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la prima rivista italiana sui circuiti stampati - B2B24 - Il Sole 24 Ore

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PCB Magazine n.6 - GIUGNO 2011<br />

SPECIALE: Tecnologie di packaging<br />

IL SOLE <strong>24</strong> ORE S.p.A. - Sede operativa - Via Carlo Pisacane 1, ang. SS Sempione - 20016 PERO (Mi<strong>la</strong>no) - Rivista mensile, una copia € 5,00<br />

LA PRIMA RIVISTA ITALIANA SUI CIRCUITI STAMPATI<br />

GUARDA, LEGGI, SCOPRI<br />

PCB sfogliabile su<br />

www.elettronicanews.it<br />

n.6<br />

GIUGNO 2011


Capacity On Demand<br />

Prova il vero „Capacity On Demand“ con <strong>la</strong><br />

nuova proposta SIPLACE SX „Rent Performance“<br />

Solo SIPLACE SX ti permette di scegliere ciò di cui<br />

hai bisogno quando ne hai bisogno. Per <strong>la</strong> <strong>prima</strong> volta<br />

è possibile incrementare le performance produttive<br />

del<strong>la</strong> macchina senza variare il „<strong>la</strong>yout“ del<strong>la</strong> linea e<br />

modificare il „foot print“. Ciò è possibile in tempi brevi<br />

nel momento in cui si debba gestire l’introduzione<br />

di un nuovo prodotto oppure in occasione di picchi<br />

produttivi stagionali. Sarà sempre possibile ripristinare<br />

<strong>la</strong> capacità iniziale del<strong>la</strong> linea qualora le richieste<br />

produttive rientrino negli standard. Come? Con<br />

le soluzioni SIPLACE SX Rent Performance, ci<br />

proponiamo come tuo partner tecnologico. Se non<br />

è possibile prevedere le esigenze di produttività<br />

futura, le nostre formule di noleggio portali ti offrono<br />

l’opportunità di proteggere il tuo cash flow.<br />

Per ulteriori informazioni: www.sip<strong>la</strong>ce.com<br />

Tel. 02-92904600


Terremoti<br />

automobilistici<br />

Non se ne par<strong>la</strong> spesso in queste pagine, ma uno dei<br />

comparti di maggiore interesse per chi si occupi di<br />

c.s. è senz’altro quello automobilistico.<br />

Trasporti su gomma, automotive, sistemi avanzati<br />

di controllo del<strong>la</strong> circo<strong>la</strong>zione stradale sono tutti<br />

settori con forti ricadute per il nostro mondo,<br />

visto soprattutto che - da qualche tempo - i valori<br />

economici dell’elettronica a bordo dei veicoli privati<br />

hanno segna<strong>la</strong>to aumenti complessivi consistenti:<br />

oggi, secondo gli analisti di Morgan Stanley,<br />

il valore dell’elettronica per vettura circo<strong>la</strong>nte<br />

si attesta <strong>sui</strong> 5000 $ e, considerando che buona<br />

parte degli approvvigionamenti di componenti<br />

e dispositivi elettronici complessi proviene<br />

(o, almeno, proveniva fino all’11 marzo) dal<br />

Giappone, ecco che scatta il campanello d’al<strong>la</strong>rme.<br />

Sappiamo che <strong>la</strong> chiusura di interi stabilimenti<br />

industriali ha messo in ginocchio l’economia<br />

nipponica, con riflessi negativi sulle attività<br />

produttive internazionali. Sergio Marchionne,<br />

amministratore delegato di Fiat, ha fatto intendere<br />

di essere preoccupato per le forniture di componenti<br />

provenienti dal Giappone, soprattutto per quelli<br />

elettronici, e ha dichiarato che il gruppo da lui<br />

diretto conoscerà una flessione produttiva compresa<br />

fra le 50mi<strong>la</strong> e le 100mi<strong>la</strong> unità in Europa proprio<br />

per questi motivi nei prossimi mesi.<br />

Un primo effetto c’è già: <strong>la</strong> proposta di Honda<br />

di ridurre del 50% <strong>la</strong> produzione presso lo<br />

stabilimento britannico di Swindon, uno dei siti<br />

produttivi più grandi d’Europa, <strong>la</strong> dice lunga. E<br />

<strong>la</strong> decisione è dovuta in parte proprio a difficoltà<br />

▶ EditorialE<br />

di approvvigionamento di componenti elettronici<br />

dal<strong>la</strong> madrepatria, da cui - come si è detto -<br />

arriva <strong>la</strong> stragrande maggioranza dei componenti<br />

usati in Europa e in America dalle industrie<br />

automobilistiche.<br />

Diversificare le fonti di approvvigionamento<br />

diventa dunque una strada obbligata: si tratta<br />

una strategia condivisa ad esempio da Martin<br />

Winterkorn, presidente del gruppo Volkswagen.<br />

Non è una soluzione semplice da attuare, certo, ma<br />

di una scelta onerosa in termini di costi economici<br />

e tempi d’attuazione. E poi, lo si sa bene, <strong>la</strong><br />

supply chain più è complessa, più è vulnerabile,<br />

con <strong>la</strong> possibilità di incappare in problemi che<br />

ne potrebbero compromettere l’affidabilità<br />

complessiva.<br />

Tutte variabili da tenere in debito conto, dunque,<br />

se si vuole risolvere un problema che in questo<br />

momento non è dei minori. D’altra parte potrebbe<br />

essere questo il momento per dare un impulso a<br />

realtà locali, che possano in certo qual modo ovviare<br />

a questo “rallentamento”. Un rallentamento che è<br />

temporaneo secondo alcuni (lo stesso Marchionne<br />

prevede infatti un “rientro” del problema entro il<br />

quarto trimestre dell’anno), ma di cui sarebbe poco<br />

saggio non approfittare.<br />

PCB giugno 2011<br />

5


6 PCB giugno 2011<br />

▶ SOMMARIO - GIUGNO 2011<br />

IN COPERTINA<br />

Raggiungere certe performance è una<br />

questione di potenza.<br />

Ovunque ci sia l’esigenza di gestire<br />

connessioni di potenza elevate,<br />

dai costruttori di inverter, UPS<br />

ed azionamenti, fino all’impiego<br />

nel più recente settore dell’energia<br />

fotovoltaica, <strong>la</strong> gamma di morsetti<br />

e connettori per <strong>circuiti</strong> <strong>stampati</strong><br />

di Phoenix Contact garantisce<br />

performance di eccellenza.<br />

L’azienda, leader tecnologico nel<br />

mondo dei sistemi di connessione per<br />

circuito stampato, dedica innovative<br />

soluzioni miniaturizzate al<strong>la</strong><br />

connessione di potenza ed al mercato<br />

dei LED.<br />

Phoenix Contact S.p.A.<br />

Via Bellini, 39/41<br />

20095 Cusano Mi<strong>la</strong>nino (MI)<br />

Tel. 02 66.05.91<br />

info_it@phoenixcontact.com<br />

www.phoenixcontact.it<br />

agenda<br />

Eventi/Piano Editoriale _______________10<br />

a cura del<strong>la</strong> Redazione<br />

ultimissime _________________________12<br />

a cura di Riccardo Busetto<br />

l’angolo di copertina<br />

I giganti del<strong>la</strong> miniaturizzazione_________22<br />

a cura di Antonel<strong>la</strong> Galimberti<br />

speciale<br />

Tecnologie di packaging<br />

Lo sviluppo nel packaging<br />

e nelle interconnessioni ________________<strong>24</strong><br />

di Dario Gozzi<br />

Land Grid Array (LGA) package ________30<br />

di Davide Oltolina<br />

Quad f<strong>la</strong>tpack no lead _________________34<br />

di Dario Gozzi<br />

tecnologie<br />

Soluzioni alternative __________________36<br />

di L. Brandt, C. Jakob, L. Stam e D. Steinhäuser


progettazione<br />

Pianificazione topologica di dettaglio _____48<br />

(seconda parte)<br />

di Dean Wiltshire<br />

produzione<br />

L’automazione dei processi _____________54<br />

(<strong>prima</strong> parte)<br />

di Piero Bianchi<br />

Meno problemi con più ESD ___________60<br />

di Dario Gozzi<br />

Saldatura reflow a condensazione ________64<br />

di Davide Oltolina<br />

<strong>Il</strong> clearing dei pcb ____________________66<br />

(<strong>prima</strong> parte)<br />

di Fernando Rueda<br />

La tecnologia jet printing e <strong>la</strong> lean<br />

manufacturing _______________________70<br />

di Dario Gozzi<br />

test & quality<br />

<strong>Il</strong> test con <strong>la</strong> scansione acustica __________74<br />

di Davide Oltolina<br />

fabbricanti<br />

Produttori di <strong>circuiti</strong> <strong>stampati</strong> in base<br />

al logo di fabbricazione ________________79<br />

a cura del<strong>la</strong> Redazione<br />

PCB giugno 2011<br />

7<br />

Anno 25 - Numero 6 - Giugno 2011<br />

www.elettronicanews.it<br />

direttore reSPonSabile: Pierantonio Palerma<br />

redazione: Riccardo Busetto (Responsabile di Redazione)<br />

ProPrietario ed editore: <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A.<br />

Sede legale: Via Monte Rosa, 91 - 20149 Mi<strong>la</strong>no<br />

PreSidente: Giancarlo Cerutti<br />

amminiStratore delegato: Donatel<strong>la</strong> Treu<br />

StamPa: Faenza Industrie Grafiche S.r.l. - Faenza (RA)<br />

Ufficio abbonamenti: www.shopping<strong>24</strong>.it<br />

abbonamenti.businessmedia@ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />

Tel. 02 3022.6520 - Fax 02 3022.6521<br />

Prezzo di una copia 5 euro (arretrati 7 euro).<br />

Prezzo di un abbonamento Italia 42 euro, estero 84 euro.<br />

Conto corrente postale n. 28308203 intestato a: <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A.<br />

L’abbonamento avrà inizio dal primo numero raggiungibile.<br />

registrazione tribunale di mi<strong>la</strong>no n. 148 del 19/3/1994<br />

roc n. 6553 del 10 dicembre 2001<br />

associato a:<br />

conSUlente tecnico: Dario Gozzi<br />

col<strong>la</strong>boratori:<br />

Piero Bianchi, L. Brandt,<br />

Antonel<strong>la</strong> Galimberti, C. Jakob, Davide Oltolina,<br />

Fernando Rueda, L. Stam,<br />

D. Steinhäuser, Dean Wiltshire<br />

Progetto grafico e imPaginazione: Elena Fusari<br />

direttore editoriale bUSineSS media: Mattia Losi<br />

Sede oPerativa: Via Carlo Pisacane, 1 - 20016 PERO (Mi<strong>la</strong>no) - Tel. 02 3022.1<br />

Ufficio traffico: Tel. 02 3022.6060<br />

Informativa ex D. Lgs 196/3 (tute<strong>la</strong> del<strong>la</strong> privacy).<br />

il <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ore S.p.a., tito<strong>la</strong>re del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati personali,<br />

liberamente conferiti al momento del<strong>la</strong> sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi<br />

contenenti dati personali re<strong>la</strong>tivi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si<br />

applica l’art. <strong>24</strong>, comma 1, lett. d del d.lgs n. 196/03, per inviarle <strong>la</strong> <strong>rivista</strong> in abbonamento od in<br />

omaggio.<br />

Potrà esercitare i diritti dell’art. 7 del d.lgs n. 196/03 (accesso, cancel<strong>la</strong>zione, correzione, ecc.) rivolgendosi<br />

al responsabile del trattamento, che è il direttore generale dell’area Professionale, presso il<br />

<strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ore S.p.a., l’Ufficio diffusione c/o <strong>la</strong> sede di via carlo Pisacane, 1 - 20016 Pero (mi<strong>la</strong>no).<br />

gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. tutti i diritti sono riservati; nessuna<br />

parte di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo o<br />

forma, sia essa elettronica, elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’editore.<br />

l’elenco completo ed aggiornato di tutti i responsabili del trattamento è disponibile presso l’Ufficio<br />

Privacy, via monte rosa 91, 20149 mi<strong>la</strong>no. i Suoi dati potranno essere trattati da incaricati preposti<br />

agli ordini, al marketing, al servizio clienti e all’amministrazione e potranno essere comunicati alle società<br />

di gruppo <strong>24</strong> ore per il perseguimento delle medesime finalità del<strong>la</strong> raccolta, a società esterne<br />

per <strong>la</strong> spedizione del<strong>la</strong> <strong>rivista</strong> e per l’invio di nostro materiale promozionale.<br />

Annuncio ai sensi dell’art 2 comma 2 del “Codice di deontologia re<strong>la</strong>tivo al trattamento dei dati<br />

personali nell’esercizio del<strong>la</strong> attività giornalistica”.<br />

<strong>la</strong> società il <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ore S.p.a., editore del<strong>la</strong> <strong>rivista</strong> Pcb magazine rende noto al pubblico che esistono<br />

banche dati ad uso redazionale nelle quali sono raccolti dati personali. il luogo dove è possibile<br />

esercitare i diritti previsti dal d.lg 196/3 è l’ufficio del responsabile del trattamento dei dati personali,<br />

presso il coordinamento delle segreterie redazionali (fax 02 3022.60951).


8 PCB giigno 2011<br />

▶ Si par<strong>la</strong> di - Le aziende citate<br />

azienda pag. azienda pag. inserzionisti pag.<br />

a Aab. Tech ______________ 20<br />

Acel ___________________ 20<br />

Agm __________________ 20<br />

Alba Elettronica _________ 20<br />

Arel ___________________ 20<br />

Assembléon _____________ 14<br />

Atotech ________________ 14<br />

B Baselectron _____________ 20<br />

C Cabiotec ____________ 70-73<br />

Ciste<strong>la</strong>ier _______________ 20<br />

Confindustria Anie _______ 16<br />

Corona ________________ 20<br />

C-Tech Innovation _______ 14<br />

d DPI ________________ 64-65<br />

E Ermes _________________ 20<br />

Esseti Circuiti ___________ 20<br />

Esseti Elettronica ________ 20<br />

F Fin.Pro. ________________ 12<br />

Fonover ________________ 20<br />

G Gruppo PCB Italy _______ 20<br />

i Ierre ___________________ 20<br />

Indium_________________ 14<br />

Isorg __________________ 14<br />

K Koh Young _____________ 14<br />

Kyzen ______________ 66-68<br />

l Lopar __________________ 20<br />

M Mentor Graphics _ 14, 48-50, 52<br />

Millenium Dataware ______ 20<br />

Mydata _____________ 70-73<br />

N Neutec Electronic AG ____ 12<br />

O O&B __________________ 20<br />

OMR Italia _____________ 20<br />

ORPRO Vision _________ 12<br />

p P2S Elettronica __________ 20<br />

P.C.S. __________________ 20<br />

Phoenix Contact ______ 22-23<br />

Piciesse ________________ 20<br />

Prodelec ________________ 12<br />

r Ramidia ________________ 20<br />

Rehm _______________ 64-65<br />

S S.I.T.EL _______________ 20<br />

Silga ___________________ 20<br />

Sip<strong>la</strong>ce (ASM) __________ 18<br />

Sonoscan ____________ 74-76<br />

ST Microelectronics ______ 14<br />

T Techboard ______________ 20<br />

Tecnomaster ____________ 20<br />

Tecnometal _____________ 20<br />

Teknit _________________ 20<br />

V Verdant Electronics _______ 14<br />

VJ Electronix ____________ 18<br />

Z Zestron ________________ 14<br />

a<br />

aPeX tOOL ....................................... 27<br />

aReL .................................................. 80<br />

aSM aSSeMBLY SYSteM .................... 3<br />

aUReL aUtOMatiOn ...................... 43<br />

B<br />

BaRBieRi ........................................... 26<br />

BaSeLectROn .................................. 80<br />

C<br />

caBiOtec ............................................ 4<br />

cOOKSOn eLectROnicS .................. 31<br />

cOROna ........................................... 80<br />

E<br />

e.O.i. tecne ...................................... 51<br />

eLaBORa .......................................... 53<br />

F<br />

FaRneLL ........................................... 47<br />

FieRa PROdUctROnica .................. 25<br />

FLeXLinK SYSteMS<br />

diViSiOne e-cUBe .......................... 39<br />

i<br />

i-tROniK ....................................11 - 19<br />

inVentec ......................................... 63<br />

iScRa dieLectRicS ....................iV cop.<br />

l<br />

LiFe PROJect ...............................9 - 29<br />

LiFeteK .............................................. 17<br />

M<br />

MentOR GRaPHicS ......................... 55<br />

MYaUtOMatiOn ............................. 41<br />

O<br />

OMR itaLia ................................ ii cop.<br />

OSai a.S. .......................................... 57<br />

p<br />

PacKtROnic ..................................... 33<br />

PHOeniX cOntact ..................... i cop.<br />

PROdeLec ..................................13 - 15<br />

r<br />

RaMidia ........................................... 81<br />

RS cOMPOnentS ...................... iii cop.<br />

S<br />

SPea .................................................. 45<br />

SteaLtecH ........................................ 37<br />

SteLViO KOnteK .............................. 59<br />

T<br />

tecnOMaSteR ..........................75 - 81<br />

tecnOMetaL ............................73 - 82<br />

W<br />

Win-teK ............................................ 21


10 PCB giugno 2011<br />

▶ AGENDA - FIERE E CONVEGNI<br />

Data e luogo Evento Segreteria<br />

31 maggio - 2 giugno<br />

Mosca, Russia<br />

5 - 10 giugno<br />

San Diego, CA<br />

USA<br />

21 - 23 giugno<br />

Minneapolis, Minnesota<br />

USA<br />

22 - 23 giugno<br />

Or<strong>la</strong>ndo, FL<br />

USA<br />

23 - 26 giugno<br />

Bangkok,<br />

Tai<strong>la</strong>ndia<br />

SEMICON Russia 2011 SEMI Moscow<br />

Al<strong>la</strong> Famitskaya<br />

Tel. +7 495 97.86.291<br />

Mob. +7 926 22.39.272<br />

afamitskaya@semi.org<br />

48th DAC 2011 Cayenne Communication<br />

Publicity Chair, 48th DAC<br />

michelle.c<strong>la</strong>ncy@cayennecom.com<br />

www.dac.com<br />

IPC International Conference<br />

on Flexible Circuits<br />

2011 Americas HyperWorks<br />

Technology Conference<br />

Gennaio<br />

Macchine e sistemi coinvolti nel<strong>la</strong> produzione di <strong>circuiti</strong> <strong>stampati</strong><br />

Febbraio<br />

<strong>Il</strong> test funzionale<br />

Marzo<br />

Rego<strong>la</strong>mentazione e ricic<strong>la</strong>ggio dei materiali elettronici<br />

Aprile<br />

Come è cambiata <strong>la</strong> distribuzione<br />

Maggio<br />

Forni e profili termici<br />

Giugno<br />

Tecnologie di packaging<br />

Luglio - Agosto<br />

<strong>Il</strong> punto sulle certificazioni, i centri SIT, le normative<br />

Settembre<br />

EMS, CEM e mondo dei terzisti<br />

Ottobre<br />

Saldatura selettiva<br />

Novembre<br />

Panoramica P&P<br />

Dicembre<br />

AOI, ispezione 3D dei depositi serigrafici, raggi X<br />

IPC - Association Connecting Electronics Industries<br />

3000 Lakeside Drive, 309 S,<br />

Bannockburn, IL - 60015 - USA<br />

Tel. +1 847 61.57.10.0<br />

Fax +1 847 61.57.10.5<br />

One Grand Cypress Blvd.,<br />

Or<strong>la</strong>ndo, FL 32836 - USA<br />

Tel. +1 407 23.91.234<br />

Fax +1 407 23.93.800<br />

Assembly Technology 2011 Reed Tradex Company<br />

32nd fl., Sathorn Nakorn Tower<br />

100/68-69 North Sathon Rd.<br />

Silom, Bangrak, 10500 - Bangkok, Tai<strong>la</strong>ndia<br />

Tel. +662 68.67.299<br />

Fax +662 68.67.288<br />

rtdx@reedtradex.co.th<br />

www.reedtradex.com<br />

Piano editoriale 2011 Editorial calendar 2011<br />

January<br />

Machines and Systems for PCB Production<br />

February<br />

Functional Testing<br />

March<br />

Electronics Materials Rules and Recycling<br />

April<br />

A World in Changing: the Distribution<br />

May<br />

Ovens and Thermal Profiles<br />

June<br />

Packaging Technologies<br />

July - August<br />

Certifications, Calibration and Certification Centers, Regu<strong>la</strong>tions<br />

September<br />

The World of EMS and CEM<br />

October<br />

Selective Soldering<br />

November<br />

Pick & P<strong>la</strong>ce Survey<br />

Dicember<br />

AOI, 3D Printing Inspection, X-Ray


12 PCB giugno 2011<br />

▶ ULTIMISSIME - C.S. E DINTORNI<br />

Nuova sede per ORPRO Vision<br />

ORPRO Vision, leader nel mercato dell’ispezione<br />

ottica 3D, ha trasferito <strong>la</strong> sede centrale tedesca<br />

in un nuovo e più ampio edi cio, poco distante dal<br />

precedente. I nuovi u ci o rono maggiore spazio<br />

per i reparti commerciale, amministrativo e per il<br />

supporto tecnico; inoltre, il <strong>la</strong>boratorio di ricerca e<br />

sviluppo è stato ulteriormente ingrandito a seguito del<br />

recente ampliamento del personale R&D.<br />

I clienti in visita presso ORPRO Vision possono<br />

ora disporre di una sa<strong>la</strong> riunioni dedicata e possono<br />

assistere a dimostrazioni su tutta <strong>la</strong> gamma di sistemi<br />

per l’ispezione ottica post-serigra a, post-saldatura<br />

e post-p<strong>la</strong>cement incluso il nuovissimo sistema da<br />

banco Insite B.<br />

<strong>Il</strong> Gruppo Fin.Pro. disinveste da Neutec<br />

La holding Fin.Pro. ha<br />

recentemente deciso di<br />

vendere le proprie quote<br />

del<strong>la</strong> società svizzera<br />

Neutec Electronic AG,<br />

nel<strong>la</strong> quale aveva deciso di<br />

investire negli anni passati.<br />

Le quote sono<br />

state vendute a Jurg<br />

Neuenschwander, General<br />

Manager di Neutec, che<br />

già deteneva il 48% del<strong>la</strong><br />

società. Roberto Gatti,<br />

Presidente di Fin.Pro.,<br />

ha dichiarato: “In<br />

passato abbiamo<br />

deciso di investire nel<br />

mercato svizzero perché<br />

strettamente collegato a<br />

quello italiano dal punto<br />

di vista commerciale<br />

e per <strong>la</strong> comunanza<br />

dei marchi distribuiti.<br />

Attualmente, però,<br />

non sussistono più i<br />

presupposti per gestire<br />

Adam Shaw, responsabile del<strong>la</strong> Ricerca & Sviluppo,<br />

ha commentato: “<strong>Il</strong> team di ORPRO Vision è<br />

considerevolmente aumentato, e questo ha portato<br />

al<strong>la</strong> necessità di cercare una nuova sede. La nuova<br />

demo-room che è stata realizzata o re lo spazio per<br />

presentare l’attuale gamma di prodotti e le nuove<br />

piattaforme, per e ettuare training e user group<br />

meeting. La nuova sede ha già ospitato il primo<br />

distributor meeting europeo durante il quale è stato<br />

presentato in ante<strong>prima</strong> il nuovo sistema di ispezione<br />

ottica da banco Insite B, che ha riscosso un notevole<br />

successo al<strong>la</strong> era SMT”.<br />

www.orprovision.com<br />

direttamente il mercato<br />

attraverso una società<br />

di proprietà. L’area del<br />

Canton Ticino riveste<br />

comunque notevole<br />

importanza per Prodelec,<br />

e verrà seguita attraverso<br />

un commerciale dedicato<br />

a quel<strong>la</strong> zona. Abbiamo<br />

posto in essere degli<br />

accordi con Neutec per<br />

continuare a seguire il<br />

mercato svizzero”.<br />

Fin.Pro., del<strong>la</strong> quale fanno<br />

parte Prodelec (Italia)<br />

e il Gruppo ORPRO<br />

Vision (Germania,<br />

America e Asia),<br />

ha scelto di concentrarsi<br />

su altre operazioni, che<br />

riguardano in partico<strong>la</strong>re<br />

le operatività italiane<br />

e quelle di Orpro Vision.<br />

www.prodelecgroup.com<br />

www.orprovision.com


14 PCB giugno 2011<br />

SMT/HYBRID/PACKAGING 2011<br />

Grande successo per<br />

<strong>la</strong> consueta edizione<br />

<strong>prima</strong>verile di SMT/<br />

HYBRID/PACKAGING,<br />

che si è svolta a<br />

Norimberga fra il 3 e il 5<br />

maggio e che quest’anno<br />

si è presentata presso <strong>la</strong><br />

sede fieristica cittadina da<br />

poco ristrutturata ora di<br />

indubbio impatto estetico<br />

complessivo.<br />

Rispetto al<strong>la</strong> scorsa<br />

edizione – che già aveva<br />

fatto segna<strong>la</strong>re riscontri<br />

di rilievo all’uscita dal<strong>la</strong><br />

crisi – l’evento bavarese ha<br />

fatto registrare quest’anno<br />

un ulteriore successo in<br />

termini di visitatori e di<br />

spazio espositivo, con un<br />

aumento significativo<br />

anche in termini di<br />

interventi congressuali.<br />

Contro i 26.000 mq<br />

occupati dal<strong>la</strong> sezione<br />

espositiva dell’edizione<br />

2010, quest’anno i numeri<br />

hanno segnato una crescita<br />

di circa il 4% dell’area di<br />

esposizione (27.000 mq),<br />

spazio che ha permesso<br />

ai più di 530 espositori<br />

di presentare prodotti e<br />

soluzioni per l’industria<br />

elettronica.<br />

Anche se, naturalmente,<br />

non sono da segna<strong>la</strong>re<br />

novità di partico<strong>la</strong>re<br />

rilevanza, ciò a causa<br />

principalmente<br />

dell’imminente edizione<br />

di Productronica<br />

(evento biennale che<br />

si terrà a Monaco il<br />

prossimo novembre)<br />

<strong>la</strong> partecipazione in<br />

termini di presentazioni<br />

tecnologiche è stata<br />

tutt’altro che scarsa,<br />

così come <strong>la</strong> presenza di<br />

visitatori stranieri che ha<br />

confermato una tendenza<br />

all’internazionalizzazione<br />

già notata nelle scorse<br />

edizioni.<br />

Importanti sono<br />

stati, come si è detto,<br />

le manifestazioni<br />

congressuali, fra le quali<br />

hanno spiccato per<br />

interesse e innovazione il<br />

consueto appuntamento<br />

con EIPC e, quest’anno<br />

in partico<strong>la</strong>re, <strong>la</strong> seconda<br />

edizione dell’ “Electronics<br />

Day” organizzato dal<br />

Sustainable Electronics<br />

Manufacturing (SEM)<br />

Working Group il giorno 4<br />

maggio. Con una presenza<br />

importante di esperti del<br />

settore dell’elettronica<br />

industriale (rappresentanti<br />

di ST Microelectronics,<br />

C-Tech Innovation,<br />

Assembléon, Koh Young,<br />

Mentor Graphics,<br />

Atotech, Indium, Verdant<br />

Electronics, Isorg e<br />

Zestron) il SEM Working<br />

Group ha ribadito gli<br />

obiettivi di col<strong>la</strong>borazione<br />

per <strong>la</strong> definizione di una<br />

roadmap industriale<br />

che segua <strong>la</strong> linea del<strong>la</strong><br />

sostenibilità nel<strong>la</strong><br />

produzione elettronica<br />

industriale.<br />

Evento altrettanto<br />

importante è stata<br />

quest’anno <strong>la</strong> premiazione<br />

del giovane ingegnere<br />

da parte del comitato di<br />

valutazione presieduto dal<br />

direttore generale di SMT,<br />

Udo Weller.<br />

Quest’anno è stato<br />

dichiarato vincitore del<br />

premio Daniel Hahn<br />

del Fraunhofer IZM di<br />

Berlino con <strong>la</strong> sua ricerca<br />

dal titolo “Zuverlässigkeit<br />

konkaver Flip-Chip-<br />

Lotverbindungen bei<br />

kombinierter Be<strong>la</strong>stung<br />

durch Temperatur und<br />

Vibration” (Affidabilità<br />

giunti di saldatura flipchip<br />

concavi sotto l’esposizione<br />

combinata di temperatura<br />

e vibrazioni).<br />

La prossima edizione<br />

di SMT/HYBRID/<br />

PACKAGING si terrà<br />

sempre presso <strong>la</strong> stessa<br />

sede fra l’8 e il 10 maggio<br />

del 2012.


