Micordi Mumeni Stoie un viaggio

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— 298 — damenta delle case che stavano co struendo delle lunghe canne, che aveano loro servito a misurare l'ombra di qualche passante. In virtù di tale magi ca operazione quel passante doveva morire nel termine di quaranta giorni e trasfor marsi in un' ombra, la quale diventava come l'anima dell'edificio. I muratori frattanto, dopo aver pre stato il loro giuramento, s' addormenta rono. All' indomani, appena 1' aurora ebbe ripercosso i suoi riflessi d' oro sulle cime dei Carpazi, Manoli salì sul suo ponte e spinse lo sguardo sulle rive dell' Arges. Ad un tratto egli scorge Plora, la sua giovine sposa, degna invero per la sua bellezza di portare il dolce nome della dea dei dori. A questa vista, preso da spavento, cade in ginocchio, innalza le mani al cielo e, al colmo dell' angoscia,
— 299 — scongiura l'Eterno di salvargli l'ama ta compagna. Dio, preso a compassione, prodiga miracoli per arrestare Flora nel suo cammino. Cade una pioggia torren ziale che inonda la pianura, poi un vento furioso piega i rami dei platani e spoglia gli abeti; ma la giovane rumena non si spaventa a queste convulsioni della na tura, il suo amore sembra più forte che la stessa volontà divina: essa s' avanza, s' avanza sempre, e i muratori inesorabi li provano al vederla un fremito di gioia. Quanto a Marioli, egli cerca dissimulare il suo profondo dolore, prende sulle brac cia la sua Flora, la porta sul muro e le dice scherzando: Stai mìudruta mea, Nu te speria, Ca vrem sa glumin Si sa te zidim!
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ROBERTO FAVA RICORDI RUMENI NOTE DI
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