Per il lettore italiano, M. DESERIIS e G.<br />

MARANO, Net.art. L’arte della connessione, Shake, Milano 2003 (scaricabile in pdf da www.thething.it)<br />

resta la lettura fondamentale: dettagliata nella ricostruzione, mitopoietica nello stile, piacevolmente<br />

partigiana nell’approccio, è la versione ufficiale della leggenda. D. QUARANTA, Net art 1994 - 1998. La<br />

vicenda di Ada’web, Vita e Pensiero, Milano 2004 ne costituisce un utile complemento, per la<br />

ricostruzione paziente di alcuni dibattiti che hanno scosso Nettime e per il modo con cui fa cozzare la<br />

net.art europea con l’approccio americano all’arte in rete. Per il resto, essendone l’autore, non posso che<br />

dirne male. Al corposo volume di Tommaso Tozzi e Arturo di Corinto sull’hacktivism (A. DI CORINTO, T.<br />

TOZZI, Hacktivism. La libertà nelle maglie della Rete, Manifestolibri, Roma 2002, scaricabile anche dal<br />

server www.ecn.org), si consiglia di affiancare, almeno, G. MEIKLE, Disobbedienza civile elettronica,<br />

recentemente (2004) tradotto da Apogeo. Il libro di Meikle, che in inglese si chiama Future Active, in italiano<br />

ruba il titolo a un fondamentale pamphlet del CAE (CRITICAL ART ENSEMBLE): Disobbedienza civile<br />

elettronica ed altre idee impopolari: come sopravvivere e resistere nella società del controllo, Roma,<br />

Castelvecchi 1998 (in inglese, così come tutti i libri del CAE, Electronic Civil Disobedience può essere scaricato<br />

dal loro sito in un elegante formato .pdf). Restando in ambito di media attivismo, sempre Castelvecchi<br />

ha pubblicato un racconto avvincente, e dettagliatissimo, del Digital Hijack: una di quelle chicche che<br />

meritano veramente una capatina nel remainder più vicino (ETOY, Cyberterrorismo. Come si organizza un<br />

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