16 PCB giugno 2011<br />

Elettronica ed elettrotecnica <strong>italiana</strong>,<br />

un trimestre tra luci e ombre<br />

Fatturati e ordini in<br />

crescita, produzione<br />

industriale in calo. È un<br />

ritratto con luci e ombre<br />

quello dipinto dall’Istat<br />

sul primo trimestre<br />

2011 dell’industria<br />

dell’elettronica e<br />

dell’elettrotecnica<br />

<strong>italiana</strong>. Secondo i dati<br />

appena diffusi, i due<br />

comparti rappresentati da<br />

Confindustria Anie hanno<br />

evidenziato nel primo<br />

trimestre 2011 dinamiche<br />

differenziate nel recupero<br />

dei principali indicatori.<br />

Nello specifico, i dati<br />

re<strong>la</strong>tivi al fatturato<br />

continuano a mostrare<br />

tassi di recupero<br />

dinamici. A marzo 2011,<br />

nel confronto con lo<br />

stesso mese del 2010,<br />

l’industria elettrotecnica<br />

<strong>italiana</strong> ha evidenziato<br />

un incremento del<br />

fatturato totale del 10,5%,<br />

l’elettronica del 21,7%<br />

(+8,8% <strong>la</strong> variazione nel<strong>la</strong><br />

media del manifatturiero).<br />

Nel primo trimestre 2011,<br />

nel confronto su base<br />

annua, il volume d’affari<br />

complessivo ha registrato<br />

una crescita del 16,7% per<br />

l’elettrotecnica, del 19,7%<br />

per l’elettronica (+10,9%<br />

<strong>la</strong> variazione nel<strong>la</strong> media<br />

del manifatturiero<br />

italiano).<br />

Anche il portafoglio ordini<br />

è tornato decisamente in<br />

positivo, dopo le incertezze<br />

che hanno caratterizzato i<br />

primi mesi del 2011.<br />

Nel primo trimestre<br />

2011, nel confronto<br />

con lo stesso periodo<br />

dell’anno precedente,<br />

l’ordinato totale<br />

ha mostrato per<br />

l’elettrotecnica<br />

una crescita a due<br />

cifre (+26,2%);<br />

più moderata <strong>la</strong><br />

variazione per<br />

l’elettronica (+2,6%).<br />

Si mantengono<br />

discordanti i<br />

dati re<strong>la</strong>tivi al<br />

profilo produttivo<br />

che muove in<br />

controtendenza.<br />

Nel primo trimestre<br />

2011 i settori Anie<br />

hanno sperimentato un<br />

andamento altalenante<br />

del<strong>la</strong> produzione<br />

industriale, che si è<br />

tradotto in un risultato<br />

cumu<strong>la</strong>to trimestrale<br />

negativo. In partico<strong>la</strong>re,<br />

nel<strong>la</strong> media dei primi<br />

tre mesi del 2011, nel<br />

confronto con lo stesso<br />

periodo del 2010,<br />

l’elettronica ha evidenziato<br />

una caduta dei livelli di<br />

attività del 10,4%. Più<br />

contenuta <strong>la</strong> flessione per<br />

l’elettrotecnica (-1,7%).<br />

Nel confronto europeo<br />

l’industria elettrotecnica<br />

ed elettronica <strong>italiana</strong> ha<br />

mostrato un andamento<br />

del profilo produttivo<br />

disallineato con <strong>la</strong> media<br />

dell’Unione, in partico<strong>la</strong>re<br />

con <strong>la</strong> Germania, che ha al<br />

contrario messo a segno un<br />

recupero a due cifre.<br />

Guidalberto Guidi,<br />

presidente di Confindustria Anie<br />

“Nel primo trimestre<br />

2011 i settori Anie<br />

continuano a esprimere<br />

andamenti differenziati e<br />

discontinui mese per mese<br />

nel ritmo di recupero dei<br />

principali indicatori”, ha<br />

commentato il Presidente<br />

di Confindustria Anie,<br />

Guidalberto Guidi.<br />

“Ca<strong>la</strong>no bruscamente i<br />

livelli di attività industriale,<br />

mentre segnali positivi<br />

vengono dal recupero del<br />

volume d’affari. Occorre<br />

però considerare che <strong>sui</strong><br />

dati a valori correnti si<br />

riflette in molti comparti<br />

il rialzo dei prezzi delle<br />

materie prime impiegate<br />

nei cicli produttivi,<br />

che amplifica i tassi di<br />

variazione. I dati dei primi<br />

mesi del 2011 mostrano<br />

risultati non univoci,<br />

che non muovono nel<strong>la</strong><br />

direzione di una crescita<br />

diffusa e continuativa”.<br />

“Si mantiene una<br />

forte dicotomia fra<br />

consolidamento del<strong>la</strong><br />

ripresa internazionale in<br />

alcuni mercati e ritardo<br />

nel recupero italiano”,<br />

ha proseguito Guidi.<br />

“Guardiamo ancora una<br />

volta al<strong>la</strong> Germania, nostro<br />

principale competitor<br />

in ambito europeo nei<br />

comparti high-tech. Le<br />

stime preliminari del<br />

primo trimestre 2011<br />

indicano una crescita del<br />

prodotto interno lordo<br />

tedesco vicina al 5%,<br />

cinque volte in più di<br />

quello italiano che stenta a<br />

superare un modesto 1%.<br />

Questi andamenti macro si<br />

ripercuotono direttamente<br />

sull’evoluzione del<strong>la</strong><br />

domanda interna nei<br />

settori Anie. Se nel<br />

primo trimestre 2011 le<br />

imprese elettrotecniche<br />

ed elettroniche tedesche<br />

hanno messo a segno<br />

un incremento del<strong>la</strong><br />

produzione industriale<br />

vicino ai 20 punti<br />

percentuali, nello stesso<br />

periodo quelle italiane<br />

non hanno mantenuto<br />

i livelli di attività<br />

conseguiti, entrando in<br />

territorio negativo. Una<br />

discordanza che, a fronte<br />

di una comune proiezione<br />

all’estero, continua a<br />

trovare spiegazione nel<strong>la</strong><br />

debolezza del<strong>la</strong> domanda<br />

espressa dal mercato<br />

nazionale per le imprese<br />

Anie”.


18 PCB giugno 2011<br />

La presenza di Sip<strong>la</strong>ce al<strong>la</strong> fiera di Norimberga<br />

Sip<strong>la</strong>ce presenta un nuovo concetto di set-up<br />

Buone notizie in arrivo<br />

per gli stabilimenti<br />

di produzione elettronica<br />

con frequenti cambi di<br />

prodotto di dimensioni<br />

molto piccole. Con<br />

l’introduzione di Random<br />

Setup, Sip<strong>la</strong>ce propone<br />

un concetto di setup che<br />

ne semplifica e accelera<br />

in modo significativo<br />

VJ Electronix vince l’Npi Award 2011<br />

VJ Electronix si<br />

è aggiudicata<br />

l’Npi (New product<br />

introduction) Award 2011<br />

per <strong>la</strong> sua piattaforma<br />

SRT Micra Rework. La<br />

Micra SRT si presenta in<br />

un formato da banco ed è<br />

specificamente progettata<br />

per <strong>la</strong> ri<strong>la</strong>vorazione di<br />

prodotti mobili contenenti<br />

dispositivi di piccole<br />

dimensioni e ad alta<br />

densità elettronica, quali<br />

smartphone, netbook, Gps<br />

e altri prodotti handheld.<br />

Oltre a presentarsi<br />

come una piattaforma<br />

ideale per applicazioni<br />

le procedure. “Random<br />

Setup – ha sottolineato<br />

Hubert Egger, Marketing<br />

Manager Sip<strong>la</strong>ce<br />

Software – si basa su un<br />

concetto di instal<strong>la</strong>zione<br />

che è stato progettato<br />

specificamente per le<br />

esigenze dei moderni<br />

ambienti high-mix”.<br />

Grazie a Random Setup,<br />

di <strong>la</strong>rgo consumo, SRT<br />

Micra Rework aumenta<br />

e ottimizza i tempi di<br />

produttività anche in<br />

tutte quelle applicazioni<br />

in cui è richiesta alta<br />

proprio come suggerisce<br />

il nome, gli operatori<br />

possono posizionare<br />

gli alimentatori e i<br />

componenti in qualsiasi<br />

punto del<strong>la</strong> linea o del<br />

tavolo di alimentazione<br />

anziché in specifiche<br />

posizioni. I produttori di<br />

elettronica possono così<br />

di beneficiare di setup<br />

affidabilità e alto valore.<br />

In questo senso, Micra<br />

assicura elevate garanzie<br />

anche in applicazioni<br />

tipiche del settore<br />

aerospaziale, dispositivi<br />

molto più veloci e, di<br />

conseguenza, migliore <strong>la</strong><br />

produttività del<strong>la</strong> linea.<br />

Allo stesso tempo, si riduce<br />

significativamente sia <strong>la</strong><br />

quantità di alimentatori<br />

necessari sia <strong>la</strong> possibilità<br />

di errore.<br />

Sip<strong>la</strong>ce (ASM)<br />

www.sip<strong>la</strong>ce.com<br />

medici, automotive,<br />

l’ambiente marino con le<br />

sue condizioni estreme.<br />

Più in generale, Micra<br />

soddisfa l’ampia gamma<br />

di applicazioni industriali<br />

e commerciali. Gli assi<br />

nel<strong>la</strong> manica di Micra,<br />

per garantire <strong>la</strong> massima<br />

efficienza, sono <strong>la</strong><br />

funzionalità Auto-Run,<br />

una nuova concezione<br />

di automatizzazione dei<br />

processi e un ingegnere di<br />

processo virtuale.<br />

VJ Electronix<br />

www.vjelectronix.com<br />

www.lifeprojecsrl.com


20 PCB giugno 2011<br />

Pcb, <strong>la</strong> necessità di un prezzo congruo<br />

Le problematiche re<strong>la</strong>tive agli aumenti dei costi dei pcb sono argomento di estrema<br />

attualità. Ecco quanto comunicato in questi giorni dal gruppo PCB Italy, che<br />

comprende <strong>24</strong> aziende specializzate in produzione e/o commercializzazione di c.s.<br />

opo <strong>la</strong> crisi<br />

“Dglobale, <strong>la</strong> ripresa<br />

del comparto elettronico,<br />

che sembra anticipare <strong>la</strong><br />

ripresa degli altri settori,<br />

vede una forte crescita del<br />

mercato interno cinese,<br />

con <strong>la</strong> conseguenza di<br />

forte richiesta di materie<br />

prime quali <strong>la</strong>minati, rame,<br />

stagno, oro e argento.<br />

Purtroppo, <strong>la</strong> capacità<br />

produttiva di queste<br />

materie prime non può<br />

essere incrementata<br />

tempestivamente, pertanto<br />

ne conseguirà <strong>la</strong> di coltà<br />

di approvvigionamento.<br />

È il caso del tessuto<br />

di vetro e delle resine<br />

epossidiche per <strong>la</strong><br />

produzione dei <strong>la</strong>minati<br />

che, oltre ad aumentare<br />

di prezzo per e etto<br />

dell’aumento del prezzo<br />

del petrolio e delle altre<br />

materie prime, non<br />

potranno essere prodotti<br />

in quantità su ciente al<br />

fabbisogno. Occorrono<br />

infatti almeno due<br />

anni per avviare uno<br />

stabilimento per <strong>la</strong><br />

produzione del tessuto; <strong>la</strong><br />

corsa all’accaparramento<br />

è infatti già iniziata, con<br />

conseguenti maggiori costi<br />

dovuti all’investimento e<br />

al<strong>la</strong> ridotta rotazione del<br />

magazzino.<br />

Se si considera inoltre<br />

lo scarso interesse che<br />

hanno gli asiatici a vendere<br />

<strong>la</strong>minato all’Europa, ne<br />

consegue un’ulteriore<br />

inevitabile aumento del<br />

prezzo del <strong>la</strong>minato FR4.<br />

Tutti i fornitori di <strong>la</strong>minato<br />

hanno già applicato un<br />

aumento indiscutibile del<br />

15% preannunciando una<br />

serie di ulteriori aumenti<br />

no a oltre il 40% entro <strong>la</strong><br />

ne 2011.<br />

Che dire poi delle<br />

altre materie prime? Si<br />

osservino in Tabel<strong>la</strong> 1 le<br />

variazioni di prezzo degli<br />

ultimi 3 anni.<br />

Considerando che<br />

l’incidenza delle<br />

materie prime sul costo<br />

<strong>Il</strong> Gruppo PCB Italy<br />

complessivo del pcb è del<br />

20/50% in funzione del<strong>la</strong><br />

tipologia di prodotto,<br />

ne consegue <strong>la</strong> necessità<br />

di applicare aumenti<br />

signi cativi che riportino<br />

<strong>la</strong> giusta marginalità<br />

ai costruttori di pcb, i<br />

quali sono comunque<br />

costretti a fare importanti<br />

investimenti tecnologici<br />

per adeguare i loro impianti<br />

al<strong>la</strong> sempre crescente<br />

complessità dei prodotti<br />

richiesti dal mercato.<br />

Tabel<strong>la</strong> 1 – Variazione dei prezzi delle materie prime 2009-2011<br />

2009 2010 2011 % ’11 su ‘10<br />

Rame 3,8 $/Kg 7,6 $/kg 10,8 $/kg +40%<br />

Stagno 10 $/kg 17 $/kg 30 $/kg +70%<br />

Oro 600 $/Oz 1.200 $/Oz 1.540 $/Oz +27%<br />

Petrolio 36 $/barile 70 $/barile 130 $/barile +80%<br />

Aab.Tech Esseti Circuiti P.C.S.<br />

Acel Esseti Elettronica Piciesse<br />

Agm Fonover Ramidia<br />

Alba Elettronica Ierre S.I.T.El<br />

Arel Lopar Silga<br />

Baselectron Millenium Dataware Techboard<br />

Ciste<strong>la</strong>ier O&B Tecnomaster<br />

Corona. Omr Italia Tecnometal<br />

Ermes P2s Elettronica Teknit<br />

Questo era però lo<br />

scenario antecedente le<br />

note vicende del nord<br />

Africa che hanno fatto<br />

ulteriormente impennare<br />

il prezzo del petrolio e dei<br />

suoi derivati.<br />

Ora le certezze<br />

diminuiscono, ma<br />

sicuramente non i prezzi.<br />

Al<strong>la</strong> luce di queste<br />

considerazioni gli aumenti<br />

che si stanno veri cando<br />

nel mercato pcb risultano<br />

più che giusti cati e<br />

probabilmente non<br />

si tratterà di un una<br />

tantum, ma di un trend<br />

di incremento che avrà<br />

termine solo quando il<br />

mercato delle materie<br />

prime non si sarà<br />

stabilizzato”.<br />

Gruppo PCB Italy


22 PCB giugno 2011<br />

▶ ANGOLO DI COPERTINA - AZIENDE E SOLUZIONI<br />

I giganti del<strong>la</strong><br />

miniaturizzazione<br />

Soluzioni per <strong>la</strong> connessione di potenza<br />

e per il mercato dei LED<br />

a cura di Antonel<strong>la</strong> Galimberti<br />

<strong>Il</strong> settore delle connessioni rappresenta<br />

storicamente il campo di<br />

eccellenza dell’azienda: nessuna<br />

sorpresa, quindi, che in concomitanza<br />

con <strong>la</strong> sua riorganizzazione in divisioni,<br />

Phoenix Contact abbia deciso<br />

di creare una struttura appositamente<br />

dedicata a supportare l’ambito dei<br />

dispositivi di connessione per circuito<br />

stampato e delle custodie per elettronica.<br />

Si tratta del<strong>la</strong> Divisione Device<br />

Connection, operante sull’intero<br />

territorio nazionale sotto <strong>la</strong> guida di<br />

Roberto Fa<strong>la</strong>schi.<br />

“L’obiettivo del<strong>la</strong> nostra struttura<br />

è quello di confermare il ruolo<br />

di leader tecnologico che<br />

Phoenix Contact riveste nel<br />

mondo dei sistemi di connessione<br />

per il circuito<br />

stampato, attraverso<br />

una conoscenza del<br />

mercato che permetta<br />

di captare<br />

i trend<br />

tecnologici<br />

e rispondervi in tempi brevi, con una<br />

proposta dalle performance superiori<br />

al<strong>la</strong> media e un supporto competente”<br />

spiega Fa<strong>la</strong>schi. Phoenix Contact<br />

rivolge quindi una costante attenzione<br />

alle dinamiche tecniche e tecnologiche<br />

dell’industria. “In partico<strong>la</strong>re, gli<br />

ultimi anni hanno visto lo svilupparsi<br />

di trend tecnologici ben precisi: mi<br />

riferisco ad esempio al<strong>la</strong> costante richiesta<br />

di miniaturizzazione delle connessioni<br />

e di incremento del<strong>la</strong> densità<br />

di cab<strong>la</strong>ggio, al<strong>la</strong> ricerca di metodi di<br />

connessione ergonomici ma a dabili,<br />

all’esigenza di portare correnti sempre<br />

più elevate alle schede. Si è inoltre assistito<br />

al<strong>la</strong> massiccia di usione di tecnologie<br />

speci che come Ethernet o come<br />

i processi di saldatura re ow, entrambi<br />

richiedenti sistemi di connessione<br />

adeguati.<br />

Ricerca & Sviluppo<br />

La competenza maturata nel settore<br />

e i continui investimenti in ricerca<br />

e sviluppo, permettono a Phoenix<br />

Contact di giocare un ruolo da leader<br />

nel settore, con una gamma di morsetti<br />

e connettori per <strong>circuiti</strong> <strong>stampati</strong> che<br />

garantisce performance di eccellenza e<br />

risposte ad ogni esigenza: ad esempio,<br />

i morsetti e connettori di potenza con<br />

portata in corrente no a 125 A o con<br />

portata in tensione no ai 1000 Volt<br />

(omologazione VDE) permettono di<br />

portare correnti sempre più elevate alle<br />

schede, mentre <strong>la</strong> vasta gamma di connessioni<br />

a mol<strong>la</strong> (di tipo c<strong>la</strong>ssico, pushin<br />

e a leva) garantisce un collegamento<br />

facile ed e cace alle schede da circuito<br />

stampato, con ingombri estremamente<br />

ridotti”.<br />

Una delle tecnologie emergenti a<br />

cui Phoenix Contact guarda con partico<strong>la</strong>re<br />

interesse è attualmente quel<strong>la</strong><br />

del<strong>la</strong> luce a LED, in rapida ascesa<br />

nel mercato anche grazie al<strong>la</strong> sempre<br />

maggiore attenzione che gli utilizzatori<br />

nali ripongono sul tema<br />

di risparmio energetico e del consumo<br />

orientato all’e cienza. “Phoenix<br />

Contact si è aperta a questo mondo<br />

introducendo dap<strong>prima</strong> <strong>la</strong> famiglia di<br />

morsetti e connettori serie PT, comprendente<br />

il più piccolo morsetto a<br />

mol<strong>la</strong> del mondo. Da allora, <strong>la</strong> gamma<br />

di prodotti dedicata al mondo dei<br />

LED si è rapidamente ampliata”.<br />

<strong>Il</strong> riferimento è quindi anzitutto<br />

ai miniconnettori a mol<strong>la</strong> per circuito<br />

stampato PTSM, disponibili nel<strong>la</strong><br />

versione SMT per il montaggio verticale<br />

super ciale, o THR per tecnologie<br />

di saldatura re ow. “Questi miniconnettori,<br />

partico<strong>la</strong>rmente utili nel<strong>la</strong><br />

connessione di strisce LED, sono<br />

in grado di gestire correnti no a 6A<br />

con un passo di soli 2,5 mm e 5,0 mm<br />

di altezza” continua Fa<strong>la</strong>schi. “Grazie<br />

a tali dimensioni, si adattano in modo<br />

ottimale all’impiego con schede per<br />

<strong>circuiti</strong> <strong>stampati</strong> metal core rivestite<br />

su un <strong>la</strong>to, come quelle normalmente


in uso tra i produttori di sistemi LED.<br />

A complemento al morsetto PTSM,<br />

<strong>la</strong> gamma Combicon di Phoenix<br />

Contact comprende poi prese base<br />

adatte al processo di saldatura SMT<br />

o THR e disponibili in versione orizzontale<br />

e verticale. Per una maggiore<br />

praticità, tutti i morsetti e connettori<br />

delle serie PTSM sono inoltre confezionati<br />

in bobine ed equipaggiati per<br />

l’impiego in linee di saldatura automatizzate.<br />

<strong>Il</strong> cab<strong>la</strong>ggio di conduttori<br />

rigidi e flessibili fino a 0,75 mm2 si realizza<br />

con un operazione di inserzione<br />

diretta grazie all’utilizzo del<strong>la</strong> recente<br />

tecnologia PIT (Push In Technology)<br />

a mol<strong>la</strong>, senza che si rendano necessarie<br />

preparazioni preventive o l’utilizzo<br />

di utensili partico<strong>la</strong>ri”.<br />

Tutto per i LED<br />

Un’altra novità di prodotto utilizzabile<br />

nel mondo LED, ma non solo, è il<br />

morsetto per circuito stampato PTQ<br />

a due poli. “Si tratta di un componente<br />

estremamente piccolo, con un’altezza<br />

complessiva di soli 8 mm, sviluppato<br />

appositamente per l’impiego<br />

in processi di saldatura THR automatizzati.<br />

Grazie ad esso, il collegamento<br />

dei conduttori a coppie è realizzabile<br />

in modo partico<strong>la</strong>rmente agevole<br />

e sicuro, grazie al<strong>la</strong> tecnica a perforazione<br />

di iso<strong>la</strong>nte: l’operazione di collegamento<br />

non richiede quindi l’impiego<br />

di alcun utensile specifico, così<br />

come quel<strong>la</strong> di sblocco del conduttore<br />

cab<strong>la</strong>to, attuabile mendiante un’apposita<br />

leva.<br />

Confezionati anch’essi in bobine e<br />

perfettamente adeguati all’impiego in<br />

processi di assemb<strong>la</strong>ggio completamente<br />

automatizzati, i morsetti PTQ<br />

consentono all’utilizzatore notevoli<br />

risparmi in termini di tempo ed una<br />

maggiore efficienza di produzione”.<br />

L’attenzione all’esigenza di rendere<br />

più rapidi, pratici ed automatici i<br />

processi è quindi una costante delle<br />

proposte Phoenix Contact, sia nelle<br />

fasi di produzione che in quelle di<br />

instal<strong>la</strong>zione. “Per far fronte alle esigenze<br />

di semplificazione dei processi<br />

di cab<strong>la</strong>ggio, nel campo dei LED<br />

ed in partico<strong>la</strong>re per <strong>la</strong> connessione<br />

di faretti LED può trovare un utile<br />

impiego il sistema Quickon QPD.<br />

Questo dispositivo di connessione rapida<br />

è disponibile in versione “passaparete”,<br />

per montaggio diretto sul faretto,<br />

oppure in versione “giunto” per<br />

<strong>la</strong> realizzazione di connessioni vo<strong>la</strong>nti.<br />

Grazie al<strong>la</strong> tecnologia di connessione<br />

Quickon, basata sul principio<br />

del<strong>la</strong> perforazione d’iso<strong>la</strong>nte, si riduce<br />

il numero di operazioni da effettuare<br />

per procedere al cab<strong>la</strong>ggio di conduttori<br />

e si ottiene un cab<strong>la</strong>ggio rapido<br />

e senza utensili. Per realizzare il contatto<br />

diviene quindi sufficiente inserire<br />

il conduttore a scatto nell’alloggiamento<br />

predisposto, tagliarlo e avvitare<br />

<strong>la</strong> custodia: durante il serraggio<br />

del dado, <strong>la</strong> <strong>la</strong>ma perfora l’iso<strong>la</strong>mento<br />

del cavo e crea un collegamento e<strong>la</strong>stico,<br />

resistente alle vibrazioni e a tenuta<br />

di gas”.<br />

Ovviamente <strong>la</strong> nuova organizzazione<br />

in divisioni non pregiudica il<br />

saldo rapporto con i partner del<strong>la</strong> distribuzione<br />

specializzata che da tempo<br />

caratterizza l’operato di Phoenix<br />

Contact. Anzi, come sottolinea<br />

Fa<strong>la</strong>schi, “<strong>la</strong> distribuzione specializzata<br />

è fondamentale per questo mercato:<br />

<strong>la</strong> sua rete è a fianco del cliente,<br />

ovunque egli si trovi, fornendo consulenza<br />

ed assistenza altamente qualificate.<br />

Grazie al<strong>la</strong> sinergia forte e continuativa<br />

con questi partner, i nostri<br />

clienti possono sempre contare su un<br />

servizio di livello elevato, in grado di<br />

soddisfare, o talvolta anticipare, ogni<br />

loro esigenza”.<br />

Phoenix Contact S.p.A.<br />

Tel. 02/660591<br />

Fax 02/66059500<br />

www.phoenixcontact.it<br />

PCB giugno 2011<br />

23


<strong>24</strong> PCB giugno 2011<br />

▶ speciale - TecnoloGie Di packaGinG<br />

Lo sviluppo<br />

nel packaging<br />

e nelle interconnessioni<br />

Innumerevoli sono le soluzioni che hanno permesso<br />

progressi verso miniaturizzazioni sempre più spinte e che hanno<br />

saputo migliorare le prestazioni circuitali dei componenti ampliando<br />

notevolmente gli orizzonti del<strong>la</strong> tecnologia elettronica<br />

di Dario Gozzi<br />

<strong>Il</strong> trend nello sviluppo dei semiconduttori<br />

e più ancora alcuni<br />

partico<strong>la</strong>ri segmenti di mercato,<br />

guidano lo sviluppo del packaging che<br />

a sua volta coinvolge <strong>la</strong> tecnologia dei<br />

substrati, sia rigidi che flessibili.<br />

L’evoluzione attuale non si discosta<br />

da quanto già osservato da Moore nel<br />

lontano 1965, ovvero che ogni 18 mesi<br />

si registra un aumento tanto nel<strong>la</strong> potenzialità<br />

dei <strong>circuiti</strong> elettronici (a livello<br />

di componente) quanto nel numero<br />

di terminali (input/output).<br />

Uno studio dell’ITRS ha individuato<br />

sei principali segmenti di mercato<br />

capaci di trainare l’evoluzione dei semiconduttori<br />

e del re<strong>la</strong>tivo packaging:<br />

- prodotti low cost, dove convergono<br />

microcontrollori, disp<strong>la</strong>y, disk drive<br />

e prodotti di consumo in generale;<br />

- prodotti portatili, telefoni cellu<strong>la</strong>ri in<br />

testa, ma anche tutto quello che funziona<br />

a batteria ed è trasportabile;<br />

- prodotti di fascia media per costi<br />

e prestazioni, come i notebook, i<br />

personal computer desktop, i dispositivi<br />

per telecomunicazione;<br />

- prodotti ad alte prestazioni per il<br />

settore avionico, i supercomputer, le<br />

workstation di alto profilo;<br />

- memorie, DRAM e SRAM;<br />

- prodotti per automotive, in partico<strong>la</strong>re<br />

sottocofano e per estensione<br />

tutti i prodotti che devono <strong>la</strong>vorare<br />

in ambienti ostili.<br />

In partico<strong>la</strong>re due sono le aree che<br />

danno con maggiore enfasi <strong>la</strong> propulsione<br />

all’evoluzione del packaging, i prodotti<br />

portatili e quelli di fascia media. I primi<br />

sono basati su una tecnologia elettronica<br />

mista, hanno dimensioni contenute,<br />

sono realizzati in grandi volumi e non<br />

godendo di prestazioni partico<strong>la</strong>rmente<br />

elevate sono rivolti a una fascia di mercato<br />

sensibile al costo. I prodotti di fascia<br />

media hanno maggiori prestazioni<br />

dei precedenti e si rivolgono a chi ricerca<br />

una tecnologia più sofisticata ed è disposto<br />

a una maggiore spesa.<br />

Le aree maggiormente coinvolte sotto<br />

il profilo tecnologico nello sviluppo<br />

del packaging e delle interconnessioni<br />

sono:<br />

- fine line multi<strong>la</strong>yer flex;<br />

- thin film passives;<br />

- multichip modules;<br />

- 3D electronic assembly;<br />

- chip scale packaging;<br />

- led packaging;<br />

- power packaging;<br />

- power over<strong>la</strong>y packaging;<br />

- WBG (Wide Bandgap Technology)<br />

packaging;<br />

- nano interconnects;<br />

- mems packaging;<br />

- photonics packaging.<br />

L’evoluzione tra<br />

prestazioni e packaging<br />

Quel<strong>la</strong> che è ormai riconosciuta<br />

universalmente come legge di<br />

Moore, descrive l’evoluzione elettronica<br />

non solo e non tanto in termini di


Wide Bandgap Technology<br />

La tecnologia wide bandgap si basa sull’utilizzo del carburo<br />

di silicio (SiC). <strong>Il</strong> SiC puro è incolore, <strong>la</strong> lucentezza dei cristalli,<br />

capaci di scomporre <strong>la</strong> luce nei colori dell’arcobaleno,<br />

è dovuta all’autopassivazione del materiale che si ricopre di<br />

un sottile strato di SiO2. Tra tutte le sue forme cristalline, l’alfa<br />

è <strong>la</strong> più comune (SiC-α), si forma a temperature superiori<br />

ai 2000 °C e ha un struttura cristallina esagonale. È inerte<br />

dal punto di vista chimico, ha un bassissimo coefficiente<br />

di di<strong>la</strong>tazione termica, ma possiede un’elevata conducibilità<br />

termica. In partico<strong>la</strong>re quest’ultima sua caratteristica, unitamente<br />

all’alta densità di corrente che è capace di sopportare,<br />

lo rendono attualmente un materiale molto interessante<br />

come semiconduttore, sicuramente più promettente del silicio<br />

per gli utilizzi nell’alta potenza, nell’alta frequenza e alle<br />

alte temperature (fino a 500 – 600 °C).<br />

L’attuale limite è dettato dal<strong>la</strong> qualità del materiale di partenza,<br />

i substrati da <strong>la</strong>vorare per ottenere il dispositivo finale.<br />

