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212 9 La tarda repubblica (133-44 a.C.)<br />
Storia Costume Società<br />
La riforma agraria di Tiberio Gracco Nel 133 a.C. il tribuno<br />
della plebe Tiberio Gracco fece approvare una Lex agraria<br />
secondo la quale nessun cittadino romano poteva detenere<br />
più di cinquecento iugeri (1 iugero = circa 2500 m 2 )<br />
di ager publicus.<br />
L’ager publicus era il patrimonio fondiario di proprietà dello<br />
stato romano, costituito dai territori conquistati nel tempo<br />
ai nemici e notevolmente ampliato con le terre confi scate<br />
agli alleati defezionisti durante la seconda guerra punica.<br />
Assegnati per lunghe affi ttanze alle famiglie nobili, questi<br />
territori erano progressivamente andati a costituire il latifondo.<br />
Secondo il progetto di riforma, il territorio eccedente<br />
i 500 iugeri doveva essere restituito per essere poi ridistribuito<br />
al popolo in lotti inalienabili di trenta iugeri ciascuno.<br />
L’approvazione della legge incontrò, com’era naturale, la<br />
feroce opposizione del ceto aristocratico, che si vedeva<br />
privato di un’importante fonte di reddito. Nei torbidi che<br />
seguirono, Tiberio venne ucciso nello stesso anno 133 in seguito<br />
alla reazione aristocratica.<br />
Frammento della Lex agraria.<br />
Napoli, Museo Archeologico<br />
Nazionale.<br />
La legge intendeva vietare<br />
la formazione dei latifondi e<br />
ridistribuiva l’ager publicus.<br />
Jean-Baptiste Topino-Le<br />
Brun, La morte di Gaio<br />
Gracco (1798 ca). Marsiglia,<br />
Musée des Beaux-Arts.<br />
Le riforme dei Gracchi<br />
Le riforme di Gaio Gracco Dieci anni dopo, Gaio Gracco<br />
(tribuno della plebe nel 123 a.C. e nel 122) riprese il progetto<br />
politico del fratello Tiberio di ridimensionare il potere<br />
dell’oligarchia senatoria. Egli, però, per avere una valida<br />
base di appoggio, collegò il progetto di Tiberio a una serie<br />
di riforme con cui cercava di guadagnarsi il favore di diverse<br />
fasce sociali: quella dei cavalieri, a cui concesse misure<br />
a vantaggio della loro attività fi nanziaria, quella delle popolazioni<br />
italiche, per le quali propose l’attribuzione della<br />
cittadinanza romana, e quella della plebe romana, per<br />
la quale fece decretare una distribuzione mensile di grano<br />
a prezzo politico.<br />
Anche questa volta il senato rispose con una totale chiusura,<br />
suscitando contro la proposta l’ostruzionismo del collega<br />
nel tribunato Livio Druso, che con iniziative legislative<br />
più demagogiche riuscì a sollevare la plebe contro Gaio.<br />
Ne nacquero turbolenze di fronte alle quali il senato proclamò<br />
lo stato di emergenza, votando per la prima volta nella<br />
storia della repubblica il cosiddetto senatus consultum ultimum,<br />
cioè la sospensione delle garanzie istituzionali e il<br />
conferimento di poteri eccezionali nelle mani dei consoli.<br />
Nel 121 a.C. Gaio, dichiarato nemico pubblico, si fece uccidere<br />
da uno schiavo.<br />
Attività<br />
• Quella proposta dai Gracchi era una riforma agraria.<br />
• Qual è la differenza tra riforma e rivoluzione?<br />
PER APPROFONDIRE<br />
• Un’appassionata difesa dell’operato dei Gracchi si legge nel libro di L. Perelli, I Gracchi, Salerno, Roma 1993. Si veda<br />
anche E. Gabba, Il tentativo dei Gracchi, in Storia di Roma, vol. II/1, Einaudi, Torino 1990, pp. 671-690.