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il Foglio del Comune di Pinzolo - N. 8 giugno 2009

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PERSONE<br />

documenti da Ufficiale mi affidai ad una licenza<br />

<strong>di</strong> 10 giorni <strong>di</strong> convalescenza preparata dal mio<br />

amico (con la firma imitata <strong>del</strong> Colonnello) e attendemmo<br />

<strong>di</strong>sposizioni sempre sotto <strong>il</strong> controllo<br />

dei Tedeschi.<br />

Dopo circa 2 ore arrivò <strong>il</strong> comandante tedesco<br />

che esaminò la situazione ed un borghese gli <strong>il</strong>lustrò<br />

la situazione in lingua tedesca; per fortuna<br />

lasciò andare via liberamente tutto <strong>il</strong> gruppo <strong>di</strong><br />

borghesi, trattenendo invece solo <strong>il</strong> gruppo dei<br />

m<strong>il</strong>itari.<br />

Felici <strong>di</strong> essere liberi, almeno al momento,<br />

sempre in bici, ci <strong>di</strong>rigemmo a Aldeno e superato<br />

<strong>il</strong> ponte senza guar<strong>di</strong>a ci avventurammo sulle<br />

strade montane che ci portarono al lago <strong>di</strong> CEI-<br />

BORDALA e GARDUM in val <strong>di</strong> Gresta per recarci<br />

ad Arco.<br />

Un forte batticuore ci colse alla vista improvvisa<br />

a poca <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> m<strong>il</strong>itari in <strong>di</strong>visa (che sembravano<br />

tedeschi) che scendevano dalla strada<br />

montana. In realtà erano però pompieri in <strong>di</strong>visa<br />

che scappavano come noi <strong>di</strong>retti in senso contrario.<br />

Non incontrammo altre persone per tutto<br />

<strong>il</strong> percorso (escluso una persona che teneva<br />

una specie <strong>di</strong> bastone in mano, che in realtà era<br />

un fuc<strong>il</strong>e particolare) e scendemmo verso Bolognano<br />

e Arco dove l’amico Pernici abitava con i<br />

famigliari in un Sanatorio <strong>di</strong> proprietà <strong>del</strong> padre<br />

farmacista.<br />

Temendo conseguenze gravi per l’evasione<br />

<strong>del</strong>le Or<strong>di</strong>nanze tedesche <strong>di</strong> “consegnarsi alle<br />

loro truppe salvo fuc<strong>il</strong>azione, ecc.. rimanemmo<br />

in casa sua per un paio <strong>di</strong> giorni, tenendoci informati<br />

sulla situazione in genere.<br />

L’amico una mattina parlò per telefono con lo<br />

zio Italo che <strong>di</strong>morava all’Antica Vetreria <strong>di</strong> Carisolo<br />

e che era amico <strong>di</strong> mio padre. Casualmente<br />

mio padre era insieme con lui al telefono pubblico<br />

<strong>di</strong> <strong>Pinzolo</strong> ed io senza parlare <strong>di</strong>rettamente<br />

<strong>di</strong>ssi all’amico che invitasse mio padre per venire<br />

a prendermi senza spiegargli altro (<strong>di</strong>ffidando<br />

<strong>del</strong>le intercettazioni eventuali, ecc..)<br />

Ancora in giornata mio padre con una macchina<br />

a noleggio venne a prendermi riconoscendo<br />

la gravità <strong>del</strong>la situazione <strong>del</strong>la zona (infatti si<br />

sapeva che a Campiglio c’era un Convalescenziario<br />

Tedesco) e mi accompagnò (caricando in<br />

macchina a Sarche pure Collini Clemente che era<br />

scappato ai tedeschi) a casa a <strong>Pinzolo</strong> dove rimasi<br />

ritirato per vari giorni.<br />

Per un certo periodo in seguito io mi recai a<br />

Campiglio da solo in casa <strong>di</strong> proprietà degli amici<br />

Ferrari <strong>di</strong> Londra sempre in montagna senza frequentare<br />

persone o locali pubblici ecc... tenendomi<br />

sempre informato sugli sv<strong>il</strong>uppi <strong>del</strong>la guerra<br />

e dei fatti in base alla situazione che si evolveva<br />

gradatametne, pure conscio <strong>del</strong> pericolo <strong>di</strong> essere<br />

