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UN ALTRO MONDO<br />
è POSSIBILE<br />
NONOSTANTE TUTTI I MALI<br />
Donna, Gesù<br />
perdona i tuoi<br />
pensieri atroci<br />
di Aldo Trento<br />
Caro padre aldo, anche stamattina ho letto<br />
in una tua ma<strong>il</strong> che mi hanno girato<br />
quella frase che ripeti in continauzione:<br />
«“Io sono Tu che mi fai” ed è solo questo che<br />
profondamente mi costituisce e mi definisce».<br />
Mi accorgo di essere davvero a un bivio drammatico<br />
della mia vita. Ho percepito l’urgenza di<br />
decidere da cosa, anzi, da Chi lasciare definire<br />
me stessa e <strong>il</strong> mio destino. Ho trent’anni, un marito<br />
meraviglioso e cinque bimbe così belle e piene<br />
di vita che sono l’evidenza che <strong>il</strong> Mistero c’è e<br />
fa ciò che noi non sapremmo neanche immaginare.<br />
Fin da bambina percepivo che la mia persona,<br />
gli altri, <strong>il</strong> mondo nascondevano un qualcosa,<br />
una profondità di cui ciò che si vedeva era<br />
solo un piccolo assaggio. Poi, alle superiori, ho<br />
incontrato un professore che mi ha fatto intravedere<br />
questo segreto così affascinante che si<br />
chiama Gesù. È stato un innamoramento istantaneo,<br />
un mare di Misericordia che mi ha avvolta<br />
e coinvolta in una storia e pian piano in un<br />
rapporto, di cui per grande grazia da allora partecipo.<br />
Ma da sempre c’è in corso in me una lotta<br />
feroce che ho sentito descritta in questi termini<br />
solo da te e da qualche lettera che ti hanno<br />
scritto. Appena arriva <strong>Tempi</strong> corro come un’assetata<br />
a cercare cosa hai da dirmi, rispondendo<br />
al dolore di tanti, perchè mi sia di alimento e<br />
guida in questa battaglia. Ho avuto un papà con<br />
gravi problemi psicologici, violento e concentrato<br />
esclusivamente su di sè e una mamma che lo<br />
ha sposato nell’<strong>il</strong>lusione di “salvarlo”, andando<br />
incontro a una vita piena di sofferenza per sé e<br />
per noi figli. Se ripenso a quegli anni mi vengono<br />
ancora un viscerale senso di ingiustizia e tanta<br />
rabbia. Dall’età di dieci anni ho iniziato a soffrire<br />
di un disturbo ossessivo (terrore di pungermi<br />
con delle siringhe infette e morire). Poi, crescendo,<br />
ho iniziato ad avere pensieri molto crudeli<br />
sulle altre persone, per lo più quelle a cui volevo<br />
bene, augurando loro di subire tutte le peggiori<br />
violenze e disgrazie che si possano concepire.<br />
Anche ora che ho trent’anni continuo ad avere<br />
questi pensieri tremendi. La mia mente si attacca<br />
in maniera morbosa alle situazioni drammatiche<br />
e spara senza pietà come un assassino impazzito.<br />
Pensieri atroci padre, in cui io mi sento<br />
di godere del male e della sofferenza altrui, come<br />
per vendetta, come se tutti dovessero soffrire<br />
come e molto più di me. Questa è la mia croce,<br />
questo è ciò con cui convivo da anni e che<br />
60 | 13 luglio 2011 | |<br />
POST<br />
APOCALYPTO<br />
Georges de La<br />
Tour, Maddalena<br />
penitente (1630<br />
circa), National<br />
Gallery of Art,<br />
Washington<br />
mi ha fatto così male da pensare alla morte come<br />
unica possib<strong>il</strong>ità di liberazione. Inut<strong>il</strong>e dirti<br />
che ho fatto lunghe cure con antidepressivi e<br />
ansiolitici vari che prendo ancora oggi. Non posso<br />
descriverti, padre, i sensi di colpa che mi hanno<br />
attanagliato, quanto orrore, disprezzo, paura<br />
di una donna che non avrei voluto essere, per<br />
i pensieri e sentimenti che non sono mai riuscita<br />
a dominare. Ma <strong>il</strong> Signore, che ama infinitamente<br />
ogni figlio, può perdonare una donna, che nella<br />
testa e nei sentimenti concepisce tanto male<br />
proprio verso i suoi figli pred<strong>il</strong>etti? A volte ho<br />
vergogna a entrare in chiesa. Io non so più cosa<br />
fare. Prendo le medicine, ma la malattia c’è,<br />
sembra una piaga inguarib<strong>il</strong>e. Ho paura, ho tanta<br />
paura di non essere perdonata. E più ho paura,<br />
più <strong>il</strong> dolore si fa forte e più i miei pensieri diventano<br />
spietati. Tutti, mio marito, i miei amici, i<br />
preti a cui ho chiesto aiuto, mi hanno rassicurata<br />
che io posso vivere, che io posso esistere, anche<br />
con questo “cancro” dentro di me, che <strong>il</strong> Signore<br />
non smette di amarmi anche se io non mi<br />
amo. Cosa sbaglio padre Aldo? Io Gesù l’ho incontrato.<br />
Perché mi lascio definire da quella<br />
parte di me che si schifa di come sono fatta? Io<br />
ho un grande desiderio, che ho portato a Lourdes<br />
e a Loreto, dalla Madonna: vivere nella pace<br />
di essere perdonata e spendere <strong>il</strong> mio tempo<br />
a servire questo mondo anziché vedere tutte le<br />
mie energie risucchiate da una nevrosi che potrebbe<br />
accompagnarmi per tutta la vita. Mi affido<br />
al tuo grande cuore di padre e ti ringrazio<br />
per la grande compagnia che già mi fai.<br />
Lettera firmata<br />
In un mondo grigio, anestetizzato, finalmente<br />
un io che cammina, che si muove cercando<br />
l’Infinito, <strong>il</strong> perché delle cose, della<br />
sofferenza, di tanti tormenti! Che consolazione!<br />
Fantasie, ossessioni di ogni genere che popolano<br />
la mente come chiodi fissi, che suscitano sensazioni<br />
di panico, paura di perdersi, di condannarsi<br />
o di condannare gli altri, senso di colpa, sudorazioni<br />
improvvise, sbalzi di umore a ogni istante,<br />
ansia, un peso nello stomaco che sembra affogarti,<br />
<strong>il</strong> desiderio di morire, l’irritab<strong>il</strong>ità, <strong>il</strong> desiderio<br />
di fuggire, <strong>il</strong> grido della vita che finisce. Tutto<br />
quello che tu mi descrivi io l’ho vissuto. E anco-