Gli attuali wafer di silicio arrivano a diametri superiori ai 12”<br />

(30,48 cm), sono di elevata purezza e ottima qualità cristallografica.<br />

La difettosità è ritenuta ormai insignificante.<br />

I wafer di SiC oggi disponibili hanno diametri attorno ai 4”<br />

(10 cm), ma in partico<strong>la</strong>re <strong>la</strong> presenza dei difetti (micropipe,<br />

stacking fault, dislocation) è ancora troppo elevata per ottenere<br />

dispositivi con il livello di affidabilità richiesto dall’elettronica<br />

di ultima generazione. Esiste inoltre il problema dei<br />

costi. Per il substrato di silicio l’incidenza sul dispositivo finale<br />

(componente) è inferiore al 5%, mentre nel caso del SiC<br />

è ancora attestata attorno al 50%.<br />

I substrati di carburo di silicio sono ottenuti mediante il processo<br />

di crescita epitassiale di tipo HTCVD (High Temperature<br />

Chemical Vapour Deposition). In pratica gli strati epitassiali di<br />

SiC sono ottenuti da vapori contenenti silicio e carbonio in<br />

reattori ad alta temperatura.<br />

È in atto una forte sperimentazione per arrivare a un utilizzo<br />

estensivo di questo materiale nel<strong>la</strong> costruzione di sensori<br />

e vari altri componenti elettronici; attualmente si producono<br />

solo i diodi schottky.<br />

La tecnologia di crescita epitassiale consente di accrescere<br />

strati di silicio monocristallino su di un substrato, anch’esso<br />

di silicio monocristallino che ne indirizza <strong>la</strong> crescita e ne determina<br />

le proprietà strutturali. È comunque possibile ottenere<br />

<strong>la</strong> deposizione di altri materiali metallici al fine di realizzare<br />

le connessioni tra i vari dispositivi di un chip. Lo spessore<br />

dello strato epitassiale può variare dal<strong>la</strong> frazione di un nanometro<br />

a centinaia di micron, con controllo dello spessore dei<br />

materiali dell’ordine del singolo strato atomico.<br />

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miniaturizzazione, ma partico<strong>la</strong>rmente<br />

come l’innovazione strutturale dei dispositivi,<br />

ivi inclusa <strong>la</strong> riduzione delle<br />

tensioni di alimentazione<br />

Le caratteristiche siche dei semiconduttori<br />

stanno passando dal submicroscopico<br />

(0,1 – 0,5 µm) al nanometrico<br />

(10 – 100 nm) con il pin count<br />

che va evolvendo dai 100 I/O verso il<br />

migliaio di I/O. Le frequenze da intervalli<br />

di <strong>la</strong>voro compresi tra 1 e 3 GHz si<br />

portano verso i 3 – 10 GHz, le tensioni<br />

di alimentazione vanno decrementando<br />

il loro attuale range di 1,5 – 2,5 V<br />

a meno di 1 V, mentre le potenze sviluppate<br />

subiscono una migrazione che<br />

dagli attuali 1-10 W/cm2 si sposta verso<br />

i 50 W/cm2 . Questo trend dei semiconduttori<br />

ha una signi cativa ricaduta<br />

su ogni aspetto che riguarda il packaging<br />

e l’interconnessione. L’aumento<br />

nel numero degli<br />

I/O a livello di<br />

chip ricade direttamente<br />

sul pin<br />

count del componenteinnescando<br />

il processo<br />

che ha portato<br />

al trasferimento<br />

dei contatti dai<br />

bordi <strong>la</strong>terali a<br />

sotto il corpo con<br />

tecnologia area<br />

array (per esempio<br />

LGA, BGA).<br />

<strong>Il</strong> secondo passo<br />

consiste nel<br />

trovare soluzioni<br />

percorribili e<br />

a dabili per costringernequanto<br />

più possibile<br />

<strong>la</strong> dimensione<br />

del passo (I/O<br />

pitch).<br />

A questo punto le problematiche si<br />

al<strong>la</strong>rgano al<strong>la</strong> tecnologia dei substrati e<br />

delle interconnessioni, tanto a livello di<br />

componente che a livello di pcb , chiamando<br />

in causa <strong>la</strong> tecnologia HDI e di<br />

conseguenza lo sviluppo di piste e iso<strong>la</strong>menti<br />

con dimensioni in nitesimali, interconnessioni<br />

a livello di pad e problemi<br />

di dissipazione termica. Sotto il pro-<br />

lo elettrico sono da considerare le proprietà<br />

dielettriche e le impedenze che<br />

più di <strong>prima</strong> possono alterare il funzionamento<br />

circuitale alle alte frequenze<br />

di <strong>la</strong>voro; di conseguenza una maggiore<br />

cura deve essere posta nel<strong>la</strong> scelta dei<br />

materiali che costituiscono il substrato,<br />

degli iso<strong>la</strong>menti e per le vie di dissipazione<br />

termica.<br />

Riassumendo ci sono alcuni elementi<br />

di base che de niscono <strong>la</strong> struttura di<br />

un package in microelettronica:<br />

- <strong>la</strong> connessione elettrica del die al<br />

package mediante tecnologia die e<br />

wire bonding, TAB o solder bump;<br />

- l’incapsu<strong>la</strong>mento con under ll e<br />

molding (overmolding, transfer o<br />

injection molding);<br />

- il materiale del substrato, ceramico o<br />

organico;<br />

- <strong>la</strong> connessione del package al pcb,<br />

thru-hole, SMT lead, area array.<br />

Dal<strong>la</strong> preistoria<br />

ai giorni nostri<br />

Parte dagli anni 60’ e 70’ (se non <strong>la</strong><br />

preistoria, sicuramente <strong>la</strong> storia antica<br />

dell’elettronica) l’evoluzione dei package<br />

che ha portato agli attuali SiP e SoS.<br />

Agli albori lo standard era costituito<br />

dai Dual-in-Line P<strong>la</strong>ted- rough-<br />

Hole, poco costosi e strutturalmente<br />

robusti, ma dal limitato numero di I/O<br />

(64) e con passo di 100 mil. L’avvento<br />

del montaggio super ciale negli anni<br />

80’ e 90’ ha portato all’introduzione dei<br />

terminali <strong>sui</strong> quattro <strong>la</strong>ti, aumentando il<br />

numero degli I/O su valori superiori ai<br />

200 pin; il passo ha subito riduzioni no<br />

a scendere a livello di 25 -20 mil dando


28 PCB giugno 2011<br />

il via al<strong>la</strong> vera corsa verso <strong>la</strong><br />

miniaturizzazione più spinta,<br />

ma introducendo i primi pesanti<br />

problemi di processo.<br />

L’aumento dei terminali comporta<br />

seri problemi nel dimensionamento dei<br />

package perché a ogni raddoppio del<br />

numero dei pin corrisponde grosso modo<br />

una quadruplicazione dell’area del<br />

corpo. I componenti diventano costosi,<br />

con le dimensioni in controtendenza<br />

agli obiettivi desiderati di miniaturizzazione<br />

e con gravi pregiudiziali sul processo<br />

di assemb<strong>la</strong>ggio e sull’a dabilità<br />

dei pcb che ne risultano.<br />

Si passa di conseguenza a formu<strong>la</strong>re<br />

nuovi package che abbiano i terminali<br />

di contattazione sotto il corpo del componente,<br />

nasce <strong>la</strong> generazione area array,<br />

di cui fanno parte i BGA, i LGA,<br />

i ip-chip (in carrier e su scheda); una<br />

svolta tecnologica che approderà agli<br />

ancor più so sticati multichip module,<br />

ai system-in-package e ai sistemi 3D<br />

(chip-on-chip, stacked die).<br />

Considerando un package area array<br />

a 50 mil, l’aumento di un fattore 4 dei<br />

suoi terminali, comporta un quadruplicamento<br />

dell’area del corpo del componente.<br />

Visto da un’altra ango<strong>la</strong>zione, ovvero<br />

mantenendo ssa <strong>la</strong> dimensione del<br />

corpo, diminuendo del<strong>la</strong> metà il passo<br />

dei terminali, si ottiene come bene-<br />

cio di quadruplicare il loro numero.<br />

Considerando un area array di 49 mm 2<br />

si potrà disporre di 25 terminali con<br />

passo 1,2 mm oppure di 100 terminali<br />

a passo 0,6 mm.<br />

Un numero di I/O attorno ai 300 è<br />

considerato di fascia media e normalmente<br />

ha un passo di 0,4 mm, un die di<br />

10x10 mm, piste e iso<strong>la</strong>menti di 35 µm e<br />

via hole di 90 µm. La connessione elettrica<br />

tra il die e il substrato al<strong>la</strong> base del<br />

componente viene fatta con tecnologia<br />

wire bonding. La stessa impiegata nel<br />

caso di componenti ad elevato pin count<br />

(tra 500 e 1000 I/O); in questo caso il<br />

passo tra le piazzole di bonding, eseguito<br />

con lo in oro, è di 60 µm o meno.<br />

Proseguendo nell’opera di miniaturizzazione,<br />

i limiti posti dal<strong>la</strong> connessione<br />

wire bonding (eseguito a livello perimetrale)<br />

sono identiche a quelle riscontrate<br />

ponendo i terminali <strong>sui</strong> quattro <strong>la</strong>ti del<br />

corpo dei componenti (leaded carrier).<br />

Una diminuzione del passo introdurrebbe<br />

grossi problemi di produttività e<br />

di a dabilità.<br />

<strong>Il</strong> ricorso al<strong>la</strong> tecnologia ip chip ha<br />

consentito di utilizzare l’intera super cie<br />

del die per posizionare le piazzole di interconnessione<br />

e di eliminare tutta una<br />

serie di di coltà (leggi potenziali difettosità)<br />

dovute al wire bonding, come parassitismo<br />

dei segnali, CTE, formazione<br />

di microcricche… La storia dei ip chip<br />

è per <strong>la</strong> verità iniziata in IBM negli anni<br />

’60 (si potrebbe par<strong>la</strong>re di evoluzione<br />

paralle<strong>la</strong> o convergenza evolutiva) con<br />

<strong>la</strong> tecnologia C4 e poi ripresa da molti<br />

e con molte di erenze o semplici sfumature,<br />

no ai giorni nostri.<br />

Tecnologia multi chip<br />

La tecnologia multichip è un altro<br />

approccio sviluppato per ottenere<br />

buone prestazioni a costi contenuti.<br />

A di erenza del<strong>la</strong> tecnologia single<br />

chip che vede un singolo IC posizionato<br />

all’interno del package, <strong>la</strong> tecnologia<br />

multichip prevede duo o più<br />

IC alloggiati all’interno di un<br />

package comune:<br />

- MultiChip Modules (MCM), contenente<br />

no a 10 IC con <strong>la</strong> possibile<br />

presenza di componenti discreti;<br />

- MultiChip Packages (MCP), è una<br />

versione ridotta del precedente, contiene<br />

da 2 a 6 IC;<br />

- System-in-Package (SiP), si tratta di<br />

un multichip in cui c’è <strong>la</strong> presenza,<br />

in funzione dell’utilizzo, di digitale e<br />

analogica, potenza e radiofrequenza,<br />

su un substrato dal costo contenuto;<br />

- System-on-Package (SOP), pone<br />

un intero sistema sul singolo chipsize<br />

package.<br />

Quando <strong>la</strong> soluzione a singolo chip<br />

non consente di ottenere le prestazioni<br />

desiderate, il ricorso allo stacked package<br />

permette di risparmiare spazio sul<br />

substrato. Questa soluzione ha dimostrato<br />

un miglior comportamento sotto<br />

il pro lo elettrico rispetto alle soluzioni<br />

multichip bidimensionali, ma risente<br />

del problema del<strong>la</strong> dissipazione termica,<br />

ragion per cui l’utilizzo predominante è<br />

a livello di memorie.<br />

Anche in questo caso sono state sviluppate<br />

diverse soluzioni, per esempio<br />

nel package QFP sono stati inseriti die<br />

in con gurazione stacked ponendone<br />

uno sul <strong>la</strong>to top del leadframe e uno sul<br />

<strong>la</strong>to bottom. Nei package BGA si possono<br />

racchiudere due o più dice posizionati<br />

uno sull’altro e collegati tra loro o con<br />

il substrato intermedio (interposer). In<br />

alternativa <strong>la</strong> connessione può avvenire<br />

con tecnica ip chip o essere un misto<br />

col wire bonding.<br />

Utilizzata per addensare un mix di <strong>circuiti</strong><br />

logici e di memoria, <strong>la</strong> Folded Stack<br />

Chip Scale Package è <strong>la</strong> tecnologia che<br />

permette di realizzare lo stacking dei dice<br />

su substrato essibile, ripiegando il<br />

tutto su se stesso anche più volte, ricavandone<br />

una soluzione che consente di<br />

impacchettare in poco spazio una notevole<br />

quantità di logica e di memoria.


30 PCB giugno 2011<br />

▶ speciale - TecnOlOgie Di packaging<br />

Land Grid Array (LGA)<br />

package<br />

<strong>Il</strong> package LGA riduce l’altezza del componente perché elimina<br />

lo stand-off associato alle ball proprie delle configurazioni BGA.<br />

I giunti di saldatura che ne conseguono sono quindi molto più sottili<br />

e questo favorisce anche <strong>la</strong> dissipazione termica del componente<br />

di Davide Oltolina<br />

I<br />

componenti LGA appartengono<br />

al<strong>la</strong> famiglia degli area array le<br />

cui connessioni di secondo livello,<br />

dal package al pcb, sono costituite da<br />

una griglia di superfici saldabili il cui<br />

<strong>la</strong>yout è del tutto simile a quello dei<br />

BGA, ma senza <strong>la</strong> presenza delle c<strong>la</strong>ssiche<br />

sfere di interconnessione.<br />

Le superfici saldabili si trovano sul<br />

<strong>la</strong>to bottom del componente e <strong>la</strong> loro<br />

geometria spesso include, accanto<br />

alle piazzole per <strong>la</strong> trasmissione del<br />

segnale, un’area di grande dimensione<br />

dedicata al<strong>la</strong> connessione di ground o<br />

al<strong>la</strong> dissipazione termica.<br />

I substrati utilizzati per ospitare<br />

il circuito in silicio possono essere<br />

in ceramica o in <strong>la</strong>minato organico<br />

caratterizzato da un alto Tg e capace<br />

di ospitare connessioni ad alta densità<br />

(HDI).<br />

I componenti LGA, almeno quanto<br />

i BGA, hanno mostrato un buon grado<br />

di tolleranza nei confronti del disallineamento<br />

delle piazzole; durante<br />

<strong>la</strong> rifusione ambedue i package mostrano<br />

una capacità di autoallineamento<br />

sia in X che in Y, ma anche nel<br />

caso del<strong>la</strong> rotazione.<br />

Se le migliori prestazioni di autoallineamento<br />

sono state riscontrate con<br />

<strong>la</strong> presenza del<strong>la</strong> griglia di piazzole,<br />

<strong>la</strong> situazione peggiora con quei componenti<br />

che hanno griglie irrego<strong>la</strong>ri e<br />

grosse aree di ground, dove necessita<br />

ritornare al<strong>la</strong> tradizionale attenzione e<br />

precisione di piazzamento.<br />

Confrontando il package LGA col<br />

c<strong>la</strong>ssico BGA emergono i seguenti<br />

benefici:<br />

- viene eliminato il rischio di ricevere<br />

componenti a cui manchino<br />

alcune sfere o che queste possano<br />

essere danneggiate;<br />

- lo stand-off è minore mancando le<br />

ball, questo consente un più ampio<br />

margine operativo nell’adottare<br />

soluzioni di dissipazione termica<br />

(heat sink), ma è anche un’ottima<br />

soluzione quando lo spazio nel<br />

dispositivo finale è ridotto;


32 PCB giugno 2011<br />

- <strong>la</strong> connessione è semplificata, dando<br />

una maggiore affidabilità nei<br />

confronti del risultato ottenuto<br />

al termine del processo di assemb<strong>la</strong>ggio;<br />

- <strong>la</strong> durata e l’affidabilità meccanica<br />

del package LGA è superiore a<br />

quel<strong>la</strong> del BGA che normalmente<br />

non è sottoposto all’underfilling;<br />

- i componenti LGA possono essere<br />

utilizzati sia nei processi in cui<br />

si usano leghe contenenti piombo<br />

che in processi con leghe LF; sottostanno<br />

inoltre alle stesse regole<br />

di assemb<strong>la</strong>ggio dei BGA.<br />

<strong>Il</strong> componente deve comunque essere<br />

gestito in accordo con le migliori<br />

procedure ESD e MSD per evitare di<br />

causare problemi sia durante le comuni<br />

operazioni di handling che in fase<br />

di rifusione.<br />

Dentro e fuori<br />

dal package<br />

Fisicamente <strong>la</strong> struttura è comunemente<br />

costituita da un substrato organico<br />

su cui è presente il pattern circuitale.<br />

<strong>Il</strong> semiconduttore è montato sul<br />

substrato con cui è connesso con tecnologia<br />

flip chip o wire bonding.<br />

<strong>Il</strong> substrato può ospitare anche<br />

componenti passivi come resistenze,<br />

capacità, induttanze e filtri. <strong>Il</strong> tutto<br />

è poi incapsu<strong>la</strong>to con l’operazione di<br />

molding (ad esempio in resina epossidica)<br />

per fornire al semiconduttore<br />

<strong>la</strong> necessaria protezione meccanica e<br />

ambientale.<br />

<strong>Il</strong> coefficiente di espansione termica<br />

del substrato del componente è di<br />

circa 16 ppm/°C e risulta molto prossimo<br />

a quello dei pcb che normalmente<br />

spazia da 16 a 22 ppm/°C.<br />

<strong>Il</strong> CTE del<strong>la</strong> resina di incapsu<strong>la</strong>mento<br />

è intorno ai 9 ppm/°C mentre<br />

il suo Tg si aggira <strong>sui</strong> 150 °C.<br />

Le interconnessioni a livello di<br />

scheda sono realizzate con giunti di<br />

saldatura generati dall’applicazione<br />

del<strong>la</strong> pasta saldante <strong>sui</strong> pad del pcb,<br />

in corrispondenza dei quali si trovano<br />

poi le piazzole del componente LGA.<br />

<strong>Il</strong> risultato è quello di un basso profilo<br />

di stand-off, approssimativamente<br />

compreso tra 0,06 e 0,1 mm, in funzione<br />

del volume depositato in fase di<br />

serigrafia.<br />

La finitura delle piazzole sul componente<br />

è di 0,1 μm e fino a 0,9 μm<br />

di rivestimento d’oro electroless sopra<br />

nickel electroless.<br />

Al primo livello d’interconnessione<br />

(die to package), nel caso che si utilizzi<br />

<strong>la</strong> tecnologia flip chip lo spessore<br />

del rivestimento dei pad in oro arriva<br />

al massimo a 0,15 μm per passare<br />

a valori compresi tra 0,5 e 0,9 μm con<br />

<strong>la</strong> connessione wire bonding.<br />

Le piazzole del package, quelle per<br />

<strong>la</strong> connessione di secondo livello, hanno<br />

geometria rotonda, rettango<strong>la</strong>re o<br />

quadrata.<br />

Note di processo<br />

Lo stess che affligge i giunti di saldatura<br />

è influenzato dalle dimensioni<br />

degli spessori del package e del pcb.<br />

La raccomandazione dei costruttori<br />

di LGA è che lo spessore del pcb sia<br />

come minimo di 1 mm, valore al di<br />

sotto del quale aumenta notevolmente<br />

lo stress dei giunti.<br />

Nel<strong>la</strong> pratica è stato notato che <strong>la</strong><br />

presenza di micro-via non riempiti<br />

tanto sul pcb quanto sul package<br />

generano void nei giunti di saldatura.<br />

A livello di progettazione è bene<br />

tener presente che buoni risultati<br />

si ottengono quando il rapporto tra<br />

le piazzole del package e quelle del<br />

pcb rispettano <strong>la</strong> proporzione di 1:1.<br />

Non sembra, ai fini del processo di assemb<strong>la</strong>ggio,<br />

così imperativa <strong>la</strong> scelta<br />

di una rego<strong>la</strong>re per <strong>la</strong> deposizione<br />

del solder mask, che dipende dagli<br />

spazi disponibili o piuttosto è demandata<br />

alle aspettative di affidabilità<br />

del prodotto.<br />

L’utilizzo delle piazzole Solder<br />

Mask Defined (SMD) è consigliata<br />

quando l’affidabilità meccanica del<strong>la</strong><br />

piazzo<strong>la</strong> concorre a salvaguardare il<br />

bene da cadute o colpi accidentali.<br />

Piazzole Non-Solder Mask<br />

Defined (NSMD) sono adatte nel caso<br />

in cui i giunti siano sottoposti ad<br />

affaticamento, dovuto per esempio a<br />

cicli termici; in questo caso si aumenta<br />

l’affidabilità delle saldature. L’area<br />

saldabile può essere indifferentemente<br />

rivestita con le comuni finiture superficiali<br />

tipo OSP, NiAu, etc.<br />

<strong>Il</strong> basso profilo di stand-off richiede<br />

che sia utilizzata una pasta noclean,<br />

appunto per evitare il <strong>la</strong>vaggio<br />

che potrebbe rive<strong>la</strong>rsi non efficace.<br />

In ogni caso al termine del processo<br />

di rifusione, del flussante non deve<br />

rimanere residuo, questo potrebbe<br />

voler dire un tempo di rifusione<br />

più lungo o una temperatura di picco<br />

più vicina al limite superiore del<strong>la</strong> finestra<br />

di processo di quanto non sia<br />

normalmente.<br />

Presenza e ammontare di eventuali<br />

residui di flussante possono essere<br />

rilevati so<strong>la</strong>mente con <strong>la</strong> rimozione<br />

meccanica del componente LGA. Nel<br />

controllo e messa a punto del processo<br />

di rifusione potrebbe essere di aiuto<br />

eseguire delle sezioni del componente<br />

che metterebbero a fuoco non<br />

solo l’eventuale presenza di residui,<br />

ma soprattutto <strong>la</strong> geometria dei giunti<br />

di saldatura.


34 PCB giugno 2011<br />

▶ speciale - TecnoloGie Di packaGinG<br />

Quad f<strong>la</strong>tpack no lead<br />

Quad f<strong>la</strong>tpack no lead (QFN) e Small Outline No lead (SON o DFN:<br />

Dual side No Lead) sono package leadless le cui connessioni elettriche<br />

di I/O sono costituite da piazzole disposte perimetralmente<br />

sul <strong>la</strong>to bottom del componente<br />

di Dario Gozzi<br />

QFN e SON sono dispositivi<br />

in package p<strong>la</strong>stico<br />

con caratteristiche di dissipazione<br />

termica partico<strong>la</strong>rmente<br />

buone. Utilizzando <strong>la</strong> convenzionale<br />

tecnologia del leadframe in rame; <strong>la</strong><br />

loro caratteristica costruttiva li rende<br />

competitivi rispetto ai tradizionali<br />

componenti a pin, per il minor spazio<br />

richiesto sul pcb, per le migliori caratteristiche<br />

elettriche e di dissipazione<br />

termica e non ultimo sotto il profilo<br />

del costo.<br />

<strong>Il</strong> QFN ha le terminazioni disposte<br />

lungo i quattro <strong>la</strong>ti del package,<br />

il SON (o DFN) le ha distribuite<br />

lungo due <strong>la</strong>ti. Possiedono una piazzo<strong>la</strong><br />

di maggiori dimensioni (die<br />

pad) il cui compito è quello di convogliare<br />

sul pcb il calore da dissipare.<br />

<strong>Il</strong> valore medio dell’impedenza termica<br />

di questa famiglia di componenti<br />

è circa <strong>la</strong> metà rispetto ai normali<br />

componenti provvisti di pin, prerogativa<br />

che li rende partico<strong>la</strong>rmente adatti<br />

per le applicazioni ad alta potenza e<br />

ad alta frequenza (20–25 GHz). Sono<br />

disponibili in numerosi formati, che<br />

dipendono sostanzialmente dal<strong>la</strong> dimensione<br />

del die e dal numero degli<br />

I/O.<br />

La struttura<br />

<strong>Il</strong> lead frame è realizzato in rame,<br />

con l’adesivo vi si fissa il die che con<br />

tecnologia wire bonding (filo in oro<br />

dal diametro di 1 o 2 mil) è collegato<br />

elettricamente ai terminali di I/O del<br />

componente.<br />

Ci sono principalmente due tecniche<br />

per produrli: punch singu<strong>la</strong>tion<br />

e saw singu<strong>la</strong>tion.<br />

Nel primo caso sono singo<strong>la</strong>rizzati<br />

da una sequenza lineare di dispositivi<br />

e nel secondo da una matrice.<br />

Al <strong>la</strong>to pratico <strong>la</strong> maggiore differenza<br />

che si può avere tra due package<br />

risiede nell’esposizione dei terminali,<br />

che possono essere liberi solo sul<strong>la</strong> superficie<br />

bottom del componente o essere<br />

esposti anche per lo spessore lungo<br />

i fianchi del componente.<br />

Pro e contro<br />

Tra i benefici funzionali offerti da<br />

questo package c’è <strong>la</strong> riduzione del<br />

fattore induttivo, <strong>la</strong> già citata dissipazione<br />

termica e il miglioramento<br />

delle caratteristiche elettriche delle<br />

interconnessioni. Strutturalmente occupa<br />

un’area ridotta e gode di un sottile<br />

profilo e di un bassissimo peso.<br />

Di contro alcuni plus costituiscono<br />

anche una difficoltà per quanto


iguarda il processo di assemb<strong>la</strong>ggio.<br />

La differenza tra <strong>la</strong> picco<strong>la</strong> area dei<br />

contatti e <strong>la</strong> più grande dimensione<br />

del<strong>la</strong> piazzo<strong>la</strong> termica, nei componenti<br />

di picco<strong>la</strong> dimensione come ad esempio<br />

per i DFN 3x3 mm, può provocare<br />

il galleggiamento del pad termico<br />

durante <strong>la</strong> rifusione e terminare<br />

con <strong>la</strong> mancanza di contatto <strong>sui</strong> pad<br />

di I/O a fine ciclo di saldatura. Per via<br />

delle buone caratteristiche di conduzione<br />

termica di questo package diventa<br />

difficile <strong>la</strong> sua ri<strong>la</strong>vorazione; il flusso<br />

di aria calda può non essere sufficiente<br />

a rifondere <strong>la</strong> lega sottostante<br />

il thermal pad, ma può benissimo<br />

causare problemi all’intorno del componente.<br />

Non c’è spazio per <strong>la</strong> punta<br />

del saldatore per <strong>la</strong>vorare sulle aree<br />

di contatto, se non nel caso in cui ci<br />

sia l’esposizione del<strong>la</strong> piazzo<strong>la</strong> sul fianco<br />

del componente, ma comunque<br />

il giunto non sarebbe affidabile.<br />

La geometria<br />

del solder mask<br />

Uno dei fattori principali da considerare<br />

nel loro utilizzo è costituito<br />

dal<strong>la</strong> geometria delle piazzole sul<br />

pcb. Premesso che a livello di processo<br />

sottostanno alle normali pratiche<br />

di serigrafia e rifusione utilizzate<br />

comunemente nei processi SMT, <strong>la</strong><br />

bontà del<strong>la</strong> tenuta meccanica e del<strong>la</strong><br />

dissipazione termica è in funzione dei<br />

giunti di saldatura realizzati.<br />

Ci sono due tipi di geometria per<br />

le piazzole:<br />

- Solder Mask Defined (SMD) in<br />

cui le aperture nel solder mask sono<br />

più piccole delle piazzole;<br />

- Non-Solder Masl Defined<br />

(NSMD) in cui le aperture nel<br />

solder mask sono di dimensione<br />

maggiore rispetto alle piazzole.<br />

Sebbene ci sia chi propende per <strong>la</strong><br />

<strong>prima</strong> e chi per <strong>la</strong> seconda, di massima<br />

sono ambedue accettate per l’utilizzo<br />

dei QFN. Tendenzialmente <strong>la</strong> soluzione<br />

NSMD è preferita in quanto <strong>la</strong><br />

definizione del rame è più control<strong>la</strong>bile<br />

rispetto a quel<strong>la</strong> del solder; inoltre<br />

in questo caso il solder mask favorisce<br />

il contenimento del deposito di pasta<br />

all’interno del<strong>la</strong> sua apertura. Ultimo,<br />

ma non meno importante, durante <strong>la</strong><br />

rifusione <strong>la</strong> lega ha modo di ancorarsi<br />

anche <strong>sui</strong> bordi del<strong>la</strong> piazzo<strong>la</strong>, fattore<br />

che, ampliando l’area di bagnabilità,<br />

irrobustisce ulteriormente il giunto di<br />

saldatura.<br />

La soluzione SMD è invece utilizzata<br />

senza problemi sul thermal <strong>la</strong>nd,<br />

<strong>la</strong> piazzo<strong>la</strong> di maggiori dimensioni<br />

adibita al<strong>la</strong> trasmissione del calore.<br />

Nel<strong>la</strong> geometria NSMD le aperture<br />

nel solder mask dovrebbero essere da<br />

120 a 150 µm maggiori rispetto al<strong>la</strong><br />

dimensione del<strong>la</strong> piazzo<strong>la</strong>, designando<br />

da 60 a 75 µm di libertà tra <strong>la</strong> fine<br />

del primo e l’inizio del<strong>la</strong> seconda.<br />

<strong>Il</strong> problema si pone con i componenti<br />

fine pitch. Nel caso di piazzole<br />

da 0,25 mm con passo 0,4 mm, diventa<br />

difficile non solo mantenere uno<br />

spazio tra solder e piazzo<strong>la</strong>, ma addirittura<br />

inserire del solder mask di iso<strong>la</strong>mento<br />

tra una piazzo<strong>la</strong> e l’altra. In<br />

questo caso si utilizza una singo<strong>la</strong> apertura<br />

che abbraccia l’intera sequenza<br />

di pin su ogni <strong>la</strong>to.<br />

Serigrafia e giunti<br />

di saldatura<br />

La <strong>prima</strong> considerazione riguarda<br />

<strong>la</strong> p<strong>la</strong>narità del pcb, che va attentamente<br />

