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TESI Sara Eco Conti - Scuola Normale Superiore

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(sunetelevsqhsan) e sono azioni presenti (ejnistavmena), quelle che danno luogo<br />

(ajpotelou'si) al perfetto; o le azioni passate sono trascorse da molto tempo, e danno<br />

luogo al piuccheperfetto, che è concluso prima del perfetto; o, compiute in modo<br />

incerto (ejtelevsqhsan) poco o molto tempo prima, danno luogo all’aoristo. Bisogna<br />

sapere che il perfetto ha insito in se stesso l’a[rti [‘proprio ora, poco fa’], equivale al perfetto, infatti e[tuya a[rti [AO] è uguale a tevtufa<br />

[Pf], se gli si aggiunge pavlai, è uguale al piuccheperfetto, infatti e[tuya pavlai [AO]<br />

è uguale a ejtetuvfein [Pf]. - Che cos’è il perfetto? Quello che ha un significato vicino<br />

(parakeimevnhn) e recente, cioè quello che sta poco prima del presente, sia all’attivo<br />

che al passivo, come tevtufa [Pf ‘ho colpito’]. Perché è detto perfetto? Dall’essergli<br />

vicino il compimento dell’azione. - Che cos’è il piuccheperfetto? Quello che è<br />

terminato da molto tempo, cioè che è concluso prima del perfetto, come ejtetuvfein<br />

[PPf ‘avevo colpito’]. Che cos’è il suntelikov~? È ciò che è compiuto. - Che cos’è<br />

l’aoristo? Ciò che ha un significato indefinito e incerto, come e[tuya [AO ‘colpii’]. E<br />

inoltre: quello che non indica un momento definito né un’estensione dell’azione, ma<br />

l’azione attiva e passiva di un unico momento indefinito, 152 come e[tuya e[tupon<br />

all’attivo, e ejtuvfqhn ejtuvphn al passivo - Che cos’è il futuro? Quello che non è<br />

ancora accaduto (gegonwv~), ma che giunge dopo il presente. Quante sono le<br />

distinzioni del futuro? Non ne ha. Perché? Perché il futuro è ciò che è ignoto e che non<br />

si conosce e per questo non ammette suddivisione. Gli Ateniesi invece lo hanno diviso<br />

e futuro prossimo (metΔ∆ ojlivgon).”<br />

Del presente si spiega perché non sia diviso in vari tempi e perché sia al primo<br />

posto, ma quel che è più rilevante è il fatto che si dica che esso possiede il valore di<br />

presente ajplhvrwton, “incompiuto”. All’IMPf viene attribuito un significato che è<br />

paratetamevnhn e ajplhvrwton, sembra dunque che ci siano due componenti, da un<br />

lato l’estensione e dall’altro la completezza, si afferma anche infatti: toutevstin oJ<br />

dhlw'n ajplhvrwton ejnergeiva~ paravtasin. Più avanti si ritrova quanto abbiamo già<br />

trovato nello scolio precedente: l’estensione è in corso da molto tempo, ma non è<br />

ancora conclusa. Il Pf riguarda azioni che si sono concluse da poco (ajrtivw~) e che<br />

sussistono nel presente. Da notare il Participio ejnistavmena, che è lo stesso usato<br />

152 Sulla base di questo passo Uhlig (GG II 2: 287) propone di integrare con a{pax il testo di Sint. III,<br />

§21, si veda il paragrafo corrispondente.<br />

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