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636 18 Sallustio<br />
1. ubi… videt: proposizione temporale costruita<br />
con il presente storico. Anche la principale<br />
secedit ha il presente storico, mentre<br />
nella coordinata habuit subentra il perfetto,<br />
secondo il gusto della variatio caro a<br />
Sallustio. • tametsi… egĕrat: proposizione<br />
concessiva: «anche se spesso aveva molto<br />
discusso con ciascuno separatamente».<br />
La congiunzione tametsi e il modo indicativo<br />
sono propri delle concessive oggettive,<br />
nelle quali la concessione riguarda un fatto<br />
dato come reale. • in rem fore: espressione<br />
arcaica di taglio popolare: «che sarebbe stato<br />
utile alla sua causa». • univorsos: = universos,<br />
«tutti insieme», in contrapposizione<br />
al precedente cum singulis. • huiusce: forma<br />
composta dal dimostrativo huius e dalla<br />
particella epidittica enclitica -ce. L’espressione<br />
huiusce modi («di questo tenore») vuole<br />
dire che l’autore non riporta esattamente le<br />
parole che furono pronunciate, ma il senso<br />
complessivo dei pensieri espressi.<br />
2. “Ni… forent… cecidisset: periodo ipotetico<br />
dell’irrealtà: Ni forent sta per Nisi essent.<br />
• in manibus: complemento in posizione<br />
attributiva rispetto a dominatio, con<br />
il quale costituisce un concetto unitario: «il<br />
potere che abbiamo nelle mani». • frustra:<br />
avverbio con funzione di aggettivo predicativo<br />
di fuissent: «sarebbero stati inutili». •<br />
per ignaviam aut vana ingenia: astratti<br />
per i concreti (= per ignavos aut vanos homines,<br />
«con uomini inetti o leggeri»), secon-<br />
20, 1. Catilina ubi eos, quos paulo ante memoravi, convenisse videt, tametsi cum singulis<br />
multa saepe egerat, tamen in rem fore credens univorsos appellare et cohortari,<br />
in abditam partem aedium secedit atque ibi omnibus arbitris procul amotis orationem<br />
huiusce modi habuit:<br />
2. “Ni virtus fidesque vostra spectata mihi forent, nequiquam opportuna res cecidisset;<br />
spes magna, dominatio in manibus frustra fuissent, neque ego per ignaviam aut vana ingenia<br />
incerta pro certis captarem. 3. Sed quia multis et magnis tempestatibus vos cognovi<br />
fortis fidosque mihi, eo animus ausus est maxumum atque pulcherrumum facinus incipere,<br />
simul quia vobis eadem quae mihi bona malaque esse intellexi; 4. nam idem velle atque<br />
idem nolle, ea demum firma amicitia est. 5. Sed ego quae mente agitavi, omnes iam antea<br />
divorsi audistis. 6. Ceterum mihi in dies magis animus adcenditur, quom considero quae<br />
condicio vitae futura sit, nisi nosmet ipsi vindicamus in libertatem. 7. Nam postquam res<br />
publica in paucorum potentium ius atque dicionem concessit, semper illis reges tetrarchae<br />
vectigales esse, populi nationes stipendia pendere; ceteri omnes, strenui boni, nobiles<br />
atque ignobiles, volgus fuimus sine gratia, sine auctoritate, iis obnoxii quibus, si res publica<br />
valeret, formidini essemus. 8. Itaque omnis gratia potentia honos divitiae apud illos<br />
sunt aut ubi illi volunt: nobis reliquere pericula repulsas iudicia egestatem.<br />
do un uso caro a Sallustio. • captarem: intensivo<br />
di capĕre, quindi «cercherei di ottenere».<br />
Sul piano sintattico, il congiuntivo si<br />
spiega come apodosi dell’irrealtà, come già<br />
fuissent, che è al piuccheperfetto in quanto<br />
indica azione anteriore.<br />
3. fortis fidosque: fortis (= fortes); la coppia<br />
di aggettivi, legati da allitterazione, insiste<br />
sul concetto già espresso da virtus fidesque<br />
nel par. 2, nel senso che è la complicità<br />
ad assicurare coesione tra i congiurati.<br />
• eo: ablativo del pronome id con valore<br />
causale («per questa ragione») e funzione<br />
epanalettica, cioè di ripresa rispetto alla<br />
congiunzione quia.<br />
4. ea: il dimostrativo, riferito a idem velle<br />
atque idem nolle, dovrebbe avere la forma<br />
di neutro id, ma è concordato con amicitia.<br />
5. ego quae: l’anastrofe (inversione dei termini<br />
per quae ego) evidenzia il soggetto ego<br />
e sottolinea la paternità della congiura. •<br />
divorsi: = diversi; predicativo del soggetto<br />
sottinteso vos: si rende appropriatamente in<br />
forma avverbiale.<br />
6. quom: = cum, con valore iterativo («ogni<br />
volta che»), per indicare azione ripetuta. •<br />
quae… futura sit: interrogativa indiretta,<br />
esprime un’azione posteriore rispetto a quella<br />
della reggente considero. • nosmet ipsi:<br />
nosmet (rafforzativo di nos) è in accusativo<br />
retto da vindicamus; ipsi concorda al<br />
nominativo con un soggetto nos sottinteso.<br />
7. in… ius atque dicionem: endiadi per in-<br />
dicare completa soggezione di diritto (ius) e<br />
di fatto (dicionem deriva da dico, «detto legge»,<br />
quindi «comando»). • tetrarchae: termine<br />
greco che originariamente indicava il capo<br />
dei distretti – di solito quattro – in cui i romani<br />
avevano suddiviso alcune regioni tributarie,<br />
soprattutto negli stati asiatici. Si trattava<br />
dunque di principi minori, mentre reges indica<br />
i principi maggiori. • vectigāles: aggettivo<br />
concordato con reges tetrarchae. I vectigalia<br />
erano le tasse a cui erano soggette le province:<br />
per questo l’aggettivo significa «tributari».<br />
• esse: infinito storico, come il seguente<br />
pendere. • stipendia: tributi imposti una<br />
tantum a popolazioni soggette. • res publica:<br />
da intendere qui nel senso di «repubblica»<br />
o, meglio ancora, di «democrazia», piuttosto<br />
che nell’accezione usuale di «stato». •<br />
quibus… formidini: doppio dativo.<br />
8. gratia… divitiae: i quattro termini («il<br />
prestigio, il potere, le cariche e le ricchezze»),<br />
che indicano le prerogative dei potenti oligarchi,<br />
sono in corrispondenza con i contrari<br />
(«i pericoli, le sconfitte, i processi, la povertà»)<br />
che li seguono caratterizzando il malessere<br />
della plebe: solo un’inversione chiastica<br />
all’interno (potentia è l’opposto di iudicia e<br />
honos di repulsas) soddisfa il gusto sallustiano<br />
per la variatio. • honos: singolare collettivo,<br />
indica le «cariche pubbliche». • repulsas:<br />
il contrario di honos, cioè le «sconfitte<br />
elettorali», di cui Catilina era stato vittima<br />
nella sua aspirazione al consolato.<br />
20, 1. Catilina, quando vede che erano convenuti tutti quelli che prima ho ricordato,<br />
anche se spesso aveva molto discusso con ciascuno separatamente, tuttavia, credendo<br />
che sarebbe stato utile alla sua causa chiamarli tutti insieme ed esortarli, si ritirò con<br />
loro in un luogo appartato della sua casa e lì, allontanato ogni testimone, tenne un<br />
discorso di questo tenore: