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Associazione Renato Caneva - Archiviostorico.Net

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gazione, fognature; tram elettrico urbano, nuovi impianti pubblici di illuminazione e di riscaldamento<br />

ecc.” 23<br />

Complessivamente, tutti questi lavori pubblici avrebbero comportato spese per circa<br />

2 milioni, dei quali 500.000 lire a carico del Comune - da reperirsi con mutui - e<br />

1.500.000 lire a carico delle varie imprese 24. I vantaggi della realizzazione dell’intero<br />

progetto era riassunti in quattro punti: si sarebbe dato l’avvio all’applicazione del piano<br />

regolatore; il problema degli edifici scolastici - (“i nostri scolari (...) sono costretti in aule<br />

insufficienti, insalubri e scomode”) avrebbe trovato una soluzione; si sarebbero costruite<br />

nuove abitazioni “moderne; si sarebbe collegata, “attraverso una bellissima strada a<br />

portici”, il centro storico di Ovada con le nuove zone di espansione urbana e, infine, si<br />

sarebbe dato lavoro per diversi anni alla manodopera locale 25.<br />

Successivamente, il giornalista del “Corriere”, dopo aver richiamato i lavori pubblici<br />

in atto o in progetto - sistemazione della strada Sligge e delle strade per le frazioni Costa<br />

e Grillano - procedeva ad un lungo elenco di quelli ritenuti assolutamente prioritari: la<br />

sistemazione di piazza Nervi e del ponte sull’Orba, la sistemazione di piazza Castello e<br />

la “trasformazione della scalinata detta dei Lanza, incomodissima e pericolosa”, “l’abbattimento<br />

dei magazzini municipali in piazza dei Cappuccini”, il completamento della<br />

rete fognaria, nonché “il miglioramento generale della pavimentazione stradale”. Un<br />

accento particolare era posto sulla necessità di costruire “abitazioni popolari”, non solo<br />

per “ottenere una riduzione dei prezzi d’affitto” e per “provvedere all'elevazione morale<br />

dell'operaio”, ma anche per proporre Ovada come retroterra residenziale di Genova”.<br />

Infine, rivolgeva la propria attenzione sia allo sport che alla cultura cittadini, sottolineando<br />

in primo luogo la necessità di “avere una sede degna, un campo di giuoco, una<br />

palestra e possibilmente un giuoco da pallone, tutte cose da attuare con l'aiuto del<br />

Municipio, che potrebbe in parte sfruttarle per le scuole sia elementari che tecniche” e in<br />

secondo luogo l'esigenza di disporre di una “pubblica biblioteca”, in quanto “la biblioteca<br />

della Scuola tecnica pareggiata, attraversa un periodo non lieto della sua esistenza”<br />

27.<br />

3. 2. Tra inflazione, disoccupazione e invasione flllosserica<br />

L’anonimo giornalista del “Corriere” sottolineava tutta una serie di problemi reali e<br />

alcuni sarebbero stati recepiti dalla nuova Giunta Comunale moderata insediatasi alla<br />

23 Pel dopoguerra cittadino, in “Il Corriere delle Valli Stura e Orba”, (XXV), 16 marzo 1919, dove è riportata integralmente<br />

la proposta dell’architetto b. Pesce Manieri.<br />

24 Ibidem.<br />

25 Pel dopoguerra cittadino, in “Il Corriere delle Valli Stura e Orba”, (XXV), 23 e 30 marzo 1919.<br />

26 Pel dopoguerra cittadino, in “Il Corriere delle Valli Stura e Orba”, (XXV), 6 aprile 1919.<br />

27 Pel dopoguerra cittadino, in “Il Corriere delle Valli Stura e Orba”, (XXV), 27 aprile 1919.<br />

28 In Municipio, in “Il Corriere delle Valli Stura e Orba”, (XXV), 26 gennaio 1919.<br />

17

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