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La medaglia nella Milano asburgica - Scuola Normale Superiore

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collezione bresciana a cura di Pietro Antonio Gaetani (1761-63) rende disponibile un<br />

repertorio ricco di esemplari d’epoca e di copie pregevoli: sebbene “nulla locorum vel<br />

temporum limitatione constricta”, la silloge risulta particolarmente ricca di lombardi illustri<br />

e dei rispettivi “elogi” 46 .<br />

3. <strong>La</strong> storiografia dal XIX secolo ai giorni nostri<br />

<strong>La</strong> prima rilettura organica della medaglistica italiana moderna come storia e cronologia di<br />

artefici risale a Heinrich Bolzenthal (1797-1870), che fu il riordinatore della collezione<br />

numismatica di Berlino 47 . I suoi Skizzen zur Kunstgeschichte der modernen Medaillenarbeit<br />

(1840) raccolgono numerose notizie trasmesse dalla letteratura artistica e le mettono<br />

in rapporto con opere figurative riconoscibili o firmate. Nella sequenza di biografie e di<br />

piccoli corpora raccolta dal Bolzenthal, i protagonisti della medaglistica milanese sono già<br />

individuati (i monogrammisti “ANN” e “ANNIBAL” vengono felicemente accostati ad<br />

Annibale Fontana, a quanto mi consta, per la prima volta). Il popoloso affresco che risulta<br />

dal lavoro di Bolzenthal trae naturalmente più di uno spunto dalla Storia della scultura di<br />

Leopoldo Cicognara, la cui attenzione per le “arti congeneri” si era dimostrata<br />

particolarmente viva proprio a proposito dei medaglisti e degli intagliatori milanesi del<br />

Cinquecento 48 . Ma il Bolzenthal si avvantaggia anche di altre importanti esperienze<br />

passate: le indagini di Venuti e la ricerche settecentesche sulla glittica avevano infatti<br />

messo a disposizione anche le biografie di artisti attivi <strong>nella</strong> microplastica 49 .<br />

Nel giro di pochi anni il crescente interesse amatoriale per i piccoli bronzi rinascimentali<br />

trova espressione nei polemici scritti dell’editore Eugène Piot (1812-90), importante<br />

collezionista di medaglie, porcellane e bronzetti di provenienza italiana 50 . Nelle pagine del<br />

suo “Cabinet de l’Amateur” lo scrittore francese pubblica a puntate la prima storia delle arti<br />

decorative milanesi (1863). Incrociando spesso molto disinvoltamente fonti archivistiche,<br />

erudite ed epigrafiche, Piot mira a riunire i più accreditati nomi di artisti lombardi in una<br />

sorta di prontuario cronologico. Le sue indagini mettono così a disposizione della comunità<br />

scientifica un importante dossier sul Caradosso (il cui catalogo medaglistico è ricostruito<br />

quasi integralmente nelle pagine del “Cabinet”). I paragrafi dedicati agli sviluppi<br />

dell’oreficeria milanese dopo il 1540, pur riconoscendone la grandezza, si limitano invece<br />

ad uno scarno e poco rigoroso elenco, includente tra gli altri i due Leoni, il vasariano<br />

“Giacomo Trezzo”, Annibale Fontana, Giovannantonio de’ Rossi, “Antonio ed Alessandro<br />

Abondio Ascona” (sic) 51 .<br />

Diverso e per molti versi complementare è l’approccio di un collezionista e conservatore<br />

d’arte, Émile Molinier (1857-1906). Il suo catalogue raisonné delle placchette italiane<br />

rinascimentali parte infatti da un censimento dei pezzi sopravvissuti che solo in due casi,<br />

quelli di Leone Leoni, e Antonio Abbondio, coincide con le coordinate onomastiche fornite<br />

dal Piot 52 . Più spesso la classificazione su base formale porta Molinier ad una suddivisione<br />

46 Gaetani 1761-63, I, p. VI. Importante anche l’accenno al fatto che molte delle “impronte” pubblicate non<br />

erano contemporanee ai personaggi che raffiguravano.<br />

47 Sull’attività del Bolzenthal come conservatore cfr. Kluge 2004, pp. 17-18.<br />

48 Cicognara 1823-25, V, pp. 438-449.<br />

49 Cfr. soprattutto Mariette 1750, pp. 128-131 e 151, che raccoglie profili biografici di Iacopo Nizolla da<br />

Trezzo, Giovannantonio De’ Rossi, Alessandro Cesati, Clemente Birago e Annibale Fontana. Sulla fortuna<br />

delle gemme in età lorenese cfr. ora Fileti Mazza 2004, pp. 42 e ss.<br />

50 Sull’attività publicistica ed editoriale di Eugène Piot cfr. Bonaffé 1890 e Piot 2000.<br />

51 Piot 1863, p. 55.<br />

52 Sulla collezione d’arte di Molinier si veda il catalogo dell’asta in cui fu venduta tra il 21 e il 28 giugno<br />

1906: Galerie Durand-Ruel, Catalogue des objets d’art et de haute curiosité du Moyen-Âge, de la<br />

XIII

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