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5. IL RIFLUSSO 5.1. La nascita del fascismo ad Ovada Con la ricostituzione della Camera del Lavoro e la costituzione della sezione di Ovada del Partito Comunista l’ondata rivoluzionaria che attraversava l’Ovadese toccava il suo apice; ancora per tutto il 1921 e per buona parte del 1922 continueranno le agitazioni di contadini e di mezzadri e saranno i partiti di sinistra e il partito popolare ad essere soggetti attivi della politica della zona. Tuttavia, anche nell’Ovadese come nelle altre zone della provincia di Alessandria, iniziava a spirare il vento della reazione, con la costituzione di sezioni del fascio, la formazione di squadre fasciste e l’inizio dei primi disordini. Già alla fine di marzo il lancio di una bomba contro un convoglio sulla linea Genova- Ovada, poco prima che passasse il treno che trasportava Giolitti, aveva causato enorme impressione 99: contemporaneamente, il 28 marzo, all’inaugurazione del gagliardetto del - la sezione fascista di Alessandria erano successi diversi incidenti, culminati nel lancio di una bomba a mano contro la Camera del Lavoro 100, e a metà aprile ad Acqui Terme una cinquantina di fascisti giunti da Alessandria aveva interrotto un comizio del Partito Co - munista dove erano presenti come oratori Ercole Ferraris e Duilio Remondino e aveva assaltato la Camera del Lavoro devastandola e incendiandola 101. La costituzione del fascio ovadese avveniva all’inizio di aprile del 1921, con un manifesto affisso sui muri di Ovada. “Abbiamo letto il manifesto - scriveva “L’Emancipazione” - che annuncia al pubblico ed all’inclita la costituzione del fascio di combattimento nella nostra Ovada. Quanta miseria sotto quelle parrucche! Frasi, frasi e niente altro che frasi roboanti e sgramrnaticate che non depongono sulla serietà di chi vuol vendere la pelle dell’orso prima di averlo fatto morire ammazzato. I fatti diranno se il partito socialista ovadese è davvero decrepito di uomini e di cose e se sarà cosa facile scacciare i farisei dal tempio. Oggi a noi preme fissare bene questo punto. Nemici, e non a solo parole, di ogni violenza, non provocheremo alcuno, non raccoglieremo le eventuali provocazioni se trattenute nelle dovute misure. Dei fascisti nostrani ce ne freghiamo altamente. Li conosciamo bene uno ad uno e questo ci basta. Quelli di fuori potranno fare il comodaccio loro; di ogni e qualsiasi violenza o danno risponderanno però inesorabilmente le persone e gli averi dei fascisti locali che sono i soli e veri responsabili” 102 . 99 Una bomba contro un treno sulla linea Genova-Ovada, in “Il Corriere delle Valli Orba e Stura”, (XXVII), 27 marzo 1921. 100 L. LORENzINI, Fascismo e dissidentismo, cit., passim. 101 Il fascismo ad Acqui. La Camera del Lavoro devastata ed incendiata, in “L’Emancipazione”, (II), 24 aprile 1921. 102 La costituzione del Fascio in Ovada, in “L’Emancipazione”, (II), 10 aprile 1921. 44
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