Associazione Renato Caneva - Archiviostorico.Net
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Ovada in una lunga relazione inviata a vertenza conclusa al “Corriere” - i proprietari ravvisarono<br />
subito la scorrettezza dei principi e l’illegalità del procedimento”. In secondo<br />
luogo, i proprietari non potevano accettare l’imposizione di discutere i contratti collettivamente<br />
anziché singolarmente, in quanto ne derivava una notevole perdita del loro po -<br />
tere contrattuale. Per lo stesso motivo, una proposta padronale di rimandare ogni discussione<br />
dopo la vendemmia imminente non venne accettata dai mezzadri. Allora, nella<br />
trattativa si inserì il Sindaco di Ovada Ing. Roggero con lo scopo di - nelle sue stesse<br />
parole - ”conciliare le parti sopra un terreno di equi e ragionevoli concordati per impedire<br />
il rinnovarsi e l’allargarsi del disordine che si intravvede già attraverso sporadici<br />
episodi e disgustosi incidenti provocati da squadre volanti di vigilanza inviate dai coloni<br />
attraverso la campagna ed allo sbocco delle rotabili verso il centro”. Il 12 settembre si<br />
giungeva all’incontro definitivo nei locali del Comune, sotto la presidenza dello stesso<br />
Sindaco Roggero, e la vertenza apparve subito di difficile soluzione. Soltanto dopo accese<br />
discussioni, proposte e controproposte, sospensioni delle trattative per chiarimenti<br />
interni al fronte padronale, mentre “fuori intanto la folla dei coloni e contadini rumoreggia<br />
alle porte del Municipio”, si giungeva all’accordo, con la stipula di un contratto della<br />
durata di un anno e sino alla “conclusione del nuovo definitivo patto colonico”, sulla<br />
base dei seguenti punti: abolizione della avanti parte del 10%; le spese di rame, di zolfo<br />
e dei trasporti dovevano essere suddivise a metà tra i proprietari e mezzadri; la sistemazione<br />
dei conti doveva avvenire a S. Martino, l’11 di novembre di ogni anno 50.<br />
Il raggiungimento dell’accordo segnava un indiscusso successo economico per i mezzadri,<br />
ma anche un prepotente ritorno sulla scena politica locale del Partito Socialista,<br />
come indirettamente dimostravano le polemiche che ancora apparivano sui giornali locali<br />
a vertenza ormai chiusa 51. Non solo il Partito Socialista era riuscito a far accettare ai<br />
proprietari terrieri un contratto collettivo e prima della naturale scadenza, ma facendosi<br />
difensore della situazione economica dei mezzadri aveva ricucito lo strappo che si era<br />
creato qualche mese prima quando aveva fortemente appoggiato la riduzione dei prezzi<br />
dei beni compresi nel calmiere, provvedimento che andava a favore degli operai e dei<br />
ceti urbani, ma che aveva danneggiato anche i mezzadri, sia pure in maniera limitata<br />
rispetto a medi e piccoli proprietari. E che la posta in gioco fosse alta ne erano coscienti<br />
le forze in campo che avevano schierato grossi calibri. Da parte dei proprietari emergevano<br />
- tra gli altri - l’avvocato Giuseppe borgatta, uno dei più grossi possidenti di<br />
Rocca Grimalda - parente di quel Carlo borgatta che era stato deputato dal 1882 al 1897,<br />
senatore dal 1900 al 1914 e a lungo sindaco del paese - e Santino Carosio, proprietario<br />
di una banca ad Ovada. Da parte dei mezzadri i primi due firmatari dell’accordo erano<br />
Francesco Tassinari, segretario della Federazione Provinciale dei Lavoratori della Terra,<br />
e Paolo De Michelis, segretario generale della Camera del Lavoro di Alessandria,<br />
entrambi eletti deputati sia alle elezioni del 1919 come del 1921 52. Infine, con le “squa-<br />
50 Vertenza fra Proprietari e Mezzadri, in “Il Corriere delle Valli Orba e Stura”, (XXV), 21 settembre 1919.<br />
51 Ancora la vertenza agricola composta, in “Il Corriere delle Valli Orba e Stura”, (XXV), 28 settembre 1919.<br />
52 Su Paolo Michelis e Francesco Tassinari si veda De Michelis Paolo e Tassinari Francesco in R. GILARDENGhI, Il<br />
movimento operaio italiano. Dizionario Biografico 1853-1943, Roma, Editori Riuniti, vol. II, 1976, pp. 211-212 e vol.<br />
V, 1978, p. 33.<br />
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