tenuta sotto controllo perché<br />

potrebbe inficiare sul<strong>la</strong> formazione<br />

dei giunti sotto il QFN. I giunti<br />

di rifusione perimetrali al componente<br />

dovrebbero avere un’altezza compresa<br />

tra 50 e 75 µm e <strong>la</strong> loro corretta<br />

realizzazione è demandata al<strong>la</strong> buona<br />

costruzione dello stecil.<br />

Per passi di 0,5mm lo spessore dello<br />

stecil dovrebbe essere di 0,125 mm<br />

e le aperture dovrebbero essere in rapporto<br />

1:1 con <strong>la</strong> dimensione delle piazzole.<br />

Scendendo con <strong>la</strong> dimensione<br />

del passo (ad esempio con passo 0,4<br />

mm) le aperture devono essere leggermente<br />

ridotte per evitare <strong>la</strong> formazione<br />

dei corti.<br />

È consigliato l’utilizzo di pasta saldante<br />

no-clean di tipo 3 e dove possibile<br />

l’atmosfera inerte o il processo<br />

con vapor phase.<br />

Per questi giunti di saldatura <strong>la</strong> normativa<br />

non richiede partico<strong>la</strong>ri forme<br />

del filetto, ma solo il rispetto delle dimensioni<br />

di lunghezza, <strong>la</strong>rghezza e<br />

dello spessore. Per <strong>la</strong> loro posizione<br />

e per <strong>la</strong> loro conformazione, questi<br />

giunti non sono facilmente ispezionabili<br />

se non col ricorso all’ispezione<br />

con raggi x.<br />

PCB giugno 2011<br />

35


36 PCB giugno 2011<br />

▶ Tecnologie - RiCeRCa avanzata<br />

Soluzioni<br />

alternative<br />

Potenziali processi “low cost” in alternativa<br />

all’utilizzo del pal<strong>la</strong>dio come agente attivante<br />

nel processo di deposizione di rame electroless<br />

di L. Brandt, C. Jakob, L. Stam e D. Steinhäuser<br />

<strong>Il</strong> processo di deposizione del rame<br />

electroless in fori passanti rappresenta<br />

il passaggio più critico e<br />

importante nel<strong>la</strong> finitura del circuito<br />

stampato. Le soluzioni basate su<br />

processi convenzionali contengono<br />

formaldeide come agente riducente<br />

standard. A causa del<strong>la</strong> natura tossica<br />

del<strong>la</strong> formaldeide si rende necessario<br />

l’utilizzo di un agente riducente a<br />

minor impatto ambientale che offra<br />

nello stesso tempo una maggiore sicu-<br />

rezza operativa. Molti composti con<br />

caratterristiche riducenti sono stati<br />

proposti quali possibili sostituti del<strong>la</strong><br />

formaldeide; tra questi di partico<strong>la</strong>re<br />

interesse, come si evince dal<strong>la</strong> letteratura<br />

specifica, sembra essere l’acido<br />

gliossilico in virtù del<strong>la</strong> sua re<strong>la</strong>tiva<br />

sicurezza d’utilizzo.<br />

Un cambio dell’agente riducente<br />

può portare però ad un peggioramento<br />

nel rendimento del processo di<br />

attivazione, in quanto nessun metallo<br />

mostra buone caratterristiche catalizzanti<br />

durante l’ossidazione di tutti i<br />

possibili agenti riducenti coinvolti nel<br />

processo di deposizione electroless.<br />

In generale, i substrati vengono<br />

abitualmente catalizzati mediante assorbimento<br />

di pal<strong>la</strong>dio <strong>prima</strong> del<strong>la</strong> finitura<br />

electroless.<br />

Nel presente articolo misure elettrochimiche<br />

sono state condotte allo<br />

scopo di ottenere informazioni circa<br />

l’attività catalitica del rame, dell’argento,<br />

del nickel e del pal<strong>la</strong>dio durante<br />

<strong>la</strong> reazione di ossidazione sia<br />

del<strong>la</strong> formaldeide che dell’acidio<br />

gliossilico.<br />

La voltammetria ciclica offre a tal<br />

riguardo un ottimo strumento per <strong>la</strong><br />

caratterizzazione del<strong>la</strong> minore o maggiore<br />

attività catalitica dei suddetti<br />

metalli durante il processo ossidativo<br />

delle specie riducenti in esame.<br />

Metalli a maggior attività catalitica<br />

risultano ideali per una più effettiva<br />

attivazione del processo di finitura in<br />

rame electroless. Misure elettrochimiche<br />

hanno evidenziato come il pal<strong>la</strong>dio,<br />

tra tutti i metalli esaminati, non<br />

mostri <strong>la</strong> maggiore attività catalitica, il<br />

che rende lecito <strong>la</strong> ricerca di soluzioni<br />

economicamente più vantaggiose.<br />

Introduzione<br />

La finitura in rame electroless su<br />

substrati polimerici è uno dei processi<br />

chiave nel<strong>la</strong> produzione di schede<br />

circuitali stampate. <strong>Il</strong> bagno standard<br />

per <strong>la</strong> deposizione di rame electroless<br />

è un processo stabile e autocatalitico<br />

che utilizza <strong>la</strong> formaldeide come


38 PCB giugno 2011<br />

agente riducente. Poiché <strong>la</strong><br />

formaldeide è una sostanza<br />

cancerogena vo<strong>la</strong>tile, nuove<br />

soluzioni, come ad esempio<br />

l’acido gliossilico [3, 5], sono<br />

oggetto di studio e ricerca.<br />

Una modi ca dell’agente<br />

riducente potrebbe altresì richiedere<br />

una modi ca del processo<br />

di attivazione.<br />

In generale il pre-trattamento<br />

del substrato che precede<br />

il processo di nitura<br />

in rame electroless basato<br />

sull’uso di formaldeide utilizza<br />

un catalizzatore in pal<strong>la</strong>dio.<br />

Quest’ultimo non necessariamente<br />

rappresenta <strong>la</strong> migliore<br />

soluzione nei riguardi di tutti i<br />

possibili agenti riducenti.<br />

Durante il processo di deposizione<br />

di rame electroless<br />

riveste un’importanza <strong>prima</strong>ria<br />

quale combinazione tra catalizzatore<br />

e agente riducente risulti<br />

e cace per <strong>la</strong> reazione di riduzione<br />

degli ioni rameici Cu +2 a rame metallico<br />

Cu 0 .<br />

<strong>Il</strong> catalizzatore attivo dovrebbe essere<br />

idealmente un metallo prezioso<br />

in modo da prevenire e etti di passivazione.<br />

<strong>Il</strong> catalizzatore agisce infatti<br />

nel senso del trasferimento di elettroni<br />

dall’agente riducente agli ioni<br />

rame.<br />

Per un sistema di attivazione e cace<br />

vengono richiesti sia <strong>la</strong> capacità di<br />

trasferimento degli elettroni che l’abilità<br />

nell’assorbimento dei reagenti.<br />

<strong>Il</strong> trasferimento di elettroni<br />

dall’agente riducente agli ioni rame<br />

deve avvenire sul<strong>la</strong> super cie, altrimenti<br />

<strong>la</strong> deposizione del rame non ha<br />

luogo. Diversi metalli possono agire<br />

come catalizzatori/attivatori nel processo<br />

di deposizione del rame electroless.<br />

In ogni caso, <strong>la</strong> scelta dell’attivatore<br />

dovrebbe sempre essere e ettuata<br />

in re<strong>la</strong>zione all’agente riducente utilizzato.<br />

Fig. 1 - “Volcano plot” per <strong>la</strong> reazione di sviluppo<br />

di idrogeno<br />

L’attività catalitica del metallo ha<br />

un inpatto sull’ossidazione delle specie<br />

riducenti e, di conseguenza, sul<strong>la</strong><br />

deposizione dello strato di rame electroless.<br />

L’adeguamento del process di<br />

attivazione al<strong>la</strong> natura e proprità<br />

dell’agente riducente é di <strong>prima</strong>ria<br />

importanza per una resa ottimale del<strong>la</strong><br />

reazioni ossidative che hanno luogo<br />

sul substrato cataliticamente attivato.<br />

Scopo del presente articolo è stato<br />

quello di caratterizzare e determinare<br />

l’attività catalitica di vari metalli<br />

nell’ossidazione delle specie riducenti<br />

presenti nel bagno. I risultati conseguiti<br />

dagli esperimenti e ettuati possono<br />

o rire un ottimo strumento per<br />

lo sviluppo e l’ottimizzazione dei processi<br />

di attivazione durante <strong>la</strong> deposizione<br />

di rame electroless.<br />

Al ne delle misurazioni, sono stati<br />

presi in esame <strong>la</strong> formaldeide e l’acido<br />

gliossilico, il primo come agente standard<br />

di riduzione, il secondo come<br />

agente riducente alternativo.<br />

Aspetti catalitici<br />

Dal punto di vista del<strong>la</strong> catalizzazione,<br />

<strong>la</strong> reazione critica<br />

per <strong>la</strong> deposizione electroless è<br />

l’ossidazione dell’agente riducente<br />

sul materiale di base catalizzato.<br />

Durante il processo<br />

di ossidazione i colloidi attivi<br />

vengono assorbiti sul<strong>la</strong> super-<br />

cie del substrato e agiscono<br />

come catalizzatori. Essi funzionano<br />

garantendo un percorso<br />

di reazione alternativo a<br />

bassa energia di attivazione.<br />

Nelle fasi iniziali del processo<br />

di deposizione il catalizzatore<br />

funge da sito anodico,<br />

sul quale il riducente può<br />

venire assorbito ed ossidato.<br />

Gli elettroni ri<strong>la</strong>sciati a seguito<br />

dellàossidazione del riducente<br />

si muovono attraverso<br />

il metallo e permettono <strong>la</strong> riduzione<br />

degli ioni rame. Le particelle<br />

catalitiche agiscono dunque come sistemi<br />

per il trasferimento di elettroni<br />

dall’agente riducente agli ioni metallo.<br />

Struttura e composizione del catalizzatore<br />

possono dunque in uenzare il<br />

grado di deposizione e <strong>la</strong> cineticha di<br />

reazione [1].<br />

La funzione di un catalizzatore<br />

eterogeneo è quel<strong>la</strong> di assorbire il reagente<br />

o l’intermediario e di trasformarlo<br />

in una specie che possa più facilmente<br />

reagire nel modo desiderato;<br />

In tal senso l’ossidazione dell’agente<br />

riducente dipende dal<strong>la</strong> fase di attivazione.<br />

La re<strong>la</strong>zione tra ossidazione del riducente<br />

ed assorbimento catalitico<br />

dell’attivatore viene descritta dai cosiddetti<br />

“Volcano plots” (vedi Fig. 1).<br />

Nel diagramma “Volcano plots” rappresentato<br />

in Fig. 1 <strong>la</strong> densità di corrente<br />

di scambio j 0 per <strong>la</strong> reazione di<br />

sviluppo di idrogeno é riportata in funzione<br />

dell’energia di legame metalloidrogeno<br />

su di erenti elettrodi.


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40 PCB giugno 2011<br />

Fig. 2 - Curve di po<strong>la</strong>rizzazione dell’acido gliossilico su differenti metalli<br />

<strong>Il</strong> grado di reversibilità delle reazioni<br />

chimiche rappresentate aumenta<br />

all’aumentare del<strong>la</strong> corrente di scambio.<br />

Inoltre l’intensità dell’energia dei legami<br />

metallo-idrogeno può in uenzare il<br />

grado di reazione. Se tale livello energetico<br />

è molto basso il grado di assorbimento<br />

sarà molto basso; l’entità del<br />

legame tra le molecole assorbite e <strong>la</strong> super<br />

cie cataliticamente attiva risulterà<br />

quindi debole. All’aumentare dell’energia<br />

di legame le specie assorbite subiscono<br />

una modi ca e vengono attivate.<br />

L’assorbimento super ciale si avvicina<br />

così al<strong>la</strong> saturazione. Se l’energia<br />

di legame diviene troppo alta le<br />

specie assorbite aderiscono al<strong>la</strong> super-<br />

cie avvelenando<strong>la</strong>; quindi il grado di<br />

reazione non é una funzione lineare<br />

dell’energia di assorbimento.<br />

L’energia di assorbimento deve essere<br />

su ciente per attrarre il reagente<br />

verso <strong>la</strong> super cie ma, nel contempo,<br />

di entità non eccessiva a nché il prodotto<br />

di reazione possa essere desorbito<br />

nel<strong>la</strong> soluzione. <strong>Il</strong> miglior catalizzatore<br />

è quello che garantisce un<br />

aumento intermedio del valore energetico<br />

di assorbimento: in questo modo<br />

ha luogo una rilevante attività catalitica<br />

del metallo insieme ad un’alta<br />

densità di corrente di scambio.<br />

Fig. 3 - Curve di po<strong>la</strong>rizzazione del<strong>la</strong> formaldeide su differenti metalli<br />

<strong>Il</strong> diagramma in Fig.1 indica quale<br />

metallo assicura una migliore attività<br />

catalitica in re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> reazione<br />

del reagente. La deposizione di rame<br />

electroless richiede l’ossidazione<br />

dell’agente riducente sul catalizzatore<br />

a nché gli elettroni ri<strong>la</strong>sciati possano<br />

essere utilizzati nel<strong>la</strong> riduzione del<br />

rame.<br />

La sperimentazione<br />

<strong>Il</strong> processo di attivazione basato<br />

sull’utilizzo del pal<strong>la</strong>dio quale catalizzatore<br />

costituisce lo stato dell’arte nei<br />

bagni di rame electroless contenenti<br />

formaldeide.<br />

Allo scopo di vautare l’attività catalitica<br />

dei vari metalli, l’ossidazione degli<br />

agenti riducenti è oggetto di studio<br />

tramite tecniche elettrochimiche partico<strong>la</strong>ri.<br />

In tal modo si rende possibile<br />

valutare, ad esempio, se il pal<strong>la</strong>dio sia<br />

il catalizzatore ideale per l’ossidazione<br />

del<strong>la</strong> formaldeide e quali metalli<br />

possano presentare e cienti caratteristiche<br />

catalizzanti per l’ossidazione<br />

dell’acido gliossilico.<br />

Metalli come il rame (Cu), il nickel<br />

(Ni), l’argento (Ag) ed il pal<strong>la</strong>dio (Pd)<br />

sono materiali idonei come elettrodi.<br />

Ogni metallo presenta una sua speci<br />

ca attività catalitica in re<strong>la</strong>zione<br />

all’ossidazione dell’agente riducente<br />

presente nel bagno di rame.<br />

La reazione di ossidazione delle<br />

specie riducenti - formaldeide e acido<br />

gliossilico - è stata esaminata per mezzo<br />

del<strong>la</strong> voltammetria ciclica (CV).<br />

La voltammetria ciclica rappresenta<br />

un tipo di misurazione elettrochimica<br />

potenziodinamica. Si tratta di un metodo<br />

diagnostico atto a determinare<br />

grado e meccanismo di una reazione<br />

chimica inplicante una fase di trasferimento<br />

elettronico.<br />

<strong>Il</strong> risultato delle misurazioni viene<br />

espresso sotto forma di curve potenziale-corrente<br />

dell’agente riducente<br />

(voltammogrammi ciclici).


42 PCB giugno 2011<br />

Gli esperimenti sono stati<br />

condotti in una cel<strong>la</strong> elettrochimica<br />

a tre elettrodi, di cui<br />

l’elettrodo di <strong>la</strong>voro è costituito<br />

da metalli come il Cu, l’Ag,<br />

il Ni e il Pd, l’elettrodo ausiliario<br />

dal Pd mentre l’elettrodo di<br />

riferimento da Ag/AgCl. Tutti<br />

gli esperimenti sono stati eseguiti<br />

in atmosfera protettiva di<br />

azoto a temperatura ambiente.<br />

Le curve corrente/potenziale<br />

sono state registrate a 5 mV/s<br />

e 50 mV/s (scan rate) grazie<br />

all’utilizzo di un potenziostato<br />

del tipo Auto<strong>la</strong>b PG Stat 30<br />

(Eco Chemie). La concentrazione<br />

del<strong>la</strong> soluzione dell’agente<br />

riducente è stata ssata a<br />

0,3 mol/l e il pH delle soluzioni<br />

è stato tamponato a 13,0<br />

con idrossido di sodio.<br />

Risultati e discussioni<br />

Curve voltammetriche sono state<br />

registrate per <strong>la</strong> reazione anodica<br />

delle soluzioni di formaldeide ed acido<br />

gliossilico su diversi metalli (vedi<br />

Figg. 2 e 3). Tali curve di po<strong>la</strong>rizzazione<br />

indicano un di erente grado di<br />

ossidazione dei due agenti riducenti<br />

su ogni elettrodo.<br />

La massima ossidazione dell’agente<br />

riducente può essere messa in re<strong>la</strong>zione<br />

al<strong>la</strong> massima densità di corrente j<br />

registrata. L’ossidazione dell’acido<br />

gliossilico sull’elettrodo di Ag è avvenuta<br />

ad una massima densità di<br />

corrente di 0,008 A/cm 2 , mentre l’ossidazione<br />

del<strong>la</strong> formaldeide, sempre<br />

su tale elettrodo, a 0,016 A/cm 2 ; ne<br />

consegue che <strong>la</strong> densità di corrente<br />

durante l’ossidazione del<strong>la</strong> formaldeide<br />

risulta il doppio rispetto a quel<strong>la</strong><br />

dell’acido gliossilico in identiche condizioni<br />

di test.<br />

Inoltre si può notare come entrambi<br />

gli agenti riducenti reagiscano in<br />

maniera di erente <strong>sui</strong> vari metalli e<br />

Fig. 4 - “Volcano plot”: valori di corrente<br />

di ossidazione di HCHO<br />

come il valore di densità di corrente<br />

decresca nel seguente ordine:<br />

Ag, Cu, Pd, Ni (per l’acido gliossilico)<br />

e<br />

Ag, Pd, Cu, Ni (per <strong>la</strong> formaldeide).<br />

In letteratura esiste un numero rilevante<br />

di dati circa l’attività elettroca-<br />

talitica dei vari metalli durante<br />

l’ossidazione del<strong>la</strong> formaldeide<br />

(vedi Fig. 4 e 5) [5].<br />

Esiste una corre<strong>la</strong>zione fra<br />

le attività catalitiche riportate<br />

nel diagramma “Volcano<br />

plot” e quelle derivanti dalle<br />

curve di po<strong>la</strong>rizzazione. Nel<br />

diagramma “Volcano plot” di<br />

Fig. 4, il valore normalizzato<br />

del picco di corrente durante<br />

ossidazione del<strong>la</strong> formaldeide<br />

è riportato in funzione dell’entalpia<br />

di formazione del sale<br />

metallico dell’acido formico<br />

(formiato).<br />

L’argento e il pal<strong>la</strong>dio risultano<br />

essere i migliori catalizzatori<br />

per l’alta densità<br />

di corrente di scambio e per<br />

l’elevata cinetica del processo<br />

di assorbimento. Metalli con<br />

tali caratteristiche si collocano<br />

nel<strong>la</strong> parte superiore del<br />

diagramma “Volcano plot”. <strong>Il</strong> rame e<br />

il nickel si trovano invece nel<strong>la</strong> parte<br />

inferiore del diagramma esibendo<br />

una bassa densità di corrente ed<br />

un’alta entalpia di assorbimento.<br />

Durante l’ossidazione del<strong>la</strong> formaldeide<br />

viene formato il formiato<br />

metallico come prodotto di reazione<br />

intermedio, il quale viene fortemente<br />

Fig. 5 - Attività catalitica di vari metalli per l’ossidazione di differenti riducenti<br />

(misure di potenziale a 10 -4 A/cm²)


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44 PCB giugno 2011<br />

assorbito sul<strong>la</strong> super cie del rame o<br />

del nickel e non può essere desorbito.<br />

<strong>Il</strong> risultato è una inibizione del<strong>la</strong> super<br />

cie catalitica nei confronti dell’ulteriore<br />

ossidazione del<strong>la</strong> formaldeide.<br />

L’analisi del diagramma “Volcano<br />

plot” mostra lo stesso ordine di metalli<br />

evinto dai voltagrammi ciclici per<br />

l’ossidazione del<strong>la</strong> formaldeide, e cioè<br />

nell’ordine decrescente: argento, pal<strong>la</strong>dio,<br />

rame e nickel.<br />

Nel<strong>la</strong> scelta di un sistema di attivazione<br />

ideale per <strong>la</strong> deposizione del<br />

rame electroless devono essere tenute<br />

in considerazione densità di corrente<br />

estremamente basse. La reazione di<br />

ossidazione dell’agente riducente sul<strong>la</strong><br />

super cie catalitica non procede al<br />

massimo picco di corrente bensì nei<br />

pressi del potenziale misto.<br />

<strong>Il</strong> potenziale misto, determinato da<br />

due curve di po<strong>la</strong>rizzazione associate<br />

rispettivamente ai processi anodici e<br />

catodici, può essere associato a basse<br />

densità di corrente, quali ad esempio<br />

j = 10 -4 A/cm 2 .<br />

Nel campo delle basse densità di<br />

corrente l’ordine dei metalli cataliticamente<br />

attivi può cambiare rispetto<br />

all’ordine che considera il massimo<br />

picco di densità di corrente. Questo è<br />

il motivo per cui <strong>la</strong> reazione che determina<br />

il grado di reazione complessivo<br />

può essere di erente.<br />

Nel<strong>la</strong> letteratura [5] il comportamento<br />

di po<strong>la</strong>rizzazione di un certo<br />

numero di agenti riducenti su una varietà<br />

di elettrodi solidi è stato oggetto<br />

di studio.<br />

La Fig. 5 mostra i potenziali di vari<br />

metalli durante l’ossidazione di diverse<br />

specie riducenti ad una densità di corrente<br />

constante di 10 -4 A/cm 2 . I potenziali<br />

sono messi in re<strong>la</strong>zione al potenziale<br />

E r di ossidoriduzione standard di<br />

ogni agente riducente. E r ha un valore<br />

molto negativo, spesso più negativo del<br />

potenziale misto. L’attività catalitica<br />

aumenta in genere passando da valori<br />

di potenziale alti a valori bassi.<br />

Fig. 6 - Curva di po<strong>la</strong>rizzazione forma aldeide<br />

Di conseguenza, un metallo possiede<br />

una maggiore attività catalitica quanto<br />

più il valore del suo potenziale si avvicina<br />

al valore di E r . Considerando <strong>la</strong><br />

termodinamica del processo di deposizione<br />

del rame, esso viene favorito da<br />

valori negativi di potenziale.<br />

Come si può notare in Fig. 5, il rame,<br />

a basse densità di corrente, è il più<br />

attivo nel catalitzzare l’ossidazione<br />

del<strong>la</strong> formaldeide, seguito dall’argento,<br />

dal pal<strong>la</strong>dio e dal nickel. Quest’ordine<br />

è diverso da quello stabilito in base<br />

al diagramma “volcano plot” che ri-<br />

Fig. 7 - Curva di po<strong>la</strong>rizzazione dell’acido gliossilico<br />

guarda le alte densità di corrente. Dal<br />

punto di vista elettrochimico il rame<br />

dovrebbe essere un eccellente attivatore<br />

per il suo potenziale negativo, il<br />

quale si avvicina al valore dell’E r del<strong>la</strong><br />

formaldeide.<br />

Per poter paragonare l’attività catalitica<br />

dei metalli secondo l’ordine trovato<br />

in letteratura (Fig. 5) con quel<strong>la</strong> sperimentalmente<br />

determinata nel presente<br />

<strong>la</strong>voro tramite i voltammogrammi ciclici,<br />

i potenziali devono essere considerati<br />

al<strong>la</strong> medesima densità di corrente<br />

di j = 10 -4 A/cm 2 (vedi Fig. 6).


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Note<br />

[1] Lee, “Synthesis of Highly Active Ag/Pd<br />

Nanorings for Activating Electroless Cu<br />

Deposition”, in Journal of the Electronic<br />

Society, 156, (9), 2009.<br />

[2] Holze, Leitfaden der Elektrochemie,<br />

Teubner, 1998.<br />

[3] Christensen, Techniques and Mechanisms<br />

in Electrochemistry, B<strong>la</strong>ckhie Acad., 1994.<br />

[4] Bard, Electrochemical Methods, 1980.<br />

[5] Mallory, Electroless P<strong>la</strong>ting, 1985.<br />

[6] Inoue, “Evaluation of Tin-Copper Mixed<br />

Catalyst for Rep<strong>la</strong>cement of Tin-Pal<strong>la</strong>dium<br />

Mixed Catalyst for Electroless P<strong>la</strong>ting”, in<br />

Surface Technologies, Vol. 59 (9), 2008.<br />

46 PCB giugno 2011<br />

Tabel<strong>la</strong> 1 - Ordine delle attività catalitiche a diverse densità<br />

di corrente<br />

Letteratura (teoria) Curve di po<strong>la</strong>rizzazione (dati sperimentali)<br />

formaldeide formaldeide acido gliossilico<br />

j max Ag, Pd, Cu, Ni Ag, Pd, Cu, Ni Ag, Cu Pd, Ni<br />

j low Cu, Ag, Pd, Ni Cu, Ag, Pd, Ni Cu, Ni, Ag, Pd<br />

Re<strong>la</strong>tivamente all’ossidazione del<strong>la</strong><br />

formaldeide, a basse densità di corrente<br />

l’ordine dei metalli osservato nei<br />

voltammogrammi è identico a quello<br />

descritto nel<strong>la</strong> letteratura: il rame<br />

possiede <strong>la</strong> maggiore attività catalitica<br />

seguito da argento, pal<strong>la</strong>dio e nickel.<br />

<strong>Il</strong> potenziale del rame è più prossimo<br />

al livello del potenziale redox del<strong>la</strong><br />

formaldeide, così come già descritto<br />

in letteratura. Ciò signi ca che il rame<br />

è un potenziale catalizzatore per <strong>la</strong><br />

deposizione del rame electroless.<br />

A dispetto delle aspettative il pal<strong>la</strong>dio<br />

non mostra un’alta attività catalizzante,<br />

così come sarebbe da aspettarsi da un<br />

buon attivatore durante <strong>la</strong> deposizione<br />

di rame electroless in bagni contenenti<br />

formaldeide come agente riducente. La<br />

stessa procedura di analisi dei voltammogrammi<br />

ciclici è stata eseguita per il<br />

meno di uso acido gliossilico.<br />

A basse densità di corrente, l’ordine<br />

delle attività catalitiche dei metalli<br />

è praticamente lo stesso di quello per<br />

l’ossidazione del<strong>la</strong> formaldeide: rame,<br />

nickel, argento e pal<strong>la</strong>dio (vedi Fig. 7;<br />

Tabel<strong>la</strong> 1). A densità di corrente di j<br />

= 10 -4 A/cm 2 il valore del potenziale<br />

per l’ossidazione dell’acido gliossilico<br />

sul rame è in assoluto il più negativo.<br />

Ciò indica che il rame è il metallo<br />

più attivo nell’ossidazione catalitica<br />

dell’acido gliossilico.<br />

Così come per le soluzioni di rame<br />

electroless basate sull’uso di formaldeide,<br />

il rame è anche un potenziale<br />

catalizzatore per le soluzioni basate<br />

sull’uso di acido gliossilico, e ciò a<br />

causa del<strong>la</strong> sua alta attività catalitica.<br />

<strong>Il</strong> nickel e l’argento lo seguono a<br />

distanza ravvicinata. Sul<strong>la</strong> base delle<br />

prove e ettuate e dei dati raccolti<br />

il pal<strong>la</strong>dio presenta l’attività catalitica<br />

più bassa. In ogni caso il valore<br />

di potenziale di -0,48 V misurato<br />

sull’electrodo di riferimento Ag/AgCl<br />

nel momento in cui ha inizio l’ossidazione<br />

dell’acido gliossilico sull’elettrodo<br />

di pal<strong>la</strong>dio, può essere considerato<br />

ancora accettabile per una buona attivazione.<br />

Anche l’esperienza pratica<br />

dimostra come l’attività del pal<strong>la</strong>dio<br />

sia abbastanza alta per <strong>la</strong> deposizione<br />

del rame electroless in bagni contenenti<br />

acido gliossilico come agente<br />

riducente.<br />

Conclusioni<br />

La ciclovoltammetria costituisce<br />

un metodo appropriato nel<strong>la</strong> determinazione<br />

dell’attività catalitica dei<br />

metalli nei confronti del<strong>la</strong> reazione<br />

di ossidazione di diversi agenti riducenti.<br />

I dati disponibili in letteratura<br />

sull’ossidazione del<strong>la</strong> formaldeide<br />

possono essere facilmente riprodotti<br />

tramite <strong>la</strong> misura delle curve di po<strong>la</strong>rizzazione.<br />

Applicando questa procedura<br />

d’analisi ad agenti riducenti non<br />

propiamente convenzionali, quali, ad<br />

esempio, l’acido gliossilico, è possibile<br />

determinare l’attività catalitica di<br />

vari metalli per l’ossidazione di agenti<br />

riducenti di erenti.<br />

<strong>Il</strong> presente studio dimostra come<br />

ulteriori miglioramenti nei processi<br />

di deposizione di rame electroless<br />

possano essere resi possibili con una<br />

procedura di attivazione alternativa<br />

al pal<strong>la</strong>dio che possieda una più alta<br />

attività catalitica. L’attività catalitica<br />

del rame, dell’argento od anche del<br />

nickel in presenza di acido gliossilico<br />

utilizzato come agente riducente<br />

è più alta di quel<strong>la</strong> del pal<strong>la</strong>dio; pertanto<br />

questi materiali sono da considerare,<br />

almeno dal punto di vista<br />

elettrochimico, potenziali catalizzatori<br />

per <strong>la</strong> deposizione del rame<br />

electroless.<br />

Nell’ottica del<strong>la</strong> valutazione devono<br />

comunque essere considerati diversi<br />

aspetti. Un attivatore a base di rame<br />

presenta scarse performance a causa<br />

di fenomeni di ossidazione ed instabilità.<br />

Nel<strong>la</strong> pratica, ad oggi, sistemi<br />

d’attivazione a base di rame non hanno<br />

trovato partico<strong>la</strong>re riscontro tecnico<br />

e commerciale [6].<br />

Sebbene il pal<strong>la</strong>dio non sia cataliticamente<br />

il metallo più attivo, al momento<br />

rappresenta <strong>la</strong> scelta universale<br />

ed obbligata come catalizzatore per<br />

<strong>la</strong> fase di iniziazione del processo di<br />

deposizione del rame electroless, e ciò<br />

per <strong>la</strong> sua resistenza al<strong>la</strong> dissoluzione<br />

e all’ossidazione. In ogni caso molto<br />

<strong>la</strong>voro di ricerca e sviluppo deve essere<br />

ancora e ettuato al ne di stabilire un<br />

nuovo sistema attivante come alternativa<br />

al pal<strong>la</strong>dio.


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48 PCB giugno 2011<br />

▶ Progettazione - ProPrietà intellettuale, dall’idea allo sviluPPo<br />

Pianificazione<br />

topologica di dettaglio<br />

Continua <strong>la</strong><br />

seconda parte<br />

del lungo white<br />

paper dedicato<br />

al<strong>la</strong> tecnologia<br />

sviluppata per<br />

poter combinare<br />

l’intelligenza di un<br />

progettista di pcb<br />

con un sistema di<br />

sbroglio automatico<br />

di dean Wiltshire, Mentor Graphics seconda e ultima parte<br />

Abbiamo osservato come<br />

avvenga anzitutto una <strong>prima</strong><br />

pianificazione intorno ai<br />

componenti già disposti. Successivamente,<br />

questo stadio di pianificazione<br />

può richiedere un livello di intervento<br />

più minuzioso, al fine di assicurare le<br />

priorità necessarie per altri segnali.<br />

L’esempio mostrato in Fig. 8 si riferisce<br />

ad una pianificazione già condotta<br />

successivamente al<strong>la</strong> disposizione<br />

dei componenti. Per questo bus, è<br />

necessario pianificare nel dettaglio i<br />

percorsi di diciassette bit, il cui flusso<br />

è strutturato secondo uno schema<br />

abbastanza ordinato.<br />

Per pianificare questo bus, il progettista<br />

del pcb tiene in considerazione<br />

l’ostacolo presente, le regole dei diversi<br />

strati e tutti gli altri vincoli significativi.<br />

Sul<strong>la</strong> base di questi input, egli decide di<br />

pianificare <strong>la</strong> seguente soluzione topologica,<br />

illustrata in Fig. 9.<br />

Nel<strong>la</strong> Fig. 9, l’area di dettaglio “1”<br />

specifica <strong>la</strong> pianificazione definita<br />

per raccogliere, sullo strato superiore<br />

“rosso”, i segnali dai piedini del componente<br />

e convogliarli sul percorso topologico<br />

illustrato nel dettaglio “2”. Ciò<br />

viene effettuato mediante un’area ”non<br />

impacchettata” per <strong>la</strong> quale viene però<br />

imposto uno sbroglio comp<strong>la</strong>nare, che<br />

utilizzi solo lo strato 1. Questa scelta,<br />

che può sembrare ovvia in questa situazione<br />

di progetto, imporrà all’algoritmo<br />

di sbroglio di utilizzare lo strato superficiale<br />

per connettere al percorso topologico<br />

rosso.<br />

Tuttavia, in altre situazioni, <strong>la</strong> presenza<br />

di ostacoli potrebbe suggerire di<br />

imporre all’algoritmo differenti vincoli<br />

di uso degli strati per procedere allo<br />

sbroglio di una partico<strong>la</strong>re sezione di<br />

bus. Dopo aver riunito le tracce in un<br />

percorso a pacchetto sullo strato 1, il<br />

progettista pianifica (v. dettaglio “3”)<br />

una transizione verso lo strato 3, sul<br />

quale far coprire al bus il lungo percorso<br />

per attraversare il pcb. Si può notare<br />

come questo percorso topologico sullo<br />

strato 3 sia più <strong>la</strong>rgo di quello sullo<br />

strato superiore – viene infatti tenuto<br />

debito conto dello maggiori esigenze di<br />

spazio necessarie per control<strong>la</strong>re l’impedenza.<br />

Inoltre, il progetto ha anche<br />

identificato l’esatta posizione dei passaggi<br />

di strato – le 17 via.


<strong>Il</strong> percorso topologico scende quindi<br />

lungo il <strong>la</strong>to destro del<strong>la</strong> Fig. 9, dopodiché,<br />

in corrispondenza del dettaglio “4”,<br />

si rendono necessarie numerose giunzioni<br />

a T, ciascuna di un singolo bit, per<br />

estrarre dal percorso principale le connessioni<br />

verso i diversi piedini del componente.<br />

<strong>Il</strong> progettista in questo caso ha<br />

preferito mantenere <strong>la</strong> maggior parte<br />

del flusso di connessione sullo strato 3,<br />

operando man mano delle fughe verso<br />

altri strati per le connessioni ai pin del<br />

componente. Per fare ciò, ha disegnato<br />

un’area topologica in cui sono indicate<br />

le connessioni che abbandonano il percorso<br />

principale per lo strato 4 (rosa), sul<br />

quale vengono effettuate le giunzioni a<br />

T dei singoli bit verso lo strato 2, dal<br />

quale infine tramite ulteriori via vanno<br />

a connettersi ai piedini del dispositivo.<br />

Successivamente il percorso topologico<br />

continua, sempre sullo strato 3,<br />

fino all’area del dettaglio “5”, utilizzata<br />

per collegarsi al componente attivo.<br />

Queste connessioni, dopo aver raggiunto<br />

i piedini del dispositivo, proseguono<br />

fino a delle resistenze di pulldown<br />

disposte appena sotto al componente.<br />

<strong>Il</strong> progettista utilizza un’altra area<br />

topologica per specificare le connessioni<br />

dallo strato 3 allo strato 1, sul quale<br />

giacciono i pin sia del dispositivo attivo<br />

che delle resistenze di pull-down.<br />

Per effettuare <strong>la</strong> pianificazione di<br />

dettaglio appena descritta sono necessari<br />

circa 30 secondi. Dopo aver acquisito<br />

il piano corrispondente, il progettista<br />

può procedere immediatamente con<br />

il suo sbroglio, oppure può scegliere di<br />

continuare con <strong>la</strong> creazione di ulteriori<br />

panificazioni topologiche e successivamente<br />

effettuare lo sbroglio automatico<br />

di tutti i piani in un’unica passata.<br />

L’esecuzione dello sbroglio automatico<br />

di questo piano impiega meno<br />

di 10 secondi. Tuttavia questa velocità<br />

non sarebbe affatto significativa, ed<br />

anzi rappresenterebbe solo uno spreco<br />

di tempo, se i risultati non fossero di<br />

buona qualità, ovvero non rispec-<br />

Fig. 8 - Le net line di questo bus<br />

derivano da una pianificazione<br />

topologica di priorità superiore,<br />

subordinata al<strong>la</strong> disposizione dei<br />

componenti. Per disporre di questo<br />

bus verrà quindi creato un piano<br />

topologico che non comporti modifiche<br />

nel<strong>la</strong> posizione dei componenti<br />

chiassero pienamente l’intento del progettista.<br />

Lo verificheremo mediante le<br />

figure seguenti, che illustrano i risultati<br />

dell’attività di sbroglio automatico.<br />

Routing Topologico<br />

Partendo da sinistra, si può verificare<br />

come tutte le connessioni create a partire<br />

dai pin del componente rispettino<br />

l’intento espresso dal progettista, rimanendo<br />

sullo strato 1 e raggruppandosi<br />

in una struttura compatta di bus a pacchetto,<br />

come mostrato nel<strong>la</strong> Fig. 10,<br />

dettagli “1” e “2”. <strong>Il</strong> dettaglio “3” mostra<br />

invece come è stata realizzata <strong>la</strong> transizione<br />

dallo strato 1 allo strato 3, utilizzando<br />

una disposizione compatta ed<br />

efficiente delle via.<br />

Come già evidenziato, le problematiche<br />

di impedenza sono state evitate realizzando<br />

tracce più <strong>la</strong>rghe e maggiormente<br />

separate, chiaramente distinguibili<br />

grazie al<strong>la</strong> visualizzazione dei percorsi<br />

con le loro <strong>la</strong>rghezze reali.<br />

In Fig. 11, il dettaglio “4” mostra<br />

come il percorso topologico si al<strong>la</strong>rghi<br />

<strong>la</strong>ddove è necessario realizzare delle via<br />

per poter effettuare le giunzioni a T<br />

dei singoli bit. Anche in questo caso il<br />

piano è stato implementato nel rispetto<br />

dell’intento del progettista, con le giunzioni<br />

a T di singoli bit che escono dal<br />

flusso principale saltando dallo strato 3<br />

allo strato 4. Inoltre, si può anche notare<br />

Fig. 9 - <strong>Il</strong> risultato del<strong>la</strong> pianificazione<br />

del bus<br />

come sullo strato 3 le tracce rimangano<br />

il più compatte possibile, riavvicinandosi<br />

rapidamente subito dopo essersi<br />

aperte per aggirare una via.<br />

La Fig. 12, infine, mostra il risultato<br />

dello sbroglio automatico per il dettaglio<br />

“5”. Le connessioni al componente<br />

attivo richiedono una transizione dallo<br />

strato 3 allo strato 1. Le via sono state<br />

disposte ben allineate al di sopra dei pin<br />

del componente, mentre sullo strato 1 le<br />

tracce si connettono <strong>prima</strong> ai piedini del<br />

componente per poi proseguire fino alle<br />

resistenze di pull-down.<br />

Riepilogando, in questo esempio è<br />

stato pianificato in dettaglio il percorso<br />

di 17 bit per connettere 4 distinte tipologie<br />

di componenti, nel rispetto dell’intento<br />

del progettista in termini di strati<br />

e di flusso. <strong>Il</strong> tutto è stato definito in<br />

circa 30 secondi e seguito da uno sbroglio<br />

automatico di elevata qualità, per<br />

l’esecuzione del quale sono stati necessari<br />

10 ulteriori secondi.<br />

Elevando il livello di astrazione dal<strong>la</strong><br />

disposizione delle tracce al<strong>la</strong> pianificazione<br />

topologica, il tempo totale di realizzazione<br />

delle interconnessioni è stato<br />

drasticamente ridotto, ma non solo:<br />

ancor <strong>prima</strong> che venga avviata <strong>la</strong> disposizione<br />

delle interconnessioni, c’è già<br />

una chiara e reale comprensione delle<br />

densità in gioco e delle probabilità di<br />

realizzazione del progetto. Forti di questa<br />

consapevolezza, è lecito chiedersi:<br />

PCB giugno 2011<br />

49


50 PCB giugno 2011<br />

Fig. 10 - <strong>Il</strong> risultato dello sbroglio topologico, con i dettagli 1,<br />

2 e 3 spiegati di seguito<br />

perché continuare a disporre le tracce<br />

in questa fase del progetto? Perché non<br />

continuare invece a pianificare i percorsi,<br />

e risolvere le tracce più avanti, dopo aver<br />

completato una pianificazione topologica<br />

completa? Se si considera l’esempio<br />

appena descritto, l’astrazione del<strong>la</strong><br />

pianificazione consente di <strong>la</strong>vorare con<br />

un singolo piano invece che con 17 net<br />

distinte, ognuna composta di numerosi<br />

segmenti e svariate via.<br />

Valorizzare <strong>la</strong> IP<br />

(Intellectual Property) del<strong>la</strong><br />

pianificazione topologica<br />

Oggi, quindi, i progettisti riescono a<br />

individuare, mettere a punto e catturare,<br />

formalizzandoli, i principali schemi di<br />

disposizione dei componenti e le principali<br />

topologie delle strutture di bus.<br />

Possono determinare che tali tipologie<br />

di bus rispettano i criteri per applicazioni<br />

a elevata velocità, utilizzano<br />

gli strati nel modo corretto, hanno le<br />

dimensioni fisiche che ne permettano il<br />

routing, ecc. <strong>Il</strong> piano che le definisce fa<br />

ora parte del database di progetto, sotto<br />

forma di IP acquisita. Abbiamo dunque<br />

ora l’opportunità di trarre pieno vantaggio<br />

dal<strong>la</strong> velocità di un router auto-<br />

matico, e sollevare il progettista da una<br />

parte tediosa del proprio <strong>la</strong>voro, <strong>la</strong>sciandogli<br />

quindi più tempo da dedicare ad<br />

attività maggiormente creative.<br />

Mentor Graphics ha implementato<br />

<strong>la</strong> seconda parte di questo processo<br />

mediante un router topologico,<br />

denominato per l’appunto Topology<br />

Router, capace di seguire le direttive del<br />

piano acquisito, realizzando comunque<br />

lo sbroglio con <strong>la</strong> velocità di un router<br />

automatico. La Fig. 13b mostra il risultato<br />

dell’attività del Topology Router<br />

nello sbroglio di un piano acquisito<br />

mediante il Topology P<strong>la</strong>nner (Fig. 13a).<br />

Sia il piano che l’effettivo sbroglio vengono<br />

memorizzati, sotto forma di PI,<br />

all’interno del database di progetto.<br />

<strong>Il</strong> famigerato ECO<br />

Immaginiamo ora di aver terminato<br />

il nostro pcb, perfettamente funzionante:<br />

inevitabilmente, ecco che arriva<br />

il temuto ECO (Engineering Change<br />

Order), <strong>la</strong> modifica di progetto. Ma ora,<br />

siccome sia il piano topologico che lo<br />

sbroglio effettivo sono memorizzati nel<br />

database di progetto, il progettista può<br />

semplicemente cancel<strong>la</strong>re il bus modificato,<br />

correggere il piano e rieseguire lo<br />

Fig. 11 - <strong>Il</strong> risultato dello sbroglio topologico, con il dettaglio<br />

4 spiegato di seguito<br />

Fig. 12 - <strong>Il</strong><br />

risultato<br />

dello sbroglio<br />

topologico,<br />

con il dettaglio<br />

5 spiegato<br />

di seguito<br />

sbroglio automatico del bus ritoccato.<br />

Viene quindi completamente eliminata<br />

<strong>la</strong> necessità di “ritracciare” manualmente<br />

il bus, con un prezioso risparmio<br />

di tempo nel ciclo di sviluppo e con un<br />

netto miglioramento del<strong>la</strong> produttività<br />

del progettista. Consideriamo ad esempio<br />

il caso di un progetto contenente<br />

un FPGA il cui pin-out non sia stato<br />

ancora finalizzato. L’ingegnere progettista<br />

ha comunicato questo impedimento<br />

ai progettisti del pcb ma, a causa<br />

dei comuni vincoli di tempo per le scadenze<br />

ravvicinate, questi ultimi hanno <strong>la</strong><br />

necessità di sviluppare comunque il progetto<br />

il più possibile, anche <strong>prima</strong> del<strong>la</strong><br />

finalizzazione del pin-out dell’FPGA.<br />

Intanto che l’ingegnere progettista<br />

procede al completamento del proprio<br />

piano, i progettisti del pcb, <strong>la</strong>vorando<br />

sul<strong>la</strong> scorta del<strong>la</strong> piedinatura non definitiva<br />

già nota, iniziano comunque<br />

a pianificare <strong>la</strong> gestione dello spazio<br />

intorno all’FPGA, ponendo partico<strong>la</strong>re<br />

attenzione alle vie di fuga dagli altri<br />

componenti verso l’FPGA.<br />

<strong>Il</strong> piano iniziale prevedeva che l’IO<br />

fosse disposto lungo il <strong>la</strong>to destro<br />

dell’FPGA, ma nel<strong>la</strong> soluzione definitiva<br />

esso è invece posizionato sul <strong>la</strong>to<br />

sinistro. <strong>Il</strong> pin-out si è quindi rive<strong>la</strong>to<br />

completamente diverso da quanto inizialmente<br />

pianificato. Tuttavia, <strong>la</strong>vorando<br />

ad un livello superiore di astrazione,<br />

il progettista ha potuto evitare il<br />

costo legato allo spostamento manuale,<br />

una per una, di tutte le altre tracce che<br />

correvano in prossimità dell’FGPA,<br />

per far posto alle necessarie modifiche<br />

locali. Ha potuto invece modificare i<br />

percorsi topologici nel loro insieme.


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<strong>la</strong> lubrificazione.


52 PCB giugno 2011<br />

Tuttavia, l’impatto del<strong>la</strong> modifica<br />

non ricade solo intorno all’FPGA; il<br />

nuovo pin-out produce un effetto anche<br />

sulle vie di accesso ai singoli piedini del<br />

componente stesso. Per riuscire a ridisporre<br />

il ventaglio di tracce comp<strong>la</strong>nari<br />

che fanno confluire i segnali verso il bus,<br />

è stato necessario spostare anche l’estremità<br />

del percorso topologico; diversamente,<br />

si sarebbe reso indispensabile<br />

un accaval<strong>la</strong>mento di alcune tracce, con<br />

uno spreco di prezioso spazio su un pcb<br />

piuttosto denso. L’inversione dei bit<br />

avrebbe richiesto dello spazio addizionale<br />

per delle tracce ed alcune via, una<br />

esigenza complicata da soddisfare nelle<br />

fasi finali del progetto. Se i tempi stringono,<br />

il <strong>la</strong>voro necessario per apportare<br />

le dovute correzioni a tutte le tracce<br />

coinvolte potrebbe essere inaccettabile.<br />

In sostanza: <strong>la</strong>vorando ad un livello<br />

di astrazione superiore, come permesso<br />

dal<strong>la</strong> pianificazione topologica, è molto<br />

più semplice gestire e soddisfare gli<br />

onnipresenti ECO. Un algoritmo di<br />

sbroglio automatico pensato per seguire<br />

l’intento del progettista sa inoltre privilegiare<br />

<strong>la</strong> qualità del risultato rispetto<br />

al<strong>la</strong> quantità. Se viene identificato un<br />

problema qualitativo, piuttosto che creare<br />

uno sbroglio di qualità scadente, è<br />

meglio fallire una delle connessioni.<br />

Questo per due motivi. Anzitutto,<br />

perché è più semplice trovare una soluzione<br />

manuale per rial<strong>la</strong>cciare una sin-<br />

Fig. 13a - Esempio di un piano topologico completo<br />

per un pcb<br />

go<strong>la</strong> connessione fallita piuttosto che<br />

ripulire numerosi percorsi di bassa<br />

qualità di tracce generate dallo sbroglio<br />

automatico. In secondo luogo,<br />

perché così viene comunque rispettato<br />

l’intento del progettista, rappresentato<br />

soprattutto dal<strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong><br />

connessione da esso stabilita. Non va<br />

comunque negato che queste considerazioni<br />

sono valide fintantoché <strong>la</strong><br />

ricongiunzione delle tracce fallite è<br />

ragionevolmente semplice e localizzata.<br />

Un buon esempio è rappresentato da<br />

uno sbroglio che non riesce a raggiungere<br />

il 100% di connessione del piano.<br />

Piuttosto che forzare il risultato, sacrificandone<br />

<strong>la</strong> qualità, è meglio <strong>la</strong>sciare<br />

parzialmente insoddisfatto il piano, tollerando<br />

una traccia non connessa. In tal<br />

modo, tutte le tracce saranno instradate<br />

nel rispetto del piano, anche se non tutte<br />

in modo completo fino al piedino del<br />

componente. Ciò però garantirà <strong>la</strong> presenza<br />

di sufficiente spazio residuo per<br />

aggiustare <strong>la</strong> connessione fallita e per<br />

farlo in modo ragionevolmente semplice.<br />

L’intelligenza del progettista<br />

e <strong>la</strong> velocità del routing<br />

automatico<br />

La progettazione dei bus di un<br />

pcb “al<strong>la</strong> vecchia maniera”, vale a dire<br />

mediante un piano di sintesi disegnato<br />

su un pezzo di carta, seguito da<br />

un minuzioso tracciamento manuale<br />

delle singole interconnessioni, è un processo<br />

spesso lungo e tedioso. Mentor<br />

Graphics offre ora una nuova tecnologia<br />

in grado di combinare l’intelligenza<br />

di un progettista esperto con <strong>la</strong> velocità<br />

di un sistema automatico di sbroglio,<br />

migliorando così significativamente<br />

sia <strong>la</strong> produttività del progettista che i<br />

tempi del ciclo di sviluppo.<br />

Lo strumento Topology P<strong>la</strong>nner<br />

consente al progettista di acquisire le<br />

strutture e le topologie dei bus, assicurando<br />

nel contempo che il piano generato<br />

sarà sbrogliabile e che soddisferà,<br />

nelle lunghezze e nei ritardi, i vincoli<br />

di qualità dei segnali. <strong>Il</strong> piano entra a<br />

far parte del database di progetto sotto<br />

forma di PI, per poter essere corretto ed<br />

utilizzato nelle fasi successive. Lo strumento<br />

Topology Router implementa<br />

le direttive contenute nel piano con <strong>la</strong><br />

velocità tipica di un router automatico,<br />

producendo risultati di elevata qualità e<br />

sollevando il progettista da un compito<br />

lungo e tedioso. Al<strong>la</strong> fine, ne risultano sia<br />

un processo molto più efficiente che una<br />

significativa quantità di tempo risparmiato<br />

per i progettisti, i quali potranno<br />

dedicarlo al<strong>la</strong> soluzione di altre sfide più<br />

impegnative, che richiedono tutta <strong>la</strong> loro<br />

sofisticata esperienza.<br />

Mentor Graphics<br />

www.mentor.com<br />

Fig. 13b - In tempi dell’ordine dei minuti, il Topology Router<br />

può sbrogliare automaticamente le re<strong>la</strong>tive strutture di bus,<br />

nel rispetto del piano topologico


54 PCB giugno 2011<br />

▶ Produzione - MiglioraMento del<strong>la</strong> gestione<br />

L’automazione<br />

dei processi<br />

Nel<strong>la</strong> moderna visione industriale<br />

l’automazione è insieme un obiettivo e un<br />

risultato. Attraverso l’automazione si mira a<br />

raggiungere contemporaneamente tanto il<br />

miglioramento nel<strong>la</strong> gestione di fabbrica quanto<br />

il miglioramento continuo dei processi produttivi<br />

di Piero Bianchi <strong>prima</strong> parte<br />

Decidere di automatizzare e<br />

dove automatizzare non è<br />

facile. Per ottenere dei risultati<br />

validi è necessario analizzare il<br />

problema sotto i diversi aspetti tecnici,<br />

economici e logistici. <strong>Il</strong> principale<br />

obiettivo - nell’introduzione dei processi<br />

automatizzati - risiede, secondo<br />

Per eseguire <strong>la</strong>vorazioni in automatico i sistemi che compongono le linee devono<br />

spesso essere equipaggiati con un elevato numero di utensili<br />

l’opinione comune, nel<strong>la</strong> riduzione del<br />

costo diretto del<strong>la</strong> manodopera, nel<br />

raggiungimento e mantenimento di<br />

elevati standard qualitativi e nell’aumento<br />

del<strong>la</strong> produttività.<br />

<strong>Il</strong> termine automazione è usato<br />

per identificare un insieme di fasi di<br />

processo che conducono al<strong>la</strong> realizzazione<br />

di un dispositivo col minimo<br />

contributo dell’intervento umano.<br />

In questo contesto rientra anche<br />

l’utilizzo di programmi che mirano<br />

al<strong>la</strong> gestione computerizzata<br />

dell’intero ciclo produttivo, capaci<br />

di migliorarne l’efficienza e <strong>la</strong> redditività.<br />

La crescita e <strong>la</strong> diffusione dell’automazione<br />

è stata possibile anche grazie<br />

al<strong>la</strong> crescita delle tecniche informatiche<br />

sviluppate a sostegno delle decisioni<br />

e al diffondersi dei sistemi di comunicazione.<br />

Si pensi ad esempio ai<br />

vari settori del<strong>la</strong> vita pubblica e privata:<br />

dal<strong>la</strong> fabbrica agli uffici, l’automazione<br />

si è poi estesa alle abitazioni attraverso<br />

<strong>la</strong> domotica.<br />

Ogni azienda opera ormai, che lo<br />

voglia o meno, in un mercato al<strong>la</strong>rgato<br />

che richiede risposte in tempo reale;<br />

un mercato analitico che sembra<br />

<strong>la</strong>sciare sempre meno spazio al fiuto e<br />

all’inventiva imprenditoriale.<br />

L’impiego delle tecnologie informatiche<br />

e di processo comporta un<br />

ripensamento del<strong>la</strong> struttura organizzativa<br />

e di conseguenza un cambiamento<br />

negli schemi mentali, in<br />

direzione di una maggiore semplificazione<br />

che trova il suo apice attuale<br />

nel<strong>la</strong> fabbrica snel<strong>la</strong> (lean manufacturing).


