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Edizione del 11/05/2013 - Corriere

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Saranno tantissimi i fe<strong>del</strong>i che giungeranno<br />

oggi a Roma dall'Irpinia e in particolare<br />

da Ariano per prendere parte<br />

alla cerimonia di beatificazione di<br />

Mons. Luigi Novarese, fondatore dei Silenziosi<br />

operai <strong>del</strong>la Croce e <strong>del</strong> Centro<br />

volontari <strong>del</strong>la Sofferenza, presso la Basilica<br />

di San Paolo Fuori le Mura, per la<br />

Celebrazione di Beatificazione presieduta<br />

dal Cardinale Tarcisio Bertone. Era<br />

il 30 Marzo 1957 quando un piccolo<br />

drappello di silenziosi<br />

operai, capeggiati<br />

proprio da Novarese<br />

e composto da<br />

Elvira Myriam Psorulla,<br />

da Angela Negri<br />

e da Remigio Fusi,<br />

scelse di stabilirsi<br />

in Irpinia, prendendo<br />

possesso <strong>del</strong>l’antica<br />

chiesa di Valleluogo e<br />

<strong>del</strong>la casa annessa<br />

(domani l’approfondimento<br />

nell’inserto<br />

culturale <strong>del</strong> <strong>Corriere</strong>).<br />

Fu il Vescovo<br />

Mons. Pasquale Venezia<br />

ad accogliere<br />

l'Associazione nella<br />

diocesi di Ariano Irpino<br />

concedendo alla<br />

prima comunità il santuario "Salus Infirmorum".<br />

Novarese aveva, infatti, fondato in collaborazione<br />

con sorella Elvira Myriam<br />

Psorulla i Silenziosi Operai <strong>del</strong>la Croce.<br />

L’associazione, composta da sacerdoti<br />

e da laici consacrati, nacque nel<br />

1950 con l’intento di valorizzare la sofferenza<br />

ad imitazione di quella di Gesù,<br />

morto volontariamente per la redenzione<br />

<strong>del</strong>l’umanità. Guarito prodigiosamente<br />

da una coxite tubercolare nel<br />

1931 grazie all’intercessione <strong>del</strong>la Vergine<br />

Ausiliatrice e di don Bosco, Novarese<br />

aveva scelto come missione di vita<br />

quella di aiutare ammalati e disabili<br />

CULTURA & SOCIETA’<br />

Nonni e nipoti in viaggio “sul treno per Auschwitz”<br />

Rafforzare il legame tra le generazioni. E' l'idea da<br />

cui nasce il concorso “Un treno per Auschwitz” bandito<br />

dallo SPI CGIL, dal Cinecircolo RiCreaAzione,<br />

dall’associazione Proteo Fare Sapere celebrato il 27<br />

gennaio al Samantha <strong>del</strong>la Porta Spi Cgil, in occasione<br />

<strong>del</strong>la Giornata <strong>del</strong>la memoria. Martedì 14 maggio,<br />

presso lo Spi Cgil di via Italia, l'annuncio dei<br />

vincitori <strong>del</strong> progetto che ha coinvolto numerose<br />

scuole <strong>del</strong>la città e <strong>del</strong>la provincia, dal liceo Imbriani<br />