catturato e giustiziato in base alle Or<strong>di</strong>nanze<br />

Tedesche.<br />

In seguito ho saputo che venivano esonerati<br />

quelli con occupazioni <strong>di</strong> lavoro riconosciute dai<br />

Tedeschi e tentai <strong>di</strong> essere assunto come segantino<br />

presso la Segheria <strong>di</strong> mio padre, ma non venendo<br />

però riconosciuta l’occupazione stessa e<br />

saputo che gli Ufficiali non venivano reclutati con<br />

l’Esercito ma al Lavoro solamente, mi presentai<br />

alla Ditta Tedesca Kurz (a Roncone <strong>di</strong> Trento).<br />

La sera <strong>del</strong>... a Roncone essendo molto conosciuto<br />

da amici veri e professori <strong>di</strong> Scuola a Tione<br />

(prof. Eccher, ecc..) interpreti riconosciuti dai<br />

Tedeschi e sotto <strong>di</strong>rezione <strong>del</strong>la stessa <strong>di</strong>tta Kurz,<br />

partecipai <strong>di</strong>etro insistenza degli stessi ad una<br />

Festa <strong>di</strong> Ballo all’Albergo <strong>di</strong> Roncone dove c’era<br />

pure l’Ufficiale Tedesco Capo <strong>del</strong>la <strong>di</strong>tta Kurz e<br />

si unì a me pure l’amico Collini Arnaldo. I miei<br />

amici parlarono al Capo <strong>del</strong>la Ditta in mio favore<br />

<strong>il</strong>lustrando la situazione e alle ore 3 <strong>di</strong> notte la<br />

compagnia si sciolse. Il Capo venne da me salutandomi<br />

come amico e spiegandosi in lingua tedesca<br />

mi invitò a farmi visitare alla mattina dal<br />

dottore in ambulatorio a Roncone precisandomi<br />

anche che qualora <strong>il</strong> dottore avesse avuto dubbi,<br />

io lo dovevo accompagnare da lui al Comando:<br />

così avvenne e <strong>il</strong> Capo or<strong>di</strong>nò al dottore <strong>di</strong> inviarmi<br />

a casa per un mese <strong>di</strong> licenza.<br />

Trascorso <strong>il</strong> mese, nel frattempo la Ditta tedesca<br />

era stata sciolta ed io interruppi i contatti<br />

restando a casa definitivamente fino al termine<br />

<strong>del</strong>le operazioni belliche.<br />

N.B.: La Lettura <strong>del</strong> libro “Trentino Alto A<strong>di</strong>ge<br />

Provincia <strong>del</strong> Reich” mi ha ricordato che a metà<br />

<strong>giugno</strong> 1944, mentre con amici mi trovavo a <strong>Pinzolo</strong><br />

presso l’Albergo Adamello, sono stato avvicinato<br />

da un certo Lutterotti (sconosciuto per me)<br />

che a conoscenza che ero ufficiale, mi fece <strong>del</strong>le<br />

proposte per associarmi ai “suoi amici” Partigiani.<br />

Alle proposte fattemi io risposi chiaramente<br />

che ero perfettamente conscio <strong>di</strong> aver fatto <strong>il</strong><br />

mio dovere da Ufficiale <strong>del</strong>la Divisione Acqui nella<br />

guerra d’Albania 1940 – 1941, subendo anche<br />

un congelamento ai pie<strong>di</strong> e <strong>di</strong> non avere né desiderare<br />

contatti con i partigiani.<br />

Appresi in seguito che <strong>il</strong> Lutterotti, proveniente<br />

dalla zona <strong>di</strong> Arco, abitava a <strong>Pinzolo</strong> e<br />

che alla fine risultò essere una spia dei Tedeschi.<br />

Infatti lo stesso libro ricorda che nel Basso Sarca<br />

<strong>il</strong> giorno 28 <strong>giugno</strong> 1944 (dopo una settimana dal<br />

mio incontro con Lutterotti) le S.S. Naziste in<br />

<strong>di</strong>verse squadre, nello stesso giorno, trucidarono<br />

barbaramente ben un<strong>di</strong>ci presunti Partigiani.<br />

Ten. Ftr. Binelli Rome<strong>di</strong>o”<br />

60 IL FOGLIO DEL COMUNE DI PINZOLO

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