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Associazione Renato Caneva - Archiviostorico.Net

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4. 5. “...più di mille contadini raccolti sotto le bandiere rosse...”.<br />

Le “guardie rosse”<br />

Il successo socialista alle elezioni amministrative di Ovada, come alle precedenti elezioni<br />

politiche, era dovuto alla massiccia adesione del mondo contadino, e le campagne<br />

dell’Ovadese erano nuovamente in fermento. Già alla fine di aprile si era formalmente<br />

rilanciata l’<strong>Associazione</strong> Agraria Val d’Orba, in parte per fare fronte ai gravi problemi<br />

tecnici posti dall’invasione fillosserica, ma soprattutto per disporre di uno strumento giuridico<br />

da contrapporre alle richieste dei mezzadri che, dopo le agitazioni dell’anno precedente,<br />

si preannunciavano particolarmente agguerrite.<br />

“L’associazione degli agricoltori di Val d’Orba - così dava la notizia il “Corriere” - che in questi<br />

ultimi anni aveva dovuto diminuire la propria attività, per le condizioni generali del paese, riprende<br />

ora con soddisfazione di tutti gli agricoltori dell’ovadese la sua tradizione di tutelatrice degli<br />

interessi agrari della regione e intende anzi dare un maggior svolgimento a tale sua encomiabilissima<br />

aspirazione.<br />

Per questo già tempo fa per iniziativa di un valoroso gruppo di proprietari venne ricostituita l’antica<br />

associazione, e ad essa diedero la loro adesione tutti i principali agricoltori di Val d’Orba. Gravi<br />

sono i problemi che incombono sulla classe agraria in questi momenti, notiamo per tutti la questione<br />

dei rapporti colla manodopera, e la ricostruzione dei vigneti fillosserati, per cui è a dar lode<br />

ai promotori della ricostituzione di un forte nucleo agrario in Ovada” 74 .<br />

Alla fine di agosto, nelle discussioni avviate per la riforma complessiva del patto<br />

colonico, i mezzadri avevano avanzato richieste “sulla questione della ripartizione dell’uva”.<br />

In sostanza, i mezzadri chiedevano la piena disponibilità della parte di uva ad essi<br />

spettante e la possibilità, in primo luogo di venderla al padrone al prezzo della mercuriaie<br />

di Acqui Terme e non al prezzo fissato dal proprietario del fondo; in secondo luogo,<br />

qualora non si fosse giunti ad un accordo, la possibilità di venderla sul mercato. Erano<br />

richieste già avanzate anni prima, eppure le trattative per la riforma dei contratti di mezzadria<br />

si arenarono proprio su questo punto e solo alla fine di settembre poteva essere<br />

firmato un nuovo patto” 75.<br />

Molti proprietari non solo dell’Ovadese, ma dell’intera provincia di Alessandria, si<br />

rifiutarono però di applicare il nuovo contratto, che prevedeva anche dei miglioramenti<br />

economici, e sferrarono una violenta offensiva contro i mezzadri, intensificando le dis -<br />

dette.<br />

“Fra i mezzadri ed i piccoli affittuari del Novese, dell’ Acquese e dell’Ovadese - scriveva<br />

“L’Emancipazione” all’inizio di novembre 1920 - ferve un vivissimo malcontento causato dalle<br />

innumerevoli disdette intimate dai proprietari a questi lavoratori.<br />

Pei mezzadri la maggior parte degli escomi sono stati dati dai proprietari in seguito alle richieste<br />

di miglioramento di questi lavoratori .<br />

74 Ricostituzione dell’<strong>Associazione</strong> Agraria Val d’Orba, in “Il Corriere delle Valli Orba e Stura”, (XXVI), 1° maggio<br />

1920.<br />

75 Il patto colonico e L’agitazione dei mezzadri, in “Il Corriere delle Valli Orba e Stura”, (XXVI), 29 agosto e 5 settembre<br />

1920.<br />

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