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Foto: Contrasto<br />
scarsi e di pessima qualità, se non scaduti.<br />
I latticini spesso sono rancidi, la carne è<br />
dura e puzzolente. L’alternativa è acquistare<br />
<strong>il</strong> cibo al sopravvitto, con rincari tra <strong>il</strong> 30<br />
e <strong>il</strong> 40 per cento».<br />
Mirella si ferma a riflettere: «Nell’86,<br />
quando sono entrata a San Vittore la prima<br />
volta, si respirava un clima di speranza, che<br />
seguiva al vento di riforma della legge Gozzini<br />
appena entrata in vigore. Una legge che<br />
sarebbe fondamentale per <strong>il</strong> carcere». Mirella<br />
racconta che invece negli anni ha visto <strong>il</strong><br />
lento naufragare di ciò che avrebbe potuto<br />
cambiare <strong>il</strong> sistema penitenziario. La Gozzini<br />
si basa sul principio costituzionale delle<br />
condizioni umane della pena, che deve essere<br />
funzionale alla rieducazione della persona:<br />
prevede infatti che, dopo alcuni anni di<br />
detenzione e una condotta regolare, i dete-<br />
nuti inizino un percorso per <strong>il</strong> reinserimento<br />
nella società. Prima i permessi di qualche<br />
ora, poi quelli di alcuni giorni, sotto <strong>il</strong> controllo<br />
delle forze dell’ordine. Fino ad arrivare<br />
al permesso per lavorare fuori dal carcere.<br />
Le tappe finali sono l’affidamento ai servizi<br />
sociali, la sem<strong>il</strong>ibertà e gli arresti domic<strong>il</strong>iari.<br />
Oggi questo percorso, anche quando<br />
sarebbe possib<strong>il</strong>e, è garantito raramente.<br />
La Costituzione snobbata<br />
I dati del ministero della Giustizia parlano<br />
chiaro: nel 2010 in Italia 895 persone hanno<br />
ottenuto <strong>il</strong> permesso per lavorare all’esterno;<br />
solo 62 quello di svolgere un lavoro<br />
di pubblica ut<strong>il</strong>ità; 17 m<strong>il</strong>a persone hanno<br />
ottenuto l’affidamento in prova ai servizi<br />
sociali, 1.851 la sem<strong>il</strong>ibertà, 12.539 gli<br />
arresti domic<strong>il</strong>iari. Eppure Mirella Bocchi-<br />
L’EMERGENZA<br />
affoLLamento<br />
Quei 28 m<strong>il</strong>a ancora<br />
presunti innocenti<br />
Secondo i dati del<br />
ministero, nelle<br />
carceri italiane sono<br />
detenute 67.174 persone<br />
a fronte di una<br />
capienza di 45.551.<br />
Ben 28.178 le persone<br />
ancora in attesa<br />
di giudizio. In cella<br />
si trascorrono anche<br />
20 ore al giorno. Le<br />
condizioni igieniche<br />
sono pessime, <strong>il</strong> vitto<br />
è insufficiente, <strong>il</strong><br />
sopravvitto ha rincari<br />
del 40 per cento.<br />
aLternative<br />
La legge Gozzini<br />
rimane inapplicata<br />
Per legge sono previsti<br />
percorsi alternativi<br />
al carcere, concessi<br />
però di rado dai<br />
magistrati di sorveglianza.<br />
Nel 2010 solo<br />
895 persone hanno<br />
avuto <strong>il</strong> permesso di<br />
lavorare all’esterno,<br />
62 di svolgere lavori<br />
di pubblica ut<strong>il</strong>ità; 17<br />
m<strong>il</strong>a hanno ottenuto<br />
l’affidamento in prova<br />
ai servizi sociali, 1.851<br />
la sem<strong>il</strong>ibertà, 12.539<br />
i domic<strong>il</strong>iari. Eppure<br />
le misure alternative<br />
hanno funzionato nel<br />
94 per cento dei casi.<br />
aGenti<br />
tensione continua<br />
con i “secondini”<br />
Il numero di agenti di<br />
polizia penitenziarie<br />
è ridotto rispetto al<br />
bisogno. Numerose,<br />
inoltre, le segnalazioni<br />
di abusi di potere<br />
verso i detenuti.<br />
ni sottolinea che «quando gli viene concessa<br />
una seconda opportunità, chi è in carcere<br />
la rispetta». Una conferma? Nel 2010, su un<br />
totale di 31.422 misure alternative concesse,<br />
ne sono state revocate 1.968. Nel 94 per<br />
cento dei casi, cioè, i percorsi hanno funzionato.<br />
Allora perché queste misure vengono<br />
concesse con <strong>il</strong> contagocce, persino in una<br />
straziante emergenza? «La concessione delle<br />
misure alternative dipende esclusivamente<br />
dalla valutazione soggettiva dei magistrati<br />
di sorveglianza. Il nocciolo del problema<br />
è che alcuni magistrati sono favorevoli alla<br />
Gozzini (e in generale al dettato costituzionale)<br />
e la applicano. Ma sono pochissimi.<br />
Poi c’è la stragrande maggioranza dei non<br />
favorevoli, che non ci crede e, nascostamente,<br />
non la applica. La causa è una cultura<br />
laicista, una maledetta cultura forcaiola<br />
| | 13 luglio 2011 | 21