08.06.2013 Views

TESI Sara Eco Conti - Scuola Normale Superiore

TESI Sara Eco Conti - Scuola Normale Superiore

TESI Sara Eco Conti - Scuola Normale Superiore

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Per cui, se gli ottativi e gli imperativi hanno come modello il modo indicativo, è<br />

superfluo domandarsi se anche i congiuntivi siano derivati da quello.” 118<br />

L’Indicativo dunque è alla base della classificazione poiché è il più completo,<br />

possiede infatti tutti i Tempi. 119 Questa posizione centrale dell’Indicativo resterà tale<br />

nelle classificazioni dei grammatici successivi. 120<br />

Inoltre, l’Indicativo è l’unico Modo che presenta un’indicazione temporale<br />

esplicita nei Tempi passati, costituita dall’aumento. In Sint. III, §73, parlando di dei`<br />

e crhv, Apollonio dice:<br />

“Idion rJhmavtwn to; ejn parw/chmevnoi~ crovnoi~ kai; crovnon e[xwqen<br />

proslambavnein, ouj mh;n ejpirrhmavtwn. fame;n shvmeron gravfw, shvmeron<br />

e[grafon, tou' me;n rJhvmato~ proslambavnonto~ katΔ∆ ajrch;n crovnon, tou' de;<br />

ejpirrhvmato~ sunarcomevnou.<br />

“È proprio dei verbi ricevere un tempo esterno nei tempi del passato, mentre non lo è<br />

degli avverbi. Diciamo shvmeron gravfw ªInd. PR ‘oggi scrivo’º, shvmeron e[grafon<br />

ªInd. IMPf. ‘oggi scrivevo’º, dal momento che il verbo prende l’aumento al principio,<br />

mentre negli avverbi la parte iniziale è sempre la stessa.” 121<br />

L’Infinito, che non ammette l’aumento, potrebbe essere considerato un avverbio,<br />

ma Apollonio, riferendosi a quanto detto su questo Modo in altri paragrafi, afferma<br />

118<br />

“Allw" te ejdeivxamen th;n oJristikh;n e[gklisin katavrcousan tw'n ejgklivsewn, wJ" a]n<br />

ejmfanestavthn ou\san kai; pleivosi tomai'" crovnwn proskecrhmevnhn kai; tai'" sunouvsai"<br />

fwnai'": o{qen eij ta; eujktika; kai; ta; prostaktika; kanovna e[cei th;n oJristikh;n<br />

e[gklisin, perisso;n a]n ei[h to; zhtei'n eij kai; ta; uJpotaktika; ejx aujth'" meteivlhptai.<br />

119<br />

Tale posizione basilare dell’Indicativo si ritrova nello scolio GG I 3: 400, 1 e ss., in cui si parla<br />

anche esplicitamente del valore didattico di una tale scelta, proprio perché questo Modo presenta tutti<br />

i tempi. Anche in Giovanni Charax (GG IV 2: 410, 28 e ss.) si dice che l’Indicativo occupa il primo<br />

posto innanzitutto perché possiede i tre tempi. Cherobosco (GG IV 2: 5, 10 e ss.), oltre a spiegare che<br />

l’Indicativo possiede tutti i tempi distinti (diakecwrismevnoi), mentre gli altri Modi li hanno uniti in<br />

coppie (sunezeugmevnoi), riporta la tesi di alcuni che vorrebbero partire dall’Infinito, ma che egli<br />

rifiuta per il suo statuto verbale incerto. Si veda il passo 5, 27-6, : “Ma poiché gli infiniti sono dubbi<br />

se sono verbi o no, non bisogna prendere inizio dalle cose ambigue, per questo motivo non sono messi<br />

preposti agli altri modi. In che modo sono ambigui lo sapremo tra poco. L’indicativo è preposto a quei<br />

modi poiché non possiede i tempi che sono uniti ma tutti i tempi sono divisi. Abbiamo negli indicativi<br />

separatamente il presente, come tuvptw, e separatamente l’imperfetto come e[tupton, e separatamente<br />

il perfetto come tevtufa, il piuccheperfetto come ejtetuvfein, e l’aoristo come e[tuya, e il futuro<br />

come tuvyw; mentre gli altri modi hanno i tempi uniti, se anche non tutti, alcuni di quelli; negli infiniti<br />

infatti e negli ottativi diciamo che il presente e l’imperfetto sono insieme, come tuvptein tuvptoimi, e<br />

il perfetto e il piuccheperfetto sono insieme, come tetufevnai tetuvfoimi, mentre l’aoristo è separato<br />

e il futuro è separato come tuvyai tuvyein, tuvyaimi tuvyoimi.” La stessa posizione si trova in<br />

Prisciano (GL 2: 421, 20-422, 13).<br />

120<br />

I commentatori successivi non sembrano infatti seguire la nuova proposta di Apollonio di partire<br />

dall’Infinito. Si veda la nota precedente.<br />

121<br />

Lallot traduce “C’est une propriété des verbes, mais non des adverbes, de s’augmenter, aux temps<br />

passés, d’un temps externe;” (1997 I: 232).<br />

39

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!