Leggi l'intero numero - Historical Diving Society Italia
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Le “olivine” di Zabargad tagliate<br />
a termine anche programmi di biologia marina<br />
e una intensa attività subacquea che ha consentito<br />
l’esplorazione dei fondali e delle barriere<br />
dell’isola oltre all’isolotto “rocky Island” che<br />
costituisce uno degli ambienti marini più interessanti<br />
del Mar rosso. 6)<br />
I geologi hanno campionato peridotite e altre<br />
rocce che confermano l’unicità geologica dell’isola.<br />
gli egiziani ci hanno informato che l’attività<br />
mineraria per estrarre le “olivine” è terminata<br />
all’inizio del Novecento: nell’antichità era<br />
una gemma preziosa che esiste anche nel tesoro<br />
di cleopatra; uno dei cristalli più grandi tagliati<br />
è di 310 carati ed è conservato allo Smithsonian<br />
Institute di Washington. “Zabargad”, fra l’altro,<br />
è proprio il nome egiziano dell’olivina.<br />
dal aragonite in Pleistocene reef limestone of Red Sea offshoreislands,<br />
«Miner. Petr. Acta, 1984, LXVII, pp. 30-36; Bonatti<br />
E.-Clocchiatti R.-Colantoni P.-Gelmini R.-Marinelli G.-<br />
Ottonello G.-Santacroce R.-Taviani M.-Abdel Meguid<br />
A.A.-Assaf H.S.-El Tahir M.A., Zabargad (St. John) island: an<br />
uplifted fragment fo the Red Sea lithosphere, «Journal of the Geological<br />
<strong>Society</strong>», London, 1983, cxl, iv, pp. 677-690; Gübelin E.,<br />
Zabargad: the ancient peridot island in the Red Sea in «Gems and<br />
Geology», spring 1981, pp. 2-8; Clocchiatti R.-Massare D.-<br />
Jehanno C., Origine hydrothermale des olivines gemmes de l’île de<br />
Zabargad (St. Johns) Mer Rouge, par l’étude de leurs inclusions, «Bull.<br />
Mineral.» 1981, 104, pp354-360.<br />
6) Hanno partecipato: Giorgio Marinelli, Roberto Santacroce e Giulio<br />
Ottonello (Ist. di Mineralogia dell’Un. di Pisa); Enrico Bonatti<br />
(Lamont Doherty Geological Observatory); Marco Taviani (Ist. di<br />
Geologia Marina del CNR di Bologna); Rodolfo Gelmini (Ist. di<br />
Geologia dell’Università di Modena); tre geologi egiziani e tre francesi;<br />
Francesco Cinelli e Franco Savastano (Stazione Zoologica di<br />
Napoli); Carlo Froglia (Lab. per la Tecnologia della Pesca Marittima<br />
di Ancona); Giuseppe Adriani (Museo “La Specola” di Firenze)..<br />
Essendo stati i primi, quasi un secolo dopo, a<br />
rivisitare l’isola, esplorando le antiche grotte<br />
scavate nella montagna e i percorsi dilavati sui<br />
fianchi, abbiamo avuto la possibilità di trovare<br />
dei bei cristalli: uno dei più affascinanti souvenirs<br />
delle nostre spedizioni accanto alle ossa di<br />
balena dell’antartide e le innumerevoli conchiglie<br />
e madrepore dei mari tropicali.<br />
I rilievi montuosi di Zabargad<br />
Farasan<br />
Nonostante le varie spedizioni effettuate in tutte<br />
le latitudini del Mar rosso, il gruppo non aveva<br />
mai ottenuto i permessi necessari per visitare<br />
il remoto e quasi sconosciuto arcipelago della<br />
Farasan situato nella costa meridionale arabica<br />
proprio alla frontiera fra arabia e Yemen che, in<br />
pratica, divide a metà gruppi delle piccole isole<br />
in due distinte sovranità. È stato un colpo di fortuna<br />
incontrare (incredibilmente alla banchina<br />
di calvi, in corsica, essendo le nostre barche<br />
fianco a fianco) alcuni dirigenti della FEal,<br />
una ditta che aveva in costruzione un ospedale<br />
sull’isola maggiore nella parte saudita dell’arcipelago.<br />
In breve, passando come tecnici dell’impresa,<br />
abbiamo ottenuto i difficili “visti” e potuto<br />
usufruire della ospitalità presso il cantiere. Era<br />
stato luca Fornari, nella sua qualità di segretario<br />
dell’ambasciata italiana a jeddah, a segnalarci<br />
l’importanza di questa zona praticamente sconosciuta<br />
alla scienza: alla prima spedizione del<br />
1984 ne ha fatto seguito una seconda nel 1985<br />
per completare sia le ricerche scientifiche che la<br />
documentazione fotografica e cinematografica<br />
HDS NOTIZIE N. 39 - Maggio 2007 - pag. 8