La citt nel XX secolo: il successo infelice - Eddyburg
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m<strong>il</strong>iardi di dollari. <strong>La</strong> crisi economico-finanziaria che ha colpito <strong>il</strong> Giappone e la forte ripresa<br />
economica dell’economia statunitense hanno certamente variato in questi ultimi anni le posizioni<br />
di queste aree metropolitane, ma i dati, al di là della con<br />
giuntura, sottolineano la convergenza tra area metropolitana e capacità produttiva. <strong>La</strong><br />
globalizzazione determina una profonda ristrutturazione economica e sociale, conferendo un<br />
nuovo carattere duale all’economia e al mercato del lavoro urbani. “Da una parte abbiamo la <strong>citt</strong>à<br />
“quaternaria”, densa di attività produttive sofisticate e complesse ad alto valore aggiunto, con la<br />
verticalizzazione del terziario, con la presenza estesa di élites cosmopolite (managers, esperti di<br />
finanza, ricercatori scientifici, imprenditori e professionisti dei media, ecc.); dall’altra, abbiamo<br />
la <strong>citt</strong>à “marginale”, in cui persistono rapporti di produzione precapitalistici (artigianato di<br />
servizio, piccola ed<strong>il</strong>izia, basso terziario e commercio ambulante abusivo, spezzoni di agricoltura<br />
localistica) e in cui crescono nuove attività economiche di tipo interstiziale o informale,<br />
provocate dalla complessità e dalla difficoltà di funzionamento del sistema urbano (dal ponyexpress<br />
ai vig<strong>il</strong>antes, dai sistemi di vendita “porta a porta” agli interventi di “aiuto sociale” in<br />
b<strong>il</strong>ico tra volontariato e lavoro sussidiato)” (v. Sgroi, 1997, p. 94): la maggior parte delle <strong>citt</strong>à<br />
metropolitane anche <strong>nel</strong>le società industriali avanzate, mostra un’articolazione composita cui<br />
partecipano, in diversa misura da <strong>citt</strong>à a <strong>citt</strong>à, l’un tipo e l’altro di economia urbana.<br />
Infine, <strong>nel</strong>la valutazione del significato economico della <strong>citt</strong>à non bisogna dimenticare che<br />
<strong>nel</strong>l’immaginario collettivo la <strong>citt</strong>à metropolitana assume le caratteristiche di un supermercato<br />
globale in cui si offrono sempre nuovi beni e servizi e tutti i desideri sono appagab<strong>il</strong>i. Sia<br />
attraverso i grandi centri commerciali, sia attraverso la trasformazione di certe strade, consacrate<br />
tradizionalmente ai consumi di qualità, che creano una sorta di megacentro commerciale diffuso,<br />
si sv<strong>il</strong>uppa <strong>nel</strong>le <strong>citt</strong>à una nuova pratica urbana, lo shopping, che, accanto al carattere di<br />
comportamento economico che gli è proprio, assume quello di pratica sociale, impiego del tempo<br />
libero, occasione di socializzazione. <strong>La</strong> <strong>citt</strong>à del consumo fa suo lo slogan di Harrod’s a<br />
Londra - “tutto per tutti dappertutto” - testimoniando la sua funzione di mercato totale. Ma<br />
anche attraverso questa sua funzione di capitale del consumo, la metropoli r<strong>il</strong>ancia <strong>il</strong> suo ruolo<br />
competitivo <strong>nel</strong>l’attirare nuovi flussi di ut<strong>il</strong>izzatori.<br />
Nel <strong>successo</strong> di una <strong>citt</strong>à si inserisce anche la capacità di governare <strong>il</strong> rapporto tra mob<strong>il</strong>ità<br />
urbana e fruib<strong>il</strong>ità della <strong>citt</strong>à. Un sistema di trasporti integrato e veloce <strong>nel</strong>la <strong>citt</strong>à e tra la <strong>citt</strong>à e <strong>il</strong><br />
suo hinterland, <strong>il</strong> quale - sfruttando una molteplicità di livelli spaziali, dalla metropolitana alle<br />
sopraelevate - sottragga larghe aree al traffico automob<strong>il</strong>istico e le pedonalizzi: con questa<br />
formula avviata precocemente (si pensi alla costruzione delle prime linee di metropolitana<br />
sotterranea a Londra già <strong>nel</strong> 1863) alcune metropoli sono riuscite a garantire una certa qualità di<br />
vita urbana, pur in presenza di impetuosi processi di crescita.<br />
Le grandi <strong>citt</strong>à capaci di raggiungere <strong>il</strong> <strong>successo</strong> sono i luoghi dove meglio sembra realizzarsi la<br />
promessa urbana, quel progetto di vita pubblica che comprende maggiore libertà di pensiero e di<br />
azione per i <strong>citt</strong>adini, un paniere di entitlements, provisions e chances tendenzialmente disponib<strong>il</strong>e<br />
per tutti, un’economia più dinamica e diversificata, occasioni più frequenti di comunicazione sociale<br />
e un’offerta culturale più ricca e aggiornata.<br />
Ma questo risultato non è <strong>il</strong> frutto di processi spontanei o delle sole forze di mercato. Il b<strong>il</strong>ancio tra<br />
costi e benefici della crescita urbana è diverso da regione a regione, da <strong>citt</strong>à a <strong>citt</strong>à, perché dipende<br />
anche dalla capacità di governare la complessità metropolitana da parte delle istituzioni pubbliche e<br />
dei dirigenti politici.<br />
Gli ultimi anni del Novecento sono stati caratterizzati dalla ricerca di nuove forme di governo<br />
locale, capaci di affrontare i problemi di una realtà urbana policentrica e di mantenere l’equ<strong>il</strong>ibrio<br />
tra l’esigenza di decisioni rapide ed efficaci e la necessità di negoziare continuamente tra interessi<br />
e bisogni di una realtà sociale sempre più articolata e differenziata. <strong>La</strong> ricerca di nuove<br />
modalità di governo sostanziale dei fenomeni urbani si muove non soltanto attraverso<br />
innovazioni legislative, ma anche attraverso nuove pratiche politiche e tecniche. Si rafforzano i<br />
poteri esecutivi <strong>nel</strong> governo municipale. Non soltanto in Italia, ma anche in altri paesi, <strong>il</strong> ruolo del