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PAROLE CHIAVE<br />
Il contesto culturale<br />
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to, preoccupato di rispettare la legalità, ma soprattutto di trovare, attraverso la proverbiale<br />
clementia, un compromesso fra i ceti che, sulla base di una politica di sostanziale moderatismo<br />
sociale, assicurasse un largo consenso alle sue ambizioni personali.<br />
L’aspirazione a un regime autoritario<br />
Su questi stessi presupposti si innestava anche l’aspirazione a un regime autoritario, al quale<br />
tanto Cicerone quanto Cesare e Sallustio guardavano come alla extrema ratio in grado di eliminare<br />
dallo stato la violenza politica e di ripristinare la pace sociale. Di fatto la storia smentì<br />
sia Cicerone sia Sallustio, dimostrando che le rispettive teorie politiche, ancorate al mondo<br />
della città-stato, erano in ritardo rispetto alla realtà emergente di un personaggio come<br />
Cesare, che legava al supporto dell’esercito l’elaborazione dell’idea di princeps. Ma si trattava<br />
di un princeps molto più potente e assoluto di quello a cui pensavano Cicerone e Sallustio:<br />
una fi gura che avrebbe preso corpo nella persona di Augusto, segnando il passaggio<br />
defi nitivo dalla repubblica alla monarchia.<br />
Res publica<br />
L’espressione latina res publica (o respublica) indicava «la cosa<br />
pubblica», cioè la comunità dei cittadini fondata sul diritto, vale<br />
a dire una comunità solidale in cui l’interesse del singolo era<br />
subordinato a quello dello stato. Res publica era dunque una locuzione<br />
usata per indicare «lo stato» stesso o «la vita politica»<br />
inerente al funzionamento dello stato; meno comunemente<br />
indicava la «repubblica» sia come forma di governo sia in<br />
contrapposizione al principato.<br />
La Curia, nel Foro Romano.<br />
Questo edifi cio era il luogo di riunione<br />
del senato, e quindi un altro simbolo<br />
della repubblica.<br />
La defi nizione ciceroniana di res publica come res populi («cosa<br />
del popolo», De re publica I 39) non rispecchia l’etimologia (publicus<br />
non deriva da populus ma da pubes, «gente adulta») e rispecchia<br />
solo in parte la realtà storica. È vero, infatti, che secondo<br />
la costituzione repubblicana il potere supremo poggiava sul<br />
popolo, ma a Roma non vigeva un sistema democratico e pertanto<br />
il controllo dello stato era nelle mani del senato: quella di<br />
Roma era dunque una repubblica aristocratica.<br />
L’interno della Curia era costituito da una sala<br />
rettangolare sui cui lati correvano i seggi dei senatori;<br />
nel fondo sorgeva il podio della presidenza.