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CONNESSIONI LEGGENDARIE - Domenico Quaranta

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Jaromil<br />

Hasciicam<br />

2000<br />

Hasciicam è un modo radicale<br />

per trasferire il segnale video in<br />

condizioni estreme. Nell’euforia<br />

delle superconnessioni a banda<br />

extra-large, Jaromil rema<br />

controcorrente: basterebbe<br />

infatti un vecchio modem trovato<br />

nella spazzatura per spedire<br />

in rete, in tempo reale, il video<br />

prodotto da Hasciicam. Per<br />

ASCII si intendono i 256<br />

caratteri di testo che utilizziamo<br />

quotidianamente per scrivere,<br />

caratteri che con Hasciicam<br />

diventano immagini in<br />

movimento. L’effetto è sempre<br />

straniante.<br />

La bassa definizione dell’immagine-carattere<br />

ne favorisce la<br />

trasmissione in rete senza congestioni<br />

di banda. È questa la<br />

ragione principale da cui nasce<br />

l’Hasciicam. Da buon<br />

‘smanettone’, Jaromil rimane<br />

fedele ai principi dell’etica<br />

hacker, che considera la risorsa<br />

di banda un bene prezioso, di<br />

cui non si deve abusare.<br />

[Luca Lampo]<br />

44<br />

Eldar Karhalev e Ivan Khimin<br />

Screen Saver<br />

2001<br />

Presentato nel maggio<br />

2002 al festival Readme<br />

1.2 di Mosca, Screen<br />

Saver è la dimostrazione<br />

che un software, per<br />

essere tale, non deve<br />

necessariamente essere<br />

scritto con il linguaggio di<br />

programmazione. Se per<br />

software si intende un<br />

testo scritto in un<br />

linguaggio formale limitato,<br />

anche le istruzioni per<br />

configurare un banale salvaschermo<br />

di Windows<br />

possono essere considerate<br />

tali. L’effetto ottenuto<br />

dall’utente che le segue è<br />

un rettangolone che si<br />

sposta lentamente lungo<br />

l’asse orizzontale dello<br />

schermo del computer.<br />

Lo si potrebbe considerare<br />

un quadrato nero<br />

digitale (il riferimento a<br />

Casimir Malevic v<br />

è evidente,<br />

vista anche la nazionalità<br />

dei due autori), ma<br />

l’operazione è ancora più<br />

interessante se la si<br />

legge con le lenti della<br />

giuria del festival di<br />

Mosca, che gli ha<br />

assegnato una menzione<br />

speciale:<br />

“Da un lato [Screen<br />

Saver] dimostra che la<br />

software art può essere<br />

post- o meta-software.<br />

Invece di essere compilata<br />

da zero, manipola i<br />

software esistenti,<br />

rovesciandoli senza grandi<br />

sofismi tecnici.<br />

Dall’altro le istruzioni<br />

formali per la<br />

‘malconfigurazione’ del<br />

software sono di per sé<br />

un codice… In un’era di<br />

sovrabbondanza del codice,<br />

grazie ai pc e a<br />

Internet, la software art<br />

non ha più bisogno di<br />

algoritmi di progettazione<br />

originali, ma può essere<br />

disassemblaggio,<br />

contaminazione e<br />

miglioria di codice trovato<br />

nello spazio pubblico.”<br />

[Marco Deseriis]<br />

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