La Colomba n° 17 - Comunità degli Italiani “Dante Alighieri”
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Era una bella giornata quella<br />
domenica di maggio del 1924,<br />
bella particolarmente per papà Giovanni<br />
Scher e per mamma Anna<br />
Grasso, entrambi capodistriani. Il<br />
loro piccolo Dario di appena quattro<br />
anni era stato scelto da Don Grosso<br />
- direttore dell’Istituto Grisoni di<br />
Capodistria - per recitare una poesia<br />
in un’occasione molto speciale e<br />
solenne: era giunto in visita in città<br />
il Vescovo di Trieste e Capodistria,<br />
S. E. Monsignor Luigi Fogar. Per<br />
Dario questa sarebbe stata la prima<br />
recita in pubblico, seguita poi negli<br />
anni da una lunga serie di esibizioni.<br />
Ma vediamo di far riaffiorare quel<br />
giorno ormai tanto lontano nei ricordi<br />
di Dario Scher, presidente della<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>degli</strong> <strong>Italiani</strong> <strong>“Dante</strong><br />
<strong>Alighieri”</strong> di Isola nonché fondatore<br />
e regista della Filodrammatica di<br />
questo Sodalizio.<br />
Ricordo molto bene quell’episodio,<br />
sia perché le forti emozioni<br />
rimangono quasi sempre ben<br />
impresse nella nostra mente anche<br />
a distanza di molti anni, sia<br />
per il fatto che mio padre, negli<br />
anni successivi, me l’aveva ricordato<br />
più volte. E non si faceva<br />
perdere l’occasione per raccontarlo<br />
a parenti, amici e conoscenti.<br />
Reputava questa mia<br />
partecipazione un evento particolarmente<br />
importante.<br />
Come mai avevano scelto proprio<br />
te?<br />
Non saprei. So solo che il mio<br />
papà era un bravo filodrammatico,<br />
incluso in una compagnia<br />
capodistriana, e probabilmente<br />
aveva notato in me del talento.<br />
Quindi, senz’altro mi avrà insegnato<br />
delle poesiole che poi mi<br />
avrà fatto recitare davanti ai<br />
Vicende & Costume<br />
<strong>La</strong> <strong>Colomba</strong> - Anno V - N° <strong>17</strong> - 18<br />
DARIO SCHER A OTTANT’ANNI DAL SUO DEBUTTO<br />
UNA LUNGA VITA PER IL TEATRO<br />
1 - CONTINUA<br />
suoi amici e anche al Ricreatorio<br />
dell’Istituto “Grisoni”, dove<br />
mi portava spesso, nelle ore pomeridiane,<br />
perché lì venivano<br />
organizzati parecchi giochi.<br />
Certamente mi avrà fatto recitare<br />
anche davanti a Don Grosso e<br />
quindi al direttore sarà venuta<br />
l’idea di scegliere me quando<br />
stava preparando l’accoglienza<br />
solenne per l’arrivo del Vescovo.<br />
Non so di che cerimonia si trattasse,<br />
ma di sicuro era qualche<br />
anniversario particolare. Forse<br />
si trattava della prima visita di<br />
Monsignor Luigi Fogar a Capodistira,<br />
visto che era stato ordinato<br />
Vescovo il 14 ottobre 1923.<br />
Il ricordo chiaramente fotografato<br />
nella mia mente riguarda il<br />
momento in cui ho terminato di<br />
Dario Scher all’età di otto anni.<br />
(Collezione D. Scher)<br />
Monsignor Luigi Fogar<br />
(1882-1971), Vescovo di<br />
Trieste e Capodistira<br />
dal 1923 al 1936.<br />
dire la mia<br />
poesia. Dopo<br />
aver ricevuto<br />
un<br />
grosso applauso<br />
il<br />
Vescovo Fogar<br />
mi ha<br />
preso in<br />
braccio, mi<br />
ha fatto sedere<br />
sulle<br />
sue ginocchia,<br />
mi ha<br />
dato un bacio<br />
sulla<br />
fronte e mi ha rivolto delle calde<br />
parole d’elogio. In quel momento<br />
mio padre deve aver toccato il<br />
cielo con un dito.<br />
E poi?<br />
Beh, ero troppo piccolo per ricordare<br />
che cosa è successo ancora<br />
quel giorno e magari anche<br />
nei giorni a venire. Sono convinto<br />
che mio padre mi avrà fatto<br />
ripetere quella poesia davanti a<br />
molta altra gente. Fatto sta che,<br />
già prima di frequentare la<br />
scuola, ero diventato un bambino<br />
noto a Capodistria.<br />
Noto perché? Per quell’esibizione<br />
davanti al Vescovo?<br />
No di certo. Dopo questa mia<br />
prima prova pubblica di ottant’anni<br />
fa, quasi subito ho iniziato<br />
a esibirmi in teatro. Bisogna<br />
sapere che allora, il pubblico capodistriano,<br />
pur essendo formato<br />
prevalentemente da gente<br />
semplice, amava molto l’arte e<br />
in modo particolare il teatro. A<br />
Capodistria arrivavano continuamente<br />
delle ottime compagnie<br />
stabili a presentare commedie,<br />
drammi, e il teatro regi-