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Leggi l'intero numero - Historical Diving Society Italia

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sempre con la sua abilissima penna che crea<br />

parole di gradevole lettura. Quando, per esempio,<br />

iniziò a cacciare sott’acqua dopo aver visto<br />

“The champ” (alias Duilio Marcante) che arrotondava<br />

il magro stipendio di messo comunale<br />

trafiggendo i pesci con un rudimentale attrezzo e<br />

usando una ancor più rudimentale maschera.<br />

gigi era un tipo che, qualsiasi cosa facesse, la faceva<br />

bene. Ne ebbi la riprova quando lo incontrai la<br />

prima volta: la manifestazione inaugurale dell’uSS<br />

di cui fu il principale organizzatore. Mi sembra che<br />

fosse il 1949, un viaggio, in treno, a cannes (che<br />

mi dette anche modo di incontrare Broussard e<br />

rebikoff) fu l’occasione per fondare nuove amicizie<br />

ed entrare, in punta di piedi, in quella che Duilio<br />

chiamò “tribù delle rocce”: una espressione felicissima<br />

non solo dal punto di vista semantico ma<br />

anche perché ha creato un virtuale sodalizio nel<br />

quale gli adepti si riconoscono ed entrano in una<br />

atmosfera di irriducibile amicizia che si vive al di là<br />

delle soluzioni di continuità dei rapporti umani<br />

delle quali le vicende della vita possono essere<br />

responsabili. Fece bene anche la sua prima gara:<br />

il precampionato di caccia subacquea del 1949<br />

all’isola di gorgona che vinse alla grande. Ma<br />

l’agonismo non era parte essenziale del suo spirito<br />

e amava ripetere che si sentiva molto più<br />

subacqueo e meno campione. conosceva molto<br />

bene l’arte di scrivere e fu una spalla indispensa-<br />

HDS NOTIZIE N. 40 - Settembre 2007 - pag. 35<br />

bile per Niccolò pizzardo quando «pescasport»<br />

(siamo agli inizi degli anni cinquanta) era l’unica<br />

rivista subacquea per la quale faceva tutto,<br />

come ha ricordato, dalla “a” alla “zeta”: l’autore,<br />

il compositore e l’impaginatore. È un periodo<br />

fortunato per lui: pieno di vitalità, di conoscenze,<br />

di voglia di fare. più volte, nella preziosa corrispondenza<br />

che ho tenuto con lui in questi ultimi<br />

anni – pur nella grigia nebbia della malinconia<br />

del suo eremo – ho trovato accenni di grande<br />

soddisfazione mentre andava a far rivivere il proprio<br />

passato. l’ing. corradino D’ascanio, il<br />

geniale inventore della “vespa”, a chi gli faceva<br />

presente che doveva considerarsi un uomo fortunato<br />

per il successo e la notorietà che aveva conseguito,<br />

amava ripetere: “la fortuna è spesso la<br />

risultanza di un complesso di qualità personali”.<br />

Queste ‘qualità’ gigi Stuart le aveva ben radicate<br />

e non a caso fu uno dei protagonisti della storica<br />

spedizione, nel 1952, in Mar rosso “Sesto<br />

continente” a fianco dei grandi personaggi dell’epoca:<br />

da Bruno vailati a gianni roghi, da<br />

Folco Quilici a Francesco Baschieri, da raimondo<br />

Bucher a Silverio Zecca e Masino Manunza.<br />

Dopo pochi anni, nel 1955, eccolo a bordo del<br />

mitico ‘tre alberi’ “Xarifa” con Hans e lotte<br />

Haas, secondo le sue parole: Ho iniziato al<br />

diving nobili e quattrinai, uomini e donne famosi;<br />

ho salvato la vita a una ragazza stupenda<br />

Due immagini dell'esperienza polinesiana che ha profondamente trasformato il divenire dell'esistenza di Stuart.

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