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TESI Sara Eco Conti - Scuola Normale Superiore

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considerazioni riguardo ai nomi e al contenuto semantico dei Modi, 82 dei quali, nella<br />

Sintassi (III, §88), si dice che hanno ricevuto una denominazione dagli atti che<br />

esprimono. 83 Circa l’Indicativo si afferma: “quello detto ‘indicativo’ si chiama anche<br />

‘enunciativo’ (ajpofatikhv 84 ). È chiaro che questo ‘enunciativo’ si chiama così<br />

perché si riferisce a un significato generale, giacché l’enunciare si può usare con ogni<br />

espressione [...]. L’indicativo ha invece un significato particolare, infatti, enunciando<br />

mediante questo modo, indichiamo”. 85 Riguardo al modo Ottativo Apollonio afferma<br />

in Sint. III, §94: “ugualmente, il modo ‘ottativo’ ha avuto la sua denominazione, per<br />

derivazione, dal ‘desiderio’ (eujchv) che esso esprime…”. 86 Sul nome dell’Imperativo<br />

(prostaktikhv) non sono date indicazioni specifiche, tranne una notazione in Sint. I,<br />

§51, in cui la trasformazione di un esempio all’Imperativo in uno con il verbo<br />

prostavssw ‘ordino’ e l’Infinito, indica che l’ordine è alla base di questo Modo. 87<br />

Apollonio parla del nome e del valore del Congiuntivo in Sint. III, §§123-130, egli<br />

dice che questo viene anche chiamato ‘dubitativo’ (distaktikhv), nome che<br />

apparentemente sembrerebbe più in linea con quelli degli altri Modi, che dipendono<br />

appunto dal significato da essi espresso. 88 In realtà, quello eventuale è solo un uso<br />

82<br />

Cherobosco e Giovanni Charax (attraverso Sofronio, GG IV 2: 409, 31- 410, 4 e 410, 36 e ss.)<br />

riportano le spiegazioni dei nomi dei vari Modi.<br />

83<br />

Sint. III, §88: […] ai|~ 
parevpetai ajpo; tw'n ejn aujtai'~ dhloumevnwn pragmavtwn th;n qevsin tou'<br />


ojnovmato~ ajnadedevcqai. Riguardo a questa affermazione Lallot scrive nella nota: “Les ‘actes’<br />

(prágmata) dont il est question ici sont proprement les actes de langage qui spécifient les<br />

énonciations modales à l’indicatif, à l’impératif et à l’optatif […]. On peut se demander si<br />

l’application, isolée chez A., de prâgma à l’acte de langage caractéristique d’un mode ne nous renvoie<br />

pas directement à un usage stoïcien du mot, celui qu’on trouve chez Diog. La. VII 65-67 dans la<br />

définition de l’axíōma comme “prâgma auto-suffisant…”, et ensuite de certaines espèces d’axiómata<br />

diversement modalisés: “l’interrogation est un prâgma autosuffisant…, la question est un prâgma<br />

auquel…”, et ainsi de suite pour les énoncés impératif, juratif, vocatif, dubitatif. Le présent emploi de<br />

prâgma serait dans cette hypothèse à considérer comme un vestige témoignant l’origine stoïcienne de<br />

la théorie grammaticale des modes. (Sur une telle origine, cf. Pinborg 1975: 91 e Schenkeveld 1984;<br />

voir en particulier, chez ce dernier, pp. 313-315, des réflexions sur prâgma qui me paraissent aller<br />

dans le sens de mon hypothèse).” (1997 II: 206-07 n. 202).<br />

84<br />

Nella Sint. il termine ajpofatikhv compare solo in questo paragrafo.<br />

85<br />

Sul contenuto semantico dell’Indicativo si vedano anche: Sint. I, §51 e III, §125. Secondo Traglia<br />

nell’espressione ojristikh; e[gklivsi~ si rifletterebbe “in certo qual modo il principio stoico della<br />

determinatezza e indeterminatezza dell’azione.” (1956: 76).<br />

86<br />

La spiegazione, nei paragrafi 94-96, riguarda anche la differenza tra il valore modale delle forme<br />

verbali dell’Ottativo, che rappresentano il contenuto del desiderio espresso, e quello degli avverbi<br />

desiderativi (come ei[qe), che invece è soltanto il “nome del desiderio”. Sul valore del Modo ottativo<br />

si vedano anche: Sint. I, §51 e III, §125.<br />

87<br />

Sul nome dell’Imperativo si veda Charax (GG IV 2: 409, 23-31).<br />

88<br />

Un’eco di questa discussione si ritrova nei commentatori successivi. Nello scolio GG I 3: 245, 10-<br />

19, non si fa espressamente il nome di Apollonio, ma si attribuiscono queste riflessioni al tecnikov~,<br />

che possiamo immaginare sia appunto Apollonio. Si veda anche lo scolio GG I 3: 400, 19 e ss. In<br />

maniera più dettagliata la questione compare anche in Charax (GG IV 2: 410, 6 e ss.).<br />

29

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