all'Itis Dorso, dall'Istituto professionale Giorgi al<br />

De Caprariis di Atripalda, senza dimenticare il D'Agostino.<br />

E' Rita Ucci, presidente <strong>del</strong> cinecircolo "Ricreazione",<br />

a sottolineare come sia nata l'idea <strong>del</strong><br />

concorso, promosso in collegamento col treno <strong>del</strong>la<br />

memoria e la Terra <strong>del</strong> fuoco: «Quattro i viaggi in pa-<br />

lio sul treno <strong>del</strong>la memoria, che da Auschwitz va a<br />

Cracovia, due dei quali offerti dallo Spi Cgil, riservati<br />

ad uno studente e a suo nonno e due promossi<br />

da Proteo soltanto per i giovani. Ci piaceva l'idea che<br />

giovani e meno giovani condividessero l'esperienza<br />

<strong>del</strong>la visita ai campi di concentramento, che fossero<br />

l'uno la guida <strong>del</strong>l'altro. Sappiamo bene quanto la<br />

memoria rappresenti ancora uno strumento per combattere<br />

ogni forma di razzismo, riteniamo che sia ancora<br />

necessario tenere desta l'attenzione per evitare<br />

che nuovi razzismi si affermino. I viaggi <strong>del</strong>la memoria<br />

sono laboratori di conoscenza e di esperienza,<br />

individuale e collettiva allo stesso tempo, rivolti alla<br />

costruzione di percorsi di cittadinanza attiva e<br />

consapevole.<br />

a dare un senso alla propria sofferenza.<br />

E’ lui stesso a sottolineare l’esistenza<br />

di un altro modo per leggere l’esperienza<br />

<strong>del</strong>la sofferenza: “Se consideri<br />

però in profondità, la tua sofferenza<br />

– scrive Novarese nello stesso testo<br />

- può anche non essere un isolamento<br />

forzato, ma una circostanza speciale<br />

<strong>del</strong>la tua esistenza, che ti ha distaccato<br />

dalle apparenze ed ha posto i<br />

tuoi piedi sulle realtà, che uniche, devono<br />

interessare gli uomini di buona<br />

volontà, sia che godano <strong>del</strong> dono <strong>del</strong>la<br />

salute o meno. Se il dolore non ti avesse<br />

afferrato e non ti avesse costretto a<br />

considerare il mondo <strong>del</strong>lo spirito che si<br />

dischiude dinanzi a te con una panoramica,<br />

che si apre e dilata il tuo cuore<br />

alla gioia ed alla speranza in proporzione<br />

<strong>del</strong>la tua fede, tu non avresti<br />

oggi questa maturità, questa visualità<br />

nuova, che sorge proprio sul presupposto<br />

<strong>del</strong>la tua nuova situazione, che,<br />

da tecnico <strong>del</strong> mondo <strong>del</strong> lavoro e <strong>del</strong>la<br />

forza <strong>del</strong>la vita, ti rende, giorno per<br />

giorno, uno specialista, un produttore,<br />

un tecnico <strong>del</strong>le conquiste <strong>del</strong>lo spirito”.<br />

Novarese ha dimostrato l’efficacia<br />

<strong>del</strong>la motivazione religiosa sia nel processo<br />

di guarigione fisica sia in quello<br />

di guarigione spirituale e soprattutto,<br />

l’importanza <strong>del</strong> sostegno <strong>del</strong>la fede<br />

nell’accettare e affrontare ogni giorno<br />

la sfida <strong>del</strong>la malattia e <strong>del</strong>la disabilità.<br />

