ELEzioNi oRgaNi DiRigENTi - Circolo Dozza ATC
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arte e cultura<br />
Q<br />
uesta mostra è un omaggio<br />
dovuto a Mario Fiumi (1924-<br />
2003), un uomo che ha affrontato<br />
una vita di antiche miserie con la fatica<br />
e l'onestà del lavoro, quasi risalendo<br />
l'aspro pendio esistenziale sollecitato da<br />
forti sentimenti, irrobustiti sempre più<br />
da un'attenzione vivissima verso l'arte.<br />
Gradualmente, egli matura e perfezione<br />
una sensibilità espressiva, consolidandola<br />
poi con lo studio, sottraendo ore al<br />
sonno e al riposo e dedicandosi, dopo il<br />
lavoro, alI'apprendimento della tecnica<br />
pittorica, ad un accostamento difficile<br />
ma per lui appassionante della storia<br />
dell'arte, e alla stesura di lavori che<br />
cominciano a prendere forma di opere<br />
compiute.<br />
Non più dunque quegli schizzi ed immagini<br />
che fin da bambino già andava<br />
realizzando con una pur efficace originalità,<br />
ma estesi paesaggi, nature morte,<br />
scene di vita contadina ed urbana: e,<br />
oltre le immagini, i silenzi, le emozioni,<br />
i trasalimenti che l'artista riesce a trasmettere<br />
mediante le situazioni che va<br />
esponendo.<br />
Un continuo affinarsi, quindi, un procedere,<br />
con l'occhio attento e la mente<br />
esercitata alla riflessione, entro i meandri<br />
della ricerca artistica, leggendo i<br />
maestri antichi e moderni, e cogliendo<br />
spunti di qualità per rielaborarli nel fervore<br />
urgente della creatività e dell'invenzione.<br />
Molto figurativo, svolte ardite e brevissime<br />
nel campo dell'informale, accostamenti,<br />
specialmente nell'ultimo periodo<br />
di vita, ad equilibrate composizioni<br />
cubiste, citazioni di Braque e Picasso,<br />
composizioni di spazi e di volumi alleggerite<br />
da teneri colori, tinte sfuse<br />
di gian luigi zucchini<br />
moSTre<br />
Un omaggio a mario Fiumi<br />
Il 10 aprIle 2010 alle ore 17:00 preSSo la gallerIa<br />
"iL PUnTo" DI VIa SaN FelIce (BologNa) SI è INauguraTa<br />
la moSTra DI pITTura "Le oRigini" IN rIcorDo<br />
DI maRio fiUmi (1924-2003). la moSTra è STaTa alleSTITa<br />
Dalla FIglIa lIVIaNa FIumI, Dall'archITeTTo<br />
marco garDeSaNI e preSeNTaTa<br />
Dal proFeSSor ZucchINI che ScrIVe DI luI<br />
nella delicatezza cromatica dell'acquerello,<br />
raffinate incrostature inventive tra<br />
soffici ombre sottratte al colore. E poi<br />
campagne e colline sfuse in lontananze<br />
di nebbiose imprecisioni e scene di vita<br />
popolare di quartieri cittadini.<br />
Si risentono echi e trapelano citazioni<br />
vagamente impressioniste o meglio,<br />
macchiaiole; talvolta sono luci crepuscolari,<br />
una ripresa in chiave nostrana<br />
Sopra, il ritratto “mio nipote”, un bambino<br />
nel pieno del sonno tra pochi tocchi di colore.<br />
di quell'emozione naturalistica che fu<br />
la scuola di Barbizon; altre volte nature<br />
morte in un silenzio astratto e velato,<br />
che il ricordo sembra accostare, più<br />
che a Morandi, alle creazioni di Norma<br />
Mascellani, appena avvertite tra dissolvenze<br />
di colore: infine, un realismo<br />
domestico e affettivo, che riempie non<br />
poche scene di una genuinità popolare,<br />
in cui si sente anche pulsare vivamente<br />
la natura dell'artista, nato e cresciuto tra<br />
gente semplice, abituata alla dura fatica<br />
del vivere, partecipe alle lotte per la<br />
dignità sociale ed etica del lavoro. Un<br />
realismo che, in alcuni dipinti di campagne<br />
e di lavoro agricolo, evoca talune<br />
scene di forte spessore del romagnolo<br />
Anacleto Margotti o del giovane Borgonzoni,<br />
ma sempre enunciate in Fiumi<br />
con una propria sensibilità, un proprio<br />
sentimento e una personale forza evocativa,<br />
così in queste come in tutte le altre<br />
opere presenti nell'attuale mostra e nelle<br />
molte altre non esposte, che la figlia ha<br />
intenzione di presentare volta a volta,<br />
per far meglio conoscere un artista il<br />
quale, per il lungo corso di una vita, si<br />
è sempre più immerso nella pittura, fino<br />
a farne elemento prioritario di un modo<br />
più intimo e sentito di comunicare e di<br />
esprimersi. Ma, tra i tanti dipinti, piace<br />
soprattutto ricordarne due.<br />
Uno è “Il ballo”, in una periferia anni<br />
'60, dove una povera orchestrina suona e<br />
giovani coppie ballano alla luce sfuocata<br />
dei lampioni: un moderno e ancor più<br />
popolare “Bal au Moulin de la Galette”,<br />
dove l'emozione del passato, della giovinezza<br />
che vive uno spazio breve di serenità<br />
viene rappresentata nell'avvolgente<br />
morbidezza del colore, in una notte tiepida<br />
appena offuscata da riverberi opachi;<br />
e poi il dolcissimo ritratto di “Mio<br />
nipote”: un bambino che dorme del quale<br />
si vede soltanto il viso immerso nel<br />
sonno tra pochi tocchi di colore, quasi<br />
un “non finito”.<br />
Spadini, o Signorini, o chi altro? Tutti<br />
e nessuno: impasto creativo di Mario<br />
Fiumi, che ha dipinto il quadro usando<br />
il pennello intinto nella dolcezza dell'affetto,<br />
nello stupefatto attimo il cui il<br />
cuore parla alla mente e le impone di<br />
carpire quel fuggente attimo che, sulla<br />
tela, si realizza poi nella verità dell'arte.<br />
14 n u o v oinformatore N. 5 I maggio I 2010