Dal CAD agli strumenti<br />

di knowledge performance<br />

Per capire il perché dell’automazione<br />

vanno fatte alcune considerazioni.<br />

La tecnologia elettronica, indipendentemente<br />

dalle crisi attraversate,<br />

non ha mai cessato il suo trend<br />

di crescita; al costante miglioramento<br />

delle prestazioni corrisponde <strong>la</strong> continua<br />

ascesa nel<strong>la</strong> complessità dei componenti<br />

e dei <strong>circuiti</strong>.<br />

In Europa l’era delle produzioni<br />

di massa si è praticamente spenta <strong>la</strong>sciando<br />

spazio a un modo di produrre<br />

che assomiglia al “just in time”, ma<br />

che in realtà, almeno in Italia, è solo<br />

un caotico “subito, bene e possibilmente<br />

che non costi nul<strong>la</strong>”. La caduta<br />

delle frontiere e il ridimensionamento<br />

delle distanze dovuto al<strong>la</strong> tecnologia<br />

e le varie crisi economiche hanno accentuato<br />

<strong>la</strong> pressione competitiva riducendo<br />

drasticamente i margini di<br />

contribuzione.<br />

Come conseguenza <strong>la</strong> necessità di<br />

automazione, nel<strong>la</strong> sua accezione più<br />

ampia, consiglia i costruttori di sfruttare<br />

maggiormente le potenzialità degli<br />

strumenti CAD/ CAM e di knowledge<br />

performance. Strumenti sempre<br />

più potenti, capaci sia di accorciare i<br />

tempi di progetto sia di ridisegnare i<br />

processi di produttivi, nel<strong>la</strong> ricerca di<br />

soluzioni che consentano di ritagliare<br />

quei margini che <strong>la</strong> tradizionale concezione<br />

produttiva non consente più.<br />

Se è re<strong>la</strong>tivamente facile scegliere<br />

e acquistare una nuova linea di assemb<strong>la</strong>ggio<br />

dei pcb, lo è meno <strong>la</strong> valutazione<br />

di un pacchetto di strumenti<br />

software con cui control<strong>la</strong>re e gestire<br />

le informazioni e i processi aziendali.<br />

La stesura di un piano strategico,<br />

propedeutico a ogni investimento,<br />

deve essere il risultato di una serie<br />

di valutazioni interne che tengano<br />

conto del<strong>la</strong> forza di competitività<br />

propria dell’impresa, del<strong>la</strong> scelta<br />

di cosa realizzare all’interno e cosa in<br />

outsourcing, di cosa automatizzare e<br />

con quali obiettivi, del grado di integrazione<br />

dei processi e dell’eventuale<br />

loro sviluppo nel tempo, espresso come<br />

fattore di sca<strong>la</strong>bility.<br />

La voce “riduzione dei costi” deve<br />

costituire <strong>la</strong> costante di ogni progetto,<br />

così come quel<strong>la</strong> di “aumento del<strong>la</strong><br />

competitività”; sono obiettivi perseguibili<br />

mediante il costante miglioramento<br />

qualitativo del prodotto realizzato,<br />

<strong>la</strong> riduzione del time-to-market<br />

e l’ottimizzazione di ogni fase dei processi<br />

presenti in azienda.<br />

L’organizzazione che sovrintende i<br />

processi aziendali dovrà essere ripensata<br />

nel<strong>la</strong> sua interezza per consentire<br />

di raggiungere agevolmente gli obiettivi<br />

che stanno al<strong>la</strong> base del<strong>la</strong> trasformazione<br />

desiderata, inclusi i criteri di<br />

valutazione degli investimenti.<br />

In un sistema di mercato aperto in<br />

cui <strong>la</strong> sopravvivenza dell’azienda è dipendente<br />

dal<strong>la</strong> sua capacità di reperire<br />

il capitale per poterlo reinvestire


56 PCB giugno 2011<br />

e accrescere, <strong>la</strong> valutazione deve basarsi<br />

sul valore attualizzato dei flussi<br />

di cassa e sul tasso di redditività degli<br />

investimenti. Operazione possibile<br />

e consolidata per gli investimenti<br />

tradizionali, ma meno quantificabile<br />

nel caso di investimenti in tool software<br />

di manufacturing e controllo,<br />

dove <strong>la</strong> tangibilità dei vantaggi è meno<br />

palpabile nel medio e breve periodo.<br />

La valutazione deve quindi assumere<br />

ampiezza e forme diverse, funzionalmente<br />

all’importanza strategica<br />

dell’investimento. I risultati ipotizzati<br />

saranno però raggiungibili solo a<br />

condizione che ci sia un elevato livello<br />

di partecipazione da parte di manager<br />

e staff. Adeguamento a cui potrebbe<br />

corrisponde un appiattimento<br />

del<strong>la</strong> struttura gerarchica e un aumento<br />

delle mansioni interfunzionali; trasformazione<br />

che richiede ovviamente<br />

un sensibile investimento in formazione.<br />

L’aumento di efficienza come<br />

leva sul<strong>la</strong> redditività<br />

Disporre di strumenti per <strong>la</strong> gestione<br />

del<strong>la</strong> produzione di facile e immediato<br />

utilizzo, arricchisce le capacità<br />

operative e costituisce un sicuro<br />

vantaggio in termini di competizione.<br />

Molte aziende elettroniche che gravitano<br />

nel panorama delle PMI sono<br />

caratterizzate da una gestione orientata<br />

a <strong>la</strong>vorare per ordine cliente o per<br />

commessa, modo di operare che richiede<br />

un elevato grado di flessibilità,<br />

presupposto indispensabile per saper<br />

rispondere alle singole richieste di<br />

ogni cliente.<br />

La gestione basata su un sistema di<br />

tipo MRP risulta insufficiente e obsoleta,<br />

perché si limita al<strong>la</strong> individuazione<br />

dei materiali nel<strong>la</strong> quantità e nei<br />

tempi necessari al<strong>la</strong> produzione. La<br />

sua evoluzione in MRP II al<strong>la</strong>rga gli<br />

orizzonti al cosa fare, al come e quando<br />

farlo. Si tratta di modelli razionali<br />

Le linee di produzione, benchè altamente automatizzate, possono essere<br />

configurate in isole di <strong>la</strong>voro che <strong>la</strong>vorano in cascata su di un singolo codice o in<br />

parallelo su più codici contemporaneamente<br />

del processo produttivo, strumenti di<br />

pianificazione e di sostegno alle decisioni<br />

gestionali; strumenti che comunque<br />

non sempre si prestano a essere<br />

applicati operativamente a causa<br />

delle difficoltà di ricondurre <strong>la</strong> complessità<br />

di un sistema produttivo a un<br />

più semplice modello quantitativo.<br />

Tra i limiti che condizionano<br />

l’MRP c’è <strong>la</strong> difficoltà di modificare il<br />

piano di produzione una volta <strong>la</strong>nciato,<br />

<strong>la</strong> necessità di mantenere un livello<br />

medio-alto delle scorte di sicurezza<br />

e <strong>la</strong> difficoltà di gestione al crescere<br />

dei livelli di complessità dell’assemb<strong>la</strong>ggio.<br />

Un’azienda che <strong>la</strong>vora per commessa,<br />

deve poter modificare gli ordini<br />

di produzione in corso a fronte<br />

di modifiche richieste dal cliente, sincronizzare<br />

i tempi delle proprie attività<br />

con quelle del cliente, senza penalizzare<br />

<strong>la</strong> programmazione di tutte<br />

le altre risorse. Queste caratteristiche<br />

richiedono <strong>la</strong> capacità di configurare<br />

le linee per una produzione snel<strong>la</strong><br />

(lean manufacturing) e di effettuare<br />

acquisti direttamente collegati all’ordine<br />

cliente.<br />

Oggi per soddisfare in un’ottica di<br />

efficienza e di redditività le esigenze<br />

delle aziende elettroniche serve<br />

un sistema capace di coordinare e ottimizzare<br />

l’utilizzo di tutte le risorse<br />

aziendali, sincronizzando le attività<br />

interne con quelle esterne, gli acquisti<br />

con le vendite e <strong>la</strong> logistica, <strong>la</strong> progettazione<br />

con <strong>la</strong> produzione e il magazzino.<br />

L’obiettivo prioritario è quello<br />

di ridurre le inefficienze e gli sprechi,<br />

massimizzando di conseguenza <strong>la</strong><br />

produttività.<br />

A sostegno di queste esigenze intervengono<br />

le soluzioni ERP, capaci<br />

di dare una totale visibilità sugli<br />

eventi che si verificano in produzione;<br />

questo significa avere visibilità per<br />

ogni loro aspetto economico, per valutarne<br />

in tempo reale <strong>la</strong> ricaduta finanziaria<br />

sull’azienda.<br />

ERP e flusso decisionale<br />

L’ERP si colloca nello scenario organizzativo<br />

dell’azienda con l’obiettivo<br />

del miglioramento continuo dei<br />

processi e dei prodotti. <strong>Il</strong> concetto di<br />

miglioramento di un processo produttivo<br />

parte dal presupposto che il processo<br />

stesso sia misurabile ed esprimibile<br />

numericamente; in seguito a determinati<br />

interventi correttivi <strong>la</strong> nuova<br />

misura deve esprimere un miglioramento<br />

rispetto a quel<strong>la</strong> precedente.<br />

Se ben utilizzato il sistema ERP<br />

è uno strumento capace di enfatizzare<br />

il valore delle risorse, sia umane<br />

che strumentali. Le risorse umane<br />

Cortesia: Euro Circuiti


il depaneling senza contatto,<br />

accessibile a tutti<br />

Innovative Solutions for Electronic Manufacturing<br />

<strong>Il</strong> taglio Laser basato sull’innovativa<br />

Tecnologia Laser Cut Osai è capace di<br />

eseguire separazioni pulite e sicure,<br />

senza formazione di polveri e senza<br />

stress meccanici <strong>sui</strong> componenti<br />

elettronici.<br />

L’utilizzo del processo di Laser<br />

depaneling rappresenta il metodo<br />

migliore per ottenere un taglio veloce<br />

(riduce fino al 70% i tempi di separazione<br />

rispetto ai metodi tradizionali) e flessibile<br />

(capace di separare tagliando i testimoni o o<br />

in pieno i PCB fino a 3 mm di spessore per <strong>la</strong><br />

versione base).<br />

Problema: Connettore Sotto al teStimone<br />

Soluzione: Pre-taglio <strong>la</strong>Ser del teStimone<br />

RISoluzIonE dI caSI pRatIcI<br />

Problema: V-Cut SoPra al F<strong>la</strong>t<br />

Soluzione: Pre-taglio <strong>la</strong>Ser del V-Cut<br />

www.osai-as.it<br />

Problema: Forme di PCb PartiCo<strong>la</strong>ri<br />

Soluzione: SemPliCe Piano di taglio


Cortesia: EL.MA.<br />

58 PCB giugno 2011<br />

in partico<strong>la</strong>re non sono più viste come<br />

pura forza <strong>la</strong>voro, ma come un patrimonio<br />

reale al pari dei beni tangibili.<br />

Conoscenza e competenza, pur<br />

non essendo valori inseribili in bi<strong>la</strong>ncio,<br />

costituiscono <strong>la</strong> cultura aziendale<br />

senza <strong>la</strong> quale le pick and p<strong>la</strong>ce o forni<br />

possono fare ben poco, anche se di ultima<br />

generazione. Le capacità produttive<br />

del sistema azienda dipendono in<br />

<strong>la</strong>rga misura dalle prestazioni del personale<br />

che sono valutabili e misurabili.<br />

Per sua natura un sistema ERP si<br />

presta come strumento di autovalutazione,<br />

stimo<strong>la</strong>ndo <strong>la</strong> formazione e <strong>la</strong><br />

creatività.<br />

Un ERP, finalizzato a migliorare <strong>la</strong><br />

produttività nell’assemb<strong>la</strong>ggio dei pcb<br />

e control<strong>la</strong>rne i costi, è costituito da<br />

numerosi moduli, semplici da utilizzare<br />

per via delle interfacce grafiche,<br />

che permettono all’operatore di e<strong>la</strong>borare<br />

le scelte sul<strong>la</strong> base di un ampio<br />

spettro di dati e informazioni disponibili<br />

in tempo reale.<br />

È possibile control<strong>la</strong>re tutte le varie<br />

fasi che intervengono nel ciclo di<br />

trasformazione del prodotto, a partire<br />

dal<strong>la</strong> gestione del Bill Of Material al<strong>la</strong><br />

movimentazioni dei materiali e all’inventario.<br />

Si conosce lo stato di avanzamento<br />

di una commessa, <strong>la</strong> quantità<br />

di schede prodotte e <strong>la</strong> redditività<br />

generata, ricalco<strong>la</strong>ndo<strong>la</strong> ogniqualvolta<br />

intervenga un cambiamento significativo.<br />

La pianificazione del<strong>la</strong> produzione<br />

viene costantemente aggiornata<br />

e rie<strong>la</strong>borata in funzione dello stato<br />

del<strong>la</strong> commessa, del<strong>la</strong> disponibilità<br />

delle risorse e dei componenti.<br />

I dati di produzione sono raccolti<br />

e gestiti da ogni reparto (SMT,<br />

PTH, test, etc) o linea di assemb<strong>la</strong>ggio<br />

in modo autonomo e in tempo reale.<br />

L’invio automatico dei dati avviene<br />

da postazioni presidiate dall’operatore<br />

mediante terminali in rete, così<br />

come direttamente dalle macchine<br />

di produzione. Gli operatori o i reparti<br />

hanno un proprio codice identificativo,<br />

allo stesso modo di ogni singo<strong>la</strong><br />

fase di <strong>la</strong>vorazione o di ogni prodotto<br />

in esecuzione ( o commessa).<br />

La procedura consente <strong>la</strong> piena<br />

tracciabilità nei confronti delle singole<br />

schede di ogni lotto, permettendo<br />

di conseguenza <strong>la</strong> misura dettagliata<br />

dei tempi di realizzazione, quantificandone<br />

l’efficienza. Inoltre è possibile<br />

associare a ogni centro di <strong>la</strong>vorazione<br />

un costo orario e verificare, mediante<br />

i dati raccolti, <strong>la</strong> corrispondenza<br />

col target desiderato per evidenziare<br />

il grado di reale redditività.<br />

Un punto di forza dei sistemi ERP<br />

è <strong>la</strong> centralizzazione del controllo, che<br />

Partico<strong>la</strong>re di una cel<strong>la</strong> di <strong>la</strong>voro dove coesistono differenti livelli di automazione<br />

può avvenire anche lontano dall’ambiente<br />

di produzione. Tramite password<br />

è consentito l’accesso diretto<br />

da parte del cliente per <strong>la</strong> verifica dello<br />

stato di avanzamento del<strong>la</strong> propria<br />

commessa. L’analisi delle informazioni<br />

e<strong>la</strong>borate dal sistema in termini di<br />

tempi e costi evidenzia in modo chiaro<br />

e preciso le variazioni delle singole<br />

fasi rispetto ai dati di preventivo.<br />

Questo strumento software si rive<strong>la</strong><br />

quindi polivalente; può esistere autonomamente<br />

o essere complementare<br />

ad altri pacchetti (es CAD/CAM)<br />

con cui dialogare proficuamente, semplificando<br />

<strong>la</strong> comunicazione ed evitando<br />

<strong>la</strong> gestione di dati tra di loro ridondanti.<br />

La capacità di raccogliere<br />

automaticamente e in piena autonomia<br />

i dati elimina una grossa quantità<br />

di documentazione cartacea e di <strong>la</strong>voro<br />

di inserimento a computer.<br />

Rientra nel<strong>la</strong> normalità del<strong>la</strong> gestione<br />

che un’azienda si ponga degli<br />

obiettivi (strano sarebbe il non farlo)<br />

cui seguono azioni che mirano a realizzarli.<br />

I risultati ottenuti in <strong>prima</strong><br />

battuta difficilmente coincideranno<br />

al 100% con l’obiettivo, diventa allora<br />

necessario analizzare i risultati per<br />

poter attuare azioni più incisive. Più è<br />

veloce l’acquisizione e l’analisi dei dati<br />

e <strong>prima</strong> si arriva al risultato desiderato.<br />

Misurare in tempo reale le prestazioni<br />

delle soluzioni tecnologiche<br />

adottate permette di conoscere tempestivamente<br />

il loro razionale apporto<br />

e quindi il grado di risposta alle aspettative<br />

che hanno condotto all’acquisto.<br />

Di prassi ogni azienda traccia delle<br />

linee guida precise che le consentano<br />

un miglioramento continuo del<br />

proprio livello qualitativo; possedere<br />

uno strumento che faciliti <strong>la</strong> raccolta<br />

e l’interpretazione delle informazioni,<br />

permette di velocizzare qualsiasi processo<br />

di miglioramento, abbattendo i<br />

costi del<strong>la</strong> non qualità.<br />

Fine <strong>prima</strong> parte


60 PCB giugno 2011<br />

▶ PRODUZIONE - SOLUZIONI ANTISTATICHE<br />

Meno problemi<br />

con più ESD<br />

L’elettrostatica è un tema che, a dispetto<br />

delle sue possibili pesanti ripercussioni, è ancora<br />

piuttosto sottovalutato nel<strong>la</strong> considerazione<br />

di molte aziende EMS e OEM. Oggi più<br />

di ieri, con <strong>la</strong> presenza sempre più massiccia<br />

di componenti sensibili, serve sicuramente<br />

una maggiore consapevolezza in materia di ESD<br />

di Dario Gozzi<br />

Guanti<br />

antistatici per <strong>la</strong><br />

manipo<strong>la</strong>zione<br />

dei pcb<br />

statica si crea per<br />

<strong>la</strong> presenza di un eccesso o di<br />

L’elettricità<br />

una carenza di elettroni sul<strong>la</strong><br />

super cie di un corpo.<br />

Questo fenomeno prende il nome<br />

di e etto triboelettrico e consiste nel<br />

trasferimento di cariche elettriche – e<br />

quindi nel<strong>la</strong> generazione di una tensione<br />

potenziale – tra due super ci<br />

che vengono separate. <strong>Il</strong> termine deriva<br />

dal greco tribos, che signi ca “stro-<br />

nio”. La po<strong>la</strong>rità e l’intensità del<strong>la</strong><br />

carica dipendono sicuramente dal<br />

materiale costituente i corpi, ma anche<br />

dalle caratteristiche delle super -<br />

ci a contatto, dal<strong>la</strong> loro ampiezza, dal<strong>la</strong><br />

pressione di contatto e dall’intensità<br />

dello sfregamento, dalle condizioni<br />

ambientali (umidità re<strong>la</strong>tiva) e dal<strong>la</strong><br />

rapidità con cui si allontanano le super<br />

ci <strong>prima</strong> a contatto.<br />

La condizione di normalità di un<br />

corpo si ha quando le cariche positive<br />

bi<strong>la</strong>nciano quelle negative, ovvero<br />

quando è elettrostaticamente neutro.<br />

L’eccesso di elettroni produce una<br />

carica negativa, il loro difetto una carica<br />

positiva. L’avvicinamento di due<br />

corpi caricati inversamente crea un<br />

campo elettrico che provoca <strong>la</strong> nascita<br />

di una corrente di scarica tendente a<br />

ripristinare <strong>la</strong> neutralità elettrica.<br />

A parità di condizioni, l’umidità re<strong>la</strong>tiva<br />

svolge un ruolo determinante<br />

perché <strong>la</strong> quantità di cariche accumu<strong>la</strong>te<br />

è sempre inversamente proporzionale<br />

al valore di umidità re<strong>la</strong>tiva<br />

presente nel momento in cui si scatena<br />

il fenomeno. L’in uenza dell’umidità<br />

re<strong>la</strong>tiva sul fenomeno si spiega<br />

con <strong>la</strong> tendenza igroscopica di molti


materiali; <strong>la</strong> conducibilità<br />

dell’acqua concorre infatti<br />

ad alterare <strong>la</strong> resistenza superper<br />

per ciale dei dei corpi, corpi, evidenziando<br />

quindi comportamenti comportamenti diversi.<br />

<strong>Il</strong> corpo umano avverte il fenomeno<br />

quando si supera supera <strong>la</strong> soglia di<br />

2-3000 Volt, al di sotto di questo valore<br />

di tensione l’evento è registrabiregistrabile solo per via strumentale; strumentale; si possono<br />

comunque raggiungere tensioni di didiverse decine di migliaia di volt.<br />

I danni che possono essere prodotti<br />

si suddividono in catastro ci e danni<br />

<strong>la</strong>tenti o degradazioni parziali. <strong>Il</strong> primo<br />

porta al<strong>la</strong> rottura de nitiva e immediata<br />

del componente e lo si rileva<br />

già coi test elettrici durante o a ne<br />

produzione. <strong>Il</strong> secondo danneggia in<br />

modo irreversibile, ma non de nitivo,<br />

il componente; un guasto <strong>la</strong>tente è un<br />

danneggiamento subdolo che manifesta<br />

i suoi e etti nel tempo (quando<br />

il prodotto è già arrivato sul mercato)<br />

riducendone l’a dabilità. In entrambi<br />

i casi il fenomeno provoca un danno,<br />

ma in presenza di un guasto <strong>la</strong>tente<br />

i costi diretti (intervento di riparazione)<br />

e indiretti (perdita di immagine)<br />

aumentano notevolmente.<br />

Suddivisione dei materiali<br />

in base al<strong>la</strong> resistenza<br />

superfi ciale<br />

Quando <strong>la</strong> carica è generata, <strong>la</strong> sua<br />

distribuzione non sempre è uniforme,<br />

dipende dal<strong>la</strong> resistenza super -<br />

ciale del materiale. I materiali si dividono<br />

in conduttivi, statico-dissipativi<br />

e iso<strong>la</strong>nti.<br />

I materiali iso<strong>la</strong>nti, con resistenza<br />

super ciale superiore a 1012, evidenziano<br />

una distribuzione di carica non<br />

omogenea; anche se collegati a terra<br />

mantengono <strong>la</strong> loro carica per ore.<br />

La condizione di neutralità si può<br />

raggiungere impiegando dei sistemi<br />

di protezione attiva come gli apparati<br />

ionizzanti, in questo caso i tempi<br />

Braccialetto per <strong>la</strong> connessione a terra<br />

dell’operatore<br />

si accorciano considerevolmente,<br />

con un decadimento dell’ordine di<br />

10-20 secondi.<br />

I materiali conduttivi, come dice<br />

il nome stesso, favoriscono una veloce<br />

dissipazione delle cariche elettriche<br />

verso terra; <strong>la</strong> loro resistenza super<br />

ciale è inferiore a 105 ohm, ed è<br />

il motivo del tempo di dissipazione<br />

delle cariche troppo veloce. Agli effetti<br />

del fenomeno ESD si considerano<br />

i materiali con resistenza super-<br />

ciale compresa tra 104 e 105 ohm,<br />

sono impiegati negli imballi secondari<br />

e per allestire postazioni di <strong>la</strong>voro.<br />

Si sconsiglia il diretto contatto con i<br />

dispositivi da proteggere, in partico<strong>la</strong>re<br />

se sono presenti componenti di alimentazione<br />

come le batterie.<br />

Nel mezzo, con valori di resistenza<br />

super ciale che variano nel range<br />

da 105 a 1012 ohm, ci sono i materiali<br />

de niti statico-dissipativi. Possono<br />

essere impiegati per <strong>la</strong> protezione<br />

Buste<br />

antistatiche<br />

Packaging ESD<br />

ESD senza ulteriori e partico<strong>la</strong>ri<br />

accorgimenti se non<br />

l’opportuna connessione<br />

verso terra. Sono i più<br />

utilizzati nel<strong>la</strong> protezione<br />

contro i feno-<br />

meni elettrostatici nell’allestimento<br />

delle aree EPA sebbene <strong>la</strong><br />

normativa di riferimento ponga del- del- delle<br />

restrizioni nel<strong>la</strong> destinazione d’uso<br />

(super (super ci di <strong>la</strong>voro, sca sca ali e carrelli<br />

devono avere valori compresi tra e un<br />

massimo di 1010).<br />

Un quarto stato è de nito dai materiali<br />

“shielding” o schermanti. Sono<br />

normalmente formati da almeno tre<br />

strati, di cui quello intermedio di tipo<br />

metallico. Operano come gabbia di<br />

Faraday con una resistenza super ciale<br />

inferiore a 103.<br />

ESD Protected Area<br />

L’area EPA è una zona protetta<br />

dalle cariche elettrostatiche tramite<br />

un’adeguata connessione verso terra<br />

di cose e persone presenti al suo interno<br />

e che provvede anche all’eliminazione<br />

delle cariche accumu<strong>la</strong>te <strong>sui</strong><br />

materiali non conduttori. Da questo<br />

deriva che Epa può essere tanto un<br />

intero reparto quanto una singo<strong>la</strong> postazione<br />

di <strong>la</strong>voro.<br />

Per l’allestimento servono poche,<br />

ma precise regole. Come attrezzatura<br />

bisogna disporre di un tappeto da<br />

PCB giugno 2011<br />

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62 PCB giugno 2011<br />

banco e uno da pavimento,<br />

entrambi con <strong>la</strong> connessione<br />

verso terra, il bracciale,<br />

<strong>la</strong> sedia, il camice e le scarpe.<br />

Dall’area, di cui va curata<br />

<strong>la</strong> pulizia, va tenuto<br />

fuori tutto quello che le è<br />

estraneo, come ad esempio<br />

bottiglie e bicchieri di p<strong>la</strong>stica,<br />

cibo e oggetti personali.<br />

<strong>Il</strong> comfort dell’operatore<br />

prevede che vestiario e<br />

attrezzature ESD non affatichino<br />

o intralcino l’ordinaria<br />

operatività.<br />

<strong>Il</strong> bracciale è l’elemento <strong>prima</strong>rio di<br />

messa a terra dell’operatore e non può<br />

mancare in un’area EPA. La banda è<br />

a diretto contatto col polso, deve assicurare<br />

conducibilità lungo tutta <strong>la</strong> sua<br />

lunghezza; essendo indossato per ore<br />

deve essere confortevole e ipoallergico,<br />

per evitare irritazioni cutanee. La<br />

parte esterna deve essere a bassa conducibilità<br />

per evitare, nei contatti accidentali<br />

con dispositivi alimentati su<br />

cui si sta <strong>la</strong>vorando, di metterli in corto<br />

verso terra. <strong>Il</strong> cavo a spirale di collegamento<br />

a terra deve mantenere <strong>la</strong> sua<br />

caratteristica e<strong>la</strong>stica per evitare che,<br />

ri<strong>la</strong>ssandosi, possa intralciare le operazioni<br />

al banco, mentre l’attacco deve<br />

facilitare le operazioni di inserzione.<br />

I camici e le casacche sono in puro<br />

cotone o in misto con poliestere, resi<br />

conduttivi tramite una griglia intessuta<br />

in fibra di carbonio. I camici di ultima<br />

generazione garantiscono anche <strong>la</strong><br />

conduzione da manica a manica e, per<br />

partico<strong>la</strong>ri esigenze di sicurezza, alcuni<br />

modelli sono dotati di chiusura a scomparsa.<br />

La leggerezza del tessuto influenza<br />

direttamente il comfort mentre il numero<br />

di cicli di <strong>la</strong>vaggio (minimo 40 e<br />

massimo 100, a secondo dei tessuti, eseguita<br />

a 40 °C senza l’utilizzo di prodotti<br />

con candeggina e ammorbidenti) a cui<br />

può essere sottoposto il capo senza perdere<br />

le sue caratteristiche elettriche, ne<br />

decretano <strong>la</strong> durata.<br />

Conseguenze di una scarica elettrostatica<br />

Necessità di igiene e di comfort<br />

hanno contribuito al<strong>la</strong> differenziazione<br />

delle calzature, dai c<strong>la</strong>ssici zoccoli,<br />

ai sandali, alle scarpe chiuse. Queste<br />

devono essere antiscivolo e devono<br />

poter consentire <strong>la</strong> pulizia interna ed<br />

esterna con metodi e detergenti idonei<br />

senza perdere le loro proprietà<br />

elettriche.<br />

I sovrascarpe sono l’alternativa economica<br />

alle calzature, ma sono considerati<br />

materiali di consumo e, comunque,<br />

devono sempre essere calzati<br />

su entrambe i piedi per non perdere<br />

di efficacia.<br />

Con <strong>la</strong> sedia, per un miglior rendimento,<br />

l’operatore deve trovarsi a<br />

suo agio, non solo come postura, ma<br />

anche nel<strong>la</strong> movimentazione dello<br />

schienale e negli spostamenti. <strong>Il</strong> tessuto<br />

deve essere robusto e facilitare<br />

<strong>la</strong> pulizia. La messa a terra dovrebbe<br />

avvenire attraverso tutte le ruote.<br />

A parità di caratteristiche elettriche<br />

col tappeto da banco, quello da<br />

pavimento (in vinile, gomma o polietilene)<br />

deve avere maggiori proprietà<br />

meccaniche perché deve resistere allo<br />

scorrimento del<strong>la</strong> sedia e al transito<br />

di eventuali carrelli senza frenarli,<br />

deve possedere una buona p<strong>la</strong>narità<br />

avere uno spessore che sia il compromesso<br />

tra resistenza meccanica (antisdrucciolo)<br />

e sicurezza (evitare l’effetto<br />

gradino).<br />

Per aree estese è richiesta<br />

<strong>la</strong> pavimentazione<br />

vera e propria, con<br />

<strong>la</strong> posa del<strong>la</strong> griglia conduttiva<br />

in rame.<br />

Caratteristica richiesta<br />

a questi pavimenti è<br />

non solo di dissipare le<br />

cariche accumu<strong>la</strong>te, ma<br />

anche di ridurre <strong>la</strong> generazione<br />

delle cariche<br />

triboelettriche conseguenti<br />

al calpestio da<br />

parte degli operatori e<br />

al<strong>la</strong> movimentazione di<br />

sedie, carrelli e quant’altro.<br />

I sistemi di ionizzazione<br />

Come non è possibile eliminare<br />

completamente i materiali con caratteristiche<br />

iso<strong>la</strong>nti dall’area EPA,<br />

così è anche difficile tenere sotto<br />

controllo il tasso di umidità re<strong>la</strong>tiva<br />

come contributo ad abbassare il<br />

rischio di formazione delle cariche<br />

elettrostatiche.<br />

L’alternativa è il ricorso ai sistemi<br />

di ionizzazione come aiuto a neutralizzare<br />

e a prevenire <strong>la</strong> formazione<br />

delle cariche elettrostatiche; il<br />

loro utilizzo prende il nome di protezione<br />

attiva.<br />

Tecnicamente si investe <strong>la</strong> postazione<br />

di <strong>la</strong>voro con aria contenente<br />

ioni positivi e ioni negativi, quando<br />

questo flusso ionizzato entra in contatto<br />

con <strong>la</strong> superficie caricata, questa<br />

attrae gli ioni di carica opposta<br />

neutralizzandosi elettricamente.<br />

Sebbene siano disponibili sistemi<br />

di protezione integrale per il controllo<br />

dell’intero ambiente, è più diffuso<br />

il ricorso all’utilizzo di ionizzatori<br />

locali come i dispostivi da banco o le<br />

barre ionizzanti.<br />

La quantità di ozono emessa non<br />

deve superare <strong>la</strong> soglia di 0,1 ppm e<br />

il flusso d’aria non deve disturbare per<br />

portata e temperatura l’operatore.


