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Leggi l'intero numero - Historical Diving Society Italia

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di Ecologia del Quaternario di Firenze) che ha<br />

condotto studi nella zona di Wadi rum e che,<br />

insieme a giovanni pinna (del Museo di Storia<br />

Naturale di Milano), ha effettuato studi paleontologici<br />

sull’insediamento umano nel deserto<br />

giordano. 2)<br />

algeria<br />

la più breve fra le spedizioni del gruppo: nel<br />

1975 in algeria che permette la raccolta di rettili,<br />

anfibi e molluschi terrestri e una campionatura<br />

geologica di vari terreni e depositi. Ne ha beneficiato,<br />

come di consueto, il museo “la Specola”<br />

dell’università di Firenze e anche – per lo studio<br />

dei materiali in sospensione – il laboratorio di<br />

geologia marina del cNr di Bologna. Michele<br />

Sarà (dell’università di genova) ed Edoardo<br />

Borzatti (dell’università di Firenze) hanno svolto<br />

ricerche sull’ecologia di vari animali e su situazioni<br />

paleontologiche in ambiente desertico. 3)<br />

arabia Saudita<br />

Due importanti spedizioni hanno luogo nel 1977<br />

e 1978 in arabia Saudita per uno studio sistematico<br />

della barriera corallina in collaborazione con<br />

la king abdul-aziz university di jeddah e l’Institute<br />

of Marine Sciences recentemente istituito. Il<br />

gruppo sigla con le autorità saudite il primo accordo<br />

di collaborazione culturale esistente con l’<strong>Italia</strong><br />

informandone il Ministero degli affari Esteri.<br />

In due successivi viaggi a jeddah mi è stato<br />

possibile raggiungere, in tempi molto brevi,<br />

un accordo di collaborazione scientifica e questa<br />

esperienza mi ha documentato come sia più<br />

produttivo – nei paesi arabi – un dialogo diretto<br />

rispetto a comunicazioni epistolari (all’epoca<br />

tramite il “Telex”, farraginoso antenato dell’email).<br />

Si trattava di prevedere in due successive<br />

spedizioni operatori subacquei e biologi marini<br />

con l’obiettivo di costituire – presso il neonato<br />

Institute of Marine Science – una documentazione<br />

fotografica di carattere scientifico per<br />

vertebrati e invertebrati esistenti lungo la costa<br />

2) Da queste spedizioni sono originate molte pubblicazioni scientifiche,<br />

da segnalare: E. BoRzatti von LöwensteRn - g. Pinna,<br />

Wadi Rum, una valle segreta e i suoi misteriosi graffiti dai Nabatei<br />

a Lawrence d’Arabia, Milano, Longanesi, 1977; e id. Le<br />

incisioni rupestri di Wadi Rum, «Natura» 1977, pp. 83-100; e.<br />

toRtonese, Report on Echinoderms from the Gulf of Aqaba,<br />

«Monitore Zoologico It.» 1977, suppl.IX, pp.273-290.<br />

3) Hanno contribuito alla spedizione: Ministero della Pubblica<br />

Istruzione, Ambasciata d’<strong>Italia</strong>, Algeri; Museo “La Specola”, Firenze.<br />

HDS NOTIZIE N. 39 - Maggio 2007 - pag. 7<br />

arabica del Mar rosso. una prima missione ha<br />

operato nell’aprile del 1977 e, una seconda, nel<br />

gennaio 1978 a Obhor, un fiordo a circa 40 km a<br />

nord di jeddah.<br />

Tutto è stato portato a termine non solo con la<br />

cessione delle immagini fotografiche opportunamente<br />

classificate ma anche con suggerimenti<br />

bibliografici intesi alla costituzione di una biblioteca<br />

e riferimenti per le attrezzature scientifiche<br />

e tecniche. 4)<br />

Questo contatto scientifico ha anche favorito l’interscambio<br />

di studio con la Stazione Zoologica<br />

di Napoli e l’Istituto di Mineralogia dell’università<br />

di pisa.<br />

Zabargad<br />

Nel 1979 il gruppo è stato invitato a partecipare<br />

a una spedizione di geologia marina organizzata<br />

dal cNr con la nave “Salernum” nella<br />

zona del ‘Nereus Deep’, la fossa più profonda<br />

del Mar rosso. È stato così possibile per me e<br />

paolo Notarbartolo sbarcare sulla vicina isola di<br />

Zabargad (St.john) che dista circa 40 miglia dalla<br />

costa al confine fra Egitto e Sudan e passarvi alcuni<br />

giorni. Si è trattato di una ‘riscoperta’ di questo<br />

singolare territorio insulare che aveva attirato l’interesse<br />

di giorgio Marinelli come possibile zona<br />

di interesse mineralogico anche per la presenza<br />

delle “olivine”, pietre dure famose nell’antichità,<br />

non metamorfizzate dall’azione vulcanica.<br />

viene deciso di organizzare una spedizione che<br />

ha luogo l’anno successivo prevalentemente per<br />

scopi geologici ma anche con estesi programmi<br />

subacquei. la partecipazione degli studiosi è a<br />

livello internazionale e consente campionamenti<br />

che hanno dato luogo a importanti relazioni<br />

scientifiche trattandosi di una situazione – unica<br />

al mondo – nella quale le rocce del mantello terrestre<br />

sono emerse in superficie non attraverso<br />

la spinta vulcanica ma per il movimento della<br />

placca arabica con la placca africana nel contesto<br />

della deriva dei continenti. 5) vengono portati<br />

4) Hanno partecipato alle ricerche e allo svolgimento dei programmi:<br />

Paolo Colantoni e Marco Taviani (Lab. di Geologia<br />

Marina del CNR di Bologna); Michele Sarà, Maurizio Pansini<br />

e Roberto Pronzato (Ist. di Zoologia dellUniversità di Genova);<br />

Francesco Cinelli ed Eugenio Fresi (Rep; di Ecologia Marina della<br />

Stazione Zoologica di Napoli); Enrico Tortonese (Museo di<br />

Scienze Naturali di Genova); Marco Borri (Museo “La Specola”,<br />

Univ. di Firenze)<br />

5) Fra i lavori scientifici apparsi: g. MaRineLLi, L’isola dei topazi,<br />

«Scienza 81», 5, pp. 16-24: e. Bonatti et alii, Geology of Red<br />

Sea transitional region (22°N - 25° N), «Acta oceanologica 1984,<br />

VII, n.4, pp. 385-398; M. taviani - e. RaBBi, Marine hotryoi-

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