Nel 1960 I Silenziosi Operai <strong>del</strong>la Croce<br />

otterranno il riconoscimento ed approvazione<br />

<strong>del</strong> Vescovo e da quel momento<br />

Valleluogo sarà la Casa Madre<br />

<strong>del</strong>l'Associazione. Con il tempo al Santuario<br />

si è affiancata la Casa "Salus Infirmorum"<br />

(1967) e successivamente<br />

quella "Mons. Luigi Novarese" (1987).<br />

La prima è ora un Centro di Riabilitazione<br />

Psicomotoria e la seconda un'accogliente<br />

e raccolta Casa per Esercizi<br />

Spirituali, e Centro Congressi. “Abbiamo<br />

bisogno degli ammalati<br />

come abbiamo bisogno<br />

<strong>del</strong>l’aria che respiriamo -<br />

scriveva Novarese a su<br />

L’Ancora nel novembre <strong>del</strong><br />

1965 - abbiamo bisogno di<br />

dolore santificato dalla grazia<br />

come abbiamo bisogno<br />

dei sacerdoti; gli ammalati<br />

sono coloro che potenziano<br />

il capitale spirituale dei Ministri<br />

di Dio affinché siano<br />

essi maggiormente efficaci<br />

nella loro pastorale attività”.<br />

Novarese morirà a<br />

Rocca Priora (Roma) il 20<br />

luglio 1984. Per quindici<br />

anni ha diretto anche l’Ufficio<br />

<strong>del</strong>la Conferenza Episcopale<br />

Italiana per la pastorale<br />

<strong>del</strong>la salute, seguendo<br />

in particolare la formulazione<br />

e l’applicazione <strong>del</strong>la normativa per<br />

l’assistenza religiosa ospedaliera<br />

E' il 2010 quando al termine <strong>del</strong> lungo<br />

percorso di studi e raccolta <strong>del</strong>le testimonianze,<br />

Sua Santità Benedetto XVI,<br />

ha riconosciuto le Virtù Eroiche di<br />

Mons. Luigi Novarese e lo ha dichiarato<br />

“Venerabile”. Il miracolo che ha spianato<br />

il percorso di Novarese verso la<br />

beatificazione riguarda la guarigione di<br />

Graziella Paderno <strong>del</strong>la diocesi di Vercelli<br />

dalla periartrite scapolo-omerale<br />

sinistra. E ad Ariano dovrebbero giungere<br />

anche le spoglie <strong>del</strong> beato, dopo<br />

l’iter burocratico vaticano.<br />

In particolare, rappresentano un passaggio importante<br />

nel percorso di formazione <strong>del</strong>le giovani generazioni<br />

e rientrano in modo sempre più consistente<br />

nei programmi educativi proposti sia nelle scuole sia<br />

da un universo sempre più ampio di istituzioni, fondazioni,<br />

associazioni culturali.<br />

In tantissimi in Irpinia hanno risposto al nostro appello<br />

da numerose scuole <strong>del</strong> territorio, segno <strong>del</strong>la<br />

volontà di confrontarsi su un tema come questo, proponendo<br />

studi originali o comunque cercando di non<br />

limitarsi a riproporre il già detto, dall'analisi <strong>del</strong>la<br />

condizione <strong>del</strong>le donne nei campi alle persecuzioni<br />

dei testimoni di Geova o ancora ai tanti bambini trucidati<br />

fino ad una riflessione filosofica sul concetto<br />

di razzismo».<br />

CORRI R<br />

Sabato <strong>11</strong> maggio <strong>2013</strong><br />

Novarese beato, Ariano in festa<br />

Oggi a Roma la cerimonia dedicata al fondatore dei Silenziosi Operai <strong>del</strong>la Croce <strong>del</strong> santuario<br />

di Valleluogo, sorto sul Tricolle il 30 marzo 1957. Ad officiarla il cardinale Tarcisio Bertone<br />

