Comunità in cammino - Oratorio - Coccaglio

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sono castigati (Gen. 18, 23ss). A Lui, quale giudice supremo, i giusti affidano la loro causa (Gen. 16,5; 31,49; 1Sam 24,26; Ger 11,20). Nei salmi abbondano le invocazioni angosciate ma fiduciose indirizzate a Dio dai giusti perseguitati. Nella sua storia Israele esperimenta l’azione del giudizio salvifico di Dio nei confronti dei suoi oppressori. Ma, nel giudizio, Dio distingue la causa dei giusti da quella dei colpevoli; castiga gli uni per salvare gli altri. Il resto dei giusti sfugge al suo giudizio; Dio è nemico del peccato e il Giorno di Jahvé, giorno del giudizio, è il giorno della distruzione del male. Nel Nuovo Testamento, «il Giorno di Jahvé» diventa il Giorno di Gesù Cristo, perchè Dio gli ha affidato il compimento della salvezza e il giudizio «e sono persuaso che colui che ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù, perché possiate distinguere sempre il meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo» (Fil. 1,6.10), «tenendo alta la parola di vita. Allora nel giorno di Cristo, io potrò vantarmi di non aver corso invano né invano faticato» (Fil 2,16). La speranza della comunità cristiana si fonda sulla venuta gloriosa del Signore Gesù Cristo. Questa venuta (parusia) del Signore condurrà alla piena realizzazione dell’opera iniziata con l’incarnazione, morte e resurrezione di Cristo. Cristo stesso invia gli Apostoli a predicare e testimoniare che “egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio. E ci ha ordinato di annunziare al popolo e di attestare che egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio» (Atti 10,42) . «Poiché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare la terra con giustizia per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti» (Atti 17, 31). «Per questo infatti Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere il Signore dei morti e dei vivi» (Rom. 14, 9). «Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina» (2Tim. 4, 1-2). Giudizio e misericordia di Dio Anche se la parola giudizio può farci paura in quanto conosciamo la nostra incapacità di uomini, i nostri tradimenti nei confronti di Dio, sapere che il giudice sarà Cristo non può che essere motivo di coraggio e consolazione. Il suo Vangelo è una Buona Novella; egli conosce gli sforzi degli uomini per compiere la volontà di Dio e dice: «Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra «Lo Spirito e la sposa dicono: “Vieni!”. E chi ascolta ripeta: “Vieni!”». «Sì, verrò presto!». Amen. Vieni, Signore Gesù. (Ap. 22, 17.20) di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete il ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce il mio carico leggero» (Mt.11, 28-30). Gesù spiega in cosa consisterà il giudizio finale: amare Dio, vivere per amor suo, dare ai fratelli ciò di cui hanno bisogno, “ pane agli affamati, acqua agli assetati, un tetto ai forestieri, vestiti a chi non ha nulla da mettersi, visitare i malati e i carcerati”, tutti coloro che avranno compiuto queste azioni, le avranno fatte, anche senza volerlo, anche senza conoscerlo, a favore di Gesù. Allora il Signore dirà loro: “Venite il Padre vi attende, vedrete come possono essere felici gli uomini”. Gli altri, quelli che detestano Dio volontariamente, che per indifferenza, durezza o calcolo non vogliono amare, 16 Comunità in ascolto costoro rifiutano tutto a Gesù, pur non sapendolo o non conoscendolo. Essi stessi si autoescludono dalla comunione definitiva con Dio, ritrovandosi in uno stato definitivo di infelicità dove è pianto e stridor di denti (Mt. 11, 28-30). Per quanti confidano in Gesù, il giudizio sarà, o meglio, è già, un giudizio di grazia e misericordia. Egli è la nostra giustificazione: «A chi crede in colui che giustifica l’empio, la sua fede gli viene accreditata come giustizia» (Rom.4, 5), perché « il termine della legge è Cristo, perché sia data la giustizia a chiunque crede» (Rom 10, 4). In Cristo ci è stata rivelata e testimoniata, la giustizia di Dio, non quella che castiga, ma quella che giustifica e salva: «Ora invece, indipendentemente dalla legge, si è manifestata la giustizia di Dio, testimoniata dalla legge e dai profeti; giustizia di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che credono. E non c’è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù» (Rom. 3,21- 24). Mentre, nel combattimento di ogni giorno, aspettiamo questa piena e definitiva liberazione, il Signore ci conforta con la sua grazia: «Egli vi confermerà sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo» (1Cor 1,8). Tutti quelli che appartengono alla Chiesa saranno riuniti da tutto il mondo (Mc.13,27) e allora la Chiesa, purificata con il sangue dell’Agnello, celebrerà le nozze quale « sposa adorna per il suo Sposo» (Ap. 21, 2). Questo è il suo desiderio la sua preghiera costante: «Lo Spirito e la sposa dicono: “Vieni!”. E chi ascolta ripeta: “Vieni!”» (Ap. 22, 17.20; 1Cor. 16, 22). Questa supplica nasce dalla fede piena di speranza che Cristo verrà nella gloria a cercare i suoi per portarli con Sé. «Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza» (1Cor. 15, 24).
Vita della Comunità 27 giugno - 11 settembre 2005 Sono figli di Dio, con il Battesimo: 33 Belleri Matteo da Danilo e Brescianini Romina b. 3 luglio 34 Ramera Angelica da Marcello e Barbieri Giuseppina b. 3 luglio 35 Lorini Nicola da Ermes e Barbieri Floriana b. 3 luglio 36 Bertelli Marco da Gianluigi e Antonelli Cristina b. 3 luglio 37 Buzzetti Davide Luigi da Diogene e Martini Aingenk b. 3 luglio 38 Tonini Edoardo da Paolo e Ferrandi Michelle b. 7 agosto 39 Boni Francesco da Andrea e Zani Miriam b. 4 settembre 17 Comunità in cammino Hanno consacrato il loro amore davanti all’altare del Signore: Metelli Giambattista e Franceschetti Paola il 16 luglio, a S. Anna-Rovato Ferrari Marco e Bocchi Michela il 28 agosto, a Chiari 15 - Ragonese Dario e Gerri Loretta il 1 settembre 16 - Rivetti Ronny e Lancini M. Teresa il 3 settembre 17 - Mattioli Roberto e DelBarba Stefania il 3 settembre 18 - Spada Lionello e Bignotti Laura il 4 settembre Ci hanno preceduto nell’eternità: 34 Cavalli Maddalena, di anni 77 27 giugno 35 Loda Giovannina, di anni 93 1 luglio 36 Baroni Caterina, di anni 58 11 luglio 37 Cancelli Angelo, di anni 78 20 luglio 38 Martini Oreste, di anni 86 26 luglio 39 Vitali Emilia, di anni 74 4 agosto 40 Vermi Giovanni, di anni 70 16 agosto 41 Cancelli Davide, di anni 79 21 agosto 42 Zitelli Pio, di anni 70 26 agosto 43 Santicoli Giuseppa, di anni 93 1 settembre 44 Verzeletti Battista, di anni 71 27 settembre
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