64 PCB giugno 2011<br />

▶ PRODUZIONE - TECNOLOGIA VAPOR PHASE<br />

Saldatura refl ow<br />

a condensazione<br />

<strong>Il</strong> processo di saldatura a condensazione di<br />

vapore, conosciuta anche come rifusione vapor<br />

phase, offre ottimi risultati in termini di effi cienza<br />

e qualità. Se viene abbinato anche l’utilizzo<br />

del vuoto si arriva all’eccellenza, eliminando i void<br />

e le evaporazioni esplosive di fl ussante<br />

di Davide Oltolina<br />

La continua ricerca del risultato<br />

qualitativamente ineccepibile,<br />

garanzia di un prodotto a dabile<br />

nel tempo, richiede un processo di<br />

saldatura a dabile in ogni sua parte.<br />

Rehm, rappresentata in Italia da DPI,<br />

ha riversato <strong>la</strong> sua lunga esperienza nel<br />

settore del<strong>la</strong> saldatura a rifusione nel<strong>la</strong><br />

nuova linea di forni vapor phase del<strong>la</strong><br />

serie CondensoX.<br />

Nel<strong>la</strong> realizzazione del<strong>la</strong> nuova linea<br />

sono stati privilegiati vari fattori quali<br />

sono stati privilegiati vari fattori quali sti di gestione.<br />

quello re<strong>la</strong>tivo al<strong>la</strong> precisione del pro lo<br />

termico, mantenendo all’interno di +2 °C<br />

<strong>la</strong> di erenza di temperatura misurabile<br />

tra i punti disseminati sull’intera super<br />

cie del pcb. La ricerca del risultato<br />

qualitativo trova <strong>la</strong> sua massima esasperazione<br />

con l’opzione del vuoto, che assicura<br />

<strong>la</strong> mancanza di void anche nelle<br />

saldatura con elevata massa termica,<br />

pur nel<strong>la</strong> semplicità di utilizzo e mantenendo<br />

quanto più bassi possibili i costi<br />

di gestione.<br />

Al centro del<strong>la</strong> fase di progetto del<br />

CondensoX sono stati pcb termicamente<br />

di cili da saldare, con componenti<br />

sensibili tanto al<strong>la</strong> temperatura<br />

quanto all’umidità (MSD), con masse<br />

termiche importanti posizionati accanto<br />

a componenti di picco<strong>la</strong> dimensione,<br />

con componenti partico<strong>la</strong>ri quali QFN<br />

e LGA o dispositivi MID (Molded<br />

Interconnected Device).<br />

<strong>Il</strong> processo in pratica<br />

Utilizzando una camera a vuoto<br />

totalmente ermetica, con il Vacuum<br />

System del forno Condenso è possibile<br />

raggiungere il valore di vuoto di 2 mbar<br />

durante il processo di riscaldamento,<br />

e senza che avvenga movimentazione<br />

delle schede durante il processo di saldatura,<br />

dal preriscaldo a tutto il processo<br />

completo, no al ra reddamento, il che<br />

signi ca che non vi è alcun rischio di<br />

scivo<strong>la</strong>mento, rotazione o sollevamento<br />

dei componenti.<br />

In aggiunta all’utilizzo del vuoto durante<br />

<strong>la</strong> fase di saldatura vera e propria<br />

è possibile impostare una fase di prevacuum<br />

che ha il bene co scopo di<br />

agevo<strong>la</strong>re <strong>la</strong> fuoriuscita dei vapori di<br />

ussante dai giunti in formazione e di<br />

agevo<strong>la</strong>re l’immissione del Galden nel<strong>la</strong><br />

realizzazione del pro lo termico.<br />

<strong>Il</strong> forno Condenso utilizza inoltre un<br />

sistema trasportatore orizzontale per<br />

introdurre le schede all’interno del sistema,<br />

nel<strong>la</strong> camera di rifusione dove<br />

verranno creati i vapori del liquido<br />

tecnico, usualmente il Galden.<br />

Avere <strong>la</strong> garanzia che le schede assemb<strong>la</strong>te<br />

siano ferme durante il processo


Senza vuoto Con vuoto<br />

di rifusione, anche durante <strong>la</strong> fase di stato<br />

liquido del<strong>la</strong> pasta saldante, assicura<br />

un risultato qualitativamente indiscutibile.<br />

In questo Rehm si è voluta di erenziare<br />

rispetto ai sistemi vapor phase<br />

tradizionali che richiedono un continuo<br />

movimento verticale delle schede<br />

durante l’esecuzione del pro lo, introducendo<br />

un plus di processo.<br />

Non movimentando il pcb tra <strong>la</strong> fase<br />

di saldatura e <strong>la</strong> creazione del vuoto,<br />

non c’è perdita di calore, garantendo così<br />

tempi brevi di stato liquido in presenza<br />

di vuoto, tempi che ricadono all’interno<br />

degli 80 secondi per temperature<br />

superiori ai 217 °C.<br />

Come risaputo i vuoti sono cavità che<br />

si creano all’interno del giunto di saldatura<br />

a causa dei gas che non riescono a<br />

fuoriuscire, una loro cospicua presenza<br />

indebolisce meccanicamente il giunto<br />

ed ostaco<strong>la</strong> <strong>la</strong> capacità di trasportare,<br />

per dissiparlo, il calore generato dal<br />

componente.<br />

Nei forni CondensoX il processo<br />

di vacuum può essere attivato direttamente<br />

nel punto in cui viene raggiunta<br />

<strong>la</strong> temperatura desiderata; inoltre i livelli<br />

di vuoto possono essere control<strong>la</strong>ti<br />

in qualsiasi momento voluto, ritenuto il<br />

Superfi cie di contatto<br />

a un massimo del 99%<br />

Capacità di riempimento<br />

migliorata di micro via<br />

e di giunti THD<br />

Limitazione dei void<br />

(partico<strong>la</strong>rmente importanti<br />

negli assemb<strong>la</strong>ti<br />

di potenza a semiconduttore)<br />

Bagnabilità migliorata<br />

Vantaggi del<strong>la</strong> tecnologia di processo con vuoto<br />

più idoneo nel raggiungere le necessarie<br />

condizioni operative capaci di evitare <strong>la</strong><br />

formazione sia dei void che delle evaporazioni<br />

esplosive del ussante.<br />

Un’ulteriore variabile di processo<br />

consiste nel<strong>la</strong> quantità di liquido inerte<br />

che viene vaporizzato durante <strong>la</strong> saldatura;<br />

modu<strong>la</strong>ndo <strong>la</strong> quantità di Galden<br />

immesso si control<strong>la</strong> <strong>la</strong> rampa di salita<br />

del pro lo termico, che raggiunge come<br />

valore massimo di temperatura quello<br />

del punto di ebollizione del liquido prescelto.<br />

Questo è uno dei capisaldi del<strong>la</strong><br />

tecnologia vapor phase, che permette<br />

di mettere al riparo scheda e componenti<br />

da problemi di sovratemperatura.<br />

L’operatore può rego<strong>la</strong>re <strong>la</strong> temperatura<br />

del pro lo di re ow con un livello eccezionalmente<br />

elevato di accuratezza, a<br />

step di 0,2 °C/sec.<br />

Quando il liquido raggiunge <strong>la</strong> sua<br />

temperatura di ebollizione, vaporizza,<br />

Questo porta a creare un ambiente in<br />

cui i vapori di Galden occupano l’intero<br />

volume del<strong>la</strong> camera di rifusione, eliminando<br />

l’aria e con questa l’ossigeno<br />

presente, creano paralle<strong>la</strong>mente <strong>la</strong> condizione<br />

di saldatura in atmosfera inerte.<br />

Quando il vapore avvolge il pcb gli si<br />

condensa sopra per via del<strong>la</strong> di erenza<br />

di temperatura esistente; durante il passaggio<br />

di stato dal<strong>la</strong> fase vapore al<strong>la</strong> fase<br />

liquida viene ceduto calore, lo stesso che<br />

porta in rifusione <strong>la</strong> pasta saldante.<br />

Garanzie qualitative elevate<br />

e costi di gestione moderati<br />

Grazie al totale blocco ermetico del<strong>la</strong><br />

camera di rifusione è e ettuato in modo<br />

e ciente il riciclo e <strong>la</strong> pulizia del liquido<br />

tecnico utilizzato in saldatura, con <strong>la</strong><br />

totale rimozione dei residui indesiderati<br />

( ussante, impurità, ecc.). Quando il vapore<br />

è estratto dal<strong>la</strong> camera viene rapidamente<br />

ra reddato; una volta condensato<br />

è poi ltrato, imprigionando le impurità<br />

in appositi ltri, operazione che<br />

rende il liquido pronto per essere riutilizzato<br />

nel successivo processo di saldatura.<br />

Le schede al termine del ciclo di<br />

saldatura <strong>la</strong>sciano <strong>la</strong> camera di processo<br />

completamente asciutte perché il calore<br />

accumu<strong>la</strong>to è su ciente a far evaporare<br />

il Galden che è condensato sul<br />

pcb, questo permette di realizzare un<br />

consumo medio veramente basso, che si<br />

traduce in un vantaggioso risparmio<br />

economico gestione. Quando il pcb è<br />

fuori dal<strong>la</strong> camera di rifusione è ra reddato<br />

da un getto d’aria, ma è possibile<br />

scegliere di ra reddarlo ulteriormente<br />

e uniformemente riducendo <strong>la</strong> temperatura<br />

dell’aria di ra reddamento mediante<br />

uno scambiatore ad acqua.<br />

La funzione di rilevamento<br />

wireless di temperatura consente<br />

all’utente di control<strong>la</strong>re in continua<br />

l’andamento del processo, per veri care<br />

in qualsiasi momento se il pro lo termico<br />

è rimasto all’interno del<strong>la</strong> speci -<br />

ca. <strong>Il</strong> CondensoX può essere equipaggiato<br />

anche con un sistema di telecamere,<br />

una funzionalità disponibile solo <strong>sui</strong><br />

forni vapor phase Rehm che consente<br />

all’operatore di visualizzare il processo<br />

di saldatura sul monitor del PC.<br />

DPI<br />

www.elettronicadpi.it<br />

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▶ Produzione - Le BAsi deL LAVAggio<br />

<strong>Il</strong> cleaning dei pcb<br />

Continua con <strong>la</strong> serie dedicata a “Le basi del <strong>la</strong>vaggio”. Ci si occuperà<br />

in questo articolo del <strong>la</strong>vaggio dei pcb, con partico<strong>la</strong>re attenzione<br />

per le normative e le problematiche generali che stanno al<strong>la</strong> base<br />

di questo importante processo<br />

di Fernando Rueda, di Kyzen BVBA <strong>prima</strong> parte<br />

Definiremo il <strong>la</strong>vaggio di pcb<br />

(assemb<strong>la</strong>ti) come <strong>la</strong> rimozione<br />

di residui di flussante<br />

rifuso dalle schede elettroniche<br />

includendo, ma non limitandolo a,<br />

pcb (supporto stampato), pcba (schede<br />

assemb<strong>la</strong>te), ibridi, ceramici, ecc.<br />

In ogni caso, non si dimentichi <strong>la</strong><br />

necessità di rimuovere particelle, polvere,<br />

impronte digitali, ecc., <strong>prima</strong><br />

dell’applicazione del conformal coating<br />

(finitura protettiva). Quindi, chi<br />

ha bisogno di <strong>la</strong>vare i propri pcb? Si<br />

ricordi, il non <strong>la</strong>vare significa <strong>la</strong>sciare<br />

residui di flussante sul pcb e implica<br />

“qualche” rischio, che certi fabbricanti<br />

non possono permettersi di correre.<br />

Chi sono questi ultimi? La normativa<br />

IPC J-STD-001E ci fornisce una<br />

chiara guida:<br />

IPC J-STD-001E<br />

C<strong>la</strong>sse 1: Prodotti elettronici in generale.<br />

Include prodotti adatti per applicazioni<br />

dove il maggior requisito<br />

è una funzione del gruppo completo.<br />

C<strong>la</strong>sse 2: Prodotti elettronici a servizio<br />

dedicato.<br />

Include prodotti in cui è richiesta<br />

continuità di prestazione<br />

e di vita di servizio e per i<br />

quali è gradito, ma non critico,<br />

il funzionamento ininterrotto.<br />

Normalmente l’ambiente d’utilizzo<br />

finale non dovrebbe provocare<br />

guasti.<br />

C<strong>la</strong>sse 3: Prodotti elettronici ad alte<br />

prestazioni.<br />

Include prodotti in cui è critica <strong>la</strong><br />

continuità d’alta prestazione o di<br />

prestazione a richiesta, non può<br />

essere tollerato il mancato funzionamentodell’apparecchiatura,<br />

l’ambiente d’utilizzo finale può<br />

essere molto severo e l’apparecchiatura<br />

deve funzionare quando<br />

richiesto, come nei sistemi di supporto<br />

vitali o in altri casi critici.<br />

(Fonte: IPC J-STD-001E-2010 (2010,<br />

Aprile); IPC, Bannockburn, IL)<br />

Prodotti di C<strong>la</strong>sse 1 – Pur con<br />

qualche rara eccezione, questi prodotti<br />

non vengono “mai” <strong>la</strong>vati. I requisiti<br />

di prestazione e l’ambiente in cui essi<br />

funzionano non determinano generalmente<br />

il presentarsi di guasti entro<br />

<strong>la</strong> vita potenziale di questi prodotti.


Prodotti di C<strong>la</strong>sse 2 – Normalmente<br />

non viene richiesto il <strong>la</strong>vaggio<br />

per questi prodotti; oggigiorno,<br />

in ogni caso, sempre più fabbricanti<br />

ricorrono al cleaning. Perché? Oggi<br />

i consumatori richiedono prestazioni<br />

più elevate, maggiore funzionalità<br />

e dispositivi più piccoli, che<br />

forniscano un’affidabilità eccezionale.<br />

I giorni dell’elettronica di consumo<br />

usa e getta sono in calo. Queste<br />

schede più piccole e più dense hanno<br />

distanze ridotte fra le piazzole di saldatura;<br />

se restano residui ionici sul<strong>la</strong><br />

super cie o sotto i componenti si ha<br />

un aumento del “rischio” di incorrere<br />

in guasti.<br />

Prodotti di C<strong>la</strong>sse 3 – Questi prodotti<br />

hanno sempre richiesto un processo<br />

di cleaning.<br />

I prodotti di C<strong>la</strong>sse 3 hanno bisogno<br />

di funzionare con continuità e, in<br />

molti casi, in ambienti estremi come<br />

in presenza di temperature ambientali<br />

molto elevate e/o estremamente<br />

rigide, richiesta di prestazioni elevatissime,<br />

ecc.<br />

Riassumendo, i fabbricanti devono<br />

<strong>la</strong>vare i prodotti di C<strong>la</strong>sse 3, oltre<br />

a un crescente numero di prodotti di<br />

C<strong>la</strong>sse 2.<br />

Ora che si è chiarito chi abbia <strong>la</strong><br />

necessità di e ettuare il processo di<br />

cleaning, è bene focalizzarsi su come<br />

valutare il processo di fabbricazione<br />

per progettare l’appropriato processo<br />

di <strong>la</strong>vaggio. Si cominci con due<br />

domande chiave.<br />

Quali parametri dobbiamo considerare?<br />

Come facciamo ad essere certi che<br />

il nostro processo di <strong>la</strong>vaggio sia quello<br />

appropriato per soddisfare le nostre<br />

richieste?<br />

Per trovare le risposte, dobbiamo<br />

analizzare gli elementi chiave d’ogni<br />

processo di <strong>la</strong>vaggio.<br />

Tipi di sporco<br />

Si ricordi: si è focalizzati <strong>sui</strong> residui<br />

di ussante, sebbene verranno pulite<br />

anche impronte digitali, particelle<br />

e altri detriti.<br />

Lavare residui di ussante dal<strong>la</strong> super<br />

cie di un pcb un tempo poteva essere<br />

una s da; oggi non è più un problema,<br />

visto che <strong>la</strong> maggioranza dei<br />

processi di <strong>la</strong>vaggio standard e ettua<br />

un ottimo <strong>la</strong>voro di rimozione dei residui<br />

dal<strong>la</strong> super cie.<br />

I residui di ussante intrappo<strong>la</strong>ti<br />

sotto componenti a basso stando<br />

(cioè <strong>la</strong> distanza fra <strong>la</strong> base del componente<br />

e <strong>la</strong> super cie del pcb) e in<br />

spazi ristretti rappresentano <strong>la</strong> s da<br />

maggiore per qualsiasi processo di <strong>la</strong>vaggio.<br />

È possibile trovare materiali di <strong>la</strong>vaggio<br />

che presentino le proprietà -<br />

siche e l’aggressività necessaria per <strong>la</strong>vare<br />

questi residui sotto spazi molto<br />

ristretti? E ciò può essere fatto senza<br />

causare alcun danno col<strong>la</strong>terale? In<br />

quest’economia molto competitiva,<br />

è possibile e ettuare tali processi in<br />

modo economicamente e ciente?<br />

Perché i residui da <strong>la</strong>vare sono un<br />

elemento chiave nel processo di <strong>la</strong>vaggio<br />

pcb?<br />

Fig. 1 - Prodotti di C<strong>la</strong>sse 1<br />

Questi sono i punti essenziali su<br />

cui i fabbricanti di prodotti di <strong>la</strong>vaggio<br />

possono di erenziarsi dai concorrenti.<br />

Ovviamente, non tutti i ussanti<br />

sono uguali. È altrettanto ovvio che<br />

non tutte le schede passano attraverso<br />

gli stessi pro li di rifusione o di<br />

saldatura a onda. I residui di ussante<br />

normalmente riscontrati sono:<br />

Residui di ussante idrosolubili<br />

Storicamente, i residui idrosolubili<br />

sono facili da <strong>la</strong>vare con acqua.<br />

Siccome le schede sono diventate<br />

sempre più piccole, questo compito<br />

diventa sempre più di cile<br />

poiché l’acqua, a causa dell’elevata<br />

tensione super ciale, non è in grado<br />

di penetrare sotto gli spazi ristretti.<br />

Inoltre, arrivano contemporaneamente<br />

le leghe lead-free.<br />

Queste leghe richiedono temperature<br />

di rifusione più alte e tecnologia<br />

di ussaggio più aggressiva; se il <strong>la</strong>vaggio<br />

in questi spazi ristretti era problematico<br />

<strong>prima</strong>, si immagini quanto<br />

lo sia ora che i residui processi di baking<br />

molto più spinti.<br />

Mentre questi tipi di residui sono<br />

sempre stati <strong>la</strong>vati, <strong>la</strong> di erenza è<br />

che l’acqua da so<strong>la</strong> spesso non è più<br />

su ciente.<br />

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68 PCB giugno 2011<br />

È necessaria una picco<strong>la</strong> percentuale<br />

di additivo o di agente di <strong>la</strong>vaggio<br />

per ridurre <strong>la</strong> tensione superficiale<br />

dell’acqua usata per <strong>la</strong>vare queste<br />

schede, permettendo così <strong>la</strong> sua penetrazione<br />

sotto componenti a basso<br />

standoff.<br />

RA/RMA<br />

(residui <strong>la</strong>vabili di flussante)<br />

Questi tipi di residui non sono così<br />

comuni come lo erano una volta,<br />

ma si possono ancora ritrovare nel<strong>la</strong><br />

fabbricazione di alcune schede di<br />

vecchia generazione come ad esempio<br />

nei prodotti militari e aerospaziali.<br />

Fino all’arrivo delle leghe leadfree,<br />

non vi è stato molto sviluppo su<br />

questi tipi di prodotto, poiché <strong>la</strong> maggior<br />

parte degli sforzi è stata focalizzata<br />

sul<strong>la</strong> tecnologia lead-free no-clean<br />

(cioè senza <strong>la</strong>vaggio). Questi tipi di<br />

residui non presentano una vera sfida<br />

per <strong>la</strong> maggior parte dei processi di <strong>la</strong>vaggio<br />

standard.<br />

Residui di flussante no-clean<br />

I materiali di saldatura no-clean sono<br />

ora quelli più comunemente usati.<br />

Questo è il tipo di residuo che <strong>la</strong><br />

maggior parte dei fabbricanti di prodotti<br />

di <strong>la</strong>vaggio usa per valutare come<br />

i loro prodotti si comporteranno<br />

nel mercato.<br />

Fig. 2 - Residui<br />

<strong>la</strong>vabili<br />

di flussante<br />

Questi materiali di saldatura sono<br />

progettati per incapsu<strong>la</strong>re qualsiasi residuo,<br />

quindi non richiedono un processo<br />

di <strong>la</strong>vaggio.<br />

Naturalmente, <strong>la</strong> scelta di <strong>la</strong>vare<br />

quei residui incapsu<strong>la</strong>ti può essere a<br />

volte una sfida. Si aggiungano temperature<br />

più alte e una tecnologia di flussaggio<br />

più aggressiva come quel<strong>la</strong> comunemente<br />

usata con materiali leadfree<br />

e si capirà quali sono i veri problemi<br />

che emergono in un processo di<br />

cleaning. È possibile valutare in una<br />

percentuale dell’80-90% gli operatori<br />

che sottopongono a <strong>la</strong>vaggio i residui<br />

di flussanti no-clean. Ma perché<br />

<strong>la</strong>vare residui no-clean? Se l’incapsu<strong>la</strong>mento<br />

di queste piccole quantità di<br />

residui diventa compromettente possono<br />

infatti sorgere dei problemi.<br />

In partico<strong>la</strong>re, nel<strong>la</strong> vita molto lunga<br />

di alcuni dispositivi di C<strong>la</strong>sse 3, <strong>la</strong><br />

combinazione di residui ionici associata<br />

a fattori ambientali (umidità) e al<strong>la</strong><br />

tensione di po<strong>la</strong>rizzazione (bias) presente<br />

su un circuito vivo creano una<br />

situazione ideale per l’ECM (Electro<br />

Chemical Migration – Migrazione<br />

Elettrochimica) che causerà un guasto<br />

al circuito. Una comune scuo<strong>la</strong> di<br />

pensiero sostiene che il <strong>la</strong>vaggio <strong>prima</strong><br />

dell’applicazione di conformal coating<br />

è anche una buona ragione per<br />

<strong>la</strong>vare i residui no-clean.<br />

Substrati<br />

Le schede che vengono <strong>la</strong>vate<br />

sono anche un elemento chiave<br />

del processo stesso di <strong>la</strong>vaggio,<br />

perché?<br />

Qualità<br />

Oggi è difficile ridurre il costo<br />

dei materiali nel<strong>la</strong> maggior parte<br />

delle operazioni di fabbricazione.<br />

<strong>Il</strong> maggior numero dei fornitori<br />

di materiali tende a produrre<br />

pcb e componenti di alta quantità,<br />

ma vi sono casi in trovano delle<br />

soluzioni più convenienti oppure<br />

si effettuano scambi di materiale.<br />

Ciò dà luogo a componenti<br />

o a pcb che non soddisfano gli<br />

standard qualitativi per sopportare<br />

le condizioni presenti nel processo<br />

di fabbricazione, incluso il<br />

processo di <strong>la</strong>vaggio.<br />

Questa scarsa qualità apparirà<br />

come un problema di compatibilità,<br />

a causa del guasto inatteso.<br />

Compatibilità<br />

Anche quando gli standard di<br />

alta qualità vengono soddisfatti,<br />

vi sono sempre materiali che non<br />

possono tollerare certe condizioni<br />

o certi prodotti chimici presenti<br />

in un processo di <strong>la</strong>vaggio standard;<br />

pertanto, il test di compatibilità<br />

è un obbligo in qualsiasi<br />

processo di <strong>la</strong>vaggio nuovo o<br />

esistente.<br />

Progetto del substrato<br />

Anche il progetto del pcb svolge<br />

un ruolo importante. Fattori quali<br />

densità di componenti, standoff,<br />

ombreggiatura, intrappo<strong>la</strong>mento<br />

di fluido, ecc. devono essere tenuti<br />

in seria considerazione.<br />

www.kyzen.com<br />

www.packtronic.it<br />

Fine <strong>prima</strong> parte


Medical<br />

Technology Event<br />

le tecnologie elettroniche al servizio del<strong>la</strong> salute<br />

un evento unico rivolto al<strong>la</strong> “Medical Design Community”<br />

organizzato da Selezione di Elettronica<br />

e sviluppato in col<strong>la</strong>borazione con Farnell Italia<br />

<strong>Il</strong> convegno<br />

Una serie di interventi a cura di università, associazioni,<br />

istituti di ricerca, società di analisi di mercato e Oem internazionali<br />

attivi nel settore elettromedicale, che tratteranno<br />

tematiche di elevato valore scientifi co e tecnologico:<br />

le tendenze tecnologiche in atto nel medicale; le<br />

certifi cazioni e gli standard del settore; i dispositivi per<br />

il medicale e <strong>la</strong> direttiva Rohs; il ruolo dei Mems nei dispositivi<br />

indossabili; <strong>la</strong> realtà virtuale e <strong>la</strong> robotica per <strong>la</strong><br />

chirurgia; le tecnologie di identifi cazione e tracciabilità a<br />

supporto del paziente, ecc.<br />

I workshop<br />

Una serie di workshop tecnici, a cura delle aziende fornitrici<br />

di dispositivi microelettronici e di sistemi elettronici<br />

per applicazioni medicali, dedicati al<strong>la</strong> presentazione<br />

delle ultime tecnologie disponibili nell’ambito dei semiconduttori,<br />

del<strong>la</strong> connessione, dell’alimentazione, del<strong>la</strong><br />

visualizzazione, delle interfacce, ecc.<br />

L’esposizione<br />

Un’esposizione a cura delle aziende partecipanti in cui i<br />

visitatori potranno confrontare l’offerta disponibile e verifi<br />

care gli avanzamenti tecnologici. Saranno presentati<br />

casi applicativi reali nati dal<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione tra le<br />

aziende fornitrici di microelettronica e i principali Oem<br />

attivi nel settore elettromedicale.<br />

Le aree dimostrative<br />

<strong>Il</strong> pubblico avrà <strong>la</strong> possibilità di accedere a sessioni dimostrative<br />

in cui sarà possibile “toccare con mano” gli<br />

strumenti e le apparecchiature, effettuare prove pratiche<br />

sul campo e confrontarsi con gli specialisti sulle problematiche<br />

applicative dei sistemi medicali per uso domestico,<br />

delle soluzioni di medical imaging, del<strong>la</strong> diagnostica,<br />

del monitoraggio e del<strong>la</strong> terapia.<br />

<strong>Il</strong> concorso<br />

Nel corso del<strong>la</strong> giornata saranno presentati e premiati<br />

i migliori progetti proposti da studenti o aziende che<br />

avranno partecipato precedentemente a un concorso<br />

di progettazione di applicazioni medicali organizzato e<br />

promosso da element-14, <strong>la</strong> comunità on-line di Farnell<br />

dedicata agli Electronic Design Engineer.<br />

I partecipanti<br />

L’evento si rivolge al<strong>la</strong> “Medical Design Community” e<br />

in partico<strong>la</strong>re ai progettisti e ai tecnici elettronici impegnati<br />

nello sviluppo di applicazioni medicali, ma anche ai<br />

responsabili delle tecnologie informative e mediche, ai<br />

tecnici sanitari, agli uffi ci acquisti, ai direttori sanitari e a<br />

tutti gli operatori interessati agli sviluppi delle tecnologie<br />

elettroniche all’interno del mondo medicale.<br />

Mi<strong>la</strong>no, Ottobre 2011<br />

Luogo<br />

Sa<strong>la</strong> Bramante, Pa<strong>la</strong>zzo delle Stelline,<br />

Corso Magenta 61 – Mi<strong>la</strong>no<br />

Orario<br />

09.00 – 17.00<br />

Registrazione<br />

http://www.formazione.ilsole<strong>24</strong>ore.com/<br />

Servizio Clienti<br />

Tel: 02/56601887<br />

Fax: 02/70048601<br />

info@formazione.ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />

La partecipazione al convegno,<br />

al<strong>la</strong> mostra, ai workshop<br />

e alle sessioni dimostrative è gratuita.


70 PCB giugno 2011<br />

▶ Produzione - ProDotti<br />

La tecnologia jet printing<br />

e <strong>la</strong> lean manufacturing<br />

Un nuovo concetto di deposizione del<strong>la</strong> pasta saldante consente<br />

di processare pcb complessi con <strong>la</strong> presenza simultanea di package SMD<br />

tradizionali, QFN, PoP (package-on-package), componenti di potenza<br />

e componenti tradizionali saldabili con <strong>la</strong> tecnologia pin-in-paste<br />

di Dario Gozzi<br />

La difficoltà di gestire all’unisono<br />

package miniaturizzati e package<br />

di grosse dimensioni inseriti<br />

in un contesto di schede complesse e<br />

con crescente densità di componenti,<br />

è facilmente intuibile per varie ragioni,<br />

ma in partico<strong>la</strong>re se non si vuole<br />

incorrere nei comuni problemi dovuti<br />

al<strong>la</strong> serigrafia tradizionale.<br />

La JetPrinter<br />

MY500<br />

costituisce<br />

un’applicazione<br />

gestita da<br />

software e<br />

priva di te<strong>la</strong>io,<br />

che utilizza<br />

una tecnologia<br />

esclusiva<br />

brevettata<br />

La tecnologia serigrafica infatti<br />

raggiunge i suoi limiti quando si tratta<br />

di gestire componenti distanti tra<br />

loro solo poche centinaia di micron<br />

e che richiedono depositi dai volumi<br />

molto diversi.<br />

La soluzione che consente di affrontare<br />

con maggiore disinvoltura<br />

le problematiche di progettazione<br />

senza pesanti ripercussioni sulle successive<br />

fasi di assemb<strong>la</strong>ggio si chiama<br />

MY500 JETPRINTER. Realizzata<br />

da MYDATA, da anni brand indissolubilmente<br />

legato a Cabiotec, l’innovativa<br />

jet printer può aiutare gli assemb<strong>la</strong>tori<br />

ad aumentare il flusso produttivo<br />

attraverso una concreta flessibilità<br />

che si traduce in ridotti tempi<br />

di programmazione e veloci cambi di<br />

produzione. A livello di qualità assicura<br />

giunti di saldatura affidabili per<br />

tutte le tecnologie, dai componenti<br />

LGA ai PoP per finire con i pcb tridimensionali.<br />

Traiettorie balistiche<br />

per un deposito a 3G<br />

Con una velocità di 34.000 cph e<br />

un’accelerazione di 3 G il sistema deposita<br />

crema saldante su un pcb (dimensioni<br />

massime 508 x 508 mm da<br />

0,6 a 7,0 mm di spessore) comunque<br />

complesso e di qualsiasi tipo, indipendentemente<br />

dal mix di componenti<br />

presente, dal tipo di finitura superficiale<br />

e dal tipo di tecnologia applicata<br />

(SMT, PTH).


