Periodico della Comunità Parrocchiale di Coccaglio - Anno 2003, n° 4
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CHIESE CRISTIANE<br />
CANTERBURY E LE SUE SORELLE<br />
“Riflettere ecumenicamente sui "compagni <strong>di</strong> viaggio"<br />
significa innanzitutto approfon<strong>di</strong>re la conoscenza reciproca”.<br />
Questi ‘compagni <strong>di</strong> viaggio’ sono i cristiani,<br />
come noi battezzati nel nome <strong>della</strong> Trinità eterna e beata.<br />
L’affermazione è <strong>di</strong> p. Enzo Bianchi, priore <strong>della</strong><br />
<strong>Comunità</strong> <strong>di</strong> Bose, che da qualche tempo ha avviato un<br />
rapporto <strong>di</strong> collaborazione con la rivista missionaria<br />
“Mondo e Missione”, del Pime (Pontificio Istituto<br />
Missioni Estere). Andremo, talvolta, a pescare qualche<br />
riga tra questi suoi scritti, efficaci e sintentici.<br />
Un n po’ <strong>di</strong> storia storia<br />
La prima delle Chiese o <strong>Comunità</strong> Ecclesiali (una volta o<br />
l’altra spiegheremo che <strong>di</strong>fferenza c’è tra queste due<br />
espressioni) <strong>di</strong> cui parliamo è la COMUNIONE ANGLICANA,<br />
“forse – scrive p. Bianchi - la Chiesa storica meno conosciuta<br />
dai cattolici italiani”.<br />
Essa sorse nella prima metà del XVI secolo come ‘Chiesa<br />
d’Inghilterra’, a seguito <strong>della</strong> rottura tra il re Enrico VIII e<br />
la Chiesa <strong>di</strong> Roma. Il nome giusto da usare è quello <strong>di</strong><br />
"scisma"; infatti, Enrico VIII si limitò ad operare una<br />
separazione giuri<strong>di</strong>co – amministrativa, una sorta <strong>di</strong> devolution<br />
antiromana, ma non toccò né la dottrina né la liturgia;<br />
quest’ultima, infatti, è ancora molto simile a quella<br />
latina. Sappiamo che occasione <strong>di</strong> questa separazione<br />
furono le pretese del rude monarca inglese <strong>di</strong> annullare il<br />
matrimonio con la precedente moglie, Caterina<br />
d’Aragona, la prima delle sue cinque mogli, dalla quale<br />
non riusciva ad avere quell’erede maschio, che invano si<br />
sarebbe aspettato <strong>di</strong> ottenere da Anna Bolena. Sebbene<br />
Donizetti, nella sua omonima opera del 1830, riesca a<br />
farci guardare costei con occhi <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a, rimane il<br />
fatto che una spaccatura gravissima nella Chiesa fu in<br />
parte favorita dall’ambizione al trono <strong>di</strong> questa malcapitata<br />
e sfortunata regina.<br />
Solo in un secondo momento, con Elisabetta e con<br />
Edoardo VI, si ha l’assunzione <strong>di</strong> molte istanze <strong>della</strong><br />
Riforma protestante, dovuta alla penetrazione del<br />
Calvinismo; è a questo punto che si giunge alle prime<br />
‘confessioni <strong>di</strong> fede’ ormai <strong>di</strong>verse da quella tra<strong>di</strong>zionale<br />
39<br />
romana: allo scisma, per sé sanabile, si aggiunge quella<br />
che, dal punto <strong>di</strong> vista <strong>di</strong> Roma, è l’eresia; in questo modo<br />
le cose si complicano.<br />
Il vezzo <strong>di</strong> risolvere i problemi a suon <strong>di</strong> spade e <strong>di</strong> caricare<br />
<strong>di</strong> significato politico i fatti religiosi, fa in modo che il<br />
XVI secolo sia percorso da lotte sanguinose che provocheranno<br />
numerosissime vittime, sia da parte anglicana<br />
che da parte cattolica; nemmeno i cancellieri del regno, i<br />
vescovi, i regnanti saranno risparmiati: si pensi a<br />
Tommaso Moro (Thomas More), John Fischer, Thomas<br />
Cranmer, Thomas Campion e a Maria Stuarda <strong>di</strong> Scozia<br />
(Mary Stuart).<br />
Nascono il Book of Common Prayer (Libro <strong>della</strong> preghiera<br />
comune) e i 39 articoli <strong>di</strong> fede, testi base che costituiscono<br />
ancora oggi il nucleo dottrinale delle Chiese anglicaneepiscopaliane<br />
e delle loro tre <strong>di</strong>fferenti anime o tendenze:<br />
la ‘Chiesa bassa’ (o evangelica), la ‘Chiesa alta’ (o anglocattolica)<br />
e quella ‘larga’ (o liberale); queste tre ‘anime’<br />
“convivono in una feconda <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> Chiesa ‘inclusiva’,<br />
capace <strong>di</strong> accogliere il pluralismo nell’unità”. Con l’estendersi<br />
dell’impero britannico e l’emigrazione nel continente<br />
americano, la Chiesa anglicana conosce un’estensione<br />
mon<strong>di</strong>ale (il continente con il maggior numero <strong>di</strong><br />
fedeli è oggi l’Africa: in Sudan gli anglicani sono tra i cristiani<br />
più esposti alle persecuzioni e numerosi vescovi<br />
sono costretti a vivere in esilio; in Sudafrica il nome dei<br />
vescovo Desmond Tutu è <strong>di</strong>ventato emblematico dell’opera<br />
dell’intera Chiesa contro l’apartheid e per la riconciliazione),<br />
mantenendo tuttavia una comunione anche<br />
‘visibile’ attorno alla sede primaziale <strong>di</strong> Canterbury: la<br />
Comunione anglicana conta attualmente ben 38 Chiese<br />
<strong>di</strong> cui solo una, quella d’Inghilterra, ha ancora le caratteristiche<br />
<strong>di</strong> ‘Chiesa <strong>di</strong> Stato’.<br />
Vicini, ma lontani lontani<br />
<strong>Comunità</strong> aperta<br />
La maggiore vicinanza <strong>della</strong> Comunione Anglicana alla<br />
Chiesa Cattolica, rispetto ad altre <strong>Comunità</strong> ecclesiali<br />
nate dalla Riforma protestante, è manifesta nel fatto che<br />
essa ha sempre conservato il ministero episcopale e ha