RED. CULT.<br />

QUESTA SERA NELLO SPAZIO DEL LABORATORIO ROUGE A LIONI<br />

Di scena le gesta <strong>del</strong> brigante Crocco<br />

Si intitola “La Confessione”<br />

lo spettacolo che<br />

Massimo Zaccaria porterà<br />

in scena questa sera,<br />

alle 22, nello spazio<br />

di Rouge spazi pubblici<br />

autogestiti a Lioni. Un<br />

viaggio, dedicato a Carmine<br />

Crocco, uno dei più<br />

noti briganti <strong>del</strong> periodo<br />

risorgimentale, che diventa<br />

l’occasione per interrogarsi<br />

sulle cause <strong>del</strong>la<br />

nascita <strong>del</strong> brigantaggio, una<br />

produzione firmata teatro folli e<br />

folletti per ricordare la fine di una<br />

Nazione e di un popolo, ancora<br />

in cerca di giustizia e verità. La<br />

scelta è quella di rileggere sotto<br />

un’ottica diversa, quella dei vinti<br />

appunto, la storia <strong>del</strong>la colonizzazione<br />

<strong>del</strong> Sud «così da risvegliare<br />

oggi - spiegano i giovani di<br />

Rouge - un minimo di orgoglio in<br />

quello che un tempo fu un popolo<br />

libero. Questo spettacolo è il segno<br />

di quanto sia forte il desiderio<br />

di accendere la voglia di cultura<br />

in quel fazzoletto di terra che<br />

qualcuno vorrebbe cancellare. A<br />

quattro anni dall'inizio di quel<br />

percorso, l'annunciato sgombero<br />

dei locali di via torricella mette a<br />

repentaglio il futuro <strong>del</strong>le attività<br />

ospitate al suo interno». Rouge<br />

non risparmia accuseall’amministrazione<br />

«D'altronde -<br />

scrive - risulta l’unico<br />

soggetto assegnatario<br />

di uno spazio<br />

pubblico che ha ricevuto<br />

lo sfratto esecutivo<br />

a differenza<br />

di tutti coloro che,<br />

invece, comodamente,<br />

continuano ad abitare<br />

ed usufruire<br />

di spazi di proprietà comunale<br />

senza nessun tipo di problema,<br />

imperterriti a svolgere i propri interessi<br />

visto che molti hanno fini<br />

di lucro. Noi difendiamo e portiamo<br />

avanti l'idea di una socialità e<br />

cultura autogestita ed accessibile<br />

a tutti - “conclude la nota”- e continueremo<br />

a farlo, lottando per<br />

impedire che uno sgombero metta<br />

fine all'esistenza di rouge».<br />

Festeggia quarant’anni di impegno dalla<br />

parte dei più deboli la Fondazione<br />

Rachelina Ambrosini. Domani a Venticano,<br />

presso la storica sede di Palazzo<br />

Ambrosini, l’istituto intitolato a Rachelina,<br />

serva di Dio, e figlia <strong>del</strong> medico<br />

condotto <strong>del</strong> paese, don Alberto e di<br />

donna Filomena Sordillo, morta a soli<br />

sedici anni in concetto di santità, alla<br />

presenza <strong>del</strong>le massime<br />

autorità religiose,<br />

civili e militari, celebrerà<br />

il quarantesimo<br />

anniversario <strong>del</strong>la<br />

fondazione presieduta<br />

dall'avvocato Tommaso<br />

Maria Ferri. Per<br />

l'occasione sarà presente<br />

anche il postulatore<br />

<strong>del</strong>la causa di<br />

beatificazione di Rachelina<br />

Ambrosini.<br />

Sarà l’occasione per<br />

illustrare le attività<br />

promosse e portate avanti<br />

in questi anni dalla fondazione<br />

impegnata soprattutto nei Paesi <strong>del</strong> terzo<br />

mondo, Africa e Filippine innanzitutto,<br />

ma anche in quelli in via di sviluppo<br />

come l'Honduras e il Centro America.<br />

All'appuntamento prenderà<br />

parte il prefetto di Avellino, Umberto<br />

Guidato. Per l’occasione il Palazzo sarà<br />

aperto al pubblico e sarà possibile visitare<br />

stanze e luoghi dove è nata e cresciuta<br />

la serva di Dio, e dove ha avuto<br />

le prime miracolose apparizioni <strong>del</strong>la<br />