Lavorando sul principio delle<br />

stampanti a getto di inchiostro <strong>la</strong> testa<br />

viaggia a un’altezza dal piano scheda<br />

di 0,65 mm e con metodo balistico<br />

effettua depositi che raggiungono i<br />

350 µm di altezza.<br />

Non richiedendo <strong>la</strong> presenza di un<br />

te<strong>la</strong>io di serigrafia né di nessuna maschera<br />

(o fixture), in qualsiasi momento<br />

e senza tempi di attesa, consente un<br />

veloce changeover di produzione, non<br />

solo nei confronti di un cambio di codice<br />

prodotto, ma anche nel caso che<br />

sia richiesta una modifica circuitale in<br />

corso d’opera.<br />

La programmazione non richiede<br />

fermo macchina perché è fatta offline<br />

su di una stazione esterna da cui, una<br />

volta terminata, è trasferita direttamente<br />

in rete sul<strong>la</strong> JetPrinter.<br />

Essendo il sistema completamente<br />

software-driven e stencil-free, riduce<br />

drasticamente i tempi di attesa (si<br />

pensi solo ai giorni d’attesa dall’ordine<br />

al ricevimento dello stencil) e <strong>la</strong> possibilità<br />

di introdurre errori da parte<br />

dell’operatore. Per sua natura <strong>la</strong> macchina<br />

non richiede neppure il debug fisico<br />

del programma, essendo dotata di<br />

una serie di autocontrolli che prendono<br />

il via nel<strong>la</strong> fase di inizializzazione.<br />

Adottando questa tecnologia si otterrà<br />

un giunto di saldatura perfettamente<br />

calzante ad ogni package presente<br />

sul pcb, sia che si tratti di cavità<br />

o <strong>circuiti</strong> PoP, tanto in termini geometrici<br />

che volumetrici.<br />

Dal<strong>la</strong> flessibilità nascono<br />

qualità e risparmio<br />

La programmazione è semplice e<br />

immediata, inizia con l’importazione<br />

dei dati nei formati Cad o Gerber, come<br />

quelli utilizzati dal<strong>la</strong> pick & p<strong>la</strong>ce<br />

e il software di sistema s’incarica<br />

del<strong>la</strong> loro conversione nel programma<br />

di <strong>la</strong>voro. Per ogni componente il sistema<br />

conosce il volume di pasta idoneo,<br />

è possibile per l’operatore crearne<br />

Inserimento<br />

del<strong>la</strong> cartuccia<br />

nel<strong>la</strong> MY500<br />

di nuovi per dispositivi partico<strong>la</strong>ri o<br />

inusuali o modificare quelli esistenti<br />

in funzione delle necessità. Al termine<br />

dell’operazione MYCam genera il<br />

programma di stampa e lo invia al<strong>la</strong><br />

jet printer collegata in rete.<br />

Partico<strong>la</strong>rmente utile è <strong>la</strong> capacità<br />

del sistema di permettere <strong>la</strong> definizione<br />

dei depositi per singolo componente,<br />

stabilendone <strong>la</strong> posizione in<br />

re<strong>la</strong>zione al<strong>la</strong> geometria delle singole<br />

piazzole, consentendo di modificare<br />

l’altezza e il volume; funzione condivisa<br />

per tutti i componenti di una<br />

data famiglia o solo per una specifica<br />

necessità.<br />

Questa flessibilità si ripercuote favorevolmente<br />

anche sul<strong>la</strong> possibilità<br />

di apportare modifiche in tempo reale<br />

durante <strong>la</strong> produzione, per correggere<br />

o migliorare <strong>la</strong> formazione di quei<br />

giunti di saldatura che per loro natura<br />

presentano partico<strong>la</strong>ri criticità non<br />

sempre preventivabili.<br />

Nei casi in cui lo stesso circuito di<br />

base si presti al<strong>la</strong> produzione di più<br />

codici, si evita di realizzare stencil per<br />

buona parte ridondanti, o comunque<br />

di depositare su quel<strong>la</strong> parte di circuito<br />

che non richiede <strong>la</strong> presenza di<br />

componenti. In ogni caso si risparmia.<br />

Come d’altro canto si risparmia sul<strong>la</strong><br />

quantità di pasta utilizzata, perché<br />

non viene dispersa sullo stencil, non<br />

rimane sulle racle, né si corre il rischio<br />

di rimettere questa rimanenza nel<br />

contenitore dove c’è prodotto fresco, a<br />

beneficio del<strong>la</strong> qualità e dell’affidabilità<br />

di processo e di prodotto.<br />

Capita a volte che arrivi <strong>la</strong> richiesta<br />

di una revisione circuitale proprio<br />

mentre si è pronti a produrre;<br />

con MY500 non è più un problema,<br />

potendo graficamente ridisegnare il<br />

<strong>la</strong>yout di un deposito effettuando <strong>la</strong><br />

modifica in real time.<br />

Si elimina inoltre <strong>la</strong> pulizia dei te<strong>la</strong>i<br />

(indispensabile ai fini qualitativi sulle<br />

serigrafiche), non è neppure richiesto<br />

il posizionamento dei pin di contrasto<br />

sotto <strong>la</strong> scheda per sopperire ai problemi<br />

di imbarcamento, e diventa più<br />

facile il <strong>la</strong>voro nel caso di pcb doppia<br />

faccia.<br />

Tecnologie a confronto<br />

Chiunque percepisce quanto <strong>la</strong> tecnologia<br />

SMT sia in un continuo stato<br />

di transizione. Comunque sia composto<br />

il mix produttivo, in partico<strong>la</strong>re<br />

con <strong>la</strong> presenza di una accentuata<br />

complessità, ogni realtà che assemb<strong>la</strong><br />

necessita di dare risposte precise alle<br />

sfide <strong>la</strong>nciate dallo scenario mutevole.<br />

Risposte che si possono riassumere<br />

in un veloce time-to-market e in un<br />

crescente aumento dei livelli di qualità<br />

e di affidabilità dei giunti di saldatura.<br />

PCB giugno 2011<br />

71


72 PCB giugno 2011<br />

Nelle macchine di serigrafia tradizionali<br />

utilizzanti racle e stencil, ci<br />

sono diversi parametri e variabili che<br />

influenzano <strong>prima</strong> i risultati di stampa<br />

e poi il risultato del<strong>la</strong> saldatura:<br />

- velocità di stampa;<br />

- pressione delle racle;<br />

- angolo d’attacco;<br />

- gasketing ovvero distanza tra stencil<br />

e pcb;<br />

- velocità di separazione del pcb dallo<br />

stencil;<br />

- supporto del pcb, in partico<strong>la</strong>re<br />

quando si deve serigrafare il secondo<br />

<strong>la</strong>to di un doppia faccia;<br />

- spessore dello stencil e dimensione<br />

delle aperture.<br />

Ogni parametro influenza l’ammontare<br />

del deposito e di conseguenza<br />

<strong>la</strong> qualità del giunto di saldatura.<br />

L’ottimizzazione dei parametri richiede<br />

tempo ed esperienza; <strong>la</strong> loro corretta<br />

impostazione potrebbe, <strong>sui</strong> prodotti più<br />

complessi, costituire un collo di bottiglia<br />

del flusso produttivo, in partico<strong>la</strong>re<br />

dove è richiesta una spiccata flessibilità.<br />

Di rego<strong>la</strong> <strong>la</strong> riduzione del numero<br />

dei parametri da control<strong>la</strong>re o delle<br />

fasi di processo comporta un aumento<br />

dell’affidabilità. <strong>Il</strong> numero dei parametri<br />

che intervengono nel<strong>la</strong> serigrafia<br />

c<strong>la</strong>ssica sono almeno una decina<br />

(inclusa <strong>la</strong> realizzazione dello stencil);<br />

nel caso del<strong>la</strong> Jetprinter non superano<br />

i tre. Per ogni parametro rimosso si<br />

irrobustisce il processo. Tra i risparmi<br />

economici (e non solo) viene eliminata<br />

<strong>la</strong> necessita di pulizia dei te<strong>la</strong>i, sia<br />

sul<strong>la</strong> serigrafica che mediante <strong>la</strong>vatrice,<br />

si libera lo spazio dedicato all’immagazzinamento<br />

di <strong>la</strong>mine e te<strong>la</strong>i, si<br />

evita il rischio di danneggiamento degli<br />

stencil durante l’handling.<br />

<strong>Il</strong> plus del<strong>la</strong> tecnologia<br />

jet printing<br />

MY500 consente di accedere ad<br />

applicazioni 3D, dove è necessario depositare<br />

crema saldante all’interno di<br />

La testa del<strong>la</strong> MY500 può depositare<br />

pasta saldante o SMA in movimento,<br />

durante il suo spostamento sul<strong>la</strong><br />

scheda<br />

cavità, oppure in presenza di componenti<br />

impi<strong>la</strong>ti gli uni sugli altri (PoP),<br />

tecnologie adottate per ridurre le distanze<br />

di interconnessione. Risulta<br />

partico<strong>la</strong>rmente vincente anche effettuare<br />

depositi a triangolo per lo 0402<br />

o 0201 (onde evitare il fenomeno del<br />

tombstoning), così come creare depositi<br />

tridimensionali per eliminare il<br />

problema di galleggiamento dei componenti<br />

QFN.<br />

Sebbene <strong>la</strong> soluzione “stepped<br />

stencil”, ovvero <strong>la</strong> <strong>la</strong>mina di serigrafia<br />

con spessori differenziati, garantisca<br />

un certo grado di flessibilità operativa,<br />

è comunque limitante nei confronti<br />

dei volumi depositati e in partico<strong>la</strong>re<br />

dal<strong>la</strong> minima distanza da tenere tra<br />

zone a spessore differenziato, questo<br />

senza considerare poi il maggior costo<br />

per via dei passaggi aggiuntivi necessari<br />

al<strong>la</strong> sua realizzazione.<br />

La distanza tra le aree di step-up<br />

(più pasta) e step down (meno pasta)<br />

rispetto alle normali aperture è definita<br />

come area di rispetto (keep-out<br />

distance). In accordo con <strong>la</strong> normativa<br />

IPC-7525A (Stencil Design<br />

Guidelines) <strong>la</strong> minima distanza richiesta<br />

tra il bordo di un’apertura<br />

nell’area di step-up e <strong>la</strong> più vicina delle<br />

aperture normali è di 2,5 mm.<br />

Questo limita <strong>la</strong> libertà di progettazione<br />

da una parte e impone restrizioni<br />

nel<strong>la</strong> miniaturizzazione dall’altra.<br />

All’opposto <strong>la</strong> JetPrinter assicura<br />

il pieno controllo sul<strong>la</strong> deposizione,<br />

costruendo il volume desiderato mediante<br />

il posizionamento sequenziale<br />

dei getti di pasta uno sull’altro.<br />

Più una scheda è complessa -perché<br />

multistrato, perché lo spessore è estremamente<br />

sottile o il pcb è di tipo flessibile-<br />

più diventa difficile il controllo<br />

del<strong>la</strong> p<strong>la</strong>narità e di conseguenza il<br />

controllo del<strong>la</strong> qualità finale. MY500<br />

utilizza <strong>la</strong> misurazione <strong>la</strong>ser per mappare<br />

<strong>la</strong> p<strong>la</strong>narità del pcb, cui segue <strong>la</strong><br />

compensazione automatica dell’altezza<br />

dell’asse Z. Inoltre ad ogni inizio di<br />

produzione è eseguita <strong>la</strong> calibrazione<br />

automatica del deposito mediante una<br />

telecamera che ne verifica <strong>la</strong> forma.<br />

Se consideriamo solo il tempo ciclo,<br />

una serigrafica tradizionale risulta<br />

essere più veloce, tutto questo però<br />

perde di efficacia se <strong>la</strong> linea non è bi<strong>la</strong>nciata<br />

correttamente. Ovviamente<br />

il tempo ciclo per una JetPrinter<br />

dipende dal numero di pad da ricoprire<br />

e dal<strong>la</strong> dimensione del circuito<br />

stampato. Va comunque sottolineato<br />

che il tempo di cambio codice non<br />

richiede che una manciata di secondi<br />

e questo gioca un ruolo fondamentale<br />

dove è richiesto per esempio di<br />

introdurre una <strong>la</strong>vorazione non pianificata<br />

o di soddisfare un’urgenza<br />

estemporanea.<br />

Una testa plug-and-p<strong>la</strong>y<br />

su un braccio<br />

in fibra di carbonio<br />

La deposizione ad alta velocità del<strong>la</strong><br />

pasta saldante avviene sul principio<br />

delle stampanti a getto d’inchiostro,<br />

con <strong>la</strong> differenza che ad essere espulse<br />

sono piccole sfere di pasta saldante.<br />

<strong>Il</strong> meccanismo di espulsione è costituito<br />

da una vite di Archimede che<br />

convoglia <strong>la</strong> pasta saldante (tipo 5) dal


serbatoio all’interno del<strong>la</strong> camera di<br />

espulsione dove un trasduttore azionato<br />

piezoelettricamente impartisce<br />

l’energia necessaria al<strong>la</strong> pasta saldante<br />

per essere <strong>la</strong>nciata sul target pad.<br />

<strong>Il</strong> sistema di espulsione è stato<br />

progettato per poter <strong>la</strong>nciare fino a<br />

500 gocce al secondo. Questo dispositivo<br />

di concerto col software che control<strong>la</strong><br />

<strong>la</strong> balistica di <strong>la</strong>ncio, consente a<br />

MY500 di depositare i volumi di pasta<br />

desiderati senza stazionare <strong>sui</strong> punti<br />

di deposito. Le accelerazioni (fino a<br />

3G) a cui è sottoposta <strong>la</strong> movimentazione<br />

ha richiesto una speciale base in<br />

fusione minerale e un braccio, su cui<br />

scorre <strong>la</strong> testa, in fibra di carbonio.<br />

La pasta saldante (indifferentemente<br />

con e senza piombo, prodotta<br />

delle principali marche) è contenuta<br />

in siringhe Iwashita da 30 cc. Ogni<br />

siringa è caricata su di una testa ad innesto<br />

rapido, che consente di caricar<strong>la</strong><br />

in macchina in pochi secondi (idem<br />

per rimuover<strong>la</strong>).<br />

Testa e siringa costituiscono così un<br />

monoblocco da riporre nel frigorifero<br />

a fine giornata.<br />

<strong>Il</strong> codice a barre presente sul<strong>la</strong> siringa<br />

e un chip di riconoscimento<br />

contenuto nel<strong>la</strong> testa assicurano che<br />

non venga caricata per errore una pasta<br />

sbagliata o scaduta. Un controllo<br />

di temperatura assicura che <strong>la</strong> corretta<br />

viscosità del<strong>la</strong> pasta saldante sia mantenuta<br />

per tutto il tempo di durata del<br />

processo. Gli encoder e i motori lineari<br />

garantiscono precisione, velocità e<br />

ripetibilità del processo.<br />

Lean manufacturing<br />

Gli investimenti in nuova tecnologia<br />

vanno attentamente valutati<br />

perché devono soddisfare tanto le<br />

esigenze immediate quanto quelle<br />

che sicuramente si presenteranno<br />

nel medio termine. È facile scivo<strong>la</strong>re<br />

sull’acquisto fatto “giusto nel caso che<br />

si presenti <strong>la</strong> necessità”, ma un siffatto<br />

investimento potrebbe avere una quiescenza<br />

del ROI molto lunga e sfiorire<br />

<strong>prima</strong> che si presenti l’agognata situazione<br />

produttiva favorevole.<br />

<strong>Il</strong> ROI di MY500 Jetprinter inizia<br />

da subito, i risparmi sull’attrezzatura e<br />

sul materiale di consumo si sommano<br />

a quelli del tempo di programmazione,<br />

di entrata in produzione e dei<br />

cambi di codice prodotto giornalieri.<br />

Questo innovativo sistema diventa<br />

un mezzo per <strong>la</strong> costruzione reale del<strong>la</strong><br />

lean manufacturing, già proiettato nel<br />

futuro dell’elettronica grazie al<strong>la</strong> filosofia<br />

software-driven adottata da tutti i<br />

sistemi Mydata. L’utilizzo intelligente<br />

delle informazioni, <strong>la</strong> limitazione dei<br />

down time e l’eliminazione delle attività<br />

senza valore aggiunto sono i requisiti<br />

da cui non si può prescindere per<br />

accedere al crescente mercato dell’elettronica<br />

on-demand.<br />

Cabiotec<br />

www.cabiotec.it


74 PCB giugno 2011<br />

▶ TEST & QUALITY - NUOVE TECNOLOGIE<br />

<strong>Il</strong> test con <strong>la</strong> scansione<br />

acustica<br />

La microscopia acustica a scansione utilizza l’interazione di onde generate<br />

da un trasduttore ad ultrasuoni con l’oggetto da indagare per capire<br />

se esista <strong>la</strong> presenza al suo interno di disomogeneità strutturali.<br />

L’analisi dell’eco prodotta consente di capire se ci sono de<strong>la</strong>minazioni,<br />

void e, più in generale, <strong>la</strong> presenza di discontinuità nel materiale<br />

di Davide Oltolina<br />

Le tecnologie di interconnessione<br />

dei componenti di ultima generazione<br />

BTC, QFN, LGA, PoP<br />

e SiP mirano a un sempre maggior<br />

addensamento di componenti all’interno<br />

di uno stesso package, ponendo<br />

problemi a valle del processo durante<br />

le fasi di test che seguono l’assemb<strong>la</strong>ggio<br />

dei dispositivi <strong>sui</strong> pcb.<br />

Problemi derivanti dal<strong>la</strong> presenza<br />

di umidità nei molding dei package<br />

o nati durante il processo di rifusione<br />

non sono facilmente indagabili con i<br />

tradizionali sistemi di test e d’ispezione.<br />

Nel caso di presenza di problemi<br />

d’interconnessione all’interno di un<br />

componente, <strong>la</strong> di coltà diagnostica<br />

consiste appunto nel dover guardare<br />

all’interno di un contenitore ermeticamente<br />

chiuso. Non sempre basta<br />

sostituire un componente che si è<br />

presentato difettoso al test elettrico,<br />

il problema potrebbe essere nel come<br />

è maneggiato all’interno del processo<br />

produttivo, piuttosto di come è stato<br />

saldato. Senza eliminare <strong>la</strong> causa<br />

<strong>prima</strong>, non v’è certezza di produrre


pcb a dabili nel tempo. La presenza<br />

di de<strong>la</strong>minazioni, fratture, vuoti non<br />

sempre inibisce totalmente il funzionamento<br />

del componente, a volte il<br />

problema invalidante agisce sul<strong>la</strong> media<br />

o lunga distanza, quando il pcb è<br />

instal<strong>la</strong>to sul campo.<br />

I problemi che si possono incontrare<br />

all’interno di un package sono<br />

principalmente dovuti al processo.<br />

Dalle crepe nei moulding compound<br />

alle crepe a livello di interfaccia tra<br />

bump e substrato o tra bump e die, al<strong>la</strong><br />

presenza di void negli stessi bump.<br />

I void possono trovarsi anche a livello<br />

di under ll nel caso di ip chip.<br />

Qualsiasi tecnica di microscopia<br />

c<strong>la</strong>ssica sarebbe in molti casi utile a<br />

stabilire il danno e <strong>la</strong> sua causa, ma<br />

solo a package “aperto”, apertura che<br />

comporta <strong>la</strong> distruzione del package<br />

e con questo <strong>la</strong> possibile distruzione<br />

del<strong>la</strong> zona difettosa o quantomeno<br />

l’introduzione di alterazioni che potrebbero<br />

sviare l’indagine.<br />

<strong>Il</strong> sistema<br />

Sonoscan<br />

serie D6000<br />

per i test acustici<br />

Scanning Acustic<br />

Microscope (SAM)<br />

<strong>Il</strong> microscopio a scansione acustica<br />

è lo strumento ideale per un’indagine<br />

accurata di tipo non distruttivo.<br />

<strong>Il</strong> principio generale di <strong>la</strong>voro è<br />

quello del<strong>la</strong> scansione a punto a punto<br />

con cui ricostruire l’immagine dell’oggetto<br />

sotto indagine.<br />

<strong>Il</strong> SAM utilizza come fascio esploratore<br />

un’onda acustica prodotta da un<br />

generatore ad ultrasuoni, che attraversa<br />

un trasduttore e viene poi focalizzata.<br />

Le onde sonore si propagano attraverso<br />

<strong>la</strong> materia, <strong>la</strong> presenza di disomogeneità<br />

lungo il percorso dell’onda<br />

ne modi ca <strong>la</strong> traiettoria, provocando<br />

sia <strong>la</strong> parziale ri essione che <strong>la</strong> rifrazione.<br />

La rifrazione è <strong>la</strong> deviazione subita<br />

da un’onda quando questa passa da un<br />

mezzo a un altro (con indice di rifrazione<br />

diverso), con cambiamento del<strong>la</strong><br />

velocità di propagazione. Ogni tipo<br />

di onda può essere rifratto, <strong>la</strong> rifrazione<br />

del<strong>la</strong> luce è l’esempio più comunemente<br />

osservato.


76 PCB giugno 2011<br />

Visualizzazione mediante test acustico di un componente elettronico (Fonte: Sonoscan)<br />

Nel microscopio a scansione acustica<br />

le misure dell’intensità, del ritardo<br />

e del<strong>la</strong> posizione delle onde riflesse<br />

consentono di tracciare una mappa di<br />

quanto si trova all’interno del componente,<br />

inclusi i partico<strong>la</strong>ti come piccole<br />

crepe, vuoti o de<strong>la</strong>minazioni.<br />

<strong>Il</strong> ruolo dell’assorbimento gioca<br />

un ruolo fondamentale impedendo<br />

l’osservazione degli oggetti oltre un<br />

certo limite. La profondità raggiunta<br />

dipende dal<strong>la</strong> natura dei materiali<br />

coinvolti e dal<strong>la</strong> frequenza di <strong>la</strong>voro<br />

dell’onda acustica; maggiore è <strong>la</strong> frequenza<br />

e maggiore è l’assorbimento,<br />

con conseguente limitazione del<strong>la</strong><br />

profondità di penetrazione.<br />

La risoluzione del microscopio dipende<br />

dal<strong>la</strong> lunghezza d’onda, che è<br />

anche funzione del<strong>la</strong> densità e del<strong>la</strong> frequenza.<br />

Di conseguenza <strong>la</strong> risoluzione<br />

consentita è funzione del<strong>la</strong> profondità<br />

raggiunta e del<strong>la</strong> natura del materiale di<br />

cui è fatto l’oggetto sotto test.<br />

Principio di funzionamento<br />

L’onda nasce da un generatore a<br />

ultrasuoni ed è inviata sotto forma<br />

d’impulsi a un trasduttore <strong>la</strong> cui superficie<br />

d’uscita è geometricamente<br />

<strong>la</strong>vorata a forma di parabo<strong>la</strong>.<br />

Questa parte terminale del trasduttore<br />

è immersa in un liquido, solitamente<br />

acqua, che costituisce il mezzo<br />

di propagazione del treno di onde<br />

acustiche.<br />

La geometria terminale del trasduttore<br />

funge da lente perché con <strong>la</strong><br />

sua curvatura provoca <strong>la</strong> convergenza<br />

delle onde focalizzandole in un punto<br />

preciso.<br />

<strong>Il</strong> campione da testare è immerso<br />

nel liquido nel punto di focalizzazione<br />

delle onde.<br />

La successione di eco generate in<br />

risposta al treno di onde principale<br />

che colpisce l’oggetto, ritorna al trasduttore<br />

che è passivo tra un’emissione<br />

e <strong>la</strong> successiva e può quindi<br />

raccogliere le onde di ritorno e trasformarle<br />

in segnale elettrico da e<strong>la</strong>borare.<br />

Rispetto all’emissione principale,<br />

le onde di ritorno sono analizzate in<br />

ampiezza, fase e ritardo.<br />

Le frequenze di <strong>la</strong>voro dei microscopi<br />

acustici utilizzati in elettronica<br />

spaziano nel<strong>la</strong> fascia tra 200 e<br />

300 MHz, con risoluzioni rispettivamente<br />

tra i 25 e i 14 micron e una<br />

profondità di indagine di qualche<br />

millimetro.<br />

Usualmente si utilizza un C-SAM<br />

in cui l’angolo di incidenza non supera<br />

il valore critico oltre il quale <strong>la</strong><br />

maggior parte dell’onda viene riflessa.<br />

<strong>Il</strong> fascio di onde viene focalizzato<br />

sul partico<strong>la</strong>re di interesse che riflette<br />

una quantità di onde bastevoli al<strong>la</strong><br />

formazione dell’immagine, ma <strong>la</strong> presenza<br />

di un difetto riflette <strong>la</strong> totalità<br />

delle onde. A questo punto l’immagine<br />

è realizzata facendo compiere al<br />

trasduttore una scansione sul componente<br />

sotto test. <strong>Il</strong> tempo che l’eco<br />

di ritorno impiega per raggiungere il<br />

trasduttore dipende dal<strong>la</strong> sua distanza<br />

dal componente, mentre l’ampiezza e<br />

<strong>la</strong> po<strong>la</strong>rità del segnale dipendono dalle<br />

proprietà dei materiali costituenti il<br />

componente.<br />

Siccome l’eco dei vari livelli interni<br />

al componente ritornano con una picco<strong>la</strong><br />

differenza di tempo, è possibile<br />

restringere il campo di indagine a un<br />

livello di interesse specifico. Questo<br />

fine aggiustamento associato all’alto<br />

livello di risoluzione chiarificano da<br />

soli il motivo per cui questa tecnologia<br />

è così utile nel<strong>la</strong> ricerca dei difetti<br />

che si manifestano nei package, anche<br />

nei più complessi.<br />

Sonoscan Inc.<br />

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si scorrono le pagine del<strong>la</strong> <strong>rivista</strong><br />

<strong>Il</strong> sommario del<strong>la</strong> <strong>rivista</strong> porterà automaticamente a ogni articolo presente nel<strong>la</strong> stessa.<br />

L’indice degli inserzionisti sarà anch’esso provvisto di collegamenti alle pagine re<strong>la</strong>tive.


Fabbricanti di<br />

<strong>circuiti</strong> <strong>stampati</strong><br />

Rubrica dedicata ai più importanti costruttori di PCB, provvista di singole<br />

schede personalizzate e descrizioni dettagliate delle attività di ogni<br />

produttore di <strong>circuiti</strong> <strong>stampati</strong>. Vengono raccolte in questa sezione<br />

aziende che operano su diverse tipologie di prodotti: dai monofaccia ai<br />

doppio strato, dai multistrato ai fessibili, dai rigidi-fl essibili ai più avanzati<br />

prodotti del<strong>la</strong> printed electronics.<br />

79<br />

PCB giugno 2011<br />

79


Finiture:<br />

Hal, hal lead free, stagno chimico,<br />

argento chimico<br />

Ni/Au chimico, Ni/Au elettrolitico<br />

Grafite, inch.spell.<br />

Omologazione: UL E176473<br />

Certificazione: ISO UNI EN 9001:2008<br />

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Omologazione UL: E80297<br />

Certificazione ISO: 9001:2000<br />

Certificazione EN: 9100:2005<br />

per applicazioni aerospaziali<br />

Associazione<br />

Omologazione UL:<br />

E146514<br />

Certificazione ISO:<br />

9001:2000


Ramidia P.C.B. Srl<br />

Via Giuseppe Di Vittorio, 18<br />

20016 Pero - MI<br />

Tel. 02 33.90.200<br />

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Stabilimento Francia: SOS Electronic Engineering | Z.A.E. Les Terres Rouges<br />

6, allée des Terres-Rouges B.P. 14 | 95830 Cormeilles-en-Vexin.<br />

t. +33 01 34664206 f. +33 01 34664205<br />

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PCB giugno 2011 81<br />

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Materiali: FR-4, CEM, Termalg<strong>la</strong>d (IMS), Tefl on,<br />

fl essibili (Kapton) e rigido-fl ex.<br />

Produttori di <strong>circuiti</strong> <strong>stampati</strong><br />

pubblicati in base al logo di fabbricazione<br />

Nel corso di tutto il 2011 questa sezione dedicata ai fabbricanti di <strong>circuiti</strong> <strong>stampati</strong> verrà aggiornata mensilmente.<br />

Se siete interessati a comparire su queste pagine per ulteriori informazioni contattare il numero 02 30.22.60.60<br />

Informativa ex D. Lgs 196/3 (tute<strong>la</strong> del<strong>la</strong> privacy).<br />

<strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A., Tito<strong>la</strong>re del trattamento, tratta, con modalità connesse ai fini, i Suoi dati personali, liberamente<br />

conferiti al momento del<strong>la</strong> sottoscrizione dell’abbonamento od acquisiti da elenchi contenenti dati personali<br />

re<strong>la</strong>tivi allo svolgimento di attività economiche ed equiparate per i quali si applica l’art. <strong>24</strong>, comma 1, lett. d del<br />

D.Lgs n. 196/03, per inviarLe <strong>la</strong> <strong>rivista</strong> in abbonamento od in omaggio.<br />

Potrà esercitare i diritti dell’art. 7 del D.Lgs n. 196/03 (accesso, cancel<strong>la</strong>zione, correzione, ecc.) rivolgendosi al<br />

Responsabile del trattamento, che è il Direttore Generale dell’Area Professionale, presso <strong>Il</strong> <strong>Sole</strong> <strong>24</strong> ORE S.p.A.,<br />

l’Ufficio Diffusione c/o <strong>la</strong> sede di via Carlo Pisacane, 1 - 20016 PERO (Mi<strong>la</strong>no).<br />

Cognome___________________________________________________________________________________<br />

Nome ______________________________________________________________________________________<br />

Professione _________________________________________________________________________________<br />

Società _____________________________________________________________________________________<br />

Via _________________________________________________________________ n. _____________________<br />

CAP _____________ Città _________________________________________________Prov. _____________<br />

Tel. ______________________________________ Cell. _____________________________________________<br />

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di questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in nessun modo o forma, sia essa elettronica,<br />

elettrostatica, fotocopia ciclostile, senza il permesso scritto dall’editore.<br />

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Monte Rosa 91, 20149 Mi<strong>la</strong>no.<br />

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e potranno essere comunicati alle società di Gruppo <strong>24</strong> ORE per il perseguimento delle medesime finalità<br />

del<strong>la</strong> raccolta, a società esterne per <strong>la</strong> spedizione del<strong>la</strong> Rivista e per l’invio di nostro materiale promozionale.<br />

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Finiture: H.A.L., E.N.I.G., Stagno chimico, Argento<br />

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82 PCB giugno 2011<br />

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