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il Foglio del Comune di Pinzolo - N. 8 giugno 2009

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CURIOSITÀ<br />

Ben tre sono i centenari <strong>del</strong> nostro <strong>Comune</strong>,<br />

tutti e tre residenti a Madonna <strong>di</strong> Campiglio.<br />

Il Paese si appresta a festeggiare nei<br />

prossimi mesi le cento Primavere <strong>del</strong>le signore<br />

Severina Iachelini, la mamma <strong>di</strong> Walter<br />

Ferruccio e Natalia Vi<strong>di</strong>, e Gisella Parisi,<br />

la mamma <strong>di</strong> Adriana Sandra Remo e Arrigo<br />

Sommadossi.<br />

Dopo la <strong>di</strong>partita <strong>di</strong> Padre Ermete, l’uomo<br />

più longevo <strong>del</strong> nostro <strong>Comune</strong> è Binelli Pietro,<br />

nato 1913, la donna è ancora una campigliana,<br />

Maria Vencelj, che nel <strong>di</strong>cembre<br />

<strong>2009</strong> festeggerà 104 anni!<br />

Incontro la signora Vencelj in una piovosa<br />

domenica <strong>di</strong> marzo nella Casa <strong>di</strong> Riposo Abelardo<br />

Collini, dove risiede oramai da 2 anni<br />

(ha vissuto da sola in casa a Campiglio fino<br />

alla veneranda età <strong>di</strong> 102 anni!!!). Indossa<br />

una maglietta a maniche lunghe <strong>di</strong> colore<br />

beige e una gonna nera, pulita e agghindata<br />

mi sorride solare e comincia a raccontarmi la<br />

sua storia…. “Sono nata in Slovenia e, rimasta<br />

orfana <strong>di</strong> padre molto giovane, all’età <strong>di</strong><br />

15 anni la mamma mi mandò a Trieste come<br />

domestica presso una famiglia. Guadagnavo<br />

20 lire al mese che mandavo a casa”. La<br />

mamma doveva allevare infatti gli altri tre<br />

figli.<br />

“Nel 1927 mi sono trasferita a M<strong>il</strong>ano.<br />

Dopo 15 giorni <strong>di</strong> prova ricevetti la paga,<br />

100 lire invece <strong>del</strong>le 80 inizialmente previste.<br />

La mia gioia fu immensa, poter pensare<br />

<strong>di</strong> inviare a casa qualche lira in più mi mise<br />

grande serenità dentro <strong>il</strong> cuore.” Nel 1939<br />

inizia a lavorare in un albergo e qui conosce <strong>il</strong><br />

marito, Alessandro Maggi. “Ci siamo sposati<br />

l’8 settembre 1932, una cerimonia molto intima,<br />

io, mio marito e i due testimoni. Dopo<br />

la cerimonia in Chiesa siamo andati al bar a<br />

festeggiare con cappuccino e 4 paste”. Delle<br />

due guerre mon<strong>di</strong>ali Maria ha un ricordo lontano<br />

ma molto preciso su alcuni eventi che<br />

riguardarono la sua vita. Della prima ricorda:<br />

“Pativamo la fame. Alla cucina dei m<strong>il</strong>itari<br />

se eravamo fortunati trovavamo un mestolo<br />

<strong>di</strong> minestra“. Nella seconda guerra mon<strong>di</strong>ale<br />

si è salvata per un soffio dal bombardamen-<br />

IL FOGLIO DEL COMUNE DI PINZOLO<br />

<strong>di</strong> Giovanna Binelli<br />

Intervista a Maria Vencelj, classe 1905<br />

to che ha <strong>di</strong>strutto<br />

la sua abitazione.<br />

“Era <strong>il</strong> 14 febbraio<br />

1942” ricorda “alle<br />

22 sentii “Fuori,<br />

Fuori! Gli aeroplani<br />

bombardano. Attraversata<br />

la strada,<br />

mi girai in<strong>di</strong>etro: la<br />

nostra casa era già<br />

stata abbattuta.”<br />

Il suo segreto per<br />

arrivare bene a 103<br />

anni? “Tenersi occupati,<br />

non preoccu- Maria Vencelj, ved. Maggi, classe 1905<br />

parsi troppo e pensare<br />

sempre in positivo”, <strong>di</strong>ce con <strong>il</strong> sorriso<br />

sulle labbra.<br />

Maria mi confida inoltre <strong>di</strong> non aver mai<br />

conosciuto ne’ sigarette, ne’ alcolici e <strong>di</strong> non<br />

eccedere mai nel cibo “Ho sempre mangiato<br />

poco, in tempo <strong>di</strong> fame perché costretta,<br />

poi per scelta”. Mi racconta inoltre <strong>di</strong> aver<br />

sempre curato, nel poco tempo a <strong>di</strong>sposizione,<br />

i rapporti con le persone cercando<br />

<strong>di</strong> socializzare con tutti. “Quando nel 1965,<br />

rimasta vedova, mi trasferii a casa <strong>di</strong> mio<br />

figlio Ezio a Madonna <strong>di</strong> Campiglio, cercai<br />

subito <strong>di</strong> costruirmi un giro <strong>di</strong> amicizie o<br />

comunque <strong>di</strong> persone a cui far riferimento,<br />

in caso <strong>di</strong> bisogno”. Lassù mi racconta<br />

<strong>di</strong> essersi trovata bene, l’affetto <strong>del</strong>la nuora<br />

Teresa, <strong>del</strong> nipote Ivan ma soprattutto la<br />

presenza <strong>del</strong> figlio Ezio (deceduto due anni<br />

fa), le avevano permesso <strong>di</strong> superare <strong>il</strong> dolore<br />

per la <strong>di</strong>partita improvvisa <strong>del</strong> marito.<br />

Cosa è cambiato da quando era bambina ad<br />

oggi? “Tanti cambiamenti in positivo. Oggi<br />

si vive meglio, un tempo non c’era <strong>il</strong> pane,<br />

mangiavamo sempre polenta, la carne una<br />

volta in settimana. Non posso però sopportare<br />

lo spreco <strong>di</strong> oggi, ad esempio nel cibo<br />

e nell’abbigliamento.” Un’in<strong>di</strong>cazione per le<br />

giovani generazioni “Si può vivere bene con<br />

meno. Meno sol<strong>di</strong>, meno vestiti”. La saggezza<br />

<strong>del</strong>la signora Vencelj suoni da monito per<br />

tutti noi!<br />

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