Madonna e di Sant'Antonio. E’ l'avvocato<br />

Ferri a tracciare un bilancio dei tra-<br />

17<br />

DOMANI LA CERIMONIA PRESSO LA SEDE DI VENTICANO<br />

Fondazione Ambrosini,<br />

quarant’anni di impegno<br />

dalla parte dei più deboli<br />

Sarà presentato questa mattina a Torino, in<br />

occasione <strong>del</strong>la prestigiosa rassegna “Giellismo<br />

e Azionismo. Cantieri aperti”, organizzata<br />

dall’Istoreto, Istituto<br />

storico <strong>del</strong>la Resistenza,<br />

il volume di “Paolo<br />

Saggese, Dorso e Gramsci:<br />

un dialogo spezzato” (ed<br />

altri saggi dorsiani), Prefazione<br />

di Gerardo Bianco,<br />

Delta 3 edizioni, Grottaminarda,<br />

Av, 2012. Sarà<br />

l’occasione per promuovere<br />

una riflessione sul rapporto<br />

strettissimo tra Dorso,<br />

Gobetti e Gramsci e insieme<br />

sulla necessità di una<br />

nuova sinergia tra il<br />

Centro Dorso e le più importanti<br />

istituzioni di studi<br />

storici nazionali. A introdurre il volume<br />

sarà Francesco Saverio Festa <strong>del</strong>l’Università<br />

di Salerno. Il volume di Saggese, diviso in<br />

due parti, si propone di analizzare innan-<br />

guardi raggiunti nel segno <strong>del</strong>la solidarietà:<br />

«Un bilancio che non può non essere<br />

positivo. Tutto è stato possibile grazie<br />

al sostegno incontrato da parte <strong>del</strong>la<br />

comunità e <strong>del</strong> territorio. In primo<br />

piano le scuole che sono stati i principali<br />

destinatari dei nostri progetti. Del<br />

resto, Rachelina rappresenta un mo<strong>del</strong>lo<br />

di cristianità da emulare, un punto<br />

di riferimento soprattutto<br />

per i giovani,<br />

poiché poco<br />

più che bambina<br />

mostra di saper affrontare<br />

la vita con<br />

grande forza e saggezza,<br />

indicando la<br />

strada per raggiungere<br />

la pace con se<br />

stessi e sperimentare<br />

pienamente la<br />

“gioia <strong>del</strong> cuore”.<br />

Sulla base dei principi<br />

di Rachelina, la<br />

Fondazione Ambrosini<br />

è stata fondata proprio per essere<br />

vicina ai ragazzi, per assisterli in tutte<br />

le fasi <strong>del</strong>la loro crescita e aiutarli in situazioni<br />

di disagio familiare, di handicap,<br />

sostenendo progetti ed iniziative<br />

tesi ad avvicinarli al volontariato, al rispetto<br />

per il prossimo e per l'ambiente».<br />

Un esempio è offerto dalle giornate <strong>del</strong>la<br />

solidarietà, importante iniziativa scolastica<br />

a carattere nazionale, finalizzate<br />

a divulgare una coscienza civile e solidale<br />

a cominciare dai banchi di scuola.<br />

A rendere omaggio alla Fondazione<br />

SI PRESENTA IL VOLUME “DORSO E GRAMSCI. UN DIALOGO SPEZZATO”<br />

Anche l’Irpinia oggi protagonista<br />

dei Cantieri Aperti di Torino<br />

zitutto il rapporto dialettico e profondo, che<br />

univa la figura di Guido Dorso a quella di<br />

Antonio Gramsci, attraverso la mediazione<br />

di Piero Gobetti e dalla<br />

sua prestigiosa rivista,<br />

che ebbe, tra l’altro, il<br />

merito di fungere proprio<br />

da collegamento tra<br />

le istanze meridionaliste<br />

<strong>del</strong>l’avellinese e quelle<br />

comuniste <strong>del</strong> grande<br />

pensatore sardo. Il volume<br />

si sofferma sulle analogie<br />

tra il pensiero<br />

dorsiano e quello gramsciano,<br />

quindi sui reciproci<br />

debiti ideali, ma<br />

anche sulle profonde differenze,<br />

che non troveranno<br />

mai sintesi, anche<br />

a causa <strong>del</strong>l’arresto di Gramsci e <strong>del</strong>l’esilio<br />

in patria, che subì Dorso nella provinciale<br />

Avellino (da ciò il sottotitolo “un dialogo<br />

spezzato”).

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