Associazione Renato Caneva - Archiviostorico.Net
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L’appello rivolto ai contadini venne ascoltato e non solo dalla gente dei campi. Anche<br />
ad Ovada come su tutto il territorio nazionale alle elezioni erano presenti quattro liste:<br />
quella del Partito Socialista, quella del Partito Comunista, del Partito Popolare e quella<br />
del blocco Nazionale, dove erano confluiti i fascisti. Il Partito Socialista ottenne ben<br />
1.140 voti di lista, mentre il blocco nazionale si fermò a 348, sopravanzando di poco il<br />
Partito Popolare che aveva ottenuto 344 voti; la vittoria delle sinistre era resa completa<br />
dal risultato elettorale del Partito Comunista che, sebbene fosse presente solo da pochi<br />
mesi sulla scena politica ovadese, ottenne ben 238 voti. Anche in quasi tutti i paesi della<br />
zona il Partito Socialista aveva riportato significativi successi. Giustamente<br />
“L’Emancipazione” poteva esultare e scrivere di “strepitosa vittoria socialista” e di<br />
“valanga di schede rosse” 106.<br />
Chi manifestava invece reazioni contrastanti al risultato elettorale era il Partito<br />
Popolare. L’avvocato Emilio Maculotti, uno dei fondatori del partito cattolico a Genova<br />
e direttore del “Corriere”, in un articolo di fondo parlava di “superba vittoria” mentre lo<br />
stesso numero del giornale, nella cronaca di Ovada, constatava che i contadini avevano<br />
votato socialista, ignorando l’Unione del Lavoro cattolica e, sotto un profilo diametralmente<br />
opposto, commentava amaramente:<br />
“Ed i liberali di tutte le tinte ancora una volta hanno creduto di seppellire il problema della questione<br />
operaia, la reale e gigante questione sociale, sotto il peso creduto formidabile di un blocco<br />
sedicente dell’ordine, ostinati nel credere che sotto il bandierone del liberalismo, sovvertitore per<br />
sua natura dell’ordine sociale cristiano, possa formarsi l’esercito politico restauratore dell’ordine e<br />
quindi della pace e della prosperità sociale.<br />
Conseguenza? L’unico partito che tiene un programma organico di ricostruzione morale ed economica<br />
a bene del popolo italiano, compresa la classe di lavoratori in ispecie cioè il Partito Po -<br />
polare, fu abbandonato a se stesso ed anche osteggiato dai sedicenti ben pensanti d’ogni tinta liberale<br />
e bloccarda, pur riuscendo a guadagnare da solo quasi la parità dei voti in confronto di tutti gli<br />
eterogenei bloccardi messi insieme” 107 .<br />
5. 3. Una nuova ondata di lotte agrarie<br />
Alla fine di giugno del 1921 i proprietari dei terreni dell’Ovadese sferrarono un nuovo<br />
violento attacco sui contratti di mezzadria:<br />
“I locatori e proprietari di fondi della nostra Provincia, approffitando del fosco periodo di reazione<br />
statale e padronale che si sferra contro i lavoratori sotto la comune denominazione di ‘fenomeno<br />
fascista’, e della grave crisi industriale che causa la disoccupazione, tentano di rompere i contratti<br />
di mezzadria stipulati il settembre scorso specialmente nell’Ovadese, nella Val d’Orba e nel<br />
circondario di Acqui.<br />
Noi, o compagni mezzadri, dobbiamo essere tutti uniti e concordi nel difendere le nostre conquiste<br />
che significano il pane migliore e più abbondante per le nostre famiglie. Al tentativo padronale noi<br />
106 Risultato della votazione nell’ex Collegio di Capriata d’Orba, in “L’Emancipazione”, (II), 22 maggio 1921.<br />
107 Dopo la Battaglia e Psicologia e risultato delle elezioni politiche in Ovada, in “Il Corriere delle Valli Orba e<br />
Stura”, (XXVII), 22 maggio